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Autore: ParalyzedArtwork    27/05/2014    1 recensioni
”Cosa volete?”
“Quello che continua a dividerci e continua a tenerci uniti. L’odio verso di voi, quello che continua a gettarci nel caos ed ha farci risorgere.”
Genere: Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si sporse ancora e l’uomo uscì dall’ombra. Le tendette la mano e lo fece salire in superficie.
Le sue ipotesi non erano sbagliate, era un Ghoul. Era coperto da una tonaca ormai logora ed ingiallita, che serviva a coprire solo metà del suo corpo. Ormai non era più in grado di assumere sembianze umane e la pelle gli cadeva giù come il coccio di una bambola in frantumi e lasciava ammirare le sue ossa ingiallite. Non aveva i capelli, forse qualcuno bianco qua e là sulla testa e le sue iridi erano color ghiaccio sbiadito. Probabilmente aveva perso l’uso della vista e a giudicare da come fissava la ragazza era così. Lei gli teneva stretta la mano, era come se in quel momento lui non fosse più un nemico ma qualcuno che sta aspettando solo la morte per avere pace. Una pace, per quella gente inesistente. Improvvisamente si ricordò di quale fosse la sua posizione e lasciò la mano del vecchio, si ricompose e con tono determinato annunciò:

”Non hai sentito nessuno arrivare qui? Molti dei nostri si sono diretti giù dopo la proclamazione dell’assedio per controllare i Mastini scappati.”
”Sono riusciti a vincere? Forse i loro piani non era poi così sconsiderati.”

Parlava con voce bassa e molto roca, come se ormai non gli importasse più nulla.


“Non sei felice per il tuo popolo?”


Fece un sorriso famelico.

”Popolo. Abbiamo persona la concezione di popolo anni fa. Credo con la seconda guerra della restaurazione o Santità come preferisci… Ah, non disturbarti a picchiare un vecchio per le sue insolenti parole, ho pagato e sto pagando tutt’ora questo.”
”Il Capo mi ha detto di liberarti o almeno sembrava interessato a te.”
”Infondo il piccolo Joe è in carica da pochi anni, forse la rivincita sui Mastini avrà addolcito le sue ferite. Sorpresa?”
”Come hai fatto a capire che sono una donna?”
”Ah, mia cara, anche se cerchi di usare un tono maschile o camuffare la tua voce so benissimo chi sei, anche sotto quelle vesti.”
”Chi sono?”
”Oh si, come, non credi abbia capito che tu non sia un Ghoul?”

Cassandra rabbrividì, il Ghoul le si stava avvicinando e avrebbe potuto ucciderla anche in quelle condizioni.

”Sai, sono divenuto ceco causa la fame che mi assale dopo tutto questo tempo.”

Le passo le lunghe unghie sul collo. Il suo tono adesso, era cambiato.


“Mi hanno rinchiuso lì tanto tempo fa. Credo circa da quando abbiano proclamato quel ragazzino ancora in fasce capo e lo abbiano allevato o almeno abbiano allevato l’anima che si è impossessata di lui sotto i vostri occhi. Progettando morte e distruzione, mentre voi, poveri ingenui avete distrutto tutta la vostra forza, avete distrutto quel poco di reale Santità su cui la vostra stirpe si è fondata e di cui tu ne conservi ancora un briciolo.”

Le passò accanto trascinando la sua carcassa ancora animata, quando cambiò ancora, improvvisamente, il suo tono di voce.

”Cercai di avvertirli per tutti questi anni che si stavano battendo per rovinare leggi divine per cui aveva ottenuto molte agevolazioni. Ma non bastava, le nuove generazioni non possono capire cosa significhi affrontare bene due guerre della Santità e non sanno le colpe che abbiamo e le colpe che voi avete o le colpe che anche i Gaunt hanno. Sono inesperti e si basano su vecchie dicerie, vecchie storie del dopo guerra che alimentano odio e stupide fazioni. Infondo neanche io so tutta la verità. I potenti creano alleanze e guerre più subdole di quanto mai si possa pensare. Mi dispiace per la tua gente. In questo mondo non c’è posto, o almeno nel nostro mondo di feccia umana non c’è posto per le opposizioni. Non c’è posto per un povero vecchio che ha perso tutto. Sai il vecchio Capo, colui che vinse la guerra della Santità era un uomo generoso e valoroso, ma è stata come sempre, la sua curiosità ad ucciderlo due volte. Per quanto noi possiamo morire.”

La sua voce era calma come un padre che  vuole insegnare un pezzo di vita a suo figlio. Cassidy non si fidava, anche se sapeva che in lui c’era qualcosa di strano.

”Ho riconosciuto il tuo odore, puzzi di Verginità e Sacramenti e qui di gente così non ne esiste. Non esistono neanche più le donne, ormai. Non voglio mangiarti, sta tranquilla.”
”Ho bisogno del tuo aiuto.”
”Lo so, sei nella rocca nemica ed hai bisogno di tornare indietro dalla tua gente.”
”Sto cercando informazioni su di voi e anche su di noi. Non posso combattere senza conoscere il..”
”Dillo pure.”
”.. Il nemico e neanche la mia gente. Non so cosa sia successo neanche in questo poco lasso di tempo che mi trovo qui.”
”Non posso aiutarti.”
”Cosa significa?”
”Nel periodo della mia cecità ho avuto la possibilità di sviluppare tutti gli altri sensi che avevo, anche se molti, come l’olfatto sono andati fuori uso causa assenza di carne. Ho passato la maggior parte della mia vita a marcire in quella botola, sentendo discriminazioni e processi contro di me, il veggente, un tempo fedelissimo del Re. Non tradirò chi mi ha tradito.”
”Sai anche tu che questa guerra non è giusta! Non puoi lasciarli morire! Sai che moriranno! Sai che ci riprenderemmo ciò che è nostro! Sai che difenderemmo la nostra gente con tutto il nostro sangue! Che sia IO l’ultima discendente ma MAI nulla accadrà alla nostra stirpe.”
”Ognuno ha una strana concezione di giustizia e delle cose che accadono. Siamo stati istruiti per rispettare regole di finto rispetto che ancora ci tengono su.”
 
Cassandra sapeva che aveva ragione. Anche lei al suo posto non avrebbe mai tradito la sua gente, il suo popolo, per quanto grandi siano i dolori da essi commessi. Infondo lo stava già facendo, senza rendersene conto.


“ Questa Rocca è un labirinto di passaggi invisibili, tutto è studiato in armonia e bellezza, quell’antica bella che appartiene agli umani e che tanto hanno ricercato durante la loro vita. Siamo esseri sgradevoli che cercano di essere felici e quale manifestazione può non esserci nel cercare di rendere ogni cosa insidiosa più gradevole?”

Era come se stesse parlando da solo, come se durante tutta la sua prigionia lui volesse sfogarsi e denigrare usanze centenarie, non con disprezzo con l’occhio di un assente  critico.
Si muoveva leggiadro all’interno della stanza, attento a non allontanarsi troppo dalla sua preda, che era rimasta lì a vedere un pover uomo che cerca di scampare ai suoi ultimi respiri.

”Mi hai liberato ingenuamente. Piccola.”

Adesso si stava avvicinando al suo volto. Il suo alito puzzava di putrefazione e odio.

”Avresti fatto bene a lasciarmi lì a marcire. Per gente come me non c’è posto nella società, ricordatelo. A quanto pare neanche come te. Sei stata coraggiosa. Ma non otterrai nulla.”

Cassidy prese il vecchio per il collo e lo sollevò. Era stanca di farsi insultare e non aveva tempo da perdere. Non aveva mai perso in vita sua la pazienza in quel modo, ma aveva sempre sdegnato quelle  genti così putride che nel suo cuore avevano lasciato solo scie di morti e la loro insolenza le dava l’orticaria.
Sentiva la pelle del Ghoul frantumarsi nella sua mano, scivolare lungo le sue dita affusolate e cadere a terra, finchè ella in un briciolo di carne avrebbe stretto solo le ossa. Ossa intente a spezzarsi, fragili come poliestere.

”Sapete fare bei discorsi, anche un tuo amico ne fece uno molto bello, infatti, caso della sorte, è morto.”

Aveva assunto un tono parecchio ironico.

”Cosa volte veramente.”


Il Ghoul non riusciva a parlare e con un fil di voce riuscì solamente ad ansimare tali parole.

”Ciò che è sempre stato nostro.”

Dicendo ciò, allungò una mano ed afferrò dalla bisaccia di stoffa attaccata alla cintola della ragazza un coltello e si trafisse il cuore. Cassidy lo lasciò cadere a terra.

” Ricorda: Non tradirò mai chi mi ha tradito.”

Cassidy digrignò i denti, strappò il coltello dal cuore del Ghoul e si pugnalò il suò. Urlò di dolore come non aveva mai urlato prima, il sangue nero del Ghoul gli entrò in circolo e si sentì soffocare. Con le sue ultime forze, prese velocemente un coltello dalla sua bisaccia, pose la mano sinistra sul cuore del Ghoul e stava urlano. Il suo corpo si stava frantumando del tutto lentamente. Si infilzò, ansimante, la mano nel punto in cui era posta Dagaz la runa della Trasformazione e penetrò fino al cuore del Ghoul.
Doveva salvarlo era l’unico che poteva aiutarlo e l’unico che poteva essere disposto a farlo, per quanto insolente fosse di natura. Una vita per un favore eterno.
Quella morte senza purificazione, poi, avrebbe potuto distruggere tutto.
Il sangue iniziava a far effetto nel corpo di Cassidy, si accasciò a terra urlando e contorcendosi, sputando sangue e stringendosi l’altra mano al petto, mentre una rimase stretta intorno al cuore del Ghoul.
Riuscì con tutte le sue ultime forse ad urlare sono una cosa “DAGAZ!”

Come se la runa aspettasse solo questo, dal suo palmo si sprigionò un’intesa luce bianca ed a tratti celesti, che immerse la stanza. Cassidy sputando ancora sangue, cercò di vedere cosa stesse succedendo, ma non ci riuscì, stava perdendo i sensi e in bocca sentiva solo l’odio ed il sapore del sangue maligno. Non riusciva più a respirare.
In quel momento, la pelle del Ghoul si frantumò del tutto, i piccoli pezzetti di porcellana si staccarono dal suo corpo e rimase in lui sono una spoglia carcassa con un cuore. Egli gridò con un suono maligno mai sentito prima e dalle sue scapole, si ramificarono altre ossa che diventavano sempre più grandi spaccando le ossa sottostanti per farsi spazio. Il sangue iniziò, tra i suoi urli di dolore, ma diventare di un nero pece come la notte, senza più quella sfumatura rosso sangue che lo distingueva. Il cuore divenne nero. Le ossa, quasi macchiate da quell’unico organo rimasto in quel corpo solitario, iniziarono a tingersi di nero a farsi forti.
La gabbia toracica di ingrandì, facendo cigolare quegli ossicini così minuti in precedenza.
Le ossa dietro le sue spalle divennero nere e piano piano piumate. Si aprirono dietro di lui ali nere imponenti e spalancandosi coprirono quell’esanime carcassa.
Cassidy sentiva solo le urla agghiaccianti di quell’uomo. Sentiva il dolore penetrare in quelle strane parole antiche che stava pronunciando. Stava soffrendo e non riusciva più a capire cosa stesse succedendo.
L’unica cosa che riuscì a vedere prima di chiudere gli occhi su il suo sguardo, i suoi occhi neri come la morte che si stagliavano su ali ossute, prima di perdere i sensi.





Quando aprì gli occhi era mattina. Era in una grande stanza, che assomigliava vagamente alla sua, solo molto meno spaziosa e più cupa. Le pareti erano tutte intagliate di legno scuro, ed erano adorante qua e là di oggetti, scudi bandiere quadri, le altre decorazioni erano ricavate dal legno. Era posta in un grande Baldacchino dalle travi possenti, circondato da una tenda rosso fuoco.
L’atmosfera era così pesante e pomposa. Intorno a lei c’erano solo cianfrusaglie. Un tavolino con delle sedie con sopra tante carte diverse e strumenti vari. A terra su quel pavimento di legno scuro, c’erano vestiti di ogni genere e armi militari, per non parlare di matite e strumenti da geometra.
La sua vista era ancora parecchio offuscata dalla stanchezza e non riusciva a ricordare bene gli ultimi avvenimenti. Ricordava solo ali nere e dei grandi occhi.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta.
Era un uomo di circa trent’anni, forse, o quaranta, dai capelli neri lunghi fino alle spalle, il cui corpo era bianco come un cadavere e occhi color rosso sangue.
Indossava una tunica bianca e tutto il suo corpo era avvolto di bene.
Incrociò le braccia e pose la schiena contro il muro.

”Mi delizia vedere che sei ancora viva e soprattutto che lo siamo entrambi. Sicura di non sapere chi sei?”
   
 
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