Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Allyn    28/05/2014    8 recensioni
Capelli in fiamme e l'anima già bruciata. Gaara vive ai margini del mondo e di se stesso, perso nell'oblio di un dolore di cui non ricorda neanche il nome, destinato a bruciare prematuramente, a divenire cenere sul ciglio della strada. Naruto, apparentemente felice, sorriso allegro sul viso abbronzato, l'anima e il cuore a brandelli. Un "Put*an tour" finito male, un incontro inaspettato, un ladro dai mille problemi e i capelli in fiamme. Una confessione azzardata, un tentativo, disperato, di raggiungere insieme la felicità. Credo NaruGaaraNaru, accenni SasuNaruSasu
Avvertimento: Tematiche forti etc etc
***
Naruto non avrebbe voluto, tutto era iniziato come uno scherzo, "puttan tour" avevano urlato gli amici, Kiba, e poi quell'altro cretino con le sopracciglia folte.
"No"
"Andate voi"
"Mi rifiuto"
Ora era in quell'auto, con il finestrino abbassato, due ragazze da marciapiede e gli occhi verde banconota a fissarlo. divertite.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Gaara, Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2

Di ricordi, di dolori, di follie e di insane proposte

 

Avvertimenti: la seguente fan fiction contiene argomenti non adatti ad un pubblico non maturo, presenza di tematiche delicate, violenza, linguaggio scurrile, prostituzione, droga, sesso e quant’altro. (No, il rock and roll ancora no XD)

 

La prima volta che qualcuno gli aveva fatto un pompino risaliva alla seconda liceo.

Seduto sulle panche fredde dello spogliatoio della scuola, con i calzoncini abbassati fino alle caviglie e le mani infilate in una massa di lisci capelli neri.

Sasuke Uchiha lo aveva guardato negli occhi per tutto il tempo, poi si era staccato da lui con un ghigno divertito.

“Finisci di succhiartelo da solo se ci riesci, frocio”

Si era passato la manica della felpa sulle labbra sottili ed era uscito dalla stanza ridendo.

Naruto aveva fissato la porta chiusa davanti a sé, l’erezione ancora dura tra le gambe.

*°*°*°*°*

Seduto sul sedile sporco del bus guardava fuori dal finestrino, palazzi come denti di cemento, alberi senza foglie, il cielo ancora scuro, nessuna stella, solo il bagliore arancione dei lampioni e poi gli occhi di Gaara.

Ce li aveva ancora in testa, un pensiero morboso ed incredibilmente vivido, lo tormentava. Le labbra, il ghigno spavaldo, i capelli in fiamme.

“Te l’avrei succhiato anche per poco”

Come un mantra, quella frase e il tono che aveva usato gli stavano spaccando il cervello.

Il notturno era arrivato poco dopo e lui ci era salito al volo, voleva fuggire, da quell’estraneo, dai suoi occhi cerchiati, dalla quasi disperazione di quell’offerta.

Naruto lo sapeva, le parole di Gaara non erano uno scherzo.

*°*°*°*°*

“Te la sei fatta sotto!” Kiba rideva sbattendo entrambi i pugni sul banco, facendo un tale casino che mezza classe si era voltata per guardarlo.

“E tu avrai preso la sifilide”

“Sei scappato come un vigliacco! Cos’è, non avevi le palle?”

“Finiscila! Dato che nessuna qui a scuola te la dava sei finito a puttane, Inuzuka!”

Kiba digrignò i denti. “Vai ad ammazzarti di seghe in bagno, Naruto!” Lo sbeffeggiò con più cattiveria.

“State buoni, sono solo le otto, avete tutta la mattina per uccidervi” Lee si interpose tra loro, una pila di fotocopie sotto il braccio, le enormi sopracciglia corrugate in un’espressione stanca.

Un borbottio indistinto, le ragazze cominciarono a sparlare sottovoce, qualcuna ridacchiava, altre si mangiavano le mani dall’invidia. Sasuke Uchiha entrò in classe seguito dalla sua ragazza, Sakura Haruno, una tipa silenziosa con gli occhi verdi puntati sempre o sul pavimento o sul fidanzato.

“Tanto se la scopa e poi la molla”

“Beata lei”

“E’ solo una troietta vestita da verginella”

Sakura le sentiva, parlavano troppo forte, lo facevano di proposito. Le ignorò e proseguì verso il banco di fianco a quello di Sasuke che si sedette a sua volta.

Naruto lo guardò con la coda dell’occhio, indugiò sui capelli corvini, la piccola crocchia disordinata con cui li aveva legati sulla nuca, le iridi scurissime, il collo candido. Non riuscì a trattenersi dal pensarlo: Sasuke era il ragazzo più bello che avesse mai conosciuto, e anche il più stronzo, e sì, come quelle ragazze si era ritrovato a pensare tutte quelle cattiverie su Sakura, poi però si era sentito un cretino, ma soprattutto un frocio.

Non rimanevano da soli da qualche mese, da quando era sbucata lei, così paziente da sopportare il caratteraccio di lui, così stupida da tollerare la sua ipocrisia, così...

Naruto era arrabbiato.

Aveva sempre creduto, in cuor suo, che Sasuke fosse come lui, e che come lui se ne vergognasse troppo per venire allo scoperto...gliel’aveva succhiato in bagno, dopotutto aveva il diritto di pensarlo. Si erano anche baciati un paio di volte, più che baciati si erano divorati, morsi, pugni, lingua, saliva e sudore, Sasuke baciava con la foga di chi lotta, di chi odia, Naruto l’aveva lasciato fare, con le farfalle nello stomaco e un palo di ciliegio nei pantaloni.

Non c’era niente che potesse fare, niente che potesse reclamare.

Sasuke aveva fatto la sua scelta, Naruto avrebbe dovuto rispettarla e dimenticare.

*°*°*°*°*

Sapeva benissimo che quella era una follia.

Sapeva benissimo che una persona sana di mente non avrebbe mai agito in quel modo.

Ormai era lì, con le mani ben strette attorno al volante, un velo di sudore sulla fronte e la strada  davanti a sé.

Una prostituta dal sesso piuttosto ambiguo costeggiava il marciapiede, tacco troppo alto e gonna troppo corta, gambe muscolose. Naruto ignorò i suoi sorrisi e la superò.

Cercava altro quella notte.

Cercava lui.

Sapeva che trovarlo sarebbe stato impossibile, ma qualcosa gli diceva che Gaara frequentava spesso quelle vie, con il volto nascosto dal cappuccio scuro, protetto dalle luci arancioni dei lampioni.

Il suo orologio segnava le due inoltrate, martedì notte, compito di letteratura fissato alle undici, nessuno che potesse sgridarlo.

Naruto si fermò ad una stazione di servizio, pisciò dietro una vecchia auto messa in vendita e poi pianse.

C’era odore di altro piscio oltre al suo, c’era odore di alcol, di benzina, di vomito. C’erano cicche vecchie quanto la sua vicina di casa,  un preservativo usato e lattine così accartocciate da ricordargli come si sentiva dentro.

Uno schifo.

Di notte, in un luogo poco raccomandabile, senza nessuno che gli guardasse le spalle, senza nessuno che potesse impedirgli di trovarsi lì.

Si sentiva dannatamente solo...e folle.

Solo in quella casa piena di echi, solo in quella camera senza foto, solo a scuola, solo di fronte all’ipocrisia di Sasuke, di fronte ai baci che Sakura gli rubava durante la ricreazione.

Solo, alla ricerca di un fantasma fuori di testa, dai capelli rossi e l’aria da delinquente.

Cosa gli era saltato in mente? Cosa pensava di trovare? Chi pensava di trovare?

Si asciugò gli occhi con la manica della giacca e sputò a terra con rabbia.

“’Fanculo tutto!” Gridò. “’Fanculo questa vita di merda, ‘fanculo me e tutti i miei cazzo di problemi!”

Si voltò per tornare all’auto, ma una voce lo sorprese ancor prima che potesse mettere a fuoco la figura scura dalla quale proveniva.

“Beh, io me la passo male, ma tu parli da solo, non stai tanto bene, amico”

Gaara sorrise, una sigaretta gli penzolava dalle labbra, aveva uno zigomo sanguinante e un occhio completamente pesto.

“Che caz-“ Naruto si bloccò di colpo e lo fissò.

Come si era ridotto in quel modo?

“Non lo vuoi realmente sapere” Gaara rispose alla sua domanda muta, poi tirò una boccata più avida. Il biondo guardò la piccola brace rossa illuminarsi, la cenere cadere sull’asfalto umido. Si chiese come fosse possibile, lo aveva trovato.

Si avvicinò senza timore, conciato in quel modo non pareva poi così minaccioso.

“Hai qualche spicciolo?” Buttò la sigaretta a terra. “Davvero, non ho più niente, facciamo come l’altra volta? Mi regali qualcosa?” E rise, poi tossì e sputò a terra. Naruto lo ascoltava quasi incantato, riusciva a suonare spavaldo nonostante l’aria malconcia e il sangue rappreso sul viso palesemente troppo pallido, sentiva dolore, ne era certo.

“Chi ti ha conciato così?” Gli domandò.

Gaara alzò le spalle in un gesto infantile, poi tornò serio: “Davvero, se andiamo dietro l’angolo te lo succhio per poco”

E Naruto ne ebbe ancora una volta la certezza, non stava scherzando.

Improvvisò: “E se ti chiedessi di farti scopare? Per quanto me lo daresti il culo?”

Gaara rimase per un attimo in silenzio, fissò il ragazzo negli occhi, poi scoppiò a ridere.

“Qualche giorno fa tremavi dalla paura, ed ora eccoti qui, navigato frequentatore di marciapiedi”

Il biondo allargò le braccia in un gesto plateale, poi attese la mossa dell’avversario.

“Quanto hai nel portafogli?”

*°*°*°*°*

Nel portafogli non aveva molto, a parte la tessera della mensa e la carta d’identità gli rimanevano davvero pochi spiccioli e qualche banconota di poco conto.

Gaara però era seduto sul sedile del passeggero, non si era allacciato la cintura, guardava dritto davanti a sé, pareva stanco.

“Non ho tutta la notte, deciditi!” Sbuffò spazientito.

Naruto lo guardò con la coda dell’occhio. Si era tirato giù il cappuccio, scoprendo i corti capelli rossi, aveva del sangue anche sulla fronte, ematomi vari sulle braccia e un’escoriazione sul collo.

“Davvero, perché sei in queste condizioni?”

“Tu, mi hai pagato per farti raccontare roba o per scopare? Deciditi, merda!” Sembrava nervoso, si appallottolò su se stesso stringendosi l’addome e respirando forte.

“Ehi, stai bene?” Naruto frenò.

“Adesso passa. Trova un posto appartato, imbecille, prima facciamo meglio è, non manca molto all’alba, i vecchi poi hanno sonno e tornano a letto” Borbottò Gaara, la sua voce roca tradiva il dolore che stava provando.

“Che?”

“Se tu sei disposto a pagarmi, allora lo faranno anche quei vecchi froci. Ho bisogno di soldi” Gli spiegò velocemente, quasi parlasse ad un bambino troppo stupido per capire.

Fece per continuare, ma si interruppe, un’altra fitta lo aveva costretto a stringersi ancor di più le braccia attorno al corpo.

“Tu hai bisogno di un medico” Gli occhi di Naruto si fecero gentili. Gaara lo guardò con rabbia, poi tra i denti sussurrò: “Io non ho bisogno di nessuno, adesso fermati da qualche parte e scopami”.

 

*°*°*°**°

Due costole fratturate, organi interni illesi, scongiurato trauma cranico, numerosi ematomi e contusioni, ferite varie, prognosi favorevole, trenta giorni di riposo.

Naruto gli riassunse il referto con un sorriso soddisfatto.

“Sei sano come un pesce, ti hanno fatto anche tutti gli esami ematochimici”

“Fortuna che non hanno fatto i tossicologici” Grugnì Gaara sottovoce.

Il sangue rappreso sulla felpa nera formava strani continenti a cui Naruto non sapeva dare un nome, i capelli erano tutti scompigliati, ancora più rossi sotto la luce al neon dell’atrio dell’ospedale, gli occhi cerchiati e gonfi, un paio di punti sotto allo zigomo e una fasciatura attorno alla testa.

“Chi ti ha pestato?” Domandò il biondo, stiracchiandosi su una sedia piuttosto scomoda.

“Gli amici di un tizio, ho fatto un casino con la roba, ho intascato troppo” Confessò il rosso.

“Ah...e ora?”

“E ora...e ora non ho più un cazzo, ok? Non posso tornare in quella sottospecie di buco dove dormivamo tutti insieme, mi spaccherebbero il culo. Poi arrivi tu a incasinare tutto...non avevo niente, avrei potuto farmi qualche soldo stanotte...ma no! Tu i cavoli tuoi non sai farteli e mi porti qui, a perder tempo”

Pareva seriamente arrabbiato, eppure stanco, come se potesse crollare addormentato da un momento all’altro.

Così, senza quella luce arancione, senza il cappuccio e l’aria da duro, Gaara gli sembrò quello che in realtà era davvero, un ragazzo, troppo giovane e troppo solo.

“Vieni da me” Follia pura. Erano le sei del mattino, alle undici aveva un compito di lettere, avrebbe dovuto dormire, prepararsi, non chiedere a quel tizio di soggiornare a casa sua.

Cosa gli era saltato in mente?

 

Note: ed eccoci qui, secondo capitolo...prima di tutto ringrazio chi ha lasciato una recensione e chi  continuerà a seguire la storia, nonostante questa non sia una sasunarusasu centric (anche se la coppia è comunque presente, e non ho ancora deciso per il finale). L’argomento so che non è facile, perciò ripeto, perdonatemi per eventuali errori o altro. Il tipo di narrazione non vuole essere pesante o altro, preferirei che scorresse in modo veloce, smorzando ogni tanto la tensione tra i pg, ma allo stesso tempo senza ignorare la gravità delle varie situazioni (aiuto, ce la faremo? XD)

Ne succederanno delle belle da ora in poi, ma anche “delle difficili”...perciò, per chi avrà la voglia di continuare a leggere dico grazie, e spero buona lettura.

Vi aspetto!! <3

Un bacione,

Allyn

Per il NaruSasuNaru centric spulciate pure tra altre mie fic :P (e sì, sono una loro fan sfegatata, senza dimenticarmi però del HashiMadaHashi)

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Allyn