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Autore: z34    04/08/2008    3 recensioni
Harry viene adottato da Sirius e cresce insieme al figlio dell'uomo, con Remus. Passano gli anni è diventa anche amico di Draco e Blaise...curiosi di sapere cosa accade in seguito? allora leggete^^
Genere: Generale, Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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La luna accolse Julian e nient’altro. Sapeva che il tempo passava in modo differente  sulla terra rispetto ai Regni Satelliti, perciò non sapeva dire da quanto mancasse  da quanto tempo fosse “morto” e quindi neppure quanto scalpore avrebbe destato la sua ricomparsa. Mentre rifletteva su quanto poteva essere conveniente riapparire e in particolare dove ricomparire due forti braccia lo strinsero da dietro.

-La morte ti fa inaspettatamente bene, Julian...-gli sussurò una calda voce nell’orecchio. Un brivido risalì la schiena del ragazzo e un sorriso dolce sbocciò fra le sue labbra.

-Non sono il solo, Tom...-mormorò a sua volta, alzando il volto in modo da poter incontrare gli occhi dell’altro, due scuri pozzi senza fine. L’Oscuro Signore rise, una bassa ed incantevole risata, che fece arrossire Julian fra le sue labbra: il ragazzo era convinto che se avesse riso più spesso in quel modo, non avrebbe avuto alcun bisogno di condurre una guerra per la conquista.

-Scusate...Mani, signore...noi non dovremmo...Marvenis... vostro fratello...-Un balbettio sconnesso, distrasse i due dalle loro effusioni, facendo notare per la prima volta a Tom un bimbetto con candidi capelli imbarazzatissimo. Il bambino guardava dovunque tranne che dalla loro parte, torcendosi le mani delicate.

-Sì, hai ragione, Nevi...devo andare Tom- Julian si liberò di mala voglia dalla stretta dell’altro, regalandogli un bacio a fior di labbra, il primo che gli dava spontaneamente.

-Se cerchi Potter, sappi che non è a scuola...credo che sia tornato a casa. Per i funerali, che fra l’altro si sono svolti senza che nessuno lo venisse a sapere, neppure a Hogwarts...un miracolo in pratica!- Se qualcuno avesse visto l’espressione imbronciata sul volto di quello che era lo stregone oscuro più temuto di tutti i tempi, probabilmente sarebbe scoppiato a ridere: aveva messo su un broncio adorabile, molto simile a quello dei bambini piccoli, arricciando le labbra e gonfiando la guancie.

-Ci vedremo presto, Tom...grazie!- Un altro bacio a fior di labbra e poi Julian scomparve avvolto dalle Ombre.

Ad accogliere il suo arrivo, stavolta fu un gatto randagio,  decisamente poco contento di essere stato disturbato, ed un lampione bruciato...preferiva di gran lunga la Luna e Tom!

Sospirando, uscì dal vicolo in cui era comparso, portandosi lentamente davanti alla porta del numero 12 di Grimmauld Place

-Rimani nascosto, Nevi...devo sbrigarmela da solo.- L’elfo annuì silenziosamente, poi scomparve. Probabilmente era andato ad esplorare Londra...aveva sempre avuto una passione per le grandi città.

Julian rimasto solo sentì tutto il suo coraggio esplodere come una bolla di sapone: come avrebbe potuto presentarsi davanti alla sua famiglia con tutti i casini che aveva fatto? Era arrivato addirittura a suicidarsi! Come dovevano essersi sentiti i suoi genitori quando avevano letto la lettera?... Non ci voleva neppure pensare. Ed Harry? Harry che l’aveva visto per ultimo, che aveva avuto la possibilità di salvarlo, ma non c’era riuscito, che avrebbe potuto fermarlo, ma non aveva capito?

Forse sarebbe stato meglio per tutti se lui fosse scomparso realmente, svanendo nel Regno Satellite di suo nonno...NO! Che stava pensando! Così si sarebbe semplicemente comportato da codardo. Risoluto avanzò fino ad entrare nel cerchio di luce davanti alla porta e fece per bussare, ma una bacchetta puntata tra le scapole lo fece desistere dal compiere un qualunque movimento.

-Chi sei?- Tonks! Almeno la cosa restava nell’ambito famigliare...ma come dirle chi era?

-Sono...-cominciò debolmente il ragazzo.

-Non fiatare!- E come faceva a dirle chi era se non parlava? Gli scriveva una lettera?- Voltati lentamente con le mani in alto e non fare strani scherzi, altrimenti...- Julian fece esattamente quello che gli era stato detto, cercando di immaginarsi l’espressione della ragazza non appena l’avesse visto in faccia...da ridere, pensò tristemente. La giovane Auror sbiancò indietreggiando di qualche passo, scordandosi per un momento che si trovava sulla scale. Quasi non cadde, ma fortunatamente Julian riuscì a prenderla per un braccio.

-Attenta!-A volte ci si chiedeva come quella ragazza potesse appartenere ai Black: non aveva un briciolo di autocontrollo, ne di compostezza...però Julian le voleva bene lo stesso e si sentiva ugualmente in colpa per averla fatta soffrire, come tutti gli altri.

-Julian...?-domandò incerta tremando appena. Per un attimo Tonks aveva pensato si trattasse di un fantasma, ma i fantasmi non erano solidi, quindi le rimanevano solo due alternative: o Julian non era morta o era diventato un burattino nelle mani di qualcuno, che si era impossessato del suo corpo...e le veniva in mente il nome di un solo mago in grado di fare ciò.

-Sì, sono io. Sono vivo, nel caso te lo stessi chiedendo- La ragazza si rilassò visibilmente, emettendo un sospiro di sollievo.

-Ma come...? Che ci fai qui?-

-Devo spiegare le mie azioni...non posso lasciarli credere che io sia morto o che in caso contrario sia pronto a commettere atti che neppure voglio menzionare.-La voce di Julian tremò appena, facendo capire alla cugina in che stato versasse il suo animo...forse non era una campionessa di grazia, ma i sentimenti li capiva meglio di tanti altri.

-Ci sono solo Harry, Sirius e Remus in casa..gli ultimi non so se singoli o doppi. Entra. Io tornerò un altro giorno...-Poi di slancio abbraccio il ragazzo, come a volergli infondere un po’ del suo coraggio- Buona fortuna!-aggiunse schioccandogli un bacio sulla guancia. Infine si smaterializzò.

Bene ora non gli restava altro che affrontare un Mannaro infuriato e un padre anche peggio...fortuna che era immortale! Con una calma che non provava, si avvicinò nuovamente alla porta d’ingresso, bussando. La porta si aprì e un lacrimoso Remus lo accolse, mutando la sua espressione da benevola accoglienza a esterrefatto stupore in meno di trenta secondi. Nulla si mosse, non una foglia non un filo d’aria, neppure il più piccolo dei rumori turbò il silenzio del momento. Tutto era statico, fino a quanto il mannaro non scoppiò in un pianto di gioia lanciandosi sul figlio. Julian accolse con piacere quell’abbraccio, sapeva che sarebbe giunto il momento della rabbia presto, ma essere certi che dopo sarebbe stato ancora accolto  dal padre lo faceva sentire leggero. Non importava che avesse ritrovato la sua identità passata, al momento era sempre Julian Black e come tale era ancora un ragazzino di quindici anni, bisognoso di avere una famiglia e di non vedersi voltare le spalle da coloro che amava... inoltre anche come antico, per quanto potente fosse non era altro che un ragazzino agli occhi di suo nonno e del resto della sua specie.  Attirato dal rumore improvviso anche Sirius fece capolino dalla porta della cucina con gli occhi grigi terribilmente arrossati...doveva aver pianto molto. Il cuore di Julian ebbe come un tremito ed un enorme peso vi si posò sopra. Colpa. Per suo padre doveva essere stato terribile...prima il rapimento poi quello... ma che razza di figlio era?  Lo aveva fatto soffrire, fregandosene altamente dei suoi sentimenti, scegliendo “ciò che era meglio per tutti”. Ma a chi pensava di darla a bere? Aveva agito egoisticamente, come il migliore dei Serpeverde. Per sottrarsi alla vista dell’altro genitore Julian si strinse ancor di più a Remus nascondendo il viso nel suo petto, come faceva da piccolo dopo essersi svegliato da un incubo... riflettendoci probabilmente il tempo passato dalla sua scomparsa era stato realmente un incubo per i genitori e il fratello.

-Amore, che...?-La voce tremante di Sirius si affievolì di colpo, riconoscendo il bracciale che pendeva dal polso di colui che stava abbracciando. Era formato da un semplice laccio di cuoio nero con una pietra azzurra, senza alcun valore, trovata sulla sponda di un fiume legata al suo centro: era identico a quello che secoli prima aveva regalato al suo Julian. Crescendo il figlio aveva smesso di portarlo al polso, perché diceva che era poco elegante e non si intonava alla sua persona, però non se ne separava mai, lo teneva in una delle tasche, attaccato alla borsa di scuola, alla scopa...dovunque in pratica, l’importante era avercelo dietro. Diceva che gli portava fortuna.

Quindi la domanda che girava per la mente di Sirius era questa: come poteva quel ragazzo avere il braccialetto del figlio? E per di più Remus pareva conoscerlo bene, visto che non era esattamente il tipo che abbracciava chiunque incontrasse per la strada o sulla porta di casa, come in quel caso...quindi chi era?  C’era un'unica risposta, ma il Malandrino non voleva concedersi il lusso di pensarci, per paura di una delusione cocente.

-Julian?-Sussurò quel nome come se pensasse che dicendolo con più forza, il ragazzo sarebbe scomparso nel nulla, svenendo in uno sbuffo di fumo. Si era già sentito in quel modo, qualche settimana prima, però in quel momento era tutto infinitamente peggiore, perché era stato Julian stesso a vedere un gesto estremo come unica soluzione. Il ragazzo annuì, senza ovviamente essere visto dal padre. Il gesto strappò un sorriso a Remus, che più o meno aveva capito cosa frullava nella testa dei due Black.

-Non ti vede se fai così, Ju-Ju... Siry avrà tante qualità, ma non quella di vedere attraverso le persone, sai?- mormorò dolcemente, con la voce ancora leggermente rotta per il pianto, cullando il ragazzo, di cui vedeva solo i capelli neri fra le sua braccia.

-E’ veramente...sei...non era vero?- Sirius non sapeva se essere felice, infuriato o cos’altro, quindi preferì i gesti alle parole...si era dichiarato in quel modo anche a Remus ed era andato tutto per il meglio. Si avvicinò ai due abbracciati, li separò, a sua volta strinse fra le braccia il figlio, baciandolo fra i capelli come era solito fare per consolarlo, in quel momento era solo per accertarsi che fosse reale, poi se ne staccò e gli diede un ceffone, sibilando uno “Stupido!” fra i denti, prima di stringerlo nuovamente tra le sue braccia, anticipando Remus.

-Scusa...-mormorò il ragazzo. In realtà non aveva capito molto bene cosa era appena successo, doveva averne perso qualche passaggio, ma l’essenziale l’aveva compreso: era stato perdonato, tanto bastava.

-Non pensarci più...l’importante è che tu abbia compreso il tuo errore e non abbia commesso una sciocchezza.-Anche il mannaro pensava di essersi perso qualche passaggio, ma ormai era abituato a quel genere di cose quindi, aveva impiegato meno tempo del figlio per comprendere.

-La “sciocchezza” l’ho portata fino in fondo, papà... io non dovrei essere qui in questo momento- A quelle parole Sirius sussultò, tirandosi indietro leggermente, spaventato da ciò che aveva sentito.

-Che significa?- Julian abbassò lo sguardo. Ecco ora l’avrebbe buttato fuori di casa..doveva aspettarselo: l’avevano accolto così bene solo perché pensavano che alla fine non si fosse suicidato, ma ora che sapevano che non era così... Il ragazzo fece un passo e poi un altro e un altro ancora all’indietro torcendosi le mani, sembrava terribilmente fragile, si sentiva terribilmente fragile, più di come si era mai sentito in vita sua, malgrado la nuova consapevolezza di se non si sentiva altro che un bambino sperduto. Sapeva che se avesse raccontato ai due cosa era successo e i genitori l’avessero cacciato, non si sarebbe più ripreso.

-Io sono andato fino in fondo... non mi sono fermato. Non potevo!-L’ammissione era stata fatta con una voce talmente carica di dolore, rammarico e terrore che anche Sirius dovette rendersi conto che non stava affrontando le cose nel modo giusto, per nessuno dei presenti... insomma non era normale che suo figlio si allontanasse da lui con quella faccia, non l’aveva mai fatto neppure quando era infuriato con lui!

-Julian...- mormorò con dolcezza-...ascolta, per favore, io non sono arrabbiato con te...ok, forse solo un pochino. Ma più che altro sono arrabbiato con me stesso perché non sono stato capace di impedire tutto questo, pur sapendo della prima visione, capito?-Il ragazzino annuì. Senza alzare né lo sguardo o avvicinarsi. A quel punto non sapeva più nemmeno lui di cosa avesse paura.. era come se temesse che se si fosse avvicinato troppo Sirius gli avrebbe fatto chissà che cosa, ma il padre non l’aveva mai picchiato se si escludeva lo schiaffo di poco prima. E allora cosa gli prendeva? All’improvviso capì: non aveva paura di Sirius in se, era l’istinto a guidarlo, istinto che gli veniva dalle vite passate. Nella sua mente i vecchi ricordi non si erano ancora sopiti e vi regnava il caos più totale dove il vecchio si mischiava al nuovo e il nuovo al vecchio creando solo confusione. Forse la sua non era stata un grande bella mossa. Avrebbe dovuto darsi più tempo prima di tornare a casa, in modo da riuscire a far ordine...però ormai era lì e doveva ricorrere alle misure di emergenza.

-Mi dispiace...-mormorò piano, tentando di far valere la ragione sull’istinto, di riportare la sua mente al presente concentrandosi sui suoi attuali genitori e non si quelli passati.

-Lo so, Julian...lo so- sussurrò Sirius, cercando lo sguardo del compagno per capire cosa deve fare..ma Remus non c’è! Bel momento a scelto quello per decidere che devono approfondire la loro relazione padre e figlio! Certo anche il corridoio non è il posto migliore per affrontare i problemi..sembra dare un senso di instabilità, come a dire o fai quello che io voglio o quella è la porta. Anche quando era stato cacciato di casa il litigio era avvenuto in corridoio...dovevano andare da qualche altra parte!

L’uomo non fece in tempo ad aprire bocca per proporre lo spostamento che si ritrovò il figlio tra le braccia, stretto al maglione e con il viso affondato nel suo torace, come poco prima aveva fatto con il licantropo... voleva dire che gli era passata?

Istintivamente portò una mano sulla sua testa, accarezzandogli i morbidi capelli neri. La loro consistenza era la stessa di sempre ed anche il profumo non era cambiato...eppure c’era qualcosa di diverso in Julian, un qualcosa che non riusciva ad afferrare.

-Papà...ci sediamo?-pigolò Julian, distogliendo il padre dalla sua ricerca.

-Eh?...Ah sì. Andiamo!-Sciogliendo l’abbraccio i due si diressero verso una dei salotti, il più vicino. Il ragazzo lanciò un’occhiata sottecchi al genitore, che sembrava perso in chissà quali oscure riflessioni... chissà a che pensava. Arrivati si sedettero o meglio Sirius si sedette e Julian si sdraiò poggiando la testa sulle sue ginocchia. Si sentiva un tantino infantile, ma non poteva farne a meno, visto che faceva tutto parte del suo modo di convincere se stesso che i ricordi passati non corrispondevano a Sirius ne tanto meno a Remus.

-Ju-Ju..tu prima hai detto che sei arrivato sino in fondo, ma ora sei qui...cosa è successo?-domandò dopo un po’ Sirius, osservando intensamente il figlio con i profondi occhi azzurri. Quello fece un piccolo sorriso, beandosi delle coccole che gli venivano somministrate, poi disse

-Se te lo raccontassi non ci credesti mai papà!-

-Tu provaci e io in cambio ti do una bella notizia...- propose l’uomo con un sorriso misterioso sul volto. Julian saltò su mettendosi in ginocchio, incuriosito

-Cosacosacosa?-Sirius sorrise scuotendo la testa.

-Prima tu, poi io, July... dopotutto sei in debito sai? Con lo spavento che mi hai fatto prendere...-Julian storse il naso abbassando nuovamente lo sguardo, poi sospirò riacquistando la posizione che aveva abbandonato.

-Sei cattivo!-si lagnò con un piccolo broncio.

-Modestamente! Mi ci son voluti anni per diventare così!- esclamò Sirius con un ghigno malandrino tutto suo. Era contento che Julian sembrasse essere tornato normale, come dimostravano tutte le sue moine, ma per nulla al mondo gli avrebbe permesso di sviare l’argomento su quello che voleva se prima non gli avesse detto tutta la verità.

-Antipatico vecchietto!- Il sopraciglio sinistro di Sirius ebbe un tremito ma nulla nel suo aspetto dette l’impressione che se la fosse presa, infatti fece solo un gesto per invitare il figlio a parlare.

-Uffa!-Julian sospirò sconfitto e mettendosi comodo iniziò il suo dettagliato racconto. Quando ebbe finito Sirius emise un breve fischio scioccato, incapace di dire una qualunque cosa. La sua prima reazione sarebbe stato comportarsi come quando aveva scoperto che il suo Remus era un lupo mannaro: saltellare in circolo come un deficiente di prima categoria, vantandosi di avere un amico mannaro. Però non pensava fosse il caso...Julian l’avrebbe preso a cuscinate, come minimo!

-Certo che in questa casa la normalità manca decisamente, vero?-Una voce gentile e lievemente sarcastica li distrasse.

-Amore! Dove eri finito?-

-Aspettavo che voi due finiste...-sorrise Rem, avvicinandosi su letto e schioccando un bacio sulla labbra dell’amante -Lo dici tu o lo dico io?- chiese poi con un bagliore di pura gioia negli occhi dorati.

-Tu!-Julian fissava entrambi con curiosità mal celata di nuovo in ginocchio sul divano

-Allora?-chiese impaziente come un bambino a Natale, prima di scartare i suoi regali, dopo che i due avevano passato quasi dieci minuti buoni a decidere chi dovesse comunicargli la notizia

-Allora....REMUS ASPETTA UN BAMBINO!-urlò il moro felice come una pasqua, dando libero sfogo alla sua gioia con un balletto patetico.

-MA E’ MERAVIGLIOSO!-gridò a sua volta Julian abbracciando il mannaro, accorgendosi che in effetti l’aura dell’uomo aveva qualcosa di diverso.

-Cosa è meraviglioso?-mormorò Harry apparso improvvisamente in salotto.

-REMUS E’ INCINTO!- lo mise al corrente Julian, correndo ad abbracciare anche lui, scordandosi per un momento la lunga discussione che li aspettava, nelle gioia del momento.

-E’ SPLENDIDO, REMY!-si aggiunse allora anche il moretto, abbracciando tutti quanto e unendosi ai festeggiamenti della famigli. Andarono avanti in quel modo per un bel pezzo, fino a che Julian con un improvviso guizzo di intelligenza, trascinò via il fratello quando i genitori cominciarono a scambiarsi effusioni che gli avrebbero traumatizzati per il resto della loro vita.

-Io e te dobbiamo parlare.-gli disse deciso una volta giunti nella sua camera da letto.

 

Angolino dell’autrice:

Salve gente! Scusate per il ritardo ma ho avuto un po’ da fare in questi giorni e il computer l’ho visto giusto con il binocolo. Spero di non avervi deluso...sinceramente non so da dove mi sia uscito il pezzo su Remus, ma mi spirava^^ Sono carini!

Ringrazio tutti coloro che hanno letto e in particolare

WingsHP(All’inizio il tuo commento mi aveva leggermente lasciato perplessa perché non capivo come mai non ti risultavano chiare certe cose, arrivata in fondo ho scoperto con un sospiro di sollievo il motivo...all’inizio mi ero preoccupata di risultare poco chiara in quello che scrivevo^^ fortuna che non è così. Comunque credo che questo capitolo sia arrivato dopo la tua partenza, ma aspetterò con ansi i tuoi commenti al tuo ritorno. Grazie per l’appoggio ^^ )

Padfoot_07(Sono contenta che ti piaccia tanto quello che scrivo^^ Ogni volta che leggo i tuoi commenti arrossisco sempre e sorrido per mezz’ora dalla felicità. Spero di non averti deluso con il ritorno. Ciao e Grazie per la tua presenza^^)

Alla prossima

P.S: come mai siamo ritornato a solo due recensori?

  
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