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Autore: eiloujk    28/05/2014    1 recensioni
E se i personaggi di Percy Jackson tornassero in una nuova serie e in questa serie c'è uno scambio di ruoli? Sarebbe molto interessante eheh
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Percy Jackson
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 4
(Lea)
Lea doveva assolutamente costruire delle scarpe razzo la prossima volta, lei e Nicoletta arrivarono fino al Partenone dove trovarono dall’altra parte della collina una bella discesa ripida, Lea riuscì a non slogarsi una caviglia scivolando su una bottiglia. Le due ragazze arrivarono sino a una statua senza testa di una donna con i seni di fuori che indossava un chitone lungo, era forse una Nike? Lea aveva letto qualcosa su Fidia, mi sa, comunque si dovette sedere ai piedi della statua per prendere un attimo fiato, Nicoletta si appoggiò a un tronco di albero.
In quel preciso momento arrivarono anche Persea e Andrea, Persea stava imprecando per il caldo e i disaggi che toccavano sempre a lei anche in vacanza.
-Che diamine- esclamò  -Per tutte le folgori, dove sono Peter e Jessica?- in tono affannato
-Corri ,dentro presto!- Andrea prese Persea per la giacca di Jeans e la trascinò nel bosco, anzi direi più una giungla, anche Lea e Persea li seguirono. Se Lea prima non si era slogata la caviglia, questo era il momento buono, inciampò su una radice di un ulivo, Nicoletta provò a fermarla ma inutile, Lea sbatté il mento per terra, ma la ragazza si rialzò subito e continuò a correre. Non si sa per quanto tempo corsero perché Lea aveva la testa da tutt’altra parte, e se fosse successo qualcosa al suo migliore amico Peter? ODDEI NO! Peter era l’unica famiglia che fosse rimasta a Lea, avrebbe dato la sua vita per salvare l’amico. Sì sentì un forte urlo, come se qualcuno fosse stato ferito, la voce proveniva dal cuore del bosco. Lea stava praticamente sudando freddo, non faceva neanche caso se Persea, Nicoletta e Andrea la seguissero, così si girò per vedere se c’erano ancora.. ma mancavano tutti all’appello. Lea era sola. Anzi no c’era la giungla a fargli compagnia, e poi quella giungla aveva un non so ché di strano.. quasi.. come se fosse.. viva. Lea si accorse troppo tardi di dove si trovava, in una specie di giungla viva e pericolosa, che sapeva leggere nel pensiero, ed era anche molto irascibile, visto che Lea aveva appena poggiato i piedi sopra una radice, e quella stessa radice l’afferrò per i piedi, poi una liana le tappò vista e bocca. Lea cercò di morderla, ma assaporando il sapore della pianta decise di non mangiare ma più verdure, soprattutto quelle verdi e mollicce. Passò 5 minuti sospesa passando da una parte all’altra senza conoscere la metà finche le liane non si ritirarono ( ah sì, dissero anche qualcosa tipo shsssshsh una serie di versi che nello lianese non erano molto carini, tipo –Dovresti metterti a dieta- oppure –quanta spazzatura semidivina-)davanti un pezzo di giungla aperto al cielo. Lea vide che Jessica era buttata a terra svenuta con un polso sanguinante, riusciva a vedere l’osso del polso, Peter era buttato a terra chino sopra il corpo di Jessica con le lacrime agli occhi. Jessica era ancora viva, teneva la bocca aperta e respirava.
Nicoletta,Persea e Andrea piombarono vicino a Lea, erano ancora in tema pacchetto regalo di liane. La figlia di Efesto si alzò per liberare gli amici, ma non appena strinse una liana molliccia che stringeva la bocca di Persea, la pianta vivente mise gli aculei, si come una rosa. Lea si punse, e si accorse anche che l’aculeo era.. avvelenato.
Si sentì una risata gelida provenire dal fondo della foresta, più la risata si avvicinava più altre risate si univano alla risata (si proprio così). La vista della ragazza si fece sfocata, cercò di tenersi in piedi ma cadde in ginocchio. Vide 3 sagome oscure, inizialmente pensò che fossero le Moire che venivano a tagliarle il filo della vita. Le 3 sagome avanzarono all’unisco, erano sincronizzate perfettamente come robot, una di loro diede una spinta a Peter da dietro, il ragazzo cadde sul corpo dell’amica, ma era troppo debole per rialzarsi.
-Oh no, noi non siamo dei robot- Disse una voce – Noi siamo le Erinni, terribili dee della vendetta, nate dalle gocce di sangue perdute da Urano, io sono Aletto e lei è mia sorella Tisifone-
-E io? Ci sono anche io! Io sono Megera, noi siamo le 3 sorelle , nessun delitto ci sfugge-
Lea aveva bisogno di tempo per pensare a un piano di fuga, ma aveva perso le speranze, dei puntini gialli e neri gli danzavano davanti agli occhi, si chiedeva perché Franca non si fosse trasformata in qualche buffo animale.
-Sai Megera, nei miti della mitologia greca comparono solamente due Erinni, Aletto e Tisifone, tecnicamente tu non sei un Erinne- Disse Lea, il suo piano era quello di far litigare le 3 sorelle
-Vedi dopo millenni trovo qualcuno che mi dia ragione finalmente, Megera non solo sei inutile ma sei sempre tu a metterci i bastoni fra le ruote, mi sembra logico che non compari nemmeno nei libri Epici- Disse Tisifone.
-COSA? I bastoni fra le ruote? I delitti che si trovano sulla cronaca nera sono quasi tutti d’opera mia!- urlò Megera, i suoi capelli diventarono rosso sangue. Anzi nò grondavano sangue.
Le due sorelle scoppiarono a ridere- AHAHAHAH, si certamente quelli di quel vecchietto che aveva dato delle mazzate in testa al lunapark con un martello di gomma? AHAAH, per non dimenticare l’affamato di caramelle gommose- disse Aletto –Si mozzicava le teste agli orsetti gommosi HAHAHA, e poi gli ha chiesto anche scusa- aggiunse Tisifone.
Megera ardeva di rabbia, un cortello le comparve dalla mano –A SI? GUARDATE COME UCIDO QUESTI SEMIDEI ALLORA- Sì girò verso Lea, la semidea si sentì le belle membra farsi pesanti, non riuscì neanche ad arrivare alla cintura degli attrezzi, ma anche se ci fosse arrivata sarebbe stato inutile. –NOO!- Urlò Lea disperata, aveva le lacrime agli occhi.
L’ultimo ricordo di Lea fu un cigno nero che piombò su di lei. Poi ci fu un lampo di luce. Lea svenne.
   
 
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