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Autore: Laila__    31/05/2014    4 recensioni
Lui per me era diventato più che un banale passatempo, era diventato un pensiero costantemente presente in ogni singolo momento della mia giornata, il mio bene tanto quanto il mio male, era diventato l’uomo di cui mi ero, come può fare solo una bambina, ingenuamente innamorata.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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20. Epilogo

Erano passati ventisette giorni. Ventisette interminabili giorni dall'ultima volta che avevo visto Harry, in quella calda notte di Agosto.
Erano sembrati eterni, tanto da farmi credere di non riuscirli ad affrontarli tutti, ma nonostante questo, nonostante quell'attesa insostenibile, il giorno che tanto avevo temuto era arrivato: quello del suo matrimonio. 
Quella notte mi ero ripromessa di non pensarci, di lasciare andare quello che era stato per poter guardare avanti, per avere un futuro migliore, ma non ero riuscita a mantenere quella promessa. Continuavo ad immaginarmi Harry, bellissimo nel suo vestito da cerimonia, sorridere a lei e non a me. Regalare a lei quegli sguardi che una volta erano stati miei.
Non rimpiangevo di avergli detto dei miei sentimenti, ma non avevo ancora accettato il suo rifiuto e in fondo sapevo che, anche se ci avessi provato con tutte le mie forze, non ci sarei mai riuscita. Il mio cuore era suo, come lo era la mia anima, ed io avrei potuto fare qualsiasi cosa, ma tutto ciò non sarebbe cambiato. Potevo solo imparare a conviverci e sperare un giorno, di trovare qualcuno da amare, anche solo la metà di quanto amavo Harry.
Sospirai, guardando la vastità del mare che si apriva davanti ai miei occhi: ero a Dover, sulla stessa spiaggia dove, molti mesi prima, ero stata con lui.


Mi afferrò per un braccio esultando. «Ti ho presa finalmente» disse, attirandomi a sé e toccandomi, con le dita fredde, la guancia arrossata per lo sforzo.
«Mi piace stare qui con te, mi sembra di essere tornato bambino» sussurrò leggermente affannato al mio orecchio, provocandomi dei brividi lungo tutta la schiena. 
«Anche a me piace» risposi semplicemente, evitando così ancora una volta, di dirgli quello che il mio cuore in realtà sentiva.
«Dovremmo farlo più spesso» disse, sciogliendo la presa e facendomi fare un giro su me stessa. Lo guardai stupita e «Che cosa?» gli chiesi mentre faceva riavvicinare i nostri corpi.
«Venire qui» mi rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo

Sorrisi involontariamente a quel ricordo, che era ancora così vivido nella mia mente. Ricordavo perfettamente ogni dettaglio: i suoi capelli spettinati e i suoi occhi così vispi e divertiti, le sue guance arrossate per il freddo e le sue mani gelide ma allo stesso tempo così desiderabili; e soprattutto, avevo impresse nella mia memoria, le sue labbra rosee costantemente sorridenti e irrimediabilmente attratte dalle mie. 
Sentii di nuovo aprirsi quel vuoto nel petto, lo stesso vuoto che non mi abbandonava da ventisette giorni. A volte me ne dimenticavo, ma quando non lo facevo, mi ci lasciavo cadere dentro, inerme. Lui mancava, mi mancava da impazzire e nonostante ci provassi, non riuscivo a non pensarlo in ogni singolo momento della mia giornata.
Una goccia di pioggia colpì la mia guancia, seguita subito da un'altra ed un'altra ancora; non ebbi nemmeno il tempo di realizzarlo e mi ritrovai sotto un temporale. Mi alzai dal tronco sul quale ero ormai seduta da due ore e mi incamminai velocemente verso casa, con la consapevolezza che sarei arrivata bagnata fino all'osso.

Quasi inciampai sui miei stessi piedi, quando vidi una macchina nera, uguale a quella di Harry, ferma davanti al vialetto della casa di George. La guardai un secondo, chiedendomi quale strano scherzo mi stesse giocando il destino; era come se, ogni cosa che avessi intorno, mi ricordasse lui ed il suo stupido matrimonio.
Quando le passai accanto, non riuscii a trattenere l'assurda speranza di sentirlo chiamare il mio nome; di sentirgli dire che mi amava e che non mi avrebbe mai più lasciata andare. 
"Non può essere qui", disse una voce nella mia testa, prendendosi beffa delle mie fantasie più profonde, ma fui costretta a metterla a tacere, quando i miei occhi videro una cosa, decisamente meno equivocabile di un automobile. 
«Non può essere qui» mormorai a me stessa, mentre ero intenta ad osservare la figura familiare di Harry, avvolta nell'elegante vestito nero, ferma sotto la pioggia battente. Mi sentii mancare il respiro, mentre il cuore, iniziava a galoppare senza freni nel mio petto. 
Era davvero lui? 
Un vortice di emozione sconosciute mi travolse come un uragano, non appena i suoi occhi tormentati incontrarono i miei, guardandoli con urgenza. 
Sì, era davvero lui; e quelli erano i suoi occhi, capaci di spogliarmi di tutto e quelle erano le sue labbra, la cura ad ogni mio dolore.
Non riuscivo a spiegarmi la sua presenza lì, ma non mi importava, mi bastava sentire la vita riprendere a scorrere nelle mie vene dopo tutto quel tempo. Lasciai che le lacrime scorressero lungo le mie guance, confondendosi con la pioggia che cadeva su di noi. Non ero più riuscita piangere da quella notte: era come se abbandonandomi, avesse spezzato qualcosa dentro di me irrimediabilmente; ma la sua presenza aveva risvegliato, con una potenza incredibile, tutto quello che avevo trattenuto in quei interminabili ventisette giorni di assenza. La sua assenza.
Sorrisi involontariamente, quando lo vidi grattarsi la punta del naso con fare nervoso, mentre percorreva a passi lenti la poca distanza che ci divideva. Anche quel piccolo gesto, per i più insignificante, per me riusciva ad essere una chiara espressione del suo stato d'animo. 
Non appena fu abbastanza vicino, riuscii a sentire il suo inconfondibile profumo stuzzicarmi le narici, provocandomi un brivido lungo la schiena. Tutto sembrava aver ripreso un senso, io avevo di nuovo un senso. Ero di nuovo completa; mi era stato restituito quel tassello mancante che credevo aver perduto per sempre.
Quando si fermò a pochi centimetri da me, mi sentii sopraffare dalle sue iridi così verdi fisse nei miei occhi. Sentivo di non riuscire a sopportarle, nonostante fossero il mio appiglio, la mia salvezza. Per tanto tempo avevo aspettato quel momento, lo avevo immaginato, sognato e poterlo finalmente vivere mi sembrava irreale, ma allo stesso tempo così incredibilmente familiare e sicuro.
Mi sfiorò la mano con delicatezza ed io lo lasciai fare, tornando ad abituarmi a quel contatto che non avrei scambiato con niente al mondo: era tutto ciò di cui avevo bisogno. 
Mi sorrise, facendo comparire sulle guance ancora abbronzate, le sue adorabili fossette ed io non potei fare altro che sorridere a mia volta, lasciando che il mio cuore esplodesse completamente davanti a lui. Io ero sua e lo sarei sempre stata.
«Ciao piccola» disse piano, accarezzandomi l'anima con la sua voce. Avevo quasi scordato come ci si sentisse ad essere il centro del suo mondo.
«Ciao Harold» gli risposi in un sussurro, eliminando del tutto la poca, ma insopportabile, distanza che ci divideva.
Lui era lì. 
Harry era lì, con me. 
Noi eravamo lì. Insieme.

Fine.
 
Eccoooomi quaaaaa, al mio ultimo spazio autrice di "Unmade bed"!!! 
Diiiiooo non ci credo davvero! Sono felice, ma allo stesso tempo triste di essere arrivata alla fine, perché dopo tutto questo tempo, (ed è veramente tanto lol), mi sono davvero affezionata a questa storia e ovviamente a tutte voi!!!
Scrivere questo capitolo è stato un parto!! Non riuscivo a venirne fuori, perché non riuscivo ad esprimere bene le sensazioni di Candy e tutt'ora credo di non averlo fatto abbastanza!!!
Io ci ho messo tutta la più buona volontà e questo è quello che ne è uscito (non potevo farvi aspettare in eterno lol), spero che a voi sia piaciuto almeno un pochino!!
Che dire, questo finale è stato volutamente fatto così. Posso immaginare che magari alcune di voi non saranno contente, ma come ho già detto tante volte, questa era la mia idea fin dall'inizio e ho voluto restarle fedele lol.
So che avreste voluto una dichiarazione più plateale da parte di Harry, magari un bel "Ti ho sempre amata Candy, scusa sono un coglione!!" ma credo che i fatti e soprattutto i suoi gesti, parlino chiaro. Poi devo essere sincera, mi piaceva l'idea di lasciarvi carta bianca e farvi immaginare liberamente un proseguimento :)
Beeeeh, ci siamo, è arrivato il momento dei saluti e soprattutto dei ringraziamenti!!
Ci ho messo un bel po' a concludere questa storia, ma voi nonostante tutto, avete continuato a seguirla comunque. Voglio ringraziarvi per questo e per avermi detto tante cose belle su questa storia un po' particolare. Voglio ringraziare chi ha seguito, messo tra le preferite e le ricordate, chi ha recensito e chi ha letto silenziosamente Unmade bed. Per me ha significato tanto, davvero!!!
Poooooi, spero di poter tornare presto con una nuova storia, visto che ho qualche idea che bolle in pentola lol, anche se non so dirvi precisamente quando. Spero presto e spero di trovarvi di nuovo lì quando tornerò :)
Ora vado che sennò mi commuovo ahah.
GRAZIE A TUTTE RAGAZZE!!!!
Un bacione grande grande! Ciaaaao bellezzeeee, alla prossima <3 :3


  
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