Shinigami
Lovers
† Atto Primo †
“Minuka
Inezumi, una
deliziosa fanciulla con una lunga vita davanti. Fino a quando la mano
del
Destino non le ha rubato l’anima, trasportandola in un sonno
profondo ancor
prima che potesse rendersi conto che da lì a poco sarebbe
morta…”.
-
Che schifo, sei
nettamente peggiorato Miroku! – sbuffò Inuyasha
con sguardo annoiato. – Il capo
come al solito ti impedirà di fare il prossimo servizio per
il giornale -.
Il
ragazzo, con i capelli color
cioccolato e gli occhi di un cangiante blu, alzò il capo
stizzito. – Vorrei
vedere te a descrivere una cosa del genere! Comincio ad annoiarmi!
Muoiono
almeno cento persone al giorno! – sbottò,
infastidito.
Inuyasha
si grattò il
capo, scompigliandosi i capelli neri come la notte. Schioccò
le dita, poggiato
su una sedia in velluto scuro. Si trovavano in una sala circolare, con
una
decina di porte nere come la notte. Da una di esse spuntò
una donna vestita
elegantemente.
-
Inu-chan, carissimo! –
esclamò, mielosa, con gli occhi grigi luccicanti.
– È sempre così bello
rivederti! – continuò, correndogli incontro. Lo
abbracciò di slancio.
Miroku
alzò il capo,
schioccando un sorrisetto malizioso al suo amico. – Anche io
sono contento di
rivederti, Asuka – replicò, divertito.
Inuyasha,
sommerso da
quell’abbraccio, sbuffò silenziosamente.
– Asuka, mi fa molto piacere che
manifesti il tuo affetto… - mentì spudoratamente,
riuscendo però ad essere
convincente. – Ma come sai bene, stare qui con Miroku mi
mette una pena
incredibile… -
-
Ehi! – lo riprese, offeso,
ricominciando a scrivere con la penna d’oca nera.
-
Dunque… hai qualcosa da
farmi fare, Asuka? – borbottò, annoiato, con
ancora la ragazza in grembo.
Lei
si portò una mano al
mento, scompigliando lievemente i capelli biondissimi. –
Uhhm… per te questo ed
altro Inu-chan… ma devo trovare qualcosa di
interessante… - si alzò di scatto e
si allontanò sculettando.
Miroku
sorrise debolmente,
continuando a scrivere. – Che ne dici di…
“Il suo animo era sconvolto dal
dolore ma il suo cuore batteva ancora per l’uomo che
amava…” – recitò,
teatrale.
Inuyasha
alzò un
sopracciglio. – Stai diventando mieloso come lo zucchero,
Miroku – esalò,
socchiudendo gli occhi e sbadigliando.
Il
ragazzo gli lanciò
un’occhiataccia. – Se non ricordo male grazie a
questo ho vinto il premio come “Miglior
Scrittore Emergente del Mondo dei Morti” –
borbottò, con un sorriso furbo.
Inuyasha
stava per
zittirlo con un insulto quando Asuka rispuntò, con in mano
una pergamena. –
Voilà! Stavo per darti uno psicopatico malato di mente ma
poi il capo ha
mandato questa… - borbottò, un po’
più mogia.
Il
ragazzo dagli occhi
violacei afferrò la pergamena, riconoscendo il sigillo del
Diavolo. – Una
ragazzina?! – sbraitò, offeso. – Il capo
mi ripaga con questo dopo tutti i miei
lavori?! – tuonò, irato.
Miroku
roteò gli occhi.
-
Che noia. Incidente
d’auto e coma, bla bla bla – borbottò,
stizzito, Inuyasha. – Me ne vado.
Asuka
cominciò a
sventolare la mano, incantata, mentre Miroku rise debolmente.
Inuyasha
scomparve in una
nuvola di fumo nero.
-
Tesoro… secondo te
Kagome si riprenderà? – mormorò una
donna sulla quarantina, stringendo
calorosamente la mano al marito.
-
Certo che si – replicò
il marito, speranzoso. I suoi occhi erano puntati sul corpo della
figlia,
ricoperta di flebo e alcune escoriazioni sul volto.
La
donna si riempì di
lacrime. – Io non voglio perderla! –
urlò, sconvolta, infilando il capo
nell’incavo della spalla dell’uomo.
Si
consolarono, ignari che
Kagome Higurashi stesse per superare le porte
dell’Aldilà.
Kagome
aprì gli occhi,
confusa. Si guardò attorno, vedendo solo muri bianchi e
lenzuola bianche. Sono in ospedale?, si
chiese,
aggrottando le sopracciglia.
-
Ben svegliata – mormorò
una voce bassa e roca proprio di fianco a lei.
Si
voltò, e ad una spanna
di distanza, vide il volto di un ragazzo bellissimo. Aveva la pelle
bianca come
la neve, ed il volto ovale. I capelli erano neri come la notte, e gli
ricadevano sulla fronte, sbarazzini. Gli occhi erano altrettanto scuri,
ma
possedeva riflessi violacei. Non è
umano,
pensò, arrossendo. Era girato di profilo, sdraiato
con lei sul letto
d’ospedale, e si poggiava sul gomito destro.
-
C-chi sei? – domandò, non
riuscendo a muoversi.
Un
ghigno spuntò fra le
labbra del ragazzo. – Piacere, sono Inuyasha, uno Shinigami
della morte, ed è
tempo che io e te ci facciamo un viaggetto negl’ Inferi -.
Lei
impallidì all’istante.
– C-cosa? – domandò, sconvolta.
Il
ragazzo non smise di
sorridere sensualmente. Alzò il braccio sinistro e
schioccò le dita. Dal nulla
spuntò una catena nera come la notte, che avvolse il suo
polso e quello della
ragazza.
Kagome
spalancò gli occhi.
– Cos’è questo? E cosa vuoi da me?!
– urlò, spaventata. Si girò di scatto,
vedendo i suoi genitori che la fissavano. Ma perché nessuno
la salvava? Perché
non correvano da lei?! Calde lacrime cominciarono ad inondarle le
guance.
-
Che sciocca che sei. Sei
morta. Quello che vedi di te
è la tua
anima. Il tuo corpo è vuoto
– disse,
stucchevole. E parve talmente serio che Kagome gli credette.
-
La mia anima? – ripetè,
scombussolata, guardandosi. Era com’era sempre stata.
– Pensavo che le anime
fossero… trasparenti… o insomma…
fantasmi –.
Inuyasha
alzò un
sopracciglio cesellato. – Si certo, e poi i mostri esistono.
Ma per favore! –
sbottò, irritato. – Ora andiamo. – e
detto ciò, si alzò in piedi nel letto,
dando uno strattone alla catena.
Kagome
lo guardò,
crucciata. – Potresti essere almeno più gentile!
– sbottò, alzandosi a sua
volta. Le doleva un po’ tutto. – Ma non dovrei
essere insensibile al dolore? –
domandò.
Lui
rimase a fissarla,
come se fosse un insetto. – Anche le anime soffrono,
perché… - ma si bloccò,
vedendo che non capiva – Lasciamo perdere.
Kagome
arrossì per la
rabbia. – Ehi! Non trattarmi come una stupida! Non sono mai
morta prima d’ora!
– sbraitò, funesta.
Inuyasha
la zittì con
un’occhiata al vetriolo. – Capisco
perché il Diavolo ti ha affidato a me, sei
insopportabile! – esclamò, scocciato –
Ora stai zitta e muoviti. – Le prese il
polso incatenato e avvolse le dita nelle sue.
Lei
arrossì di botto. –
Ehi cosa stai facendo?! – sbraitò, nel panico.
Lui
la guardò, ammaliante.
– Cuciti quella boccuccia e abbracciami. – le
circondò la vita con le braccia,
stringendola a sé.
Kagome
sentì un’ondata di
freddo avvolgerla, ma le guance le andavano a fuoco. Mosse le dita
lentamente,
stringendo le vesti del ragazzo. Ora che le guardava, erano nere come
la notte.
Beh, ovvio, borbottò
dentro di se. Si
sentì a suo agio finchè non guardò
verso il basso. – AHHHHHHH!!! – lanciò
un
urlo in grado di spaccare un vetro. Stavano…
stavano… volando?!
Inuyasha
le conficcò le
dita nella schiena. – Cosa cazzo urli?! Porca miseria, mi hai
distrutto un
orecchio! – sbraitò, frustrato – Ti
avevo detto di stare zitta. Oggià… mi sono
dimenticato di dirti di chiudere gli occhi… -
mormorò, appoggiato sulla sua
spalla.
Kagome
digrignò i denti. –
Ti sei dimenticato?! – urlò, inviperita
– ma sei scemo?! A che altezza siamo?!
E poi dove mi stai portando?! – cercò di non
guardare giù ma non ci riuscì.
Tokyo era una massa scura ricoperta di luci colorate.
-
All’Inferno – esalò,
divertito – letteralmente
-.
Lei
si attaccò allo
Shinigami come una ventosa. – Non è divertente!!!
– strillò, in preda al
panico. Soffriva di vertigini!
Inuyasha
percepì il suo
tono sconvolto, e cercò di scostarla dal suo corpo per
guardarla in volto.
Kagome,
sentendosi spinta
verso l’esterno, cacciò un urlo. – Cosa
fai?! – e detto ciò si riattaccò a lui
violentemente.
-
Senti ragazzina… sei morta.
Non puoi morire due volte –
sbottò, scocciato dal fatto che lo stesse strozzando
– anche se cadi, sarà come
cadere su un materasso!
Lei
digrignò i denti. – Ma
non dicevi che le anime soffrono?! – esalò,
furiosa.
Inuyasha
roteò gli occhi.
– Ti prego, non rendere questo viaggio ancora più
pesante. Chiudi gli occhi,
rilassati… e vedrai che ti divertirai. –
mormorò, annoiato.
Kagome
aggrottò le
sopracciglia. – Mi divertirò?
Il
ragazzo sorrise
malizioso. – Noi Shinigami siamo molto bravi a convincere le
persone… - e detto
ciò le passo un dito freddo sul collo da cigno.
Lei
tremò ed arrossì
furiosamente. – Smettila subito! O… o ricomincio
ad urlare! – sbottò,
impacciata.
Lui
rise, divertito. – Ma
certo… per il tuo ultimo viaggio questo ed altro…
- e detto ciò smise di
torturarla, ma la carezzò dolcemente sulla schiena, coperta
solo dalla tunica
dell’ ospedale.
Kagome
si rilassò
velocemente, conscia che quando si sarebbe risvegliata si sarebbe
ritrovata
all’inferno.
Aprì
gli occhi, sentendo
un tintinnio. Si guardò attorno: si trovava in una stanza
circolare, con
tantissime porte. Ruotò su se stessa, osservandole, per poi
ricordarsi che si
sarebbe attorcigliata con le catena. Guardò il polso destro,
e lo ritrovò
libero.
-
Ma…! – cominciò,
cercando vicino a lei lo Shinigami. Era seduto su una poltrona di
velluto nero,
distratto. Sembrava quasi stesse sonnecchiando ad occhi aperti.
-
Ti sei svegliata,
finalmente! – borbottò – pensavo che
avrei dovuto portarti in braccio
dappertutto! – sbottò, stizzito.
Lei
gli lanciò
un’occhiataccia, ma si distrasse facilmente, inquadrando la
figura di un
ragazzo chinato su una scrivania minimale. Usava una penna
d’uccello enorme per
scrivere, e con disappunto notò che era nera. – Ma
qui non usate altro che il
nero?! – mormorò, scocciata. Almeno i muri erano
bordeaux. Sembra sangue, si disse,
rabbrividendo.
-
Il nero è molto chic! – esclamò
lo scrittore, alzando lo sguardo bluastro.
Kagome
arrossì di botto.
Era bellissimo! Si ritrovò a chiedersi se tutti quelli che
abitavano l’Inferno
fossero così belli... – Ma è
lugubre… - ribattè, sconsolata.
-
Siamo all’Inferno,
ragazzina! Cosa volevi? Rose e fiori ovunque?! – disse,
acidamente.
Kagome
lo guardò
malissimo. – Ma muori!
-
Già fatto! – le rispose,
ridendo sadicamente.
-
Eddai Inu! – prese
parola il bellissimo scrittore – è il suo primo
viaggio all’Inferno! Lasciala
tranquilla! – la difese, donandole un sorriso.
Potrei farne altri?, si chiese, con disappunto.
-
Che sciocchezza, mi ha
quasi rotto un timpano! – sbottò, con aria
dispersa. Sembrava davvero dormisse
ad occhi aperti!
Kagome
lo fissò, funesta.
– Perché tu ti sei… dimenticato
– calcò
bene quella parola – del fatto che avrei dovuto tenere gli
occhi chiusi… e sai
com’è… mi sono spaventata!
Inuyasha
fece un gesto con
la mano, come a dirle di stare zitta.
Lei
strinse i pugni,
irata. – Sei insopportabile!!! – tuonò.
Lui
assentì. – Ti pare che
per fare il mio lavoro debba essere gentile? –
replicò, sagace.
Miroku
roteò gli occhi. –
E pensare che sei lo Shinigami preferito dal Diavolo… -
borbottò.
Kagome
impallidì. – Ma… io
non dovrò… incontrare il Diavolo…
vero? – chiese, terrorizzata. Vero?!
Incontrò solo gli sguardi
divertiti dei due.
Ciao a tutti ^_^ Qualche piccola informazione, prima di tutto! Questa fan è dedicata alla mia sempai Roro, con tutta la venerazione che ho per lei *_* Inizialmente doveva essere una shot, ma direi che si è trasformata in una long fic… u.u Prende spunto dalle vicende di un manga non edito in Italia, “Shinigami Lovers” appunto, ma si evolverà in maniera diversa ed apporterò numerose modifiche ai personaggi (tenendo conto che non l’ho letto tutto XD) ^_^ (Sennò io non c’ero ò.ò NdMiro) Poi… uhm… che dire? Spero vi piaccia… mi è risultato molto semplice scriverla, e la trovo anche piacevole XD Esclusivamente una Inu/Kaggy e Sango/Miro, direi! *smile*
Oggià... dimenticavo... per chi non lo sapesse, lo Shinigami è la personificazione della morte nella mitologia giapponese. (Wikipedia serve a qualcosa!! XD)
Al
prossimo capitolo! Meg.