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Autore: Chains_    02/06/2014    28 recensioni

N= {a, i, l, n} A= {a, i, l, n}
Allin guardò il pezzo di carta passatole dal suo compagno di banco e si accigliò, non capendo subito le sue intenzioni.
“A meno N...” Sussurrò Niall scrivendo l'operazione d'insiemistica.
“Uguale insieme vuoto.”
“I nostri nomi!” Esclamò sorpresa la ragazza.
“Sì, sono composti dalle stesse lettere.”
“E se uno viene sottratto all'altro...”
“L'altro si annulla.” Concluse Niall sorridendo.

Quando Allin ebbe la possibilità di frequentare il liceo di Mullingar, non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe stata sconvolta dalla presenza di un ragazzo. Per sfortuna gitana, acrobata nel circo di famiglia, non avrebbe voluto né potuto innamorarsi di un irlandese. Eppure fu grazie a Niall che Allin iniziò a credere in un futuro in cui essere zingara sarebbe stato solo un ricordo. Ma il peggio doveva ancora venire. I due dovevano ancora esser separati.

"Sai cosa c'è, cugina? C'è che è sempre stato A-N, non N-A. Chi vieni sottratto a chi? Ora lui sta ad XFactor ed io qui, distante chissà quanto!"

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=t652GzFXWqc
La Fanfiction prende ispirazione dal vero.
[Personaggisecondari: LittleMix, 5Sos...]
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Reflected in the stars.

Bene, finalmente il pc si è deciso a collaborare. Che dire, un capitolo di passaggio, ma fondamentale che grida speranza e voglia di vivere una vita tranquilla, che vede i due protagonisti dire addio alla tristezza, per assaporare l'allegria, seppur con l'amara consapevolezza che solo insieme saranno pienamente felici. Spero in una recensione, ma soprattuto mi auguro che non resterete deluse da ciò che leggerete, 
Buona lettura c:

PS: come sempre, siete invitate a leggere le note finali♡ 

 


“Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano."
-Dal diario di Niall.

 

* * *

 

Erano vicine, sempre più vicine. Un fascio di luce proveniente da una qualche finestra le illuminò. Allin sussultò.

“Niall.” Mormorò, la voce ovattata, ogni parola morta in gola prima di venir pronunciata.

Il cuore della ragazza si arrestò, poi iniziò a trottare, pompando il sangue così furiosamente da render percepibile il suo battere fino alle orecchie. Le spalle che si abbassavano ed alzavano senza controllo, il respiro fattosi così pesante ed affannoso da farla sembrare reduce non da una corsetta di poco più di un'ora, bensì da una vera e propria maratona contro il tempo. Ricordi, pensieri, immagini, parole mai dette incominciarono ad annebbiarle la mente. Allin si portò una mano sullo stomaco, chiuse gli occhi, il viso contrito in una smorfia di assoluto dolore. La voragine che, nell'ultimo periodo sembrava essersi ridotta ad una crepa, si stava riaprendo, divorandole le membra, logorandola da dentro. E sembrava non riuscirsi a saziare. La bionda riaprì gli occhi. Niall era ancora lì, nello stesso punto in cui l'aveva lasciato. Possibile che non si fosse mosso? Scosse la testa. Il tempo sembrava essersi arrestato non appena aveva chiuso gli occhi poco prima. Decise di muovere un passo in avanti. Il baratro che si portava dentro si ridusse un po'. Vacillando, optò per avvicinarsi ancor di più, ma poi una risata, un sorriso del ragazzo la fecero tornare al buio, al riparo dall'essere vista. Lui era felice, o almeno, sembrava felice. Chi era lei per rattristirlo, per fare di quella spensieratezza un'infinita tristezza? E allora la ragione vinse sul sentimento. "Quando ami una persona, devi lasciarla andare", raccontavano i libri. Il bene di Niall, valeva il proprio dolore? Allin acconsentì. Lasciarlo stare, sapendolo così felice si sarebbe rivelata la giusta scelta. E poco le importava se il respiro le stesse gradualmente venendo a mancare o se avesse continuato a sentirsi sola.

Il biondo l'avrebbe vista solo quando lei, per lui, sarebbe stata giusta. Intanto, le bastava vederlo continuare a ridere con i propri amici, prendendo amorevolmente in giro l'uomo del pub in cui era stato e i suoi folti baffoni. Ma, quella mattina, il destino non voleva piegarsi, senza lottare, alla sua scelta. Un rumore improvviso, probabilmente causato da un gatto, fece sì che Niall voltasse la testa verso Allin che, nella penombra, smise del tutto di respirare, per risultare più silenziosa possibile, lasciando che gli incisivi affondassero nell'umida, morbida carne del labbro inferiore. Fu allora che gli sguardi dei due ragazzi si incrociarono. Allin notò come Niall non fosse cambiato di una virgola e che, da quando si era accorto della sua presenza, non cessava di guardarla, accigliato. Quegli occhi, così azzurri, gli avevano difatti inizialmente ricordato quelli della sua Allin. Il ragazzo aveva dunque velocizzato il passo, ma quando le fu più vicino, scosse affranto la testa. “Non è lei.” Deluso, lanciò un'occhiata verso Louis ed Harry che ricambiarono lo sguardo, notando Allin solo in un secondo momento. Quando i loro occhi incrociarono i suoi, i giovani cantanti sentirono il proprio corpo gelarsi, quasi lei fosse stata in grado, con la sola presenza, di fare di quell'afosa estate un rigido inverno.

Louis schioccò la lingua al palato, "Io direi che sarebbe meglio se ci dessimo una mossa, sono quasi le quattro del mattino.", convenne poi, notando l'ora dal suo cellulare.

Gli altri due annuirono, Harry ancora perplesso dalla sensazione di tristezza che sentiva avvolgerlo, Niall frastornato da quella figura che gli sembrava tanto conosciuta quanto estranea, ma che proprio non riusciva ad inquadrare.

Così, a passo svelto, i tre amici oltrepassarono Allin, scomparendo alle sue spalle. Lei, ritrovatasi nuovamente sola, parve ritrovare la capacità di respirare

"Niall, cazzo, Niall!" Gridò, la voce tremante, così come il suo corpo. Un attimo dopo giaceva a terra, con la testa nascosta tra le ginocchia e gli occhi sbarrati, per bloccare ogni principio di lacrime, consapevole che la sua scelta, sebbene facesse male, era stata quella giusta.

 

* * *

 

Quando riuscì a trovare la forza per alzarsi da terra, spinta soprattutto dal timore di starsene lì, da sola, Allin si affrettò a tornare in hotel, chiudendosi di fretta la porta alle spalle. Aveva avuto, difatti, la bruttissima impressione di essere stata seguita. Barcollante attraversò la stanza e aprì la porta finestra, raggiungendo il balcone, illuminato di un rosato, tipico dell'alba. Stanca, la giovane sbuffò e, appoggiandosi alla ringhiera del balcone, guardò giù. Tutto sommato poteva dirsi felice per Niall, tantissimo. Era evidente anche a lei, sebbene, in un certo senso, fosse un po' fuori dal mondo che il ragazzo stava avendo molto, ma molto successo e che questo non sembrava destinato a cessare velocemente. Così passarono i minuti, il cielo divenne azzurro e la radiosveglia che teneva sul comodino suonò, avvisandola che si erano fatte le otto. Allin spalancò la bocca, rendendosi conto di essere decisamente in ritardo per vedere l'appartamento che aveva intenzione di prendere in affitto. Con velocità, indossò un corto vestitino, sulle tonalità del verde, in grado di fasciarle perfettamente le forme. Niall non glielo aveva mai visto indosso. Forse era per questo che il suo inconscio aveva optato per quell'abitino leggero. Da quando aveva deciso di porre una pietra sul passato, rifiutava di indossare o di fare qualsiasi cosa potesse ricordarle Niall. E, sì, in momenti di lucidità si chiedeva che diamine le passasse per la testa, dandosi della stupida. Eppure, nel guardarsi allo specchio non poté evitare di sorridere perché non c'era proprio nulla che la facesse pensare ad altro che non fosse il futuro e la legasse al passato. Legandosi i lunghi capelli biondi, la ragazza uscì dal bagno, per poi tornarvi dopo aver indossato il suo paio di converse verde mela, colorando così di un adorabile color pesca le guance diafane sulle quali, a causa della stagione, stavano spuntando alcune chiare efelidi. Era pronta per cominciare la sua giornata, alla fine di cui la sua vita sarebbe cambiata, ancora.

 

* * *

 

"E questo sì, è l'appartamento." Affermò l'agente immobiliare, con formale entusiasmo. Mrs Delsy, quarant'anni e poco più, era una donna assolutamente dal bell'aspetto, che dimostrava esser molto più giovane. Occhi chiari, capelli scuri, in contrasto con la pelle rosata -tipicamente inglese- corpo dalle forme pronunciate; si muoveva con sicurezza nell'ambiente immobiliare che stava proponendo ad Allin, nel proprio tailleur cenere e décolleté tacco dodici.

"È molto arioso." Commentò Allin, calatasi nella parte di una giovane, ordinaria acquirente che non sembrava affatto essere lì a Londra per nascondersi dal suo passato.

L'appartamento -come le aveva anticipato la signora in sua compagnia- era un ampio e moderno monolocale, con bagno e camera da letto ovviamente separati dalla stanza principale ed un grazioso balconcino che affacciava su una delle strade principali di Londra, dove si sarebbe rivelato molto facile anche per una straniera trovare un autobus di linea per raggiungere anche il più sperduto quartiere cittadino. Allin si fece un breve giro per l'ambiente. Un brivido le percorse la schiena, facendole venire la pelle d'oca. Incredibile quanto fosse rimasta delusa dalla reazione indifferente che aveva avuto entrandovi. Difatti, la sera prima, in hotel, aveva a lungo fantasticato su come sarebbe stato visitare per la prima volta quella che, con il tempo, avrebbe dovuto imparare chiamare 'casa', immaginandovisi a gironzolare raggiante in ogni angolo. Non aveva immaginato che quel monolocale tutto le sarebbe sembrato, ma non 'casa'. Strano, assurdo come i resti, le macerie della casetta sul l'albero, di Mullingar, le continuassero a sembrare più ospitali di quel bell'immobile.

Allin riuscì a distogliersi dai suoi malinconici pensieri. "Gentilmente, potrebbe ricordarmi quanto la proprietaria vorrebbe al mese?" Chiese poi, con dovuto rispetto.

Se, come aveva letto su un giornale, l'affitto sarebbe rimasto davvero sotto le cinquecento sterline al mese, avrebbe sicuro accettato. "D'altronde", pensò, "è prezzo ragionevole, per un appartamento così vicino al centro, già ammobiliato e ristrutturato da poco."

"Sono quattrocentonovanta sterline." Esordì l'agente immobiliare, sfogliando quello che dava l'idea di essere un infinito fascicolo di documenti. "Le consiglio vivamente di accettare, perché non troverà un rapporto qualità-prezzo così ottimale in giro."

"Sì, ha ragione. Direi che possiamo procedere con l'affitto." Convenne Allin, scrollandosi di dosso la brutta sensazione che quel luogo le sarebbe sembrato per sempre del tutto sconosciuto.

Infine, la giovane irlandese si costrinse a sorridere cordialmente, poi si apprestò a mostrare un documento, richiesto e a svolgere le pratiche per l'affitto. Quando, preceduta da Mrs Delsy, uscì in strada, il finto sorriso si trasformò in uno sincero e reso raggiante dai buoni propositi e dalla speranza. Infondo mancava davvero poco al momento in cui sarebbe riuscita finalmente a prendere le redini della sua vita. Dopo diciotto strazianti, lunghi anni.

 

* * *

 

 

"Allora, cosa le serve?" Trillò pimpante una donna da dietro la scrivania della segreteria di quella che. ad Allin, era sembrata essere la migliore tra tutte le scuole di fotografia della città.

La ragazza la squadrò per bene. Capigliatura scarmigliata, capelli chiari, pelle palesemente scurita da chissà quante lampade, abbigliamento casual e un sorriso ad illuminarle il volto, così aperto da sembrare addirittura finto.

"Vorrei sapere più informazioni su questa scuola per aspiranti fotografi. Sa, ho letto l'annuncio sul Times, ma non c'era scritto molto."

"Certo, volentieri." Iniziò la segretaria, alzandosi da dietro la scrivania. Con un gesto delicato, afferrò una brochure.

"Siamo un istituto piuttosto giovane, è piacevole vedere che stiamo riscuotendo un certo interesse." Continuò e allora fece cenno ad Alllin di seguirla. La bionda affrettò il passo, curiosando in giro.

L'edificio, se da fuori sembrava piuttosto modesto e antiquato, all'interno era sorprendentemente moderno e all'avanguardia. La lavorante le spiegò che, dopo aver preso una certificazione, avrebbe potuto esercitare la professione e, nel caso si fosse mostrata una fotografa valida, avrebbe potuto seguire un praticantato affianco ad importanti fotografi. Inoltre, parallelamente all'arte del fotografare, avrebbe imparato quella del registrare e montare video. Le aggiunse che uno studente della prima classe aveva contribuito alla registrazione di un nuovo videoclip per un cantante piuttosto famoso, nel paese, spopolato tra i giovani, ma di cui proprio non ricordava il nome. Allin le sorrise, sembrava estasiata.

"Abbiamo corsi meridiani, post meridiani e serali." Aggiunse la donna, fermandosi davanti alla porta di quello che, a parere della ragazza, sembrava essere l'ufficio del preside di quella innovativa scuola.

Mrs Collin guardò la giovane dolcemente, "Bene, questo è tutto, credo sia arrivato il momento di parlarne con il direttore." disse poi, bussando.

"Grazie mille." La salutò Allin, con un cenno di testa.

Lei ricambiò divertita, "È il mio lavoro." aggiunse.

 

* * *
 

Allin prese un respiro, così entrò nell'ufficio di Mr Maddox. L'ambiente, ordinato e moderno, dai colori tenui, sembrava riflettere completamente la sua persona. Lui era un uomo sui cinquanta, assolutamente dal piacevole aspetto, dai capelli biondo cenere, con un filo di barba ordinata ad incorniciargli il volto. Gli occhi azzurri vicino ai quali, quando sorrideva, gli si formavano piccole rughe di espressione, un fisico atletico e slanciato, vestito da jeans e cravatta gli davano inoltre l'impressione di non esser poi molto formale e distaccato come la bionda aveva paura che fosse

"Signorina, come posso esserle d'aiuto?" La salutò lui, cogliendola intenta ad osservarlo.

Allin, impacciata, si sedette sulla poltroncina posta avanti alla scrivania dal piano in vetro. "Vorrei iniziare a frequentare quest'accademia, ne sono completamente impressionata."

Mr Maddox le sorrise, "Quale piacere!" esclamò. "Mi servono un documento e il diploma, anche il passaporto può andare." Aggiunse poi.

Allin impallidì. Pensare che quelli che avrebbe dato fossero documenti falsi la agitava. Non aveva iniziato neanche il quarto anno di liceo e, secondo le carte, invece, aveva finito gli studi in modo brillante. Inoltre, per forza di cose, Jason aveva dovuto darle due anni in più. "Ecco qui."

Il direttore, davanti a lei, le prese tutti i fogli che aveva tra le mani, esaminandoli. "Perfetto." Mormorò soddisfatto, "Diplomata con il massimo dei voti, sono strabiliato!", aggiunse.

Allin gesticolò con nonchalance, sperando improvvisamente di essere una valida attrice. "È stato faticoso, molto, ma me la sono sempre cavata, a scuola."

"Clarylin Mason, vent'anni, originaria della Scozia, trasferitasi qui appena qualche giorno fa, subito dopo essersi diplomata." Osservò il direttore, chiedendo implicita conferma.

"Esatto." Questa, non tardò ad arrivare.

"Bene, ha tutte le carte in regola."

"Quanto durerebbero questi studi?"

Mr Maddox apparve soddisfatto dalla curiosità della giovane. "Un anno e sei mesi è la durata delle lezioni vere e proprie. Poi c'è un periodo di uno o due anni di tirocinio, al seguito del quale otterrà il diploma per esercitare liberamente la professione, individualmente, o presso un'agenzia, cosa che credo le abbia già accennato la nostra segretaria."

Allin si fece due calcoli, quindi sorrise. "Okay, è davvero perfetto." Affermò.

"Bene, allora uscendo prenda la lista di orari delle sue lezioni. Si trova vicino alla bacheca, in segreteria. Si ricordi anche di chiedere l'ordinazione dei libri di testo a Mrs Collin." La informò l'uomo, notando di non avere più opuscoli sulla sua scrivania.

"Quando inizierò?"

Ancora una volta, il direttore si compiacque di tanta voglia di fare. "Il programma è iniziato il primo giugno, qui non si fanno pause estive, durante questo periodo, difatti, il lavoro abbonda, però, c'è da dire che ogni tanto diamo una settimana di pausa. Lei può iniziare da domani, tanto credo che presto riuscirà a rimettersi in pari." Aveva già compreso, difatti, che Allin, con la sua sana caparbia avrebbe ottenuto grandi risultati.

"Grazie, arrivederci!" Esclamò lei, e balzò fuori dalla sedia, uscendo di corsa dalla stanza.

 

* * *

 

Era notte fonda quando i due ragazzi rivolsero lo sguardo al cielo. Allin intenta a leggere un libro horror -perché perdersi tra le righe dei suoi amati romantici recava troppo dolore- nel balcone dell'appartamento ancora intonso, Niall a canticchiare canzoni nella ormai sua tettoia personale. Nessuno dei due versò lacrime. Il biondo sbagliò una nota con la sua chitarra. Così, innervositosi, diede un pugno alla piattaforma su cui stava seduto, poi vi si sdraiò, i suoi occhi azzurri intenti a studiare la volta blu. Più volte sembrò ululare il suo dolore alla luna piena come un lupo solitario, concedendosi quell'attimo di intimità per gridare invano il nome di Allin, così forte da rischiare di squarciare il cielo. Anche Allin, distante infondo solo qualche chilometro da lui, si distolse dalla lettura, ammaliata dalla luce fredda ed affascinante della luna, rivolgendo poi l'attenzione alle stelle. Ne vide una luminosissima, vicino ad un'altra molto più piccola, così fioca da considerarsi spenta. La ragazza borbottò, sentendosi ancor più insignificante di quel secondo astro, confrontata con Niall. Le bastò voltare la testa, per sorridere almeno un po'. Altre due stelle, ancor più vicine delle precedenti, sprigionavano la stessa identica luce. Sembravano così perfette insieme, da non riuscire ad essere scindibili l'una dall'altra. Il suo obiettivo, ancora una volta le parve chiaro, riflesso nelle stelle. Fu in quel momento che, così la luna, così le stelle, oggetto della sua totale attenzione, vennero coperte da una scura coltre di nuvole, spostatasi a causa del vento. I due ragazzi rabbrividirono di freddo, distanti, eppure così vicini, diversi e ma simili da sentire entrambi l'esigenza di chiudersi in se stessi, nelle proprie ginocchia. Alllin rialzò per prima lo sguardo, corrucciata: una melodia familiare quanto fastidiosa si stava diffondendo da dentro l'appartamento. La ragazza dunque si alzò pigramente, rientrando in casa a passi lenti, dandosi dell'idiota per non aver compreso prima che lo stereo lasciato acceso fosse la fonte di quella musica. Quando raggiunse il salotto, il cuore le si fermò all'improvviso e a stento riuscì a trattenersi dal far spegnere l'apparecchio elettronico con un calcio. Inerme, si impose di sedersi sul divano della sala, stringendo un cuscino tra le braccia per calmarsi, mentre 'I'm yours' stava via via prendendo vita, nota dopo nota, non sembrandole più la stessa canzone che, anni prima, aveva sentito intonare dall'angelica voce del ragazzo a cui non riusciva proprio a rinunciare e per cui avrebbe lottato, giorno per giorno.

 

 

* * *

 

"Ho preso una decisione." Esordì Niall, il capo rivolto verso i suoi amici, un sorriso stampato sul volto, in quella purtroppo nuvolosa mattinata estiva.

Prima Zayn, poi gli altri, lo squadrarono attentamente. Non c'era tristezza sul suo volto, i suoi occhi non erano cupi, vacui, costantemente fissi in un punto non ben preciso come lo erano stati da sempre, sino alla sera precedente.

L'Irlandese sospirò, prendendo fiato e, soprattutto, coraggio. "Il passato è passato, ragazzi.", aggiunse con decisione.

Così, mentre Harry, Liam e Zayn sembravano a corto di parole, Louis sfoggiò un fiero sorriso. "Cosa significa, Nì?" Gli chiese, con ammirazione, sperando che le sue positive supposizioni fossero esatte.

"Significa che ho finalmente sigillato il mio cuore."

Zayn sgranò gli occhi, incredulo. "Allin?"

"Allin sta qui dentro", affermò Niall battendo due volte la mano destra sul cuore, "ma basta tristezza, basta apatia, basta merda." Concluse.

A quel punto, anche Liam sembrò riprendersi dallo sgomento iniziale. "Niall, sei stato bravissimo." Gli disse, dandogli una pacca affettuosa su una spalla.

"E se...” Mormorò Harry, impacciatamente, “E se tu conoscessi un'altra ragazza?"

Niall si strinse nelle spalle, "Non lo so, Har. Non voglio fare programmi, mi bastano quelli dei nostri manager, sinceramente."

Il riccio curvò le labbra in un sorriso comprensivo, "E se lei, tra qualche anno, tornasse? Se si presentasse ad un concerto? O ad un Meet and Greet?"

"Sarei disposto a dimenticare ogni dolore. Fosse anche stata lei a scrivermi quella cazzo di lettera, più di un anno fa e venisse da me, chiedendomi perdono." Sibilò Niall, poi rivolse lo sguardo verso l'altro, riuscendo a mantenere il controllo sul dolore. Sorrise, quando riabbassò il viso e riuscì a vedere a modo ognuno di loro, senza che la vista risultasse appannata da un velo permanente di lacrime.

Zayn e Louis si guardarono, stupidi dalle parole del loro compagno di band. "Sei fortissimo," dissero in coro, sporgendosi per abbracciarlo, seguiti poi da Harry e Liam che, commossi, si unirono alla stretta.

E forse sì, Niall in quel momento era forte, davvero.

 

* * *

“Gonzalo, devi trovarla. Al più presto possibile.” Urlò Tacho al cellulare, fuori di sé.

Il domatore di tigri incominciò ad innervosirsi. “E' difficile, okay? Devi darti una calmata.”

“Non intendo farlo.” Rispose secco il ragazzo.

“Ah, è da stamattina che venti dei miei stanno perlustrando Londra.” Aggiunse poi. “E, ovviamente, se loro la trovano prima di te, il nostro accordo salta. Niente soldi.”

“La troverò.” Gonzalo dovette trattenere una lacrima.

 

* * *

“E se dovessi cadere, chi sarebbe disposto a tendermi una mano per salvarmi?” 
-Dal diario di Allin
 


Spazio autrice

Sì, ebbene, eccoci qui. Come anticipato, in questo capitolo credo sia evidente una voglia di ricominciare a vivere da parte di Allin e Niall. Inoltre abbiamo Gonzalo sull'orlo di una crisi che, se non cambio idea, penso svilupperò nel prossimo capitolo. A proposito, mi sento buona stasera. Quindi direi che vi anticipo qualcosina. Il prossimo sarà un capitolo molto spensierato, devo dire, almeno all'inizio. La fine, difatti, sarà tutto tranne che allegra e darà il via ad un periodo piuttosto cupo della storia. Quello che avete letto fino ad ora sarà niente in confronto, sebbene il colpo di grazia avverrà tra un po'. Se ci pensate, Allin ha avuto la sensazione di essere seguita... No? Bene, direi che ora che lo lanciato il sasso, tiro via la mano e vi lascio nel dubbio ahahaha, non me ne vogliate. Vi informo che, se noterò che le visite e le recensioni saranno nella media, o -chissà- anche sopra e che quindi avrete fatto in tempo a leggere questo capitolo, aggiornerò tra dieci giorni, anziché due settimane. Spero che ce la farete a trovare tempo, anche per lasciarmi un commento, giusto per farmi capire che beh, non vi ho deluse durante questo tempo. Intanto, non posso fare altro che ringraziarvi, di cuore.
Ci becchiamo presto,
Giorgia.

   
 
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