Loro, anime da ardere
Avvertimenti:
la
presente storia ha un contenuto non adatto ad un pubblico non maturo.
Presenza di violenza, sesso, droga (non credo rock and roll), prostituzione, tematiche non facili.
Capitolo 1
L'incontro
*°*°*°*°*
Gaara
era magro, con le
guance incavate e gli occhi cerchiati di nero. Occhiaie indelebili
frutto
dell'abuso e della mancanza. Gaara non dormiva, Gaara non viveva, ma
sentiva
troppo, e il troppo faceva male, allora avrebbe preferito non sentir
niente. Con
i capelli infuocati e l'anima già spenta, diciassette anni
di orrore, due di
strada; qualcosa in giro, nel sangue, su per il naso, sulle gengive che
bruciavano, qualsiasi cosa per non pensare, per non dormire, per non
esistere o
per esistere troppo in un solo fugace istante di oblio.
*°*°*°*°*
Naruto non
avrebbe voluto, tutto era iniziato come uno
scherzo, "puttan tour" avevano urlato gli amici, Kiba, e poi
quell'altro cretino con le sopracciglia folte.
"No"
"Andate voi"
"Mi rifiuto"
Ora era in
quell'auto, con il finestrino abbassato, due
ragazze da marciapiede e gli occhi verde banconota a fissarlo,
divertite.
"Tutti e tre
insieme o uno alla volta?" L'avevano
chiesto come si chiede l'orario del tram.
Naruto aveva
affondato il piede sull'acceleratore e aveva
imprecato, con Kiba ubriaco che rideva e Lee che tamburellava la sua
ansia sul
cruscotto.
"Prima o poi
dovrai fermarti"
"Questa sembra
carina"
"Culo da favola"
Aveva inchiodato
in un parcheggio, mollato le chiavi sul
sedile e fatto ciao ciao con la mano.
"Finite il
vostro tour, io torno a casa con il
notturno" La lingua stretta tra i denti e le mani serrate in due pugni
tesi.
Si era arreso,
allontanandosi nel buio, ascoltando il motore
dell'auto fuggire via sotto il cielo senza stelle e la luce artificiale
dei lampioni.
La fermata era
lontana, troppo. Gli facevano male i piedi, se
sua madre fosse stata viva gli avrebbe detto di gettare quelle All star
consumate nel primo cestino e proseguire scalzo; ma sua madre non
c'era, e non
c'era neppure suo padre, non c'era proprio nessuno a controllare il suo
letto
vuoto, a rimproverarlo, a strepitare al cellulare per riaverlo a casa.
Naruto era solo,
in tutti i sensi, nel mondo, a piedi,
sperduto nel bel mezzo del niente.
Ottocento metri
di asfalto e imprecazioni, poi lo vide, sotto
la pensilina della fermata, steso sulla panchina di legno, guardava in
alto.
Un assassino, un
delinquente, un ragazzo come lui vittima di
un "puttan tour" finito male, un drogato...
Non
osò avvicinarsi, ma l'altro alzò il capo e lo
guardò.
Due occhi
chiarissimi, allucinati eppure stanchi, cerchiati
da due profonde occhiaie.
"Che guardi?!"
Urlò il tizio, prima di scoppiare a
ridere.
Naruto si
voltò, cercando una presenza amica alle spalle, il
niente lo perseguitava.
"Dico a te,
coglione, vuoi rogne?!"Il tizio sulla
panchina si tirò in piedi e lo fissò con i denti
scoperti dalle labbra sottili
e screpolate.
Naruto
alzò le mani, indeciso sul darsela a gambe o
scontrarsi con il tipo.
"Morirò
stasera, dopo un "puttan tour"
fallito, senza aver neanche scopato" Pensò.
"Che cazzo alzi
le braccia?" Il tizio si fermò di
colpo di fronte al ragazzo, si liberò del cappuccio nero,
scoprendo una chioma
rosso fuoco.
"Il portafogli
è nella tasca dei jeans, a destra"
Disse calmo Naruto, fissandolo negli occhi.
Il rosso
sbuffò annoiato, poi con un movimento lentissimo
fece cenno di no con la testa, si avvicinò e
tastò le tasche dei jeans di
Naruto fino a trovare il portafogli nero.
Lo
aprì, estrasse le banconote e lo restituì al
proprietario.
"Grazie" Disse.
"Ora puoi
abbassarle, coglione"
Naruto
portò le braccia lungo i fianchi e lo fissò
sbigottito, di ladri che ringraziano non ne aveva mai visti in giro.
Era giovane, mal
tenuto, con il viso troppo magro e una
cicatrice sulla fronte, uno zigomo gonfio, gli occhi chiarissimi,
insolitamente
belli e selvatici. Un animale mai addestrato, selvatico e pericoloso.
"Finiamo questa
folle serata come merita di esser
finita...facciamoci uccidere" Pensò.
"Chi sei?" La
voce gli uscì debole, ma l'altro lo
sentì lo stesso.
"Gaara"
Borbottò tornando a sedersi in attesa del
bus o d'altro, con gli occhi verso l'alto e un mozzicone di sigaretta
tra le
labbra.
"Gaara che se
non si fa muore" Scoppiò a ridere.
"Grazie dei
soldi, non me ne avevano mai regalati"
E rise ancora.
"Ah, di niente"
"Vieni a
sederti, coglione"
Sì,
era il ladro più gentile che Naruto avesse mai
incontrato.
Nonostante le
norme di sicurezza mentali gli dicessero di
fuggire il corpo si mosse, una parte di lui era sicura che quel ragazzo
non gli
avrebbe fatto alcun male, l’altra andava tremante verso
l’ignoto. Dopotutto
cosa aveva da perdere, la sua vita aveva preso una piega sbagliata fin
dall’inizio.
La morte prematura dei genitori, l’affido ad uno zio sempre
in viaggio per
lavoro, l’incapacità mentale di applicarsi in
qualsiasi cosa fosse utile per
entrare nel mondo del lavoro, nella società,
per incastrarsi perfettamente nell’esistenza
placida degli uomini. E poi
c’era quella cosa...
"Vai a scuola?"
Gli chiese Gaara, tirando dalla
sigaretta.
Naruto
annuì.
"Un coglione
istruito" Rise
"Che ci fai qui
a quest'ora?"
"Cercavo
puttane" Più sinceri di così.
"Ne hai
trovate?" Gaara si alzò e gli si parò
davanti.
"Sì"
"Ma?" Gaara lo
esortò a parlare.
"Le donne non mi
piacciono" Naruto confessò così,
ad uno sconosciuto, probabilmente un ladro strafatto, un assassino, un
disadattato, uno psicopatico. Se proprio doveva morire voleva farlo
togliendosi
quell'enorme peso di dosso.
Gaara
gettò quel che rimaneva della sigaretta a terra, poi la
spense con il piede.
"Potevi dirlo
prima che ti svuotassi il portafogli, te
l'avrei succhiato anche per poco..." E sorrise.
*°*°*°*°*
Allynchannel torna!
Allora, lo so, è una follia, ma io non
ho sonno e per la testa mi
frullava questa da tempo...non è semplice, da leggere, da
scrivere, da portare
avanti, perché è cattiva, perché non
è da ragazzini, perché fa male...
Droga, violenza, tristezza, dolore, sesso,
prostituzione...non è
ambizioso, è cattivo e basta, e squallido e doloroso. Gaara
in un mondo
alternativo a volte lo immagino così, ai margini, ai confini
di un’esistenza
che l’ha reso mostro, con un Naruto smarrito in cerca di pace
e armonia, pronto
a salvare chiunque, un po’ per bontà e un
po’ per salvare anche se stesso.
Inizia così questa storia, con due
ragazzi ai margini.
Spero non turbi nessuno, non offenda. Prendete
questa fic, comunque,
con leggerezza, scrivere su EFP è privo di ambizione e di
quella serietà che si
attribuisce ai racconti di genere e ai romanzi...perciò
spero mi perdonerete
errori e imprecisioni.
Un bacio a tutti...
Allyn è cupa stasera, ma vi augura
buonanotte.
Ps: la long “ma il sesso è
così importante” è WORK IN PROGRESS!
<3
non dimenticatemi! Almeno lì sono tutti più o
meno allegri <3 Sasuke
soprattutto ahaha <3
Pps, credo che questa storia sarà una
NaruGaaraNaru, sono ancora indecisa
sulla SasuNaruSasu a metà dello svolgimento.
Beh, come sempre si accettano consigli e idee
Fatemi sapere! <3