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Autore: nuvole_e_popcorn    30/05/2014    0 recensioni
Una ragazza marciava con aria infuriata per i corridoi di Hogwarts e chiunque fosse abbastanza furbo da farlo si spostava per farla passare. La ragazza aveva lunghi boccoli neri come la pece, un naso dritto e ben proporzionato, pelle pallida e occhi scuri come la più nera delle notti.
«Potter -sputò, quasi come un insulto -esattamente quando hai trasfigurato il mio pigiama preferito in queste?» i suoi compagni di squadra, tra cui si annoverava anche quell'idiota platinato di suo fratello, ridacchiarono nel vedere la lingerie che la moretta teneva in mano.
«E da cosa deduci che sia stato io?» domandò lui grattandosi il mento ed esaminando l'oggetto incriminato. La ragazza alzò gli occhi al cielo e voltò quelle che sarebbero dovute essere delle mutande: lì c'era la scritta "Potter".
«Malfoy?»
«Granger?»
I due si guardarono negli occhi per qualche secondo incapaci di proferire parola, poi Hermione prese il coraggio a due mani e chiese:
«Perché stai piangendo?».
«Zitto James, non riesco a sentire cosa si dicono!»
«Non ti sembra di stare invadendo la loro privacy?»
«Sono i miei genitori non invado proprio nessuna privacy! Sto cercando di aiutarli Santo Merlino!»
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa storia, recensita, seguita o messa fra le preferite! Ed eccoci con un nuovo capitolo! Da qui in poi cominceremo di vedere anche un po' di Dramione!

2 

A Draco Malfoy non piacevano i Grifondoro. E questo si sapeva, ma quei due ragazzi, che erano sbucati dal nulla sul Campo da Quiddich avevano riscosso nel Serpeverde una certa curiosità, certo fu un colpo vederli amabile parlare, la mattina dopo, con il Trio D'Oro. La ragazza in particolare lo affascinava, c'era qualcosa in lei che semplicemente attivava la sua fantasia, quando l'aveva avvicinata il giorno precedente i suoi capelli erano diventati di un blu elettrico e gli occhi si erano scuriti, ma erano anche cambiati i tratti del viso e sebbene Draco non riuscisse a capire bene dove li avesse già visti, quei lineamenti gli erano estremamente famigliari. Ora li stava osservando mentre parlavano bellamente al loro tavolo sorridendo tra di loro. 

La ragazza, Jordans, gli sembrava si chiamasse stava puntando la forchetta con aria minacciosa verso il ragazzo Evans, che se la rideva bellamente per nulla spaventato dall'espressione minacciosa della ragazza, che, probabilmente per enfantizzare la sua minaccia, aveva cambiato colore dei capelli tramutandoli in un nero corvino. Poi il ragazzo aveva scoccato uno sguardo nella sua direzione e si era abbassato a dirle qualcosa all'orecchio, i capelli della ragazza erano immediatamente diventati rossi carmini e aveva scoccato anche lei un'occhiata nella sua direzione, ma Draco era stato abbastanza svelto da abbassare lo sguardo senza farsi notare. C'era qualcosa in quella ragazza che semplicemente lo costringeva a controllare che non le succedesse nulla. 

 

Hermione Granger addentò il suo toast ammirando le buone maniere con cui Michelle mangiava a tavola, composta, come una vera signora. Si vedeva che lei e James erano molto legati ed era chiaro, ai suoi occhi, che il ragazzo avesse una cotta di proporzioni magistrali sulla bella ragazza che aveva al suo fianco. Michelle, nonostante i tratti perennemente mutevole le ricordava molto Malfoy, non sapeva esattamente cosa fosse, ma c'era qualcosa nel modo in cui la ragazza alzava un angolo della bocca con aria di sfida che le ricordata lo stupido platinato. «Ma smettila! -la stava prendendo in giro James, facendo una smorfia arricciando il naso, in maniera famigliare -lo so benissimo che non arriverai in tempo per le lezioni se ti lascio andare in biblioteca! Ti perderesti a leggere!» Michelle lo stava minacciando con la forchetta. 

«Tu, James, non sei il mio boss! Voglio andare in biblioteca» disse con fare prepotente, il ragazzo alzò gli occhi al cielo per poi posarli su qualcuno che sembrava parecchio lontano: Draco Malfoy. 

«Tuo padre -le sussurrò in un orecchio -ti sta fissando...» i capelli di Syria divennero immediatamente di un rosso carminio acceso mentre allungava lo sguardo verso suo padre che convenientemente aveva abbassato lo sguardo.  

«Speriamo non combini nulla di irreparabile...» disse lei sottovoce, ma non le sfuggì il fatto che Hermione Granger aveva scoccato, anche lei, un'occhiata nella sua direzione aveva poi voltato lo sguardo alzando gli occhi al cielo e scuotendo la testa.  

 

 

Era quasi ora di pranzo quando James la attirò in una classe in disuso e la nascose allo sguardo del Trio, che si era offerto di accompagnarli nella giornata. 

«Che vuoi Potter?» domandò Syria incrociando le braccia al seno. 

«Senti lo so che io e te sono anni che non andiamo d’accordo -la ragazza sbuffò in risposta, spostandosi un boccolo biondo dal viso -però siamo in quest'avventura insieme e forse, come ha detto la McGrannit dovremmo cercare di superare i nostri diverbi e comportarci come persone civili.» 

«Sono stata civile con te oggi» gli fece notare Syria inarcando un sopracciglio con fare perentorio.  

«Lo so, ma civili davvero. In fondo Mi, -disse, usando quel soprannome che solo lui conosceva e usava per lei -sono l'unica persona che ti conosce meglio di quanto tu conosca te stessa e sai che ti puoi fidare di me, quindi per favore mi vuoi dire cosa ti ho fatto per renderti tanto arrabbiata nei miei confronti?» lei alzò gli occhi al cielo, quei suoi occhi che ora erano di un opale scuro mentre i capelli si stavano scurendo fino a diventare un progressivo castano scuro.  

«Non fare lo gnorri con me, James Sirius -gli disse, ma di fronte alla sua espressione genuinamente curiosa un dubbio le si insinuò in mente -non lo sai per davvero?» domandò d'un tratto, incredula. Il ragazzo scosse la testa e lei lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, sconsolata e incredula. 

«Quando ti ho baciato - cominciò -non l'ho fatto semplicemente perché mi andava, James. Avevo una cotta per te di proporzioni astronomiche e lo sapevano tutti. Non sono una persona particolarmente sfrontata, ma mi piacevi sul serio, quindi ho preso il coraggio a due mani e ti ho baciato. Stupidamente ho pensato che siccome avevi ricambiato il bacio, forse, anche tu provavi qualcosa per me. Ero molto stupida allora, e l'amore rende ciechi si sa, quindi ho creduto che tu avresti cambiato i tuoi modi da Don Giovanni, per me. -ridacchiò, una risata nervosa e triste -Ma sappiamo entrambi che così non è... pochi giorni dopo ti vidi, mentre limonavi con una bella pollastrella di Tassorosso, nel corridoio Nord Est e ho capito che non era così. Ho addirittura tirato un pugno ad Al quando ha cercato invano di farsi dire cosa mi fosse successo, tanto ero arrabbiata con te!»  

Per James erano troppe informazioni. Aveva sempre ritenuto che Syria considerasse il loro bacio un errore e quindi aveva mollato la presa. Non aveva lottato e aveva continuato a essere se stesso, ma la sua spiegazione aveva molti punti forti, come l'occhio nero di Albus e il fatto che i suoi amici non gli avessero parlato per quasi due settimane prima che Syria non li prendesse da parte e li sgridasse per essersi comportati da stupidi Serpeverdi senza spina dorsale e avevano ricominciato a parlargli. Aveva tutto un fottuto senso e guardando la giovane donna che si trovava davanti comprese di essere stato un stupido.  

«Io... non lo potevo immaginare...» cercò di giustificarsi, ma lei alzò una mano in alto e lo zittì. «Non prendermi per stupida, Potter, lo sappiamo benissimo entrambi che non avrebbe fatto la differenza, dici che sei l'unico che mi conosca meglio di chiunque altro, beh forse dovresti farti un esame di coscienza e chiederti se la tua affermazione sia vera. Tanto non ha più importanza James, sono cresciuta, sono passata oltre, Dio mi sono anche innamorata di un altro ragazzo che mi ha poi spezzato il cuore, non mi interessano più le tue scuse, ma non puoi pretendere seriamente che io mi fidi di te, dopo che l'ultima volta che l'ho fatto ho dovuto assistere al mio cuore che andava in frantumi.» aggiunse. I suoi capelli erano ora di uno scurissimo nero e i suoi occhi, ambrati, erano pieni di lacrime, lei fece una risata isterica e si asciugò le lacrime: 

«Dio, non l'avevo mai detto ad alta voce, ora sembra tutto reale...» disse, alzando gli occhi al cielo cercando di frenare le altre lacrime che minacciavano di sgorgare dai suoi occhi.  

«Io...» 

«James non servono scuse. Non è colpa tua. Ho fatto tutto io da sola. Chi di speranze vive, disperato muore. E' un detto Babbano -sorrise dolcemente, e James si sentì ancora più in colpa nel vedere quella bellissima, fortissima donna davanti a lui, spezzarsi come un ramo secco -Non ti preoccupare, in breve tornerò ad insultarti come se nulla fosse stato detto. Puoi anche dimenticare di avere mai sentito la mia parte della storia.» detto questo si aggiustò la cartella sulla spalla e fece per uscire. 

«Mi -lo sentì chiamarla quando aveva ormai la mano sul pomello della porta, non si voltò, ma si fermò ad ascoltare -per quanto vale, mi dispiace. Ti chiedo perdono. Non era mia intenzione spezzarti il cuore, non lo è mai stata. L'ho fatto involontariamente e non so se, ora che ne sono a conoscenza, mi potrò perdonare di averlo fatto. Tutto quello che desidero è che tu mi dia una possibilità ad essere tuo amico, ad affrontare insieme quello che questa avventura ci metterà di fronte. Vorrei solo che tu ti fidassi di me.» aggiunse. Syria non seppe mai bene cosa lo spinse a fare ciò che fece, ma forse era vero, non importava alle volte, quanto il tuo cuore veniva spezzato c'era sempre spazio per un po' di affetto nuovo, così si voltò, non era ancora pronta a fare altro, ma disse semplicemente: 

«Allora non tradire di nuovo la mia fiducia, James.» detto questo, sentì le guance infiammarsi e seppe quasi per certo che i suoi capelli erano diventati di un rosso carminio per l'imbarazzo, così aprì la porta e quasi corse fuori nei corridoi. 

Non si aspettava di andare a sbattere contro Draco Malfoy, tra tutti gli studenti che potevano passare da quel corridoio a quell'ora. 

«Oddio, scusa.» disse, ma lo sguardo d'argento di suo padre neanche si posò su di lei, mentre la aiutava a rimettersi in equilibrio sui suoi propri piedi e annuiva alla sua scusa. Per poi andarsene con passo spedito. Syria sospirò, povero uomo, a cosa era dovuto andare incontro... Sarebbe stato un caso disperato se sua madre non fosse arrivata in tempo a tirarlo fuori dai pasticci. 
 


Due mesi dopo - Vacanze di Natale 

«Cosa state facendo?» la domandò risuonò nella stanza rimbalzando sulle pareti come se fosse vuota.  

«Stiamo cercando di vedere quanti oggetti riusciamo a far levitare sopra di noi senza perdere la concentrazione» disse Michelle come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Hermione Granger inarcò un sopracciglio osservando i due: James e Michelle erano sdraiati su una scrivania, le gambe del ragazzo toccavano quasi terra, mentre i lunghissimi boccoli platinati della ragazza dondolavano seguendo i movimenti della sua testa, quasi fino a toccare terra. Avevano un rapporto strano quei due, molti diverso dal rapporto che lei aveva con Ronald e Harry, era come se, fosse più profondo, come se quei due si conoscessero fino ai recessi delle loro anime, senza nessuna difficoltà.  

Michelle le piaceva anche se, aveva dei dubbi sulla giovane donna, assomigliava troppo a Malfoy quando era rilassata per essere buone notizie e la cosa che più la spaventava erano i suoi occhi, quando la ragazza era distratta e completamente a suo agio prendevano una tonalità che Hermione conosceva fin troppo bene perché occhi della stessa tonalità la guardavano sempre con meticolosità riflessi in un qualsiasi specchio e la cosa che la disturbava ancora di più era il fatto che Michelle tendesse a nascondere almeno i suoi occhi ogni volta che qualcuno che non fosse James fosse nei paraggi. Così anche per James, aveva notato che il ragazzo assomigliava in maniera disarmante a Harry, che anche lui aveva espresso qualche dubbio riguardo la storia che i due avevano raccontato, tranne per gli occhi e per il naso, che spesso arricciava in un modo stranamente famigliare e per il fatto che sembrava estremamente spaventato da Ginny, una volta la ragazza era però tornata piangendo dopo che aveva rotto la relazione con Dean e Hermione aveva chiaramente visto James alzarsi con un'espressione omicida sul volto pronto ad attaccare il ragazzo che stava entrando proprio in quel momento, ed era stata Michelle che prontamente lo aveva trattenuto per un braccio scuotendo la testa e cercando di calmarlo.  

«Chi sta vincendo?» domandò accoccolandosi a gambe incrociate per terra e osservandoli divertita. 

«Siamo sempre pari -rispose James -da quando eravamo bambini facciamo questo gioco, ma alla fine finiamo sempre pari apparte quando lei bara» 

«Io non baro, James Sir..., James» si corresse giusto in tempo la bionda, prendendo però la concentrazione e facendo cadere gli oggetti a terra con un rintocco spaventosamente pericoloso per il povero James che rischiò di prendersi una librata in faccia. 

«Così ti impari a dire le bugie!» disse lei facendogli la linguaccia. James si passò una mano tra i capelli nervoso. 

«Ah proposito -disse a un certo punto -hai un vestito vero per il Ballo di Capodanno...» Syria annuì sentendo il viso andare in fiamme. James ghignò e scoccatole un bacio sulla guancia disse: 

«Ti passo a prendere per le sette allora, sotto la scala del tuo dormitorio» detto questo si alzò e salutata Hermione con un cenno della mano uscì dalla stanza. Syria non riusciva ancora a crederci, James Sirius sono-un-Don-Giovanni-e-non-ho-mai-un-accompagnatrice-vera-e-propria-ai-balli-scolastici Potter le aveva appena imposto di essere la sua accompagnatrice!  

«Così... tu e James...» fece Hermione. 

«No se ho qualcosa da dire a riguardo! -scattò Syria, il cui orgoglio aveva appena avuto la meglio sulla ragione, da quando in qua quel bellimbusto si permetteva di imporle una cosa del genere??? -No, no, no!» 

Hermione scoppiò a ridere e si beccò un'occhiataccia che la spaventò, perché le era spaventosamente famigliare prima che la ragazza marciasse fuori dalla stanza infuriata.  

Hermione la seguì poco dopo finendo a sbattere contro un petto muscoloso e decisamente confortevole.  

«Granger -disse una voce saccente e vellutata -ti dispiace toglierti di dosso, non vorrei dover bruciare questa divisa per distruggere i tuoi germi babbani» Hermione scattò con balzo lontano dalla sua presa che però era ancora presente sul suo polso.  

«Scusa, Malfoy -sputò come un insulto -non intendevo riempirti di germi» disse, disgustata rimuoveno con uno scatto la sua mano dal suo polso, il ragazzo si scrollò nelle spalle, come se non gli interessasse davvero.  

«Malfoy tutto bene? Hai la febbre per caso? -domandò sporgendosi e poggiando una mano sulla fronte del ragazzo che meravigliato dal gesto non si era mosso di un millimetro -Non mi hai ancora insultato o chiamata "Mezzosangue" quest'anno, sicuro di non esserti preso un'influenza potente?» ridacchiò e Draco tornò in sé scostandola rudemente. 

«Stammi alla larga Granger» sibilò, andandosene con passo spedito. Per il tuo bene.

 


Eccoci qua con il nuovo capitolo. Cosa starà frullando nel cervello di Hermione Granger? I nostri eroi sono stati troppo poco cauti e il loro segreto verrà scoperto? E cosa succederà con Draco? E Syria riuscirà a non picchiare/uccidere James prima di innamorarsene di nuovo? E James come la pensa su tutto questo? Lo vedremo nei prossimi capitoli! Se avete richieste o suggerimenti, sono sempre ben accetti! Un bacio alla prossima!

  
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