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Autore: maicants    02/06/2014    2 recensioni
-Mi staresti dicendo che..- La ragazza deglutì. Sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene e il panico stava per prendere il sopravvento.
-Che tutti questi mesi, tutto, tutto quel che ho fatto, l'ho.. l'ho fatto con..- sussultò. Le parole le rimasero in gola aggiungendosi al groviglio delle miriadi di cose non dette. Non riusciva più a parlare
Il panico aveva preso il sopravvento.
Gli occhi blu del ragazzo, spenti, fissi sui suoi. -Sì, Sam. L'hai fatto con due persone diverse.
Genere: Dark, Erotico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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La mano di Louis scorreva dolcemente tra i capelli di Sam districandone i piccoli nodi mentre lei cercava di cacciare via le brutte immagini che prendevano forma nella sua testa sull'incidente di Claire, e cercava di addormentarsi. Ma non ce la faceva. Nonostante non fosse stata presente all'incidente, non faceva che immaginare un enorme suv nero che andava a schiantarsi contro il corpo fragile della ragazza facendola volare in aria.
E poi andarsene, lasciandola lì.
La stanza era buia, non tenendo conto della luce della luna che attraversava la finestra e risplendeva sul volto di Louis seduto al bordo del suo letto. Era la prima volta che Sam stava completamente al buio senza una lampadina accesa. Non c'era cosa di cui aveva più paura che l'oscurità, il costante presentimento di non sapere cosa l'avvolgesse.
Andare incontro a un vicolo cieco.
-Louis..-
-Sì?-
-Te la posso fare una domanda?-
Louis sghignazzò. -Me l'hai appena fatta.-
-Te ne posso fare un'altra?-
Si guardarono seriamente per qualche secondo finchè entrambi non scoppiarono a ridere, poi, il ragazzo assunse un'espressione più dolce e le sorrise. -Certo Sam, dimmi tutto.-
La ragazza si morse il labbro incerta se fargli la domanda o meno e si rese conto di sembrare un'idiota. Lei stesa al centro del letto sotto le coperte come una principessina e lui sul bordo del letto quasi attento a non sgualcire le lenzuola. Così gli fece spazio e gli fece segno di stendersi accanto a lei. Louis non parve pernsarci un attimo di più, si sfilò le scarpe e si poggiò delicatamente accanto a lei. Gli occhi verdi della ragazza andarono alla ricerca di quelli azzurro-grigi del ragazzo e quando vi si tuffarono, Sam sentì le guance andare a fuoco.
Stupide guance, non diventate rosse ora. No.
Dallo sguardo semi divertito di Louis capì che era troppo tardi così si morse la guancia e distolse lo sguardo. -Allora, tu ce l'hai una ragazza?-
Il ragazzo in tutta risposta alzò il sopracciglio, poi scoppiò a ridere rotolandosi dall'altro lato e coprendosi il viso.
-Cosa c'è da ridere?- chiese seccata.
-Ti pare che se avessi una ragazza, sarei ancora vivo dopo aver passato tutto questo tempo con te in questi ultimi giorni? O ti avrei baciata?-
Sam si sentì avvampare solo al pensiero della volta che si erano baciati dietro quel locale squallido. Le mani di Louis sulle sue cosce, sui suoi fianchi. Le sue labbra sottili. La mascella squadrata ricoperta da una leggera barbetta e gli zigomi alti, i due piccoli nei sulla guancia.  I capelli perfettamente tirati in su con qualche ciocca strategica scomposta.
-Qualcosa non va, piccola?- le chiese Louis ricomponendosi e avvicinandosi di più. La ragazza deglutì e scosse la testa.
Si sforzò di simulare una risata. -Nulla, tutto okay. Era solo curiosità.-
Quello non era Louis. Cioè, sì che era lui. Ma dov'era andato a finire il ragazzo tranquillo e noioso che non aveva mai fatto una serata di sballo totale con i suoi amici in discoteca? Quel ragazzo che con uno sguardo riusciva a rassicurarti e non trapelava nessuno di quei pensieri maschili sconci e scontati?
-Sam.-
-Sì?-
La guardava fisso, senza distogliere lo sguardo. -Te la posso fare io una domanda?-
-Dimmi.-
La guardò serio, sorreggendosi la testa con la mano e il gomito poggiato sul cuscino, e poi chiese: -Lo sai che sei bella da far paura?-
In una frazione di secondo la ragazza sentì una fitta allo stomaco e le guance andare a fuoco, deglutì e rispose a fatica. Non glielo l'aveva mai detto nessuno, di solito le facevano qualche complimento per tenerla buona mentre se la sbattevano, ma nessuno glielo aveva mai detto con tanta sincerità a parte sua mamma.
Che più che le labbra sembrava glielo avessero detto i suoi occhi.
-Che tipo di montatura ti piace? Vintage o più moderna? Dovrei portarti da un ottico.-
Il ragazzo abbassò lò sguardo e sorrise, dopodichè la riguardò e le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -Dovresti dormire, Sam.-
La ragazza annuì e si portò il lenzuolo fin sopra il collo. Intanto Louis si era alzato e si stava rimettendo i mocassini. Alla luce della luna, Sam si incantò sul profilo perfetto del ragazzo e sentì una morsa allo stomaco al pensiero di rimanere lì sola.
Con i suoi pensieri. E Claire.
-Vai..?-
Annuì.
-Non vuoi rimanere finchè non mi addormento?- Azzardò.
Louis esitò un attimo, poi le sorrise e si stese accanto a lei facendosi spazio tra le coperte e stringendola tra le sue braccia muscolose, che la ragazza non aveva mai notato.
 
***

-Non vuoi rimanere finchè non mi addormento?-
Eccola, la domanda. Fece un sorrisetto compiaciuto e le si affiancò sotto le coperte.
Nel giro di due giorni aveva creato un casino abnorme. Aveva fatto credere a lei di essersi affezionato veramente ma.. forse non era questo il problema. Forse lui le si stava affezionando veramente. E se così fosse stato, avrebbe mandato a monte tutto. Tutti i piani. Tutta la missione, e forse anche la sua vita. Lui non si doveva affezionare. No. Lui averebbe dovuto usarla e trattarla come una bambola, giocarsela a suo piacimento. Manipolarla.
La strinse più a sè sentendo dal modo in cui respirava che era ancora sveglia, e poggiò la mano sulla sua pancia.
Mugulò leggermente, poi poggiò la mano sulla mia accarezzandone il dorso. Aveva bisogno di mostrare a sè stesso di non provare nulla per lei, che era una delle tante.
Ne aveva un dannato bisogno.
Con un movimento rapido e deciso, la fece scivolare sotto di sè reggendosi con i gomiti sul materasso per evitare di starle troppo addosso. Lo  guardò spaesata. Louis avvicinò lentamente il volto a quello della ragazza strofinando delicatamente il naso contro il suo. Schiuse leggermente le labbra, il gioco era nelle sue mani ormai. Velocemente iniziò a baciarla con foga, mentre lei si sistemò sotto di lui prendendogli il viso e ricambiando il bacio.
Accadde tutto molto velocemente.
La sua mano indietreggiò lungo la schiena di Sam, alzando il suo corpo leggero versò il proprio e stringendola a sè. Gli morse il labbro e gli sfilò velocemente la maglietta.
E' questa la vera Samantha Evans?
Per un attimo Louis si trovò sorpreso di come le mani esperte di Sam si muovessero sul suo corpo e di come ogni movimento di lei trasudava sicurezza e.. esperienza? Non che Louis ci avesse pensato più di tanto, ma avrebbe scomesso la sua Lamborghini rossa che Sam fosse vergine.
Si fermò un attimo per prendere fiato e la guardò.
-Louis?- sussurrò lei col fiato corto. Era dannatamente bella, da togliere il fiato.
Chiuse un attimo gli occhi e non le rispose, sfilandole con poca delicatezza la maglietta e iniziando a baciare ogni centimetro di pelle che gli era accessibile. Quella sua bellissima pelle pallida come porcellana, diafana. Aveva anche paura a toccarla, le dava un'aria così fragile. Sceselungo il collo, il petto, la pancia, sino all’orlo dei pantaloncini che sfilò con un colpo deciso.
Sono una persona orribile.
Scacciò via quel pensiero e tornò a baciare Sam, la quale stava cercando di levargli la cintura con scarsi risultati per via della distanza troppo ridotta.
Sono una persona orribile.
 L’aiutò e si mise alle prese con il reggiseno mentre lei gli abbassava i pantaloni. Dopo qualche secondo riuscì a sfilarglielo e lo lanciò a terra. L'atmosfera era cambiata nel giro di non più di mezz'ora, e se lui era andato lì per aiutarla a dimenticare.. quale  miglior modo se non il sesso?
Ma se lui lo facevo per una sua convinzione, lei perché ci stava? Le piaceva? Come diamine aveva fatto a cacciarsi in un casino del genere? Non gli era mai successo prima d’ora, con nessuna. Perché con Sam era diverso? Non era nemmeno cosciente delle sue azioni, si soffermava troppo a pensare. E non si accorse nemmeno che dopo chissà quanto, Sam era sotto di lui a gemere mentre le sue mani gli graffiavano la schiena e lui dava delle veloci spinte dentro di lei.
Sono una persona orribile.
Continuava a baciare, mordere, e succhiare ogni millimetro di pelle di Sam a cui riusciva ad aggrapparsi. Era in uno stato di esasperazione assurdo. Voleva solo urlare di essere una persona schifosa. Voleva solo urlarle di correre via e mettersi al sicuro. Voleva solo urlarle di salvarsi. Dalla situazione in cui la stava cacciando, e da lui. E dal mostro che era diventato.
In una qualche parte del suo cervello, la sentii urlare il suo nome. La voce spezzata della ragazza echeggiò nella sua testa finchè non si accorse che non lo aveva immaginato.
Aveva esagerato.
Aveva perso il controllo, stava andando troppo veloce. Troppo forte. Aveva scaricato la sua rabbia repressa contro lei. Aveva paura. Di sè stesso. Provava odio, per sè stesso.
E pena, tanta pena per la piccola, povera, Sam.

 
 ***

Quando si svegliò sorrise consapevole che dall’altra parte del letto avrebbe trovato Louis. Si girò per poggiarsi sul suo petto, ma affondò sul lenzuolo disordinato. Di lui non c’era traccia.
-Lou..?- Azzardò con la voce assonnata.
Che sciocca, ovvio che è andato via.
Quasi si vergognò ad aver sperato che lui fosse là, con lei. Aveva addirittura chiamato il suo nome, era veramente diventata così stupida? iniziava a chiedersi come una parte di lei avesse anche solo potuto pensare che a Louis importasse.
Ma ora che ci pensava meglio, nemmeno a lei importava. Louis non le piaceva, non aveva bisogno di un ragazzo, li aveva sempre schifati i ragazzi. E poi lui era così.. così troppo noioso.
Si alzò e andò a fare una doccia per andare a scuola, cercando di non pensare alla sera prima. Era stato uno sbaglio di entrambi in un momento un po’ strano. Non erano consapevoli di quel che facevano.
Sua madre non era in casa, di nuovo. Era dai Mason a cercare di affievolire il dolore della perdita. Sam uscì di casa e optò per andare a scuola a piedi, giusto per rinfrescarsi un po' le idee. Il solo pensiero di avere il banco alla sua destra vuoto le faceva venire voglia di rompere tutto. L'unica cosa che voleva era correre in classe e abbracciare Macey, e passare l'intera giornata con lei. Senza pensare a nient'altro.
Svoltando l'angolo la ragazza si sentì strattonata e vide qualcosa, o meglio, qualcuno finirle addosso e correre oltre.
-Louis?- Lo guardò sbarrando gli occhi, e anche leggermente imbarazzata.
Lui non le rispose e la guardò spaesato come se non l'avesse mai vista prima d’ora. Aveva i capelli disordinati, un’aria trasandata, e la barba un po’ più lunga di come realmente se la ricordava. E i pantaloni della tuta. Non gli aveva mai visto con una tuta, era sempre così elegante. Si avvicinò di più, tra lo scazzata e l'incredula. Sembrava non riconoscerla.
Sam sperò vivamente che il ragazzo avesse sbattuto la testa e perso la memoria, sarebbe stato tutto più semplice.  Lo guardò negli occhi e..no. Non era possibile. Erano gli occhi, quegli occhi. Quelli della serata. Quegli occhi agghiaccianti che le erano rimasti dentro come una lama. Quelli che l'avevano fatta finire in un lago al parco, quelli.
Porca troia.
-Sono Sam..- Disse tutubante avanzando di qualche passo..
-Oh, Sam, sì. Certo che sei Sam- sorrise lui portandosi i capelli indietro. –Scusa, ho una certa fretta. Ci sentiamo, ti chiamo io.-
Corse via. La ragazza rimase immobile a guardarlo sbigottita. Che diamine gli prendeva? E quegli occhi? In quei giorni non aveva mai avuto quegli occhi. Si portò una mano alla tempia e si piegò sulle ginocchia colpita da un dolore lancinante alla testa. Era così confusa, sicuramente ciò che era successo la sera prima l'aveva stravolta.
Si rialzò diede un calcio alla lattina e imprecando continuò ad andare verso scuola.

 
***

L'acqua della doccia scorreva emettendo nebbia in tutta la cabina, e Louis cercava di non pensare a quello che era successo la notte prima. Disegnò dei cerchi e dei disegnini senza senso sul vetro della doccia, ma nulla. Nonostante avesse fretta e fosse già in ritardo non riusciva a smuoversi di lì.
Chiuse gli occhi mentre si insaponava i capelli e si impose di pensarci, non poteva sviare la situazione. Doveva affrontarla.
In poche parole, si era fatto Sam.
Motivazione, sono una testa di cazzo.
Sentì il telefono squillare ma lo ignorò, continuando a pensare a ciò che stava accadendo tra lui e quella ragazza.
Non Sam. Quella ragazza, una a caso. Quella bellissima con la pelle di carta velina, i capelli scuri, le labbra chiare e carnose, il neo sotto l'occhio destro, gli occhi verdi..
No. Quella ragazza.
I piani sin dall'inizio erano stati quelli di diventare il suo migliore amico, e poi rapirla per Tomlinson.
Ma tutto era cambiato quella sera in discoteca quando la musica e le luci si erano abbassate e lei gli aveva messo le braccia intorno al collo per ballare lentamente. Si era leccata varie volte il labbro per la stanchezza dopo aver ballato come una pazza e lui, non avevo resistito.
Quindi non era colpa sua, era stato lui, lui l'aveva baciata.
Anzi, no. Lei si era leccata il labbro in quel modo, quindi la colpa era stata sua.
Il cellulare continuava a squillare ripetutamente, così convenendo di essere anche in ritardo corse fuori dalla doccia avvolgendosi un asciugamano intorno alla vita e rispose.
-Cazzo se è bella.-
-Tomlinson?-
-Hey Austin- sghignazzò lui, con il suo unico e irripetibile ghigno da brividi.
Louis alzò un sopracciglio. -Di chi parli?-
-Samantha, non credi?-
-Ah- rispose vago. -Aspetta, dove l'hai vista?-
-Per strada.-
-E lei ha visto te?-
-Può darsi, chissà- rispose calmo, sicuramente sorrideva.
Il ragazzo in preda a una crisi iniziò a urlare. -Logan cazzo ma ti è dato di volta il cervello?-
-Logan- ripetè molto calmo. -Da quando mi chiami per nome?-
-Hai fatto una cazzata, lo sai- urlò innervosito e riattaccò. Come faceva a sapere se il fratello mentisse o meno? E se veramente era accaduto, Sam lo aveva visto? Aveva trovato il modo di parlarle?
Louis strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche. Velocemente si vestì e prima di uscire lasciò un messaggio in segreteria all'ultim
o numero delle chiamate in uscita.
"Chiedo scusa per il ritardo. Massimo quindici minuti, gli studenti sono tutti maggiorenni. Credo sapranno aspettare, no?"

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"Do you feel cold and lost in desperation ?
You build up hope
But failure's all you've known"


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Buonsalve gente.
Cavolo vorrei scrivere veramente più roba ma ho un appuntamento e sono anche molto in ritardo.
Chiedo solo veramente scusa per il ritardo, la scuola mi sta portando via tantissimo tempo.
Spero il capitolo vi piaccia, anche se siete sempre meno.

Maica.
  
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