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Autore: Lylawantsacracker    31/05/2014    1 recensioni
SPOILER NONA STAGIONE. AMBIENTATA SUBITO DOPO LA 9X23.
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Quale sarà il comportamento di Dean ed i suoi rapporti con Sam e Castiel? Sarà una persona completamente nuova o riuscirà a far prevalere il suo lato umano?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Nel futuro
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"You are my sunshine, my only sunshine
You make me happy when skies are grey
You'll never know dear how much I love you
Please don't take my sunshine away."








"Anche lui è morto." In quel momento, qualcosa dentro di Castiel si spezzò per sempre.
L'uomo per cui aveva combattuto, per cui si era ribellato, era stato ucciso da quella specie di parodia di angelo che si ritrovava davanti. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per rendere Dean felice; purtroppo, la felicità non era mai stata destinata ad essere posseduta dal tormentato cacciatore.
Sapeva che non l'avrebbe più rivisto. Ne era certo. Entrare in possesso del Marchio di Cain aveva fatto sì che le porte del Paradiso non si sarebbero mai aperte per Dean Winchester.
Castiel fece imprigionare Metatron, sebbene pensasse non fosse una soluzione sufficiente. Avrebbe voluto distruggerlo, strappargli ogni lembo di pelle dal corpo. Voleva farlo soffrire come soffriva lui per la perdita di Dean. Sapeva, però, che così non avrebbe ottenuto nulla. Massacrare Metatron non avrebbe riportato indietro Dean, per quanto avesse potuto sollevarlo sul momento.

 

***

 

Castiel non scendeva sulla Terra ormai da mesi. Non poteva affrontare un mondo in cui Dean Winchester non esisteva più. Aveva sentito Sam pregarlo, una volta. La sua grazia indebolita non aveva permesso di afferrare le parole, ma credeva che avesse a che fare con la morte di Dean. Sam era rimasto solo, adesso, e probabilmente aveva bisogno di conforto. Castiel si era sentito un egoista e un codardo; solo che non ci riusciva, non riusciva a tornare nel bunker. C'erano troppi ricordi legati a Dean.
Si dava da fare, però. Si stava occupando del rientro delle anime in Paradiso, quelle rimaste in sospeso per così tanto tempo. Con un sorriso triste aveva notato Kevin. Un'altra delle tante vittime in quella brutta storia.
Intanto, la sua grazia rubata gli dava sempre più problemi. Si stava indebolendo, e lui con essa. Se l'avesse trattenuta troppo a lungo sarebbe morto a causa sua.
Per questo motivo alcuni angeli avevano offerto la loro, accettando volontariamente di diventare umani.
- Castiel, accetta i nostri doni. La nostra grazia sarà più utile a te che a noi. Sei il nostro capo. - gli avevano detto.
- Non sono un capo. Sono solo un semplice angelo. - aveva ripetuto stancamente, per l'ennesima volta. Poi aveva accettato a malincuore.
Iniziò a prendersi sempre più tempo per stare da solo, isolandosi dagli altri angeli. Questi lo lasciavano in pace, comprensivi. Castiel aveva rinunciato a loro pur di salvare quell'umano, e capivano che il dolore per la sua perdita era qualcosa che non avrebbero mai potuto comprendere.
Tre mesi dopo la morte di Dean, Castiel si trovava nel suo Paradiso preferito, il martedì pomeriggio di un uomo autistico. Era un grande giardino fiorito, in cui l'uomo correva inseguendo un aquilone.*

Hannah apparì all'improvviso con aria preoccupata.
- Castiel, lo so che ultimamente vuoi stare da solo, e lo comprendo. Ma sulla Terra c'è una situazione tale da richiedere il nostro intervento, e credo che abbiamo bisogno di te.
Castiel la guardò con aria assente. - Cosa succede?
- È già da un po' di tempo che si sente di massacri atroci compiuti da demoni. - disse agitata. - Ma il numero delle vittime che non hanno stretto patti sta diventando decisamente troppo alto. Dobbiamo intervenire.
Castiel strinse gli occhi, perplesso. - Pensi che Crowley c'entri qualcosa? Non mi sembra più il tipo da uccidere così indiscriminatamente, senza alcun patto. Almeno adesso che è drogato di sangue umano.
- Infatti non crediamo sia il Re dell'Inferno a fare tutto questo. Crediamo sia un altro demone, ben più potente. Dovremmo scendere sulla Terra insieme, Castiel.
Castiel abbassò lo sguardo. - Lo sai che non posso. - mormorò.
Hanna gli mise una mano sulla spalla, guardandolo comprensiva. - Fratello, devi farlo. Molta gente sta morendo, non possiamo chiudere gli occhi. Dovresti vedere il modo in cui sono ridotte le vittime... - disse rabbrividendo. - Per favore.
L'altro sospirò. - Va bene. Andiamo subito, allora?
Hannah annuì. - Sì, ti porto nella casa delle ultime vittime.
Si materializzarono in una via piena di villette a schiera. Si diressero in quella davanti a loro.
All'interno c'erano alcuni agenti della polizia.

- Scusate, l'accesso alla scena del crimine è proibito. - disse subito un poliziotto dall'aria burbera, ma il suo collega lo fermò.
- Tranquillo Charlie, sono con noi. Sono agenti dell'FBI.
Il poliziotto guardò l'impermeabile di Castiel con disapprovazione, ma non disse nulla, e si allontanò.
- Daniel. - lo salutò Castiel.
Daniel sorrise. - Sono contento di rivederti quaggiù, Castiel. Io ho deciso di utilizzare quest'uomo come tramite in modo da poter infiltrarmi senza problemi.
La scena era piuttosto macabra. Castiel si chinò sulla pozza di sangue vicino il ragazzo sgozzato brutalmente.
- È successo da poco, vero? - mormorò. Poi osservò la vittima, e la riconobbe. Era Ed dei Ghostfacers, che aveva incontrato una volta. Si sentì dispiaciuto per la fine che aveva fatto. A poca distanza c'era anche Harry, e un uomo a cui era stato torto il collo.
L'intenso odore di zolfo non lasciava spazio a dubbi; era opera di un demone.
- Cosa ne pensi? - chiese Hannah.
Castiel scosse la testa. - Non lo so, sorella. Non so proprio da dove cominciare.
- Sai, abbiamo notato che questo demone va ad infierire su famiglie segnate da gravi omicidi.
- Una specie di sciacallo, quindi. - rispose lui pensieroso. - Forse dovremmo tenerle tutte sotto controllo.
Hannah sgranò gli occhi. - Ma sono innumerevoli!
Castiel ci pensò su. - Forse prima dovrei consultare Crowley. Magari ne sa qualcosa.
Svanì, lasciando Hannah da sola con Daniel e gli altri agenti.
Si materializzò nel luogo isolato più vicino, il cimitero locale.
- Crowley. - disse ad alta voce. - Mi devi delle spiegazioni.
Il demone apparì poco dopo, con aria segnata. Era sudato, con gli occhi stralunati; non pareva in gran forma.
- Castiel. - disse con voce roca. - Sono venuto solo perché mi hai chiamato tu. Ero nel bel mezzo di una sessione intensa di iniezione di sangue umano.
- Non mi interessa cosa stavi facendo. - rispose Castiel, gelido. - Voglio solo sapere se sai qualcosa di questo demone che se ne va in giro a compiere razzie in maniera indiscriminata.
Crowley sospirò, abbassando lo sguardo. - Sono un demone, Castiel, ma credimi, non vorrei proprio darti questa notizia.
Castiel lo osservò con gli occhi ridotti a fessure, in silenzio.
- Forse faresti meglio a seguirmi.

Si ritrovarono subito all'Inferno. Castiel si guardò intorno confuso. L'ultima volta che c'era stato era quando aveva salvato Dean Winchester dall'eterna perdizione. Il pensiero gli fece sentire un doloroso nodo in gola.
Crowley si incamminò tra le anime urlanti, avvolte dalle fiamme. Poi si fermò.
- Guarda tu stesso. - disse scansandosi, per far vedere a Castiel che gli stava dietro.

Davanti a loro c'era Dean che dilaniava un'anima incatenata, ridendo follemente. Avvertendo una presenza alle sue spalle, si voltò. I suoi occhi incrociarono subito quelli di Castiel. Si fermò, rimanendo completamente immobile. Avvertì un'ondata di sentimenti contrastanti.

Un urlo nacque nell'angelo, un urlo che non arrivò alla bocca, serrata per l'orrore. Indietreggiò, tremando visibilmente. Gli occhi dell'ex cacciatore erano del solito verde, ma lui riusciva a vedergli l'anima. Era un'anima nera, nera come la notte più cupa. Ogni singola cellula di lui bruciava, gridava, voleva andarsene da quel posto e dimenticare quello che aveva appena visto. - Non posso salvarti. - disse con voce rotta. Poi iniziò a gridare, frustrato. - Non posso salvarti, non posso più salvarti, Dean!
- Hai ragione, Cas. Ma stai pure tranquillo, non ho intenzione di essere salvato. - disse Dean con un sorriso crudele.
Castiel continuava a tremare. - Dean... - mormorò pianissimo.
Dean rise, sprezzante, mentre i suoi occhi diventavano neri. - Dean è morto.
Svanì, lasciando dietro di sè solo l'anima che stava ancora gemendo per il dolore.

L'angelo si mise le mani tra i capelli, gemendo allo stesso modo, ma per un dolore diverso.
L'aveva perso. Era vivo, eppure l'aveva perso. Il Marchio gliel'aveva portato via per sempre.
- Non posso salvarlo! - riprese ad urlare, piangendo. Poi la sua voce si fece un sussurro. - Non posso salvarlo... Non posso più salvarlo...
Crowley assisteva alla scena in completo silenzio. Poi fece un respiro profondo. - Castiel, ho parlato da poco con l'Alce. Gli ho detto che avrei cercato Cain, in modo da salvare Dean.
Castiel lo guardò allibito. - E perché mai lo faresti?
- Questo Dean non piace molto neanche a me, se devo essere sincero. Sta esagerando.
Castiel prese un respiro profondo. - Bene. Lo cercheremo insieme.
- Per adesso ci penso io. Tu vai dall'Alce. Non ha nessuno che lo controlli. - disse il Re degli Inferi scuotendo la testa. - Si sta lasciando andare parecchio. Va' da lui.**
Sam. Castiel non ci aveva pensato. In quel momento si rese conto che Crowley aveva ragione.
- Va bene, Crowley. Ma solo per il momento. - replicò. Svanì nel nulla un istante dopo.

 

Trovò Sam steso sul divano, con una birra in mano e lo sguardo perso nel vuoto. Si precipitò da lui.
- Sam? - disse scuotendolo.
Sam si riprese all'istante, osservandolo con stupore, mentre poggiava la birra a terra. - Cas? Cosa... Cosa ci fai qui? Non eri imprigionato in Paradiso?
L'angelo si sedette sul bordo del divano, sospirando. - Non sono mai stato imprigionato, Sam. O meglio, lo sono stato per qualche ora al massimo, insieme a Gadreel. Lui si è poi sacrificato, dimostrando la nostra onestà. Tutti gli angeli si sono schierati nuovamente al mio fianco, e abbiamo imprigionato Metatron. Ora ti chiederai perché non ho risposto alle tue preghiere tempo fa. Ebbene, sono stato un egoista. Non ho sentito quello che mi stavi dicendo, visto la mia grazia allora debole, ma credevo che avessi bisogno di un po' di supporto dopo la morte di Dean. Certo, ora lo so che non è morto, ma allora ero convinto che lo fosse. Sono stato un vigliacco, davvero. Non riuscivo a rimettere piede sulla terra; ero talmente preso dal mio dolore da non pensare al tuo. Mi dispiace, Sam.
Il cacciatore gli mise una mano sulla spalla con aria comprensiva. - Ehi, Cas, tranquillo. In ogni caso mi dispiace che tu non le abbia sentite; ti avevo praticamente urlato che Dean era un demone. Ti saresti evitato tre mesi in cui l'hai creduto morto.
- La situazione attuale non è affatto migliore, Sam. - rispose Castiel, nascondendosi il volto tra le mani. - Ho sempre cercato di salvarlo. Ma adesso non posso.
- Ce la faremo, in qualche modo. Vedrai. - replicò il cacciatore, incoraggiandolo. - Ci tireremo fuori anche da questo casino.
Castiel sospirò. - Tu non l'hai visto, Sam. O meglio, non hai visto la sua anima. La sua anima era così bella, così luminosa, prima. Era così pura, sebbene segnata da tanto, troppo dolore. Adesso invece... - disse. La sua voce si spezzò, mentre chiudeva gli occhi. - Ora è oscura, tetra, come le profondità più lontane degli Inferi. È un'anima da incubo.
Sam rimase senza parole. - Davvero...È davvero messo così male?
- Già. Mi dispiace, Sam. Mi dispiace così tanto. - rispose l'angelo con gli occhi lucidi. Poi si fece più deciso. - Ma sai una cosa? Ci proverò con tutte le mie forze. Proverò a salvarlo, giuro su mio Padre. Sono disposto anche a morire. So che è impossibile, ma ci devo provare.
- Lo so, Castiel. Lo sono anch'io. - disse Sam, sospirando. - Cos'ha fatto quando ti ha visto?
- Si è fermato, e mi ha guardato. Poi ha sorriso ironicamente, dicendo che non voleva essere salvato. Ha detto anche che Dean è morto.
Sam sospirò. - Si è fermato da cosa?
Castiel esitò. - Stava torturando un'anima. - disse poi, sfuggendo lo sguardo di Sam. Questi strinse gli occhi inorridito.
- Immaginavo. - disse semplicemente. Poi prese un sorso di birra dalla bottiglia che aveva ripreso da terra. Si incupì. - Sai cosa farebbe nostro padre John? Lo ucciderebbe senza esitare.
- Lo so. È quello che farebbe anche Dean stesso, se fosse in sé.
-Già. Ma io non potrei mai farlo. Lo riporteremo indietro, Cas, costi quel che costi.
Castiel annuì. Era pronto a fare qualsiasi cosa.
Dean sarebbe tornato da loro, in un modo o nell'altro.































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* Mi sono ricordata di Castiel nella 6x20, "The Man Who Would Be a King", in cui dice questa cosa c:
** Crowley che si preoccupa per Sam può apparire un po' OOC, ma ho considerato il fatto che è sotto l'effetto del sangue umano, e che comunque ha sempre provato un'attenzione speciale nei confronti del nostro caro Alce (forse è una mia impressione, ma boh)

Mi è presa la fissazione di mettere le canzoni a inizio capitolo. Questa comunque è You are my sunshine di Johnny Cash, che mi dà un sacco di Destiel feels *muore male*. Infatti l'ho utilizzata in un'altra Destiel che sto scrivendo e che non ho ancora pubblicato, in maniera mooolto più drammatica.
Masochismo is the way.
Vabbé, bando alle ciance, spero che non vi siate annoiati troppo. Fatemi sapere cosa ne pensate se vi va :)
 

 

 

  
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