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Autore: mary_cyrus    01/06/2014    8 recensioni
In una giornata qualsiasi ad una ragazza qualsiasi, può cambiare la vita un fatidico incontro? E se ce ne fosse anche un secondo? E se a complicare le cose si aggiungesse una ricerca scolastica particolarmente difficile con persone sbagliate? Può in un momento di crisi interiore, un i-pod, essere la risposta alle tue domande? Non tutte le cose accadono senza un motivo...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 17- Per sempre

Libertà. Non riuscivo ancora a crederci che tutto era davvero finito. La ricerca, Sylvia, Ron…Ron. Già, con lui era realmente finito, nel vero senso della parola.
Nella mia testa suonavano ancora strane quelle parole. Ma come poteva essere accaduto? Forse, gli ultimi avvenimenti avevano leggermente cambiato le cose.
Un intenso profumo di fiori di ciliegio inebriò le mie narici, distogliendomi per un momento dai miei pensieri. Quel luogo era veramente meraviglioso, ero molto grata a Val per avermelo fatto scoprire; qui riuscivo a trovare una pace che nessun altro posto era capace di darmi. Seduta sull’erba morbidissima e perdendo lo sguardo nelle piccole increspature che il vento creava sulla superficie del Lago Nero, mi strinsi le ginocchia al petto e rimasi a fissare l’orizzonte, senza badare troppo ai molteplici e contrastanti pensieri nella mia testa.

All’improvviso avvertii un tocco leggero sulla mia spalla. Mi voltai e non riuscii a trattenere un’esclamazione di sorpresa.

“Ehi…” bastarono quelle tre lettere a farmi perdere tutte le mie numerose facoltà intellettuali, a mettermi agitazione, a farmi sentire caldo nonostante indossassi il giubbotto. Accidenti, quel ragazzo mi faceva davvero un effetto devastante!

“Cosa ci fai qui?” la domanda più banale e insensata che potesse esistere l’avevo fatta io. Sì, Hermione Granger brillava davvero in quanto a conversazioni a due!

“Ti stavo cercando” la sua voce era calma, pacata. E il dolce mezzo sorriso che accennava mi stava davvero facendo impazzire. Non ero sudata, di più!

“Cercavi me? Ma il compito lo abbiamo già consegnato” volevo risultare spiritosa, ma la verità era tutt’altra: ero nel panico più totale!

“Volevo parlarti, Hermione” disse deciso, come se non avesse neanche sentito quanto detto prima. Mi voltai verso di lui e gli feci capire che aveva la mia attenzione.

“Ecco…quello che è successo prima mi ha colpito, insomma…Weasley che dice quelle cose, io pensavo ti amasse!”

“Evidentemente pensavamo male in due…o magari eravamo entrambi confusi…” non riflettei molto sulle mie parole, e anche lui rimase interdetto.

“Ma tu…lo ami?” mi domandò molto schiettamente.

“Ti sembra una domanda da farmi, Malfoy?” sembrare indignata non era decisamente una delle mie specialità e a lui questo di certo non sfuggì.

“Sono serio, Hermione, per me è davvero importante saperlo” si era abbassato alla mia altezza, dal momento che ero rimasta seduta sull’erba, e i suoi occhi erano fissi nei miei.
Non mi sentivo più il cuore, era come se fossi stata catapultata in un’altra dimensione, in un sogno bellissimo ma che allo stesso tempo era anche un incubo, dal quale volevo svegliarmi ma nel quale, al contempo, sarei voluta rimanere per sempre.

“Io…credo di essere innamorata” non so bene per quale assurdo motivo risposi in quel modo.

“Di chi, Hermione, di chi?” aveva pronunciato quell’ultima domanda con molta più insistenza, quasi con angoscia e disperazione, avrei quasi giurato di avergli visto gli occhi lucidi.

“Di te!” basta, non ce la facevo più, ero giunta al limite. Non appena mi resi conto di quanto avevo detto, lasciai scivolare sul mio viso tutte quelle lacrime che per troppo tempo avevo trattenuto.

Ma, probabilmente, il più sorpreso fu lui, a giudicare dall’espressione sul suo volto dopo la mia risposta. Mi lasciai cadere nelle sue braccia che, seppur sorprese dalla stranezza della situazione, risposero pronte al mio gesto e mi avvolsero in un abbraccio che sembrò infinito. Avevo la testa ricurva sulla sua spalla e le dita della sua mano destra stavano delicatamente giocando con i miei capelli, arricciando un piccolo boccolo, per poi farlo ricadere sulla schiena. Percepivo la sua guancia che mi sfiorava la tempia, lasciandomi un leggerissimo bacio su di essa.

“Non avrei mai pensato di dirlo in vita mia” spezzò il silenzio lui “Ma sento di provare qualcosa di davvero forte per te…non so spiegartelo bene ma, ho bisogno di te”.

Sollevai il viso, volevo guardarlo negli occhi e perdermi nel mare che la sua iride era in grado di creare. Gli sorrisi, con ancora la pelle bagnata dalle lacrime.

“Anche io, e forse è stato proprio grazie a questo compito se ho avuto la possibilità di conoscerti meglio, e capire chi sei davvero. Sei una persona meravigliosa e la gente dovrebbe conoscerti di più per questo tuo aspetto”.

“No, Hermione, è merito tuo se sono così, sei tu che mi hai permesso di cambiare. Tu hai creduto in me, e sei stata la sola a farlo”

“Io non ho fatto niente di speciale, ho solo visto il vero Draco che si nascondeva dietro a una maschera di falsità e bugie. Quel ragazzo non eri davvero tu, non lo sei ma stato”.
Non avrei mai creduto che dentro di me si potessero nascondere pensieri di tal genere, ma dovevo aver colpito nel segno perché il mare racchiuso negli occhi del Serpeverde liberò una goccia salata, che il ragazzo tentò all’istante di far scomparire. Anche se in modo impercettibile, mi allontanò leggermente da sé e mi accarezzò una guancia con la mano.

“Sai una cosa?” mi domandò sorridente.

“Dimmela!” feci di rimando.

“Prima però devi chiudere gli occhi” non ebbe bisogno di dirmelo due volte, lo assecondai.

Inutile dire che non sentivo il mio cuore già da un bel pezzo, ma avvertii che il suo viso si faceva sempre più vicino al mio. Non ci volle molto prima di realizzare il tocco delicato delle sue labbra sulle mie. Probabilmente durò pochi secondi, ma per me fu un’eternità, cercai di assaporare ogni singolo istante di quel momento e fissarlo per sempre nella memoria.
Quando dolcemente si staccò da me, rimasi a guardarlo, a studiare ogni suo minimo particolare. Ancora non riuscivo a credere che tutto questo stesse accadendo davvero.

All’improvviso, però, fui colta da uno strano vuoto allo stomaco che indirettamente fece anche mutare l’espressione sul mio viso. Draco se ne accorse ed era sul punto di domandarmi cosa mi stesse accadendo, ma un mio gesto della mano lo anticipò.
Sollevai il mio sguardo nella sua direzione e lui parve cogliere all’istante i miei pensieri.

“Non devi dirglielo per forza se non ti senti ancora pronta” fece lui cauto.

“Draco, sono i miei migliori amici, non potrei mai nascondere loro una parte della mia vita”

“Lo capisco, ed è giusto… Però voglio che ti prendi il tempo che ti serve. Io sono qui, Hermione, e ti aspetterò per sempre, non importa quanto ci vorrà. Per sempre”

“Per sempre sempre?”

“Sempre”.

 

 

“Well you stood there with me

in the doorway

my hands shake

I’m not usually this way but

you pull me in & I’m a little more brave

it’s the first kiss, it’s flawless, really somethin’, it’s fearless”

 

Fearless – Taylor Swift

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

Afferrai la sciarpa rossa e oro con lo stemma della mia Casa e scesi le scale del dormitorio. Questa volta non c’era nessuno ad aspettarmi, avevo detto a tutti che li avrei raggiunti da sola al campo da Quidditch. Alle 15 in punto si sarebbe disputata la gara finale tra Grifondoro e Serpeverde. Ovviamente speravo con tutto il cuore che la mia Casa vincesse la coppa anche quest’anno, in modo particolare perché c’erano sia Harry che Ron a lottare per la vittoria.
Nonostante fossimo quasi in estate, il tempo degli ultimi giorni era sempre uggioso e il cielo minacciava spesso pioggia. Avevo optato per i miei jeans più comodi e una camicia a quadretti, le mie amate Converse e i capelli al loro stato naturale fermati solamente da una molletta laterale.

Procedevo lentamente, quasi come se il tempo non passasse mai e camminassi da un’eternità. Il terreno era in alcuni tratti più umido e fangoso e contrastava con il resto del giardino cosparso di fiori che conduceva fino al campo.
Gli spalti erano gremiti di studenti e professori, e si poteva percepire un certo clima che si divideva tra il teso e l’euforico. C’era una netta linea di separazione di colori, da una parte rossi-oro, dall’altra verdi-argento. Non impiegai molto a scorgere l’imponente figura del mio amico Hagrid, accanto al quale riconobbi subito quella dell’esile Ginny con la sciarpa Grifondoro legata intorno alla vita. Mi feci spazio tra gli studenti urlanti e li raggiunsi.

“Hermione, finalmente! La partita sta per cominciare!” gridò Ginny ponendo fine alla mia quiete interiore.

“Ciao Hermione, che piacere rivederti!” esclamò Hagrid. Sorrisi ad entrambi e poi chiesi la prima cosa che mi passò per la mente, giusto per non subire le mille domande che mi avrebbe fatto la mia amica poiché non avevamo più parlato.

“Tra quanto inizia?”

“Direi che mancano pochi secondi ormai” rispose prontamente Hagrid “Si preannuncia una partita impegnativa, entrambi lotteranno spietatamente per aggiudicarsi la coppa”.

“Speriamo bene…” sospirai, senza neanche soppesare troppo quando aveva appena proferito.

“C’è solo da augurarsi che i Serpeverde giochino onestamente, sappiamo di cosa sono capaci quelli pur di raggiungere i loro obiettivi!” continuò lui.

“Già…” e in quel momento il mio sguardo si spostò sulle due squadre che entravano in campo e si schieravano l’una di fronte all’altra, attendendo il fischio d’inizio per contendersi la Pluffa.

Solo pochi istanti dopo realizzai che Harry era faccia a faccia con Draco, essendo entrambi Cercatori. Accidenti, a quello non avevo pensato!
La mia reazione doveva essere stata molto evidente, in quanto Ginny si volse verso di me con aria perplessa domandandomi se andava tutto bene e io accennai prontamente con la testa.

Ma non andava tutto bene Proprio per niente.
Udii il fischio acuto che segnava l’inizio di una lunga partita, e percepii il fremito delle ali del Boccino che si liberò nell’aria in maniera quasi impercettibile.
Da quel momento in avanti, i miei occhi restarono fissi in una sola direzione: quella dei Cercatori.
Non mi perdevo una singola mossa, sia da parte di Harry che di Draco.
La partita andò avanti per un’ora circa, si alternavano punti di vantaggio tra i Gifondoro e i Serpeverde, ma sulla cattura del Boccino non c’era ancora nessuna notizia.
Percepii una goccia sul mio naso. Alzai lo sguardo e capii che aveva cominciato a piovere, il cielo era diventato scuro e coperto da dense nubi. Presto, senza quasi che ce ne rendessimo conto, un vento forte avvolse tutto lo stadio e si trasformò in una sorta di ciclone.
Silente si era alzato in piedi, soppesando l’idea di sospendere la partita, ma la sua decisione si fece attendere forse un po’ troppo, in quanto la violenza del vento disarcionò molti componenti di entrambe le squadre e alcuni altri sparirono nella nebbia creatasi.
Non ci volle molto, invece, perché il panico cominciasse a dipingersi negli occhi dei presenti. Me compresa. Avevo perso di vista i miei amici e avevo perso di vista anche lui.
Gli insegnanti si erano accordati per creare una cupola che isolasse la tempesta, ma ci avrebbero impiegato alcuni minuti. Senza conoscerne bene il motivo, sentii una forza dentro di me che mi spinse a correre, lasciando Ginny e Hagrid senza parole, solo con l’eco delle loro voci che urlavano il mio nome.
Correvo, contrastavo il vento e strizzavo gli occhi per cercare di vedere qualcosa. Ma la direzione che avevo inconsciamente deciso di prendere era una sola: il campo.
Quando finalmente mi trovai al centro, procedendo a grandi passi riuscivo solamente a scorgere delle sagome scure avvolte nella nebbia. Inciampai in un manico di scopa spezzato in due e non impiegai molto a riconoscerlo. “Harry!” pensai. Poco più in là, infatti, il mio migliore amico era sdraiato sull’erba, reggendosi solo sui gomiti.

“Harry! Oh mio Dio, come stai? Cosa è successo?” ero agitatissima, mi era venuto il fiatone e il cuore mi batteva all’impazzata per l’ansia.

“Hermione…sono caduto per il vento, ma non ti preoccupare…sto bene”

“Ma stai sanguinando!” e così dicendo gli passai un dito sul labbro rotto.

“Ne ho passate di peggio, davvero, sto bene. Dovresti tornare da Ginny e gli altri”

“Sei impazzito vero che io ti lasci qui?” doveva aver preso una bella botta per parlare in quel modo.

“Sono serio. Se proprio sei così testarda da voler restare, cerca gli altri e assicurati che stiano bene”

“Ron! Draco!” Aveva ragione! Dovevo trovarli.

“Draco..?” disse Harry con un tono quasi di sorpresa, ma io non mi soffermai molto in quanto ero già partita e gridavo a gran voce i loro nomi.

Dopo non molto, scorsi una figura a terra, completamente immobile. Mi buttai in ginocchio per capire di chi si trattasse e quando fui abbastanza vicina al suo volto mi scappò un grido di terrore.

“Draco!” mi portai le mani alla bocca per reprimerlo ma non potei fare altrettanto con le lacrime. Ero paralizzata, non si muoveva. “No, no, no! Non puoi farmi questo, no!” Gli posai una mano sul cuore e fortunatamente sentii il suo battito, seppure con una frequenza lentissima. “Ti prego, apri gli occhi, ti prego!” Lo baciai sulle labbra, sperando di avvertire una sua reazione, ma non accadde niente. Solo dopo notai che le protezioni che indossava sulla gamba destra erano state completamente lacerate e quel che rimaneva della divisa ridotta a brandelli era ricoperta di sangue.
L’orrore affiorò nei miei occhi ma non potevo assolutamente farmi prendere dal panico. Provai con tutti gli incantesimi che conoscevo ma la situazione non sembrava migliorare. Decisi allora di agire in maniera più tradizionale. Mi strappai un lembo della camicia e gli improvvisai una fasciatura sulla gamba, giusto per fermare parte del sangue.
In quel momento mi sembrò di udire la sua voce.

“Herm…ione..” Mi voltai di scatto e mi avvicinai al suo viso.

“Draco! Draco, sono qui, parlami per favore!” sussurrò nuovamente il mio nome e io gli diedi un altro bacio intenso. Avevo la pelle bagnata, un misto di lacrime e pioggia, ma dovevo essere forte.

“Adesso ti portiamo in infermeria e vedrai che tutto passerà. Tornerai a giocare come nuovo” aggiunsi anche un sorriso, benché stessi morendo dentro.

“Sei bellissima..” i suoi occhi non abbandonarono più i miei e a tentoni raggiunse la mia mano.

“Ti amo tanto…Hermione”. Non riuscii a trattenere le lacrime e strinsi forte la sua mano.

“Anche io, davvero tanto”.

Rimanemmo così per un tempo che sembrò infinito, ma furono solo pochi minuti, senza sapere cosa fare, aspettando che magari tutto passasse. Lo vidi poi contorcersi nello sforzo di infilare una mano in tasca.

“Non dovresti muoverti, peggiorerai le cose” tentai di convincerlo, ma sapevo benissimo che tipo testardo fosse. Digrignò i denti per il dolore ma parve riuscire nel suo intento. Estrasse la mano, nella quale stringeva un oggetto d’oro. Poi lo diede a me e mi chiuse la mano a pugno.

“Questo…avrei voluto dartelo dopo la partita…è molto speciale” lo sforzo sul suo volto era evidente. Aprii leggermente le dita per intravedere cosa fosse e una lunga catena sottile mi scivolò da esse. Alla sua estremità era attaccato un cuore, abbastanza grosso, tutto d’oro con alcune incisioni più scure. Notai che non era un pezzo unico ma aveva una riga lungo il perimetro. Provai allora ad aprirlo ma senza alcun successo.

“Non riuscirai a aprirlo…” lo guardai perplessa “È magico…si apre solo se…” urlò per il dolore. “Mettilo al collo…” Non esitai un solo istante e obbedii.

In quel momento le nubi si diradarono e la tempesta cessò. L’incantesimo di protezione doveva essere riuscito. Sempre con la mia mano nella sua, mi guardai attorno e quello che fino ad un’ora prima era stato il campo di Quidditch sembrava essere diventato un campo di battaglia. Molti dei giocatori di entrambe le squadre erano riversati a terra, alcuni in condizioni visibilmente peggiori di altri. Non lontano da me vidi Ron e urlai a gran voce il suo nome. Alzò un braccio e sorrise, segno che stava bene, più o meno come Harry.
La mia preoccupazione tornò dunque su Draco, che nel frattempo aveva chiuso gli occhi. “Ti prego devi resistere…per me, per noi…”.

Non ci volle molto tempo perché si mobilitassero i soccorsi per gli studenti feriti, che velocemente furono trasportati all’interno del castello.

“Mi dispiace signorina Granger, ma non può seguire il suo amico”. Fui obbligata a lasciargli la mano e vederlo allontanarsi da me. Sentii un crollo psicologico, non avrei potuto sopportare l’idea che gli accadesse qualcosa. Strinsi forte il cuore che mi aveva dato e mi chiusi in me stessa. Non volevo vedere nessuno, nessuno avrebbe potuto capirmi.

Rimasi da sola, nel campo fangoso e pieno di gente, ma che a me pareva deserto.

 



























Salve a tutti!!! Non vi aspettavate un aggiornamente così in anticipo vero??
Beh, come ho già detto più volte la storia l'ho gia scritta da anni ormai quindi non sono riuscita a resistere alla tentazione di offrirvi già l'ultimo-ma-non-ultimo capitolo!
Ci siamo, al prossimo sarà davvero la fine di questa storia...
Un po' mi rende triste l'idea, ma dall'altra parte, ogni volta che la rileggo, mi accrogo di quanto della mia vita ci sia qui dentro quindi spero sia piaciuta anche a voi tanto quanto piace a me :)
Ringrazio tutti coloro che sono stati con me in queest'avventura, nuovi e vecchi <3
Al prossimo capitolo!
  
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