La
luna accolse Julian e nient’altro. Sapeva che il tempo
passava in modo
differente sulla
terra rispetto ai Regni
Satelliti, perciò non sapeva dire da quanto mancasse da quanto tempo fosse
“morto” e quindi
neppure quanto scalpore avrebbe destato la sua ricomparsa. Mentre
rifletteva su
quanto poteva essere conveniente riapparire e in particolare dove
ricomparire
due forti braccia lo strinsero da dietro.
-La
morte ti fa inaspettatamente bene, Julian...-gli sussurò una
calda voce
nell’orecchio. Un brivido risalì la schiena del
ragazzo e un sorriso dolce
sbocciò fra le sue labbra.
-Non
sono il solo, Tom...-mormorò a sua volta, alzando il volto
in modo da poter
incontrare gli occhi dell’altro, due scuri pozzi senza fine.
L’Oscuro Signore
rise, una bassa ed incantevole risata, che fece arrossire Julian fra le
sue
labbra: il ragazzo era convinto che se avesse riso più
spesso in quel modo, non
avrebbe avuto alcun bisogno di condurre una guerra per la conquista.
-Scusate...Mani,
signore...noi non dovremmo...Marvenis... vostro fratello...-Un
balbettio
sconnesso, distrasse i due dalle loro effusioni, facendo notare per la
prima
volta a Tom un bimbetto con candidi capelli imbarazzatissimo. Il
bambino
guardava dovunque tranne che dalla loro parte, torcendosi le mani
delicate.
-Sì,
hai ragione, Nevi...devo andare Tom- Julian si liberò di
mala voglia dalla
stretta dell’altro, regalandogli un bacio a fior di labbra,
il primo che gli
dava spontaneamente.
-Se
cerchi Potter, sappi che non è a scuola...credo che sia
tornato a casa. Per i
funerali, che fra l’altro si sono svolti senza che nessuno lo
venisse a sapere,
neppure a Hogwarts...un miracolo in pratica!- Se qualcuno avesse visto
l’espressione imbronciata sul volto di quello che era lo
stregone oscuro più
temuto di tutti i tempi, probabilmente sarebbe scoppiato a ridere:
aveva messo
su un broncio adorabile, molto simile a quello dei bambini piccoli,
arricciando
le labbra e gonfiando la guancie.
-Ci
vedremo presto, Tom...grazie!- Un altro bacio a fior di labbra e poi
Julian
scomparve avvolto dalle Ombre.
Ad
accogliere il suo arrivo, stavolta fu un gatto randagio, decisamente poco contento
di essere stato
disturbato, ed un lampione bruciato...preferiva di gran lunga la Luna e
Tom!
Sospirando,
uscì dal vicolo in cui era comparso, portandosi lentamente
davanti alla porta
del numero 12 di Grimmauld Place
-Rimani
nascosto, Nevi...devo sbrigarmela da solo.- L’elfo
annuì silenziosamente, poi
scomparve. Probabilmente era andato ad esplorare Londra...aveva sempre
avuto
una passione per le grandi città.
Julian
rimasto solo sentì tutto il suo coraggio esplodere come una
bolla di sapone:
come avrebbe potuto presentarsi davanti alla sua famiglia con tutti i
casini
che aveva fatto? Era arrivato addirittura a suicidarsi! Come dovevano
essersi
sentiti i suoi genitori quando avevano letto la lettera?... Non ci
voleva
neppure pensare. Ed Harry? Harry che l’aveva visto per
ultimo, che aveva avuto
la possibilità di salvarlo, ma non c’era riuscito,
che avrebbe potuto fermarlo,
ma non aveva capito?
Forse
sarebbe stato meglio per tutti se lui fosse scomparso realmente,
svanendo nel
Regno Satellite di suo nonno...NO! Che stava pensando! Così
si sarebbe
semplicemente comportato da codardo. Risoluto avanzò fino ad
entrare nel
cerchio di luce davanti alla porta e fece per bussare, ma una bacchetta
puntata
tra le scapole lo fece desistere dal compiere un qualunque movimento.
-Chi
sei?- Tonks! Almeno la cosa restava nell’ambito
famigliare...ma come dirle chi
era?
-Sono...-cominciò
debolmente il ragazzo.
-Non
fiatare!- E come faceva a dirle chi era se non parlava? Gli scriveva
una
lettera?- Voltati lentamente con le mani in alto e non fare strani
scherzi,
altrimenti...- Julian fece esattamente quello che gli era stato detto,
cercando
di immaginarsi l’espressione della ragazza non appena
l’avesse visto in
faccia...da ridere, pensò tristemente. La giovane Auror
sbiancò indietreggiando
di qualche passo, scordandosi per un momento che si trovava sulla
scale. Quasi
non cadde, ma fortunatamente Julian riuscì a prenderla per
un braccio.
-Attenta!-A
volte ci si chiedeva come quella ragazza potesse appartenere ai Black:
non
aveva un briciolo di autocontrollo, ne di compostezza...però
Julian le voleva
bene lo stesso e si sentiva ugualmente in colpa per averla fatta
soffrire, come
tutti gli altri.
-Julian...?-domandò
incerta tremando appena. Per un attimo Tonks aveva pensato si trattasse
di un
fantasma, ma i fantasmi non erano solidi, quindi le rimanevano solo due
alternative: o Julian non era morta o era diventato un burattino nelle
mani di
qualcuno, che si era impossessato del suo corpo...e le veniva in mente
il nome
di un solo mago in grado di fare ciò.
-Sì,
sono io. Sono vivo, nel caso te lo stessi chiedendo- La ragazza si
rilassò
visibilmente, emettendo un sospiro di sollievo.
-Ma
come...?
Che ci fai qui?-
-Devo
spiegare le mie azioni...non posso lasciarli credere che io sia morto o
che in
caso contrario sia pronto a commettere atti che neppure voglio
menzionare.-La
voce di Julian tremò appena, facendo capire alla cugina in
che stato versasse
il suo animo...forse non era una campionessa di grazia, ma i sentimenti
li
capiva meglio di tanti altri.
-Ci
sono solo Harry, Sirius e Remus in casa..gli ultimi non so se singoli o
doppi.
Entra. Io tornerò un altro giorno...-Poi di slancio
abbraccio il ragazzo, come
a volergli infondere un po’ del suo coraggio- Buona
fortuna!-aggiunse
schioccandogli un bacio sulla guancia. Infine si
smaterializzò.
Bene
ora non gli restava altro che affrontare un Mannaro infuriato e un
padre anche
peggio...fortuna che era immortale! Con una calma che non provava, si
avvicinò
nuovamente alla porta d’ingresso, bussando. La porta si
aprì e un lacrimoso
Remus lo accolse, mutando la sua espressione da benevola accoglienza a
esterrefatto stupore in meno di trenta secondi. Nulla si mosse, non una
foglia
non un filo d’aria, neppure il più piccolo dei
rumori turbò il silenzio del
momento. Tutto era statico, fino a quanto il mannaro non
scoppiò in un pianto
di gioia lanciandosi sul figlio. Julian accolse con piacere
quell’abbraccio,
sapeva che sarebbe giunto il momento della rabbia presto, ma essere
certi che
dopo sarebbe stato ancora accolto dal
padre lo faceva sentire leggero. Non importava che avesse ritrovato la
sua
identità passata, al momento era sempre Julian Black e come
tale era ancora un
ragazzino di quindici anni, bisognoso di avere una famiglia e di non
vedersi
voltare le spalle da coloro che amava... inoltre anche come antico, per
quanto
potente fosse non era altro che un ragazzino agli occhi di suo nonno e
del resto
della sua specie. Attirato
dal rumore
improvviso anche Sirius fece capolino dalla porta della cucina con gli
occhi
grigi terribilmente arrossati...doveva aver pianto molto. Il cuore di
Julian
ebbe come un tremito ed un enorme peso vi si posò sopra.
Colpa. Per suo padre
doveva essere stato terribile...prima il rapimento poi quello... ma che
razza
di figlio era? Lo
aveva fatto soffrire,
fregandosene altamente dei suoi sentimenti, scegliendo
“ciò che era meglio per
tutti”. Ma a chi pensava di darla a bere? Aveva agito
egoisticamente, come il
migliore dei Serpeverde. Per sottrarsi alla vista dell’altro
genitore Julian si
strinse ancor di più a Remus nascondendo il viso nel suo
petto, come faceva da
piccolo dopo essersi svegliato da un incubo... riflettendoci
probabilmente il
tempo passato dalla sua scomparsa era stato realmente un incubo per i
genitori
e il fratello.
-Amore,
che...?-La voce tremante di Sirius si affievolì di colpo,
riconoscendo il
bracciale che pendeva dal polso di colui che stava abbracciando. Era
formato da
un semplice laccio di cuoio nero con una pietra azzurra, senza alcun
valore,
trovata sulla sponda di un fiume legata al suo centro: era identico a
quello
che secoli prima aveva regalato al suo Julian. Crescendo il figlio
aveva smesso
di portarlo al polso, perché diceva che era poco elegante e
non si intonava
alla sua persona, però non se ne separava mai, lo teneva in
una delle tasche,
attaccato alla borsa di scuola, alla scopa...dovunque in pratica,
l’importante
era avercelo dietro. Diceva che gli portava fortuna.
Quindi
la domanda che girava per la mente di Sirius era questa: come poteva
quel
ragazzo avere il braccialetto del figlio? E per di più Remus
pareva conoscerlo
bene, visto che non era esattamente il tipo che abbracciava chiunque
incontrasse per la strada o sulla porta di casa, come in quel
caso...quindi chi
era? C’era
un'unica risposta, ma il
Malandrino non voleva concedersi il lusso di pensarci, per paura di una
delusione cocente.
-Julian?-Sussurò
quel nome come se pensasse che dicendolo con più forza, il
ragazzo sarebbe
scomparso nel nulla, svenendo in uno sbuffo di fumo. Si era
già sentito in quel
modo, qualche settimana prima, però in quel momento era
tutto infinitamente
peggiore, perché era stato Julian stesso a vedere un gesto
estremo come unica
soluzione. Il ragazzo annuì, senza ovviamente essere visto
dal padre. Il gesto
strappò un sorriso a Remus, che più o meno aveva
capito cosa frullava nella
testa dei due Black.
-Non
ti vede se fai così, Ju-Ju... Siry avrà tante
qualità, ma non quella di vedere
attraverso le persone, sai?- mormorò dolcemente, con la voce
ancora leggermente
rotta per il pianto, cullando il ragazzo, di cui vedeva solo i capelli
neri fra
le sua braccia.
-E’
veramente...sei...non era vero?- Sirius non sapeva se essere felice,
infuriato
o cos’altro, quindi preferì i gesti alle
parole...si era dichiarato in quel
modo anche a Remus ed era andato tutto per il meglio. Si
avvicinò ai due
abbracciati, li separò, a sua volta strinse fra le braccia
il figlio, baciandolo
fra i capelli come era solito fare per consolarlo, in quel momento era
solo per
accertarsi che fosse reale, poi se ne staccò e gli diede un
ceffone, sibilando
uno “Stupido!” fra i denti, prima di stringerlo
nuovamente tra le sue braccia,
anticipando Remus.
-Scusa...-mormorò
il ragazzo. In realtà non aveva capito molto bene cosa era
appena successo,
doveva averne perso qualche passaggio, ma l’essenziale
l’aveva compreso: era
stato perdonato, tanto bastava.
-Non
pensarci più...l’importante è che tu
abbia compreso il tuo errore e non abbia
commesso una sciocchezza.-Anche il mannaro pensava di essersi perso
qualche
passaggio, ma ormai era abituato a quel genere di cose quindi, aveva
impiegato
meno tempo del figlio per comprendere.
-La
“sciocchezza” l’ho portata fino in fondo,
papà... io non dovrei essere qui in
questo momento- A quelle parole Sirius sussultò, tirandosi
indietro
leggermente, spaventato da ciò che aveva sentito.
-Che
significa?- Julian abbassò lo sguardo. Ecco ora
l’avrebbe buttato fuori di casa..doveva
aspettarselo: l’avevano accolto così bene solo
perché pensavano che alla fine
non si fosse suicidato, ma ora che sapevano che non era
così... Il ragazzo fece
un passo e poi un altro e un altro ancora all’indietro
torcendosi le mani,
sembrava terribilmente fragile, si sentiva terribilmente fragile,
più di come
si era mai sentito in vita sua, malgrado la nuova consapevolezza di se
non si
sentiva altro che un bambino sperduto. Sapeva che se avesse raccontato
ai due
cosa era successo e i genitori l’avessero cacciato, non si
sarebbe più ripreso.
-Io
sono andato fino in fondo... non mi sono fermato. Non
potevo!-L’ammissione era
stata fatta con una voce talmente carica di dolore, rammarico e terrore
che
anche Sirius dovette rendersi conto che non stava affrontando le cose
nel modo
giusto, per nessuno dei presenti... insomma non era normale che suo
figlio si
allontanasse da lui con quella faccia, non l’aveva mai fatto
neppure quando era
infuriato con lui!
-Julian...-
mormorò con dolcezza-...ascolta, per favore, io non sono
arrabbiato con te...ok,
forse solo un pochino. Ma più che altro sono arrabbiato con
me stesso perché non
sono stato capace di impedire tutto questo, pur sapendo della prima
visione,
capito?-Il ragazzino annuì. Senza alzare né lo
sguardo o avvicinarsi. A quel punto
non sapeva più nemmeno lui di cosa avesse paura.. era come
se temesse che se si
fosse avvicinato troppo Sirius gli avrebbe fatto chissà che
cosa, ma il padre
non l’aveva mai picchiato se si escludeva lo schiaffo di poco
prima. E allora
cosa gli prendeva? All’improvviso capì: non aveva
paura di Sirius in se, era l’istinto
a guidarlo, istinto che gli veniva dalle vite passate. Nella sua mente
i vecchi
ricordi non si erano ancora sopiti e vi regnava il caos più
totale dove il
vecchio si mischiava al nuovo e il nuovo al vecchio creando solo
confusione.
Forse la sua non era stata un grande bella mossa. Avrebbe dovuto darsi
più
tempo prima di tornare a casa, in modo da riuscire a far
ordine...però ormai
era lì e doveva ricorrere alle misure di emergenza.
-Mi
dispiace...-mormorò piano, tentando di far valere la ragione
sull’istinto, di
riportare la sua mente al presente concentrandosi sui suoi attuali
genitori e
non si quelli passati.
-Lo
so, Julian...lo so- sussurrò Sirius, cercando lo sguardo del
compagno per
capire cosa deve fare..ma Remus non c’è! Bel
momento a scelto quello per
decidere che devono approfondire la loro relazione padre e figlio!
Certo anche
il corridoio non è il posto migliore per affrontare i
problemi..sembra dare un
senso di instabilità, come a dire o fai quello che io voglio
o quella è la
porta. Anche quando era stato cacciato di casa il litigio era avvenuto
in
corridoio...dovevano andare da qualche altra parte!
L’uomo
non fece in tempo ad aprire bocca per proporre lo spostamento che si
ritrovò il
figlio tra le braccia, stretto al maglione e con il viso affondato nel
suo
torace, come poco prima aveva fatto con il licantropo... voleva dire
che gli
era passata?
Istintivamente
portò una mano sulla sua testa, accarezzandogli i morbidi
capelli neri. La loro
consistenza era la stessa di sempre ed anche il profumo non era
cambiato...eppure
c’era qualcosa di diverso in Julian, un qualcosa che non
riusciva ad afferrare.
-Papà...ci
sediamo?-pigolò Julian, distogliendo il padre dalla sua
ricerca.
-Eh?...Ah
sì. Andiamo!-Sciogliendo l’abbraccio i due si
diressero verso una dei salotti,
il più vicino. Il ragazzo lanciò
un’occhiata sottecchi al genitore, che
sembrava perso in chissà quali oscure riflessioni...
chissà a che pensava.
Arrivati si sedettero o meglio Sirius si sedette e Julian si
sdraiò poggiando
la testa sulle sue ginocchia. Si sentiva un tantino infantile, ma non
poteva
farne a meno, visto che faceva tutto parte del suo modo di convincere
se stesso
che i ricordi passati non corrispondevano a Sirius ne tanto meno a
Remus.
-Ju-Ju..tu
prima hai detto che sei arrivato sino in fondo, ma ora sei qui...cosa
è
successo?-domandò dopo un po’ Sirius, osservando
intensamente il figlio con i
profondi occhi azzurri. Quello fece un piccolo sorriso, beandosi delle
coccole
che gli venivano somministrate, poi disse
-Se
te lo raccontassi non ci credesti mai papà!-
-Tu
provaci e io in cambio ti do una bella notizia...- propose
l’uomo con un
sorriso misterioso sul volto. Julian saltò su mettendosi in
ginocchio,
incuriosito
-Cosacosacosa?-Sirius
sorrise scuotendo la testa.
-Prima
tu, poi io, July... dopotutto sei in debito sai? Con lo spavento che mi
hai
fatto prendere...-Julian storse il naso abbassando nuovamente lo
sguardo, poi
sospirò riacquistando la posizione che aveva abbandonato.
-Sei
cattivo!-si lagnò con un piccolo broncio.
-Modestamente!
Mi ci son voluti anni per diventare così!-
esclamò Sirius con un ghigno
malandrino tutto suo. Era contento che Julian sembrasse essere tornato
normale,
come dimostravano tutte le sue moine, ma per nulla al mondo gli avrebbe
permesso di sviare l’argomento su quello che voleva se prima
non gli avesse
detto tutta la verità.
-Antipatico
vecchietto!- Il sopraciglio sinistro di Sirius ebbe un tremito ma nulla
nel suo
aspetto dette l’impressione che se la fosse presa, infatti
fece solo un gesto
per invitare il figlio a parlare.
-Uffa!-Julian
sospirò sconfitto e mettendosi comodo iniziò il
suo dettagliato racconto.
Quando ebbe finito Sirius emise un breve fischio scioccato, incapace di
dire
una qualunque cosa. La sua prima reazione sarebbe stato comportarsi
come quando
aveva scoperto che il suo Remus era un lupo mannaro: saltellare in
circolo come
un deficiente di prima categoria, vantandosi di avere un amico mannaro.
Però
non pensava fosse il caso...Julian l’avrebbe preso a
cuscinate, come minimo!
-Certo
che in questa casa la normalità manca decisamente, vero?-Una
voce gentile e
lievemente sarcastica li distrasse.
-Amore!
Dove eri finito?-
-Aspettavo
che voi due finiste...-sorrise Rem, avvicinandosi su letto e
schioccando un
bacio sulla labbra dell’amante -Lo dici tu o lo dico io?-
chiese poi con un
bagliore di pura gioia negli occhi dorati.
-Tu!-Julian
fissava entrambi con curiosità mal celata di nuovo in
ginocchio sul divano
-Allora?-chiese
impaziente come un bambino a Natale, prima di scartare i suoi regali,
dopo che
i due avevano passato quasi dieci minuti buoni a decidere chi dovesse
comunicargli
la notizia
-Allora....REMUS
ASPETTA UN BAMBINO!-urlò il moro felice come una pasqua,
dando libero sfogo
alla sua gioia con un balletto patetico.
-MA
E’ MERAVIGLIOSO!-gridò a sua volta Julian
abbracciando il mannaro, accorgendosi
che in effetti l’aura dell’uomo aveva qualcosa di
diverso.
-Cosa
è meraviglioso?-mormorò Harry apparso
improvvisamente in salotto.
-REMUS
E’ INCINTO!- lo mise al corrente Julian, correndo ad
abbracciare anche lui,
scordandosi per un momento la lunga discussione che li aspettava, nelle
gioia
del momento.
-E’
SPLENDIDO, REMY!-si aggiunse allora anche il moretto, abbracciando
tutti quanto
e unendosi ai festeggiamenti della famigli. Andarono avanti in quel
modo per un
bel pezzo, fino a che Julian con un improvviso guizzo di intelligenza,
trascinò
via il fratello quando i genitori cominciarono a scambiarsi effusioni
che gli
avrebbero traumatizzati per il resto della loro vita.
-Io
e te dobbiamo parlare.-gli disse deciso una volta giunti nella sua
camera da
letto.
Angolino
dell’autrice:
Salve
gente! Scusate per il ritardo ma ho avuto un po’ da fare in
questi giorni e il
computer l’ho visto giusto con il binocolo. Spero di non
avervi
deluso...sinceramente non so da dove mi sia uscito il pezzo su Remus,
ma mi
spirava^^ Sono carini!
Ringrazio
tutti coloro che hanno letto e in particolare
WingsHP(All’inizio
il tuo commento mi aveva leggermente lasciato perplessa
perché non capivo come
mai non ti risultavano chiare certe cose, arrivata in fondo ho scoperto
con un
sospiro di sollievo il motivo...all’inizio mi ero preoccupata
di risultare poco
chiara in quello che scrivevo^^ fortuna che non è
così. Comunque credo che
questo capitolo sia arrivato dopo la tua partenza, ma
aspetterò con ansi i tuoi
commenti al tuo ritorno. Grazie per l’appoggio ^^ )
Padfoot_07(Sono
contenta che ti piaccia tanto quello che scrivo^^ Ogni volta che leggo
i tuoi
commenti arrossisco sempre e sorrido per mezz’ora dalla
felicità. Spero di non
averti deluso con il ritorno. Ciao e Grazie per la tua presenza^^)
Alla
prossima
P.S:
come mai siamo ritornato a solo due
recensori?