Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: Neverland98    27/05/2014    5 recensioni
*rullo di tamburi*
ed ecco qui, a grande richiesta, il seguito di DARK NIGHTS!
Spero che vi piaccia come il precedente e, soprattutto, mi scuso con le persone che hanno recensito l'ultimo capitolo: purtroppo mi è mancato il tempo per rispondere (ero troppo impegnata a pensare alla trama), ma ho letto tutti i vostri commenti e mi sono commossa!
Siete state fantastiche!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Sì, finalmente ce l'ho fatta! Ho trovato!-
Collins balzò in piedi brandendo il libro e meritandosi una sincera occhiataccia da tutti gli altri ospiti della biblioteca.
-Oh, scusate- disse a bassa voce, e tornò a sedersi.
Non era riuscito a resistere, proprio non ce l'aveva fatta. Ma è quello che succede quando si trova qualcosa di introvabile, qualcosa che si cerca da tutta la vita. -Finalmente...- ripetè più piano, portando il libro al petto e stringendolo, quasi come in un abbraccio.
Dietro quella copertina sporca, in mezzo a quelle pagine ingiallite e scarabocchiate da quelli che Collins definiva “giovinastri”, c'era la soluzione a tutti i suoi problemi.
Aveva impiegato anni, aveva sprecato tutta la sua vita, e per la prima volta era convinto di non averlo fatto invano.
Buon Dio, era così felice che avrebbe volentieri pianto.
Esisteva un modo per spezzare la maledizione. Lo sapeva, l'aveva sempre saputo!
John, pensò, ho mantenuto la mia promessa. Adesso tua figlia sarà salva.
Ma prima c'era qualcos'altro che doveva fare.
Usci di corsa dalla biblioteca, ormai erano quasi le sette di sera, e pioveva a catinelle. Tuoni e fulmini squarciavano il cielo, proprio come uno di quei film dell'orrore che vedeva sempre sua nipote Lianne.
Tentò di ripararsi alla meglio con l'impermeabile, ma era inutile. L'acqua gli penetrava fin dentro le ossa, e l'unica sua priorità era salvare il libro. Accellerò il passo, facendo molta attenzione al traffico che nelle giornate di pioggia era particolarmente incontrollabile e pericoloso. Una coda infinita di macchine di tutti i tipi occupava la strada tra i marciapiedi, e l'unico sottofondo oltre la pioggia incessante era il suono irritato dei clacson delle auto. Di pedoni, ce n'erano pochissimi. Collins cercò di costeggiare i palazzi, in modo di trovare rifugio sui balconi, ma anche lì la situazione non era un granchè diversa. Come poteva constatare, infatti, c'era un vento fortissimo che inclinava la pioggia rendendola obliqua, quasi orizzontale. Accidenti, quel tempaccio non era assolutamente normale per una serata di fine agosto. Strinse i denti e si ripetè ancora una volta che doveva essere forte, che raggiungere il ragazzo era tutto ciò che contava. Anche se probabilmente a quell'ora Arden era rintanato a casa della figlia di John, come sempre da un anno a quella parte. Stupidi ragazzini, non riescono mai a distinguere le cose serie dalle sciocchezze.
Berciando qualche insulto al loro indirizzo, Collins attraversò malamente la strada, meritandoti un paio di “ehi! Guarda dove vai” e altrettante suonate di clacson. Ma non se ne curò. Se solo quella banda di egoisti avesse saputo il motivo per cui era così importante che lui portasse in salvo il libro, non l'avrebbero insultato come stavano facendo.
E in ogni caso non erano i primi. Aveva incontrato per tutta la vita persone che lo insultavano e che lo deridevano, persone per le quali non era mai abbastanza, persone che sembravano essere nate per disprezzare qualunque cosa fosse capitata davanti a loro. E poi c'era stata lei, il suo unico amore. Margaretha.
E ovviamente il suo migliore amico, John, quello per cui aveva stava compiendo tutti i sacrifici.
Peccato che alla fine John e Margaretha avessero deciso di sposarsi e di avere una figlia, Cecilia.
No, non importava affatto. E perchè avrebbe dovuto, poi? Collins non aveva mai rivelato a Margaretha o a John i propri sentimenti, quindi non poteva aspettarsi niente. E poi, proprio perchè voleva bene a entrambi, desiderava che fossero felici. Riguardo alla loro petulante figlioletta aveva dovuto ricredersi.
Cecilia Waldorn era stata una spian nel fianco fin dal primo momento in cui l'aveva vista, in cui si era seduta con aria strafottente all'ultimo banco e aveva continuato a rispondere male e a non studiare la matematica. Quando Collins ne aveva saputo il cognome, aveva subito immaginato che potesse essere la figlia famosa di John, ma quando aveva avuto modo di approfondire il suo carattere, si era detto che era impossibile, che la figlia di John e Margaretha non poteva essere l'ochetta che aveva davanti.
Solo in seguito, al primo incontro con i genitori, aveva avuto la conferma ai suoi dubbi. Era stato un piacere e uno shock al tempo stesso rivedere Margaretha dopo anni, ma non era stupito che lei non si fosse fatta più vedere. L'abbandono del marito amatissimo l'aveva distrutta e a quanto dicevano i loro amici in comune, aveva deciso di tagliare tutti i ponti e dedicarsi solo e unicamente alla figlioletta.
In ogno caso, dubitava che Cecilia fosse stata al corrente del rapporto tra lui e i suoi genitori finchè non gliel'aveva detto lui, nel sogno.
Che ragazzina patetica, pensò. Certo, era molto cambiata durante il suo “coma”, ma non si poteva dire che fosse diventata “più matura”.
Al massimo “meno infantile”.
Era viziata, la piccola di casa Waldorn. Lo era eccome. Ma non c'era da biasimare Margaretha per questo. Lei era sempre stata una
ragazza fragile, tutta la sua vita ruotava intorno a John, che invece era estroverso, solare; il suo opposto, praticamente. Di certo doveva essersi sentita in colpa per non aver dato un padre a sua figlia, e come molte madri nella stessa situazione, tendeva a viziarla, a darle tutto ciò che voleva, a non rimproverarla mai. Persino quando lui le aveva riferito i pessimi voti, Margaretha si era limitata a una scrollata di spalle e a scuotere il capo, senza dire niente. Margaretha era una donna che aveva sofferto tanto, senza mai averlo meritato.
A volte Collins si chiedeva come sarebbe stata la vita di entrambi se si fossero sposati, e ogni volta giungeva alla conclusione che sarebbe stata migliore. Non avrebbero sofferto, entrambi, quanto avevano sofferto per John (anche se per motivi diversi, visto che Margaretha era ancora convinta che il marito l'avesse lasciata per un'altra donna), e forse avrebbero avuto una figlia più saggia e intelligente. Non che ci volesse molto a superare Cecilia, da questo punto di vista.
Sospirò, mentre gocce di pioggia forti e spesse come grandine gli si abbattevano in faccia, annebbiandogli la vista. Cercò disperatamente di orientarsi, magari grazie alle insegne dei bar e dei negozi di quella zona, e alla fine si rese conto di essere quasi arrivato. Camminò ancora un altro po', e con una fatica incredibile, finchè non si trovò davanti alla casa di Margaretha e Cecilia, situata in un quartiere pieno di giardini e aiuole fiorite, pullulante di casette tutte uguali tra loro, e accanto alla quale c'era la casa di Arden. O meglio, la casa che aveva regalato ad Arden.
Non era stato facile convincere il vecchio inquilino a sloggiare, infatti c'erano voluti un bel po' di soldi, ma alla fine aveva rinunciato a fare storie e domande, e aveva tolto il disturbo. Del resto era importantissimo che Arden rimanesse accanto a Cecilia. Anche per questo, dopo che Cecilia si era risvegliata dal sonno, Collins era tornato indietro negli ultimi minuti, prima che lo scenario si distruggesse, per donare all'ormai cadavere di Arden qualche goccia della Pozione della Vita e farlo tornare in sé. Erano riusciti a tornare nel mondo reale appena in tempo prima di rimanere risucchiati nel Nulla Assoluto.
Si fermò qualche minuto a scrutare da sotto la pioggia se ci fosse qualcuno in casa di Arden, ma era vuota e le luci erano spente, il chè voleva dire che ci aveva visto giusto: era da Cecilia. Accidenti, iniziava a sospettare che Arden si stesse innamorando davvero di quella principessina viziata.
“Il cuore è un muscolo involontario” ripeteva continuamente durante le sue lezioni di anatomia, e i suoi alunni non avevano idea di quanta verità si nascondesse dietro quelle parole.
Però se Arden si fosse innamorato di Cecilia sarebbe stato un problema molto grave. Non sarebbe stato lucido, non avrebbe potuto manipolarla al momento opportuno, come diceva il loro accordo. Questa sì che era una bella gatta da pelare.
Comunque, ci avrebbe pensato più tardi.
Adesso era solo felice per aver trovato il libro.
Si guardò un ultima volta alle spalle e decise di tornare indietro. Avrebbe parlato con Arden più tardi.

La pioggia stava diminuendo, e ormai non c'era più alcuna fretta.




Muhahahahahha
Allora? Siete sorprese? SCONVOLTE? Non vedo l'ora di saperlo :D

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Neverland98