Ormai l'America sa chi sono.Ieri è terminata la Semifinale, ed anziché gioire perché sono passata in finale (dico, la Finale!!), durante la riunione per decidere il brano finale e con chi duellerò,non riesco a fare a meno di chiedere al mio mentore Simon se Loro verranno.
Devono venire. Sono qui grazie a loro, che mi hanno insegnato a credere nella mia musica, a puntare sulla mia voce, a migliorarmi.
Loro, che cantano che sono bella mentre sono in casa a guardarmi male allo specchio.
Per questo la sua risposta mi distrugge.
"No, non verranno come ospiti, Mia."
Sembra voglia dire qualcos'altro, ma la delusione è troppo forte.
La sento scavare dentro di me, in un turbinio di amarezza.
Mi scuso ed esco quasi correndo, perché non voglio piangere davanti a Simon Cowell, il professionalissimo, severissimo e celebre Simon Cowell.
Mi pulisco gli occhi ma si appannano subito, e io li odio questi occhi blu che Loro non vedranno mai.
Supero un piccolo gruppo di persone senza guardarle, coprendomi la faccia con una mano, e mi dirigo verso la prima porta che vedo.
è il sottoscala dell'Arena in cui si svolge lo spettacolo. è parecchio buio, ma appena abituo i miei occhi alla vista, mi vado a rannicchiare dietro uno scatolone onde evitare di farmi vedere da qualcuno.
Sento la porta aprirsi e richiudersi, così trattengo il fiato.
"Hey, ragazza con i capelli neri, so che sei qui".
Dannazione, mi ha sgamato.
Mi schiarisco la voce rispondendo sarcasticamente a quella voce giovane e mascolina, profonda e un pò raschiata.
"Di solito se una ragazza si nasconde in un sottoscala, è perché non vuole essere disturbata."
Sento una risata soffocata. Impertinente!
"Beh, non mi è mai capiti così spesso un'occasione del genere da sapere come ci si comporta in questi casi!"
Ma cosa…
"Comunque, non mi sei sembrata molto felice mentre superavi con arroganza me e i miei amici!"
"Wow, tu si che capisci al volo le persone!"
Un'altra risatina soffocata.
I suoi occhi si devono essere abituati al buio, perché sento che si avvicina.
Mi sento ancora abbastanza sicura da sfoggiare il mio sarcasmo, finchè rimane dall'altra parte della scatola.
"E comunque, ragazzo del sottoscala, non ti sentire obbligato a rompermi le scatole."
"Vacci piano, ragazza del sottoscala, pensavo solo di poter essere d'aiuto a una damigella in difficoltà".
Sento i suoi passi ritornare verso la porta.
"Non sono il tipo che ha bisogno dell'aiuto del principe azzurro", mi ha affretto a rispondere.
"Tutte le ragazze ne hanno bisogno." 
"Sono più il genere che gli salva il culo, al principe azzurro!" ringhio stizzita.
"E a te chi ti salverà, ragazza del sottoscala?"
Sento il ragazzo uscire dalla porta e richiuderla dietro di sè.
E sono senza parole.