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Autore: Siranne    02/06/2014    5 recensioni
Ricordava perfettamente di averlo visto steso, con il petto insanguinato e privo di sensi. Aveva cercato di scuoterlo per farlo rinvenire, ma notò che aveva una ferita alla testa da cui fuoriusciva copioso del sangue.
Shikamaru le disse che era meglio lasciare stare, che era impossibile che potesse essere vivo, ma lo ignorò e controllò il polso per percepire il battito, Sakura però non fu in grado di sentirlo. Fu staccata a forza dal corpo di Sasuke. La guerra era appena finita e i superstiti lasciarono i cadaveri sul campo per curare le ferite di chi ancora aveva la forza di restare attaccato alla vita. Quando alcuni ninja tornarono il giorno dopo per recuperare i corpi, all’appello mancava quello di Uchiha Sasuke.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Sayōnara Memory
Ritorno

Finalmente dopo tre giorni di marcia, riuscirono a scorgere il profilo di Konoha. Il loro ritorno non era atteso, fu una sorpresa per gli abitanti rimasti al villaggio rivedere gli shinobi.
Quella che doveva essere gioia per la vittoria della guerra e per il ritorno degli eroi, spesso si tramutava in pianto e tristezza per la maggior parte di loro perché molti dei loro cari avevano perso la vita.
Konohamaru notò la calca all’ingresso del villaggio. Riconobbe Ino, Shikamaru e altre persone.
Si avvicinò velocemente, non vedeva l’ora di rivedere Naruto, era sicuro che avesse riempito di mazzate Madara.
In mezzo alla folla riconobbe la chioma rosa di Sakura.
«Sakura!»
La ragazza si voltò e riconobbe Konohamaru che correva nella sua direzione.
«Siete fortissimi, avete vinto! Dimmi stai bene, sei ferita?» le chiese pieno di euforia.
«Sì, io sì…»
«E Naruto?»
«Konohamaru…» la Haruno non sapeva da dove iniziare, non sapeva come dire la verità al ragazzino, ma toccava a lei questo compito.
«Sapevo che avreste vinto! Anche noi qui ci siamo impegnati a difendere il villaggio. Pensa che erano arrivati dei lottatori di sumo e io e i miei compagni in due minuti gli abbiamo… Sakura?»
Si era inginocchiata per guardarlo dritto negli occhi e dirgli che Naruto non c’era più, che era morto per difenderla da una attacco di Madara.
La felicità di Konohamaru si trasformò in un volto sconvolto.
«Non è possibile, Naruto è il più forte di tutti» bofonchiò a mezza voce con le lacrime agli occhi.
Sakura istintivamente lo abbracciò, ma lui la spinse via da sé.
«Non mi toccare! E’ colpa tua se Naruto è…è morto»
Scappò via tra i singhiozzi, mentre lei rimase lì, inginocchiata.
Aveva ragione, era colpa sua, della sua inettitudine, della sua debolezza. Una debolezza non più fisica, ma mentale. Non sarebbe mai stata la copia di Tsunade perché non aveva un briciolo della sua risolutezza.
Ora che non c’erano più nemmeno i suoi compagni a darle forza, si sentiva inutile come mai prima d’ora.
 «Sakura, ma che ci fai per terra?»
La voce di sua madre la riportò alla realtà. Si gettò tra le sue braccia e si lasciò andare ad un pianto silenzioso.

 ***

Sasuke si era ormai risvegliato da tre giorni, ma non aveva mai proferito parola.
La mascherina per respirare gli era stata tolta il giorno dopo in cui aveva riaperto gli occhi, dal momento che i suoi valori vitali erano tornati normali.
Il dottore spiegò a Michiko che quella era una cosa abbastanza frequente, il ragazzo probabilmente era in uno stato confusionario e si rifiutava di parlare a degli sconosciuti.
Quella mattina aveva trascorso un’ora a parlargli, più che altro di sciocchezze come la probabilità che l’indomani piovesse o l’ultima tenda con i ricami color oro che aveva comprato.
Sperava di metterlo a proprio agio con quei discorsi, ma il massimo segnale di interesse che riceveva erano dei fugaci sguardi o dei mugugni che emetteva, non capiva se per concordare con ciò che diceva o per il dolore che provava.
Proprio mentre stava per  arrendersi anche quel giorno e andarsene a casa, sentì un mugugno più prolungato.
Ritornò sui propri passi e avvicinò l’orecchio alla bocca del ragazzo, sperando di poter captare delle parole di senso compiuto.
Lui si mise d’impegno e finalmente riuscì a porre la domanda che voleva fare da giorni: «Do-dove…mi tro…vo?»
«Allora non hai perso la parola, aspetta qui vado a chiamare il dottore»
Si era impegnato come un mulo per pronunciare quelle tre parole e nemmeno le aveva risposto.
“Aspetta qui? Come se potessi alzarmi e uscire a farmi un giro” pensò sbuffando mentalmente.
Quei giorni di totale immobilismo non giovavano al suo animo che fremeva per trovare delle risposte.
La sua mente era sveglia e attiva, al contrario del suo corpo che sembrava un macigno troppo pesante da portarsi dietro.
«Oh, quindi hai ripreso a parlare?» disse il dottore entrando con un sorriso smagliante.
Quel tizio non piaceva a Sasuke, era il tipico dottorino di campagna che si ritrovava tra le mani un miracolato che avrebbe usato per scalare la vetta e lavorare il ospedali ben più importanti di quello.
«Quindi che ha chiesto?» fece lui rivolgendosi a Michiko.
«Ha chiesto in che posto si trova?»
«Giovanotto, non l’hai capito? Sei in un ospedale. Sai cos’è?» regolò il tono della voce facendone uscire uno smielato, simile a quello che si rivolge ai bambini di tre anni.
Lo mandò a quel paese mentalmente, era inutile innervosirsi nelle sue condizioni. Si limitò a fargli notare che non era diventato un imbecille.
«So, che sono…in un ospe…dale»
«Suppongo volesse sapere in che villaggio si trova» disse Michiko rivolgendosi al medico.
«Oh, scusami figliolo. Ci troviamo a Natsugakure un ridente villaggio…»
Natsugakure. Non aveva mai sentito prima un villaggio con quel nome. Il dottore narrava la gloriosa storia di quel posto, ma un senso d’angoscia pervase l’animo di Sasuke.
Quel posto poteva esser casa sua, il posto in cui era nato oppure poteva essere capitato lì per caso. Magari qualcuno lo aveva portato lì. Qualcuno che gli ha fatto del male, evidentemente molto male viste le condizioni in cui era ridotto. O forse era colpa sua, probabilmente si era invischiato in affari loschi.
Poteva anche essere un poliziotto a questo punto. A dire il vero poteva essere tutto o niente.
Nel suo cuore aveva la piccola speranza che quella donna, con i capelli grigi raccolti in uno chignon abbozzato, potesse sapere chi era.
Nel migliore dei casi poteva essere una sua parente, magari sua nonna o, perché no, sua madre.
«… e così molti hanno deciso di smettere di essere ninja per dedicarsi ad attività più redditizie...» l’uomo continuava a parlare di sciocchezze.
Sasuke si mise a fissare Michiko, sperando che capisse che voleva parlare con lei.  
Ringraziò il cielo per la sua perspicacia, lei prontamente fermo il soliloquio del medico.
«Mi scusi dottor Haizawa, ma credo che al ragazzo non interessi la storia del villaggio» si avvicinò al letto di Sasuke «che cosa vuoi?» gli chiese poggiando una mano sulla sua testa, proprio dove aveva la fasciatura.
L’Uchiha si stupì per quel contatto. Erano tre giorni che provava aridità e freddezza, ma quella mano aveva avuto il potere di fargli percepire un certo tepore al cuore e una sensazione familiare, come se una mano che si poggiava sulla sua fronte fosse un gesto che conosceva, una prova di affetto che nel suo passato oscuro riceveva molto spesso.
La donna lo guardò con un sorriso dolce e materno, sentiva di non trovarsi più solo, voleva fidarsi di lei.
«Chi so-sono?»
Michiko rimase un attimo perplessa a quella domanda. Credette di non aver capito bene. Ciò che le fece ancora più male, fu rendersi conto di dover rispondere che non lo sapeva.
Rimase in silenzio per qualche istante.
«Non ricordi nulla?» gli fece una domanda sciocca, sperando ancora di aver frainteso le sue parole.
Il ragazzo chiuse gli occhi. Mosse lievemente il capo in segno di assenso, ma dopo quel gesto non proferì più parola, né si degno di aprire gli occhi.
La donna interpretò quel comportamento come una richiesta di voler restare solo.
Così fece, si trascinò dietro il dottore, ancora offeso per essere stato interrotto prima, e uscì dalla stanza.

Note dell'autrice:
Ciao a tutti! Innanzitutto ringrazio coloro che hanno recensito, messo tra le preferite e le seguite questa storia, mi fa davvero piacere che vi sia piaciuta :)
Spero che questo capitolo non vi deluda ;) Sakura è ritornata a Konoha, un ritorno a casa tutt'altro che sereno, però. Sasuke piano piano si sta riprendendo fisicamente, anche se la memoria ancora non vuole ritornare XD
Spero che vi sia piaciuto e ricordate di lasciare una recensioncina^^
Un bacio :*

 
   
 
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