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Autore: W I Z a r d    01/06/2014    7 recensioni
Sarete tutti stufi di leggere altre storie completamente diverse l'una dall'altra su Finnick ed Annie. Ma la mia è solo una prova, se non ricevo molte recensioni la butterò via e non la continuerò più, quindi mi baserò anche sul vostro parere.
Ho voluto scrivere una long fic sulla mia coppia preferita di "Hunger Games" (dopo quella di Katniss e Gale) e inventarmi come potrebbe essere accaduto il loro primo incontro, le loro prime parole, la loro amicizia che si trasformerà in amore.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VOI CHE RECENSITE/LEGGETE, SIETE FANTASTICHE!
Grazie per avermi convinto finalmente a portare avanti questa storia, ci avete messo un paio d'ore
che io, dall'euforia, mi sono già messa a scrivere il capitolo due!
Non abituatevi alla velocità in cui posto, perché andando avanti arriverò sempre più in ritardo ;)
Però adesso che il capitolo è pronto, non esito a postarlo.
Recensite quando potete e grazie mille ancora!!!
Giulia



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CAPITOLO 2. LA SFIDA, TRIDENTE E RETE DA PESCA
 

Annie stava passeggiando con sua sorella maggiore Nancy. Si tenevano per mano e camminavano lentamente quella domenica mattina, quando il sole picchiava forte. Non era ancora piena estate, ma lo sembrava.
Il fine settimana rende il Distretto sempre più affollato, soprattutto quando c’è bel tempo; la gente cerca di uscire di casa a sgranchirsi le gambe, mentre chi è stato al lavoro anche tutto l’inverno non ha tempo per riposarsi.
Il porto è sempre gremito di persone che fanno la fila per prendersi un posto per pescare, ogni due ore va via un pescatore e se ne aggiunge un altro.
Al mercato nero ci vanno invece le donne, portando con sé stracci vecchi e logori o cianfrusaglie che non servono più.
In effetti il Distretto 4 è abbastanza ricco, non come quelli dal 9 in poi, perciò cercano di tenere solo le cose che valgono di più.
Invece i bambini correvano avanti e indietro con gli amici o i fratelli, altri aiutavano i genitori. Finnick era uno di questi, sempre al porto sotto il sole con il tridente, ad imparare a pescare. Diciamo che Annie era un po’ più libera di fare quello che voleva, e vivere così la sua infanzia.
“Nancy, quando è la prossima Mietitura?” aveva chiesto Annie alla sorella mentre si sedevano a guardare i pescatori.
“Tra due settimane. Ma tu non devi preoccuparti, hai dieci anni e non puoi ancora venire estratta” rispose, facendogli una carezza sulla guancia.
“Annie!” una voce squillante le fece girare trovandosi davanti Finnick, con un tridente in mano.
“Ciao, Finnick” salutò la bambina, alzandosi in piedi.
“Tu resti qui, Ann?” chiese la sorella maggiore, in piedi a sua volta. Dopo aver ricevuto un cenno d’assenso tornò verso casa, raccomandandole di non combinare guai.
“Vieni, prima che papà mi veda!” disse lui senza farsi sentire. Anche se avrebbe provato ad urlare nessuno lo avrebbe sentito, con il fracasso che facevano i pescatori.
I due amici, una volta raggiunta la spiaggia, fecero dei sospiri di sollievo e respirarono affannosamente per la corsa.
“Perché siamo venuta qui?” chiese Annie.
“Volevo farti vedere che so pescare” dichiarò Finnick.
“Tu sai pescare?”
“Certo, Annie, non ti fidi?” la sfidò lui.
“Allora dimostramelo che lo sai fare”
“D’accordo”
Annie fece un ghigno divertito e Finnick avanzò fino a dove l’acqua del mare non raggiunse le ginocchia.
“Guarda e impara” aveva gridato.
L’amica se ne stava a riva a guardare attentamente.
Per un attimo si aspettava anche che l’amico riuscisse a prenderlo questo pesce, ma invece con il tridente riuscì a raccogliere solo un misero paio di alghe.
“Quindi questi sarebbero pesci” commentò Annie sarcastica.
“Ehi” esclamò lui indignato. “Sempre meglio di niente! E tu, dimmi, scommetto che non sai fare niente”
La sfida di quel giorno si faceva sempre più eccitante per la ragazzina. Passare una giornata col suo nuovo amico la rendeva felice.
Così Annie rispose dolcemente. “So intrecciare reti e sono molto brava. I miei genitori le fabbricano”
Finnick sorrise beffardo. “Mostramelo”
“Come vuoi, però aspetta che ne vado a prendere una da creare”
Annie fece una corsa fino a casa, mentre l’amico aspettava in riva al mare.
Arrivata nella camera di sua madre prese di nascosto una rete nuova, ancora da iniziare.
Cercando di fare il più piano possibile sgattaiolò fuori, ma non fece in tempo che suo fratello Leo la beccò.
Leo era più piccolo di Annie, ma estremamente furbo.
“Cosa fai?” chiese saltellando. Era sempre gioioso e si credeva il più forte e coraggioso della famiglia.
“Cose mie” rispose con disinvoltura la sorella.
“Cose tue?” domandò un’altra voce alle sue spalle.
Annie si voltò. Anche Tom l’aveva vista. Uno le era davanti e uno le era dietro. Trappola.
“Ops..” mormorò la bambina. “Beh, non ditelo a mamma e papà, vi prego”
Stavolta fu il turno di Annie a fare piccoli salti nervosi. Stava supplicando il fratello maggiore, che iniziò a fargli il solletico.
“Ma io non ho mai visto una bambina più dolce e birichina di te” scherzò.
“Dai, Tom, devo andare da Finnick!” gridò un po’ seccata.
“Da Finnick? È quello di ieri?” Tom scoppiò a ridere, seguito da Leo.
“Sì, è quello di ieri, Finnick Odair” Annie arrossì, ma cercò di riprendersi. “E allora? Devo fare una sfida, devo mostrargli che so intrecciare le reti!”
“Ma tu non sai intrecciare le reti” intervenne Max da dietro la porta del corridoio, un altro fratello di Annie.
“Tu.. tu non puoi saperlo! Lasciatemi andare” brontolò la piccola, sull’orlo di una crisi isterica.
“Va bene, basta. Però, Ann, non dovresti prenderle. Mamma e papà prendono soldi a fabbricarle, soldi che servono per il cibo” raccomandò Tom.
“Ma magari creandola posso aiutarli” protestò Annie.
“Non è il tuo lavoro, però” disse Leo.
“Fa lo stesso per questa volta, vai Annie” Tom la spinse un po’ fuori dalla porta. “E attenta.. non farti vedere!”
La sorellina sorrise e a tutta velocità con quelle piccole gambette magre filò da Finnick che, impaziente, giocherellava con le conchiglie che trovava in riva al mare.
“Quanto ci hai messo?” le chiese lui.
“Scusa, ma sai, i miei fratelli.. ma l’importante è che sono qua, adesso però lascia che ti mostri che sono veramente capace di intrecciare le reti”
Annie si posiziono seduta diritta, strofinò e pulì le mani sul piccolo vestitino di seta azzurra.
Fece passare gli occhi su Finnick, che la fissava incuriosito, e poi tornò ad osservare la rete.
Con le piccole e agili dita fece un piccolo nodo incerto sulla parte alta, passando di un paio di centimetri sotto con un movimento rapido del polso.
Non era perfetto questo primo nodo. Di certo se andava per venderla nessuno l’avrebbe comprata. Ma era già ad un primo passo, lei era l’unica in famiglia dopo Nancy e i genitori che sapeva intrecciare.
“Visto?” chiese con voce tremante all’amico. Sapeva che non aveva fatto un buon lavoro, ma voleva dimostrare di saper fare qualcosa.
“Lo ammetto, sei brava”
Annie strabuzzò gli occhi. Non si aspettava una cosa del genere da quel pavone pazzo di se stesso.
Ma si ricompose, facendogli capire che lei sapeva di essere capace.
“Però sei bravo anche tu a pescare. Entrambi dobbiamo imparare” disse incoraggiante la bambina.
Si era rattristata vedendo il volto di Finnick un po’ deluso, dato che in teoria la sfida l’aveva vita Annie.
“Hai ragione” annuì.
E restarono ancora un po’ a fissare il mare che mostrava grandi onde blu, che si increspavano violentemente sugli scogli e arrivavano a riva ormai stanche.
Finché il padre di Finnick non venne a rovinare quel momento. Dall’espressione i due amici l’avevano capito furioso.
“Dove diamine ti eri cacciato?” ruggì. E poi, quando si accorse anche di Annie, imprecò qualcosa che assomigliava a io mi sparo.
La bambina si fece piccola piccola e venne subito aiutata dal ragazzino, in piedi davanti a lei.
“Mi ha insegnato a fare nodi” si inventò. Beh, in parte era vero.
Però era anche una scusa davvero pessima, perché il padre si arrabbiò ancora di più, se possibile.
In genere i maschi nel Distretto 4 avrebbero dovuto solo e solamente pescare, non intrecciare reti, cose da donne.
Infatti sbuffò passandosi una mano tra i capelli.
“Finn, tu devi pescare, pescare, mio Dio! Adesso vieni, forza” lo prese per un braccio e lo costrinse a seguirlo senza nemmeno salutare Annie che, desolata, percorse la strada che l’avrebbe portata a casa.

 
  
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