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Autore: Denkly    29/05/2014    0 recensioni
Mi ricordava molto il glicine, il mio fiore preferito. Fatalità mi trovai un bellissimo albero, composto di questi meravigliosi fiori violaceii.
“Strano” pensai, “non è proprio mese di fioritura…”
Come non detto tutti i fiori iniziarono a piovere sulla mia testa, spogliando la pianta del suo colore, e ricoprendo il marciapiede.
“Wow, mai vista una cosa simile.”
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Titolo

Sospetti.

 

«Che profumino» un ragazzo alto circa un metro e settanta, con indosso una maglietta stropicciata e pantaloncini corti, si presentò in cucina, sbadigliando e facendo cenni come per dire “buongiorno”.

«Dormito bene T?» chiese sua madre, versandogli il succo d’arancia nel bicchiere.

«Oh, certo»

«Parli nel sonno sai?» fu il buongiorno di Kyle, il suo fratello gemello.

«Mmm… e cosa dico? Quanto stupido sei?» rispose lui con sarcasmo.

«No, accennavi qualcosa riguardo un simbolo, cos’hai sognato?»

«Non me lo ricordo». Mentiva. Sapeva benissimo cosa aveva sognato. L’enorme tenuta, il trono, il serpente. E c’era anche lui, il Signore Oscuro.

«Vabè» disse Kyle inforcando una striscia di pancetta cotta.

«Se non vi dispiace, io e vostra madre dovremmo parlare un secondo»  interruppe Oliver, uscendo dalla cucina, seguito da Eleonour.

Mentre i gemelli finivano la loro colazione, i due discutevano sul da farsi.

«Ho spedito un gufo a Silente, se siamo fortunati accetterà Kyle, date le circostanze…

Si è perso ben quattro anni e mezzo di scuola di magia, sarà difficilissimo rimetterlo in pari» cominciò Oliver.

«E Tyler? Come faremo?» disse Eleonour preoccupata.

«Tyler… dovrà rimanere qui a San Francisco, vivere la vita di sempre, con te»

«E tu?»

«Io…» venne interrottò dalle urla di Kyle:

«MAMMA! VIENI QUI! PRESTO!»

I due si avviarono verso la cucina di fretta.

Kyle galleggiava, seduto sulla sedia, nell’aria, proprio di fianco al lampadario.

«Mamma! È stato Tyler!» piagnucolò lui.

«T-tyler? Tyler?- continuava a ripetere con tono sempre più sorpreso. «E dov’è andato adesso?»

«Lui è corso di sopra subito»

«Finite incantem» la sedia scese bruscamente, facendo cadere il giovane sul pavimento.

 

Intanto, nel bagno del secondo piano, Tyler si guardava allo specchio, con un espressione terrorizzata e la fronte sudata.

Il Marchio Nero era riapparso sul braccio destro. E adesso? Lo avrebbero visto.

Tyler si precipitò in camera, agguantando una felpa lunga. Dopo essersi richiuso in bagno, si infilò la felpa, assicurandosi che non si vedesse nulla.

*Toc toc toc*

«Tyler? Posso?» era sua madre, ma non ricevette risposta. «Alohomora» e la porta si aprì. «C-come hai fatto? Cioè, sei stato davvero tu?»

«Non mi pare di aver fatto chissà che»

«Tyler non capisci. Credevamo…»

«Credevate sbagliato» interruppe lui.

Senza rispondere, Eleonour tornò da Oliver.

«Manda un gufo a Jhon, digli che ci procuri un appartamento a Londra. Anzi no, non abbiamo tempo per i gufi, chiamiamolo, avranno un telefono, lì, al Paiolo magico»

Oliver non disse nulla, annuì e basta.

«Tyler, tira fuori le valigie grandi dall’armadio in camera mia. Kyle, prendi il libro di papà. Ci trasferiamo.»

 

La notizia che in neanche dieci ore si sarebbero trasferiti, scosse un po’ i ragazzi.

Le due valigie grandi della famiglia Thompson erano aperte sopra il grande letto matrimoniale. Oliver stregò le valigie, rendendo il loro spazio infinito. Ci infilarono vestiti, scarpe, asciugamani, letti, armadi, il tavolo della cucina e perfino il divano del salotto. La collezione di quadri fu messa in valigia, così come i tappeti e tutto ciò che si poteva alzare, elettrodomestici, mobili vari, di tutto. Nel giro di tre ore della casa rimanevano solo i muri, spogli.

La valigia si poteva alzare con un dito.

«Non possiamo materializzarci, non mi fido se abbiamo anche le valigie, potremmo usare la polvere…» propose Oliver.

«E sia… avanti Kyle, prima tu (“Strano” pensò Tyler), entra nel camino, butta un po di questa polvere giù, e dì: “Paiolo Magico”»

Kyle afferrò la polvere, buttò la polvere e urlò: «Paiolo magico!»

Un fuoco verde avvolse il ragazzo, che in poco tempo si trovò  dentro un camino del pub che il giorno prima aveva visitato.

Lo seguì Tyler, («Paiolo magico!), poi Eleonour, con una valigia, e per ultimo Oliver, con la rimanente.

Li al pub li aspettava Jhon, che dopo caldi saluti, accompagnò i quattro in un appartamento poco lontano da lì.

Lo stabile si affacciava al Tamigi, aveva cinque piani. Il loro era al quarto, con una vista sul vicino London Bridge. Era spazioso, aveva una cucina già arredata, un salotto enorme, tre camere. Ogni camera aveva un piccolo bagno di servizio.

«Grazie mille, Jhon» disse Oliver mentre appoggiava le valigie. «Siamo in debito»

«Ho stregato il proprietario che la vendeva, è vostra, ora» rispose lui.

 

Erano circa le diciotto e il sole iniziava a tramontare. Sebbene fosse Febbraio, non faceva molto freddo. Certo, non da pantaloncini corti e canotta, ma neanche da piumino e scarpe con il pelo.

Eleonour e Oliver a colpi di bacchetta, tirarono fuori tutti i mobili dalle valigie, posizionandoli accuratamente. I quadri da collezione si appendevano da soli, seguendo lo stile che avevano a San Francisco.

Un rullo intinto di vernice bianca, spuntata da chissà dove, colorava i muri alla perfezione, togliendo quel bianco sporco che avevano prima.

“È tutto così strano” pensava Kyle. Non era di certo una cosa normale vedere quadri che si appendevano da soli, valigie che potevano contenere mobili e polvere che ti teletrasportava da un camino all’altro. “Ci farò l’abitudine”.

Tyler invece era indifferente, come se tutto quello che stava succedendo in quell’appartamento fosse cosa normale anche per lui. Il simbolo dell’Oscuro Signore era svanito di nuovo, e sarebbe ricomparso ad ogni incantesimo fatto per danneggiare qualcuno. Ma che ne sapeva lui di incantesimi? Nessuno gli aveva mai insegnato nulla, così neanche a Kyle, tutto quello che succedeva era incontrollato.

 

Mentre padelle si muovevano da sole sui fuochi in cucina, un gufetto grigio, con due enormi occhi arancioni, picchiettava col becco sul vetro, appena auto-pulito, del salotto.

«Oliver, c’è il tuo gufo!»

«Di già?» rispose lui sorpreso, aprendo la finestra.

Il gufo atterrò sul pavimento consegnando a Oliver una lettera.

«El, dove hai messo la gabbia di Rufus?»

Lei gli indicò la gabbietta, poi tornò ad osservare la busta appena consegnata.

 

Caro Oliver,

               sapevo che prima o poi sarebbe accaduto. Lui è tornato, non sappiamo con che corpo, non sappiamo dove, ma sappiamo che non è morto. Non ne sono certo, ma il povero Alan è stato una sua vittima, ma non solo lui.

Mi fa piacere che vi siate rivolti a me, e con grande gioia posso rendermi utile, per far entrare il figlio di Eleonour, Kyle, ad Hogwarts. Mi serve sapere la sua età, così posso spedirti un elenco delle cose necessarie da comprare a Diagon Alley.

Per quanto riguarda suo fratello Tyler, temo che non potremmo ammetterlo, poiché senza poteri.

Cordialmente,

Albus Percival Wulfric Brian Silente.

 

«Dobbiamo aggiornarlo su Tyler, passami la penna d’aquila, gli scrivo immediatamente»

 

Caro Albus,

grazie di aver risposto così in fretta, spero di non averti rubato tempo prezioso.

Abbiamo scoperto Tyler sollevare involontariamente suo fratello, deduciamo che abbia anche lui dei poteri nascosti, anche se eravamo certi che non li avesse. Hanno entrambi quattordici anni. Due giorni fa siamo stati da Olivander, abbiamo comprato una bacchetta per Kyle, date le circostanze. I Mangiamorte lo stanno cercando, hanno rapito Tyler pensando fosse Kyle.

La ringrazio nuovamente per questo favore che ci fa.

 

Oliver rilesse velocemente il contenuto della lettera, e la diede al gufo.

«Appena te la senti di ripartire, porta questa a Silente. È molto importante.»

Il gufo uscì dalla gabbietta, gonfiò il petto piumato, afferrò la lettera e volò verso Hogwarts, la scuola di magia e stregoneria.

 

La permanenza a Londra non fu per niente sgradevole. I due gemelli approfittarono della “vacanza” per visitare i monumenti più celebri della capitale. La risposta di Silente, l’anziano preside, nonché uno dei maghi più potenti della storia, arrivò dopo quattro giorni. La lettera diceva:

 

Caro Oliver,

immagino che ora che sapete che anche Tyler ha del sangue magico, vogliate iscriverlo ad Hogwarts. Io approvo la vostra scelta con molto piacere, ma vi avviso che dovranno impegnarsi entrambi moltissimo per mettersi allo stesso livello dei loro coetanei. Quest’anno Hogwarts ospita il Torneo Tremaghi, che vedrà impiegato tutto il corpo insegnanti per gran parte dell’anno scolastico, e questo renderà più facile a Kyle e Tyler di mettersi al passo.

Potrete prenderde il Nottetempo per arrivare qui. Qui sotto c’è la lista dei libri e delle cose fondamentali da comprare.

I miei più sinceri saluti,

Albus Percival Wulfric Brian Silente.

 

Sotto la lettera c’era un elenco che comprendeva bacchetta magica, un calderone in rame, molti titoli di libri scolastici, la divisa e altri oggetti.

«Andremo a Diagon Alley oggi stesso, Silente è stato gentilissimo ad accettarli con questo ritardo»

«Oliver, prima di andare a Diagon Alley dobbiamo dirlo a loro, non trovi?» disse la donna.

«Hai ragione. Ma dobbiamo muoverci, oggi siamo il 20, abbiamo otto giorni»

«Direi che possiamo farcela»

 

Chiamati i gemelli in cucina, Eleonour iniziò:

«Ragazzi, io e Oliver abbiamo discusso sul da farsi. Il primo di Marzo prenderete un bus molto particolare, che vi porterà ad Hogwarts, la scuola di magia più famosa della Gran Bretagna. Lì potrete imparare a controllare e ad usare la magia, e sarete al sicuro»

«Se siete d’accordo, oggi andremo ad acquistare la bacchetta per Tyler, i libri e tutto il materiale utile. Farete solamente un trimestre e mezzo, la scuola infatti finirà a fine Giugno. Poi tornerete qui, a Londra. Siete in ritardo di ben quattro anni, dovrete impegnarvi per mettervi in carreggiata»

Non si capiva molto bene se i due ragazzi erano sopresi, felici o preoccupati. Stare lontano da casa li metteva a disagio, soprattutto se era per stare a scuola. Ma dopotutto era una scuola di magia, e tutti avrebbero desiderato poterne entrare a fa parte.

Dopo pranzo si incamminarono verso il vicino pub “Il paiolo magico”, dove entrarono a Diagon Alley, il famoso quartiere magico di Londra, nascosto ai non-maghi.

Acquistarono i libri, le uniformi, nere con una targhetta con su scritto il proprio nome, un calderone ciascuno e per ultimo, si diressero alla bottega di Olivander, il fabbricatore di bacchette, che Kyle aveva già conosciuto.

«Cosa vi riporta qui?» fu il saluto del vecchio.

«Tyler ha bisogno di una bacchetta» disse secco Oliver.

«Avvicinati, ragazzo» disse lui intimando Tyler ad avvicinarsi.

Il giovane fece un passo avanti, mentre Olivander apriva cassetti facendo cadere confezioni e polvere, proprio come con Kyle, e con tutti i suoi altri clienti, si supponeva.

«Prova questa» gli porse una bacchetta abbastanza lunga. «Legno d’acero, un classico. Nucleo di piuma di Fenice, una combinazione azzardata, ma potrebbe andare bene. Dieci pollici, decisamente…rigida»

Tyler prese in mano un bastoncino liscio, semplicissimo. La agitò, e Olivander venne scagliato addosso allo scaffale.

«Oh… mi scusi»

Il vecchio si alzò con fatica, pronunciando versi incomprensibili.

«Decisamente, no» farfugliò. «Data la reazione che ha avuto la piuma di Fenice… Mmmm…» borbottò qualcosa per qualche minuto, finchè non trovò una bacchetta di legno chiarissimo, quasi bianco. Aveva un impugnatura più spessa, decorata, mentre la punta era dritta e sottile. Bellissima.

«Non mi capita moltissimo di vendere bacchette di tasso, ma…» si bloccò, osservando Tyler. «Secondo me è quella giusta. Legno di tasso, appunto. Corde di cuore di drago, tredici pollici, leggermente flessibile. Tenga»

Il ragazzo afferrò la bacchetta dalle mani del fabbricante, e il braccio iniziò a bruciargli. Il marchio stava ritornando, cosa significava tutto questo? Era coperto dalla felpa, per fortuna, però lo sentiva, e una voce gli rimbombava nella testa. “È lei… è lei…”. Tyler riconosceva quella voce. Era quasi un sussurro.

Rabbrividì. Appoggiò la bacchetta sul bancone del negozio. «Si, è lei» disse ad Olivander.

«Ne sei certo? Non l’hai nemmeno provata!»  il fabbricante sembrava sconvolto.

«Assolutamente certo. Grazie» e uscì, lasciando nel negozio Eleonour, Oliver e suo fratello Kyle.

Olivander fece cenno ai due adulti di parlare in privato, intimando Kyle ad uscire.

«Cos’hai fratello?» chiese lui a Tyler.

«Niente»

«Ti conosco. È da un bel po’ che sei strano. Tutto silenzioso. Mi fai paura, quasi»

«Sono contento per te>

«Ecco vedi? Avanti, T!»

«Non ho niente, davvero»

«Se lo dici tu…»

Intanto nel negozio di bacchette magiche, Olivander spiegava ai due le qualità di quella bacchetta.

«Non mi ricordo quanti anni siano passati, ma un giorno entrò un curioso ragazzo in questa bottega. Stava anche lui comprando il materiale per andare ad Hogwarts. Il suo nome era Tom Riddle.» ci fu un sussulto. «Dopo numerose bacchette, gli proposi una in legno di tasso, e piume di Fenice. Questo legno è particolarmente raro. Il suo possessore quasi sempre predilige le Arti oscure. Il nucleo di corde di cuore di drago è potente si… ma facilmente convertibile alle Arti Oscure… non vorrei mai che…»

«Olivander, lei non può pensare questo. Tyler ha conosciuto la magia da neanche un mese, non sa nemmeno cosa sono le Arti Oscure…» Eleonour sembrava preoccupata, sebbene fosse sicura che non fosse così.

******

 

Il primo di Marzo era alle porte, mancavano infatti solo una dozzina di ore prima che i due ragazzi partissero per Hogwarts.

La madre preparò accuratamente i loro bauli, acquistati anch’essi a Diagon Alley, con ricambi, libri di scuola, grosse monete d’oro, chiamati galeoni, e tutto il necessario scritto nella lettera di Silente.

Nel baule di Kyle nascose sotto i vestiti il grosso libro di Alan, con tanti incantesimi, pozioni e consigli vari, nel remoto caso gli servissero.

 

Angolo dell’autore

Eccomi qui di nuovo, per farmi perdonare vi ho pubblicato il sesto capitolo con un po’ di anticipo…

Beh che dire, in questo capitolo iniziamo ad avere piano piano degli assaggi delle conseguenze del Marchio su Tyler… non voglio anticiparvi niente però!

Spero che questo capitolo, come tutta la storia in genere, vi piaccia, e per eventuali consigli e critiche, lasciate pure una recensione (come sono monotono).

Grazie, e alla prossima.

Denkly

  
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