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Autore: _itsmeraffy_    03/06/2014    3 recensioni
"-Frankie, sai anche tu perché abbiamo già sentito quella canzone vero?- le domandai interrompendo il discorso che aveva iniziato su quanto amasse la pizza.
-Si Emma, lo so anche io!- mi rispose addentandone una fetta."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Crash

Mi svegliai la mattina dopo con un terribile mal di testa. Avevo un completo vuoto mentale su ogni avvenimento riconducibile al momento in cui avevo cominciato a bere la sera precedente. Mi guardai intorno e notai che le lenzuola del letto matrimoniale sul quale ero sdraiata erano disfatte da entrambi i lati, perciò immaginai di essere stata portata in camera da qualcuno essendo troppo ubriaca per farcela da sola. 
Mi alzai tenendo entrambe le mani sulle tempie e quando mi avvicinai al bagno, sentii bussare alla porta. Quel suono rimbombante nelle orecchie mi stava uccidendo.
-Arrivo, arrivo!- esclamai, posando la mano sulla maniglia.
-Hangover anche tu vedo!- davanti a me c’erano Gemma, Daisy e Frankie.
-Quanto ho bevuto? Non mi ricordo nulla.- camminai verso l’interno, aspettandomi che mi seguissero.
Così fu e finimmo per sederci tutte e quattro sul letto della mia stanza, lamentandoci dei terribili mal di testa.
-Hai bevuto davvero tanto Em, ma mi sembra più che ragionevole come cosa visto gli ultimi avvenimenti..- Frankie rispose alla mia domanda.
-Tra l’altro, ho trovato il letto disfatto da entrambe le parti stamattina. Qualcuna di voi mi ha riaccompagnata qui?- domandai e loro fecero tutte segno di “no” con il capo. A quel punto pensai a Luke, perché probabilmente era stato lui a prendersi cura di me.
-Qual’è il programma di questa mattina? Ashton dorme ancora, quindi suppongo che dovrò aspettare un bel po’ prima di uscire con lui- domandò Gemma.
-Mmh.. io e Niall ci vediamo con i suoi parenti, perciò vi devo abbandonare.- sapevo quanto la mia migliore amica fosse felice della sua relazione con Niall e di certo non avrei ostacolato quei momenti che poteva permettersi con lui, dato che ultimamente erano davvero pochi.
-Io voglio tingermi i capelli!- non seppi nemmeno da dove quell’idea fosse nata nella mia mente, ma lo esclamai ugualmente senza pensarci due volte.
Tutte mi guardarono abbastanza stranite, prima di dipingersi enormi sorrisi in volto.
-Mi sembra un’ottima idea e voglio aggregarmi, ma a questo punto potrebbe servirci Lou!- constatò Gemma e, in quell’esatto momento, la porta della stanza si aprì, dando spazio alla figura della persona che avevamo appena nominato.
-Stavate parlando di me?- sorrise proprio lei.
-Sì, io e Emma abbiamo intenzione di farci tingere i capelli da te. Ci fidiamo delle tue mani, perciò facci di qualsiasi colore!- parlò Gemma per entrambe e Lou si portò una mano al mento per indicarci che stava pensando.
-Uh, trovato! Ho un’idea.. seguitemi in camera mia!- si diresse verso la porta e noi ci guardammo quasi spaventate da quella sua improvvisa mossa. Salutammo Daisy e Frankie e seguimmo Lou che ci stava aspettando già con i colori che ci avrebbe applicato.
-Per te Gemma, ho pensato ad un violetto..- le disse, ottenendo la sua approvazione. -E per te Em, un viola scuro.. quasi un mogano- mi sorrise, mostrandomi una foto che aveva sul suo cellulare.
-Va bene, ci sto!- mi convinsi dopo qualche minuto. -Dopotutto, quando una donna vuole attuare un cambiamento, parte sempre dai capelli!- scherzai facendo l’occhiolino ad entrambe. 


Harry
Ero sveglio dal momento in cui avevo lasciato la camera di Emma. O meglio, mi ero svegliato nel bel mezzo della notte perché mi era sembrato di sentirla parlare nel sonno, ed in effetti così era stato. Aveva avuto un incubo ed ero andato in panico non sapendo come poterla aiutare. 
Una volta mi aveva raccontato di aver sofferto di questi brutti sogni per un po’ di tempo, dopo la morte di sua nonna a cui era moltissimo legata. Era stata da un medico per farsi aiutare quando aveva incominciato ad averne anche più di uno a notte, ma lui aveva detto semplicemente che era un problema legato all’affezione per qualcuno che esce dalla tua vita improvvisamente e che non era possibile far nulla, se non aspettare che le cose si risistemino da sole. A quel punto avevo ricollegato tutte le informazioni e avevo capito che probabilmente era colpa mia se ne stava avendo uno in quel momento. 
Non l’avevo lasciata lì da sola nel bel mezzo della notte ovviamente, ma ero tornato in camera poco prima che si svegliasse. Sapevo che non avrebbe gradito svegliarsi con me al suo fianco. Nonostante ciò, avevo intenzione di parlare con lei quel giorno; non avevo fatto altro che pensarci dal momento in cui mi ero sdraiato sul mio letto. 
Mi decisi ad andare a bussare alla sua porta quando ormai era circa mezzogiorno, sperando fosse già sveglia. Quando mi trovai lì sul corridoio ebbi qualche ripensamento, ma scacciai via ogni pensiero e proseguii facendo ciò che avevo in mente di fare.
-Arrivo!- sentii la sua voce e nel contempo ebbi l’istinto di voltarmi e rientrare nella mia stanza, ma era troppo tardi dato che lei era già lì in fronte a me.
La guardai quasi sconvolto nel notare che i suoi capelli erano di un colore diverso. Non erano più quel biondo cenere che aveva fino alla sera prima, ma erano di un viola scuro. L’unica cosa che riuscii a pensare fu che era bellissima.
-Hey.. ehm.. possiamo parlare un attimo?- potevo dire dalla sua faccia che non si sarebbe mai aspettata di trovarsi me davanti.
Mi stava guardando con la bocca semi aperta, quasi incredula.
-Sì, entra..- mi rispose quando ormai mi aveva già dato le spalle. La sua voce era piuttosto spenta rispetto al solito.
Quando la raggiunsi, si era già seduta sul letto e stava guardando verso il basso come se non volesse incrociare i suoi occhi con i miei.
-Mi piace il tuo nuovo colore…- non era ciò di cui volevo realmente parlare, ma non mi sarei mai perdonato il non averglielo detto.
-Grazie..- quasi sussurrò, sorridendo lievemente e continuando a non guardarmi.
-Non sono venuto qui a parlare di questo però..- a quel punto alzò lo sguardo e i suoi occhi di ghiaccio mi scrutarono.
-Perchè non mi hai detto che hai ricominciato ad avere gli incubi?- trovai il coraggio e finalmente mi tolsi un peso dallo stomaco. Capii che non sarebbe rimasta così calma nel momento in cui la sua espressione si incupì.
-E quando avrei dovuto dirtelo Harry? Quando non mi rispondevi ai messaggi? O quando evitavi ogni mia singola chiamata?- mi doleva dirlo, ma aveva perfettamente ragione.
-Sai bene perché l’ho fatto Em..- cosa stavo facendo? Perché le stavo dando di nuovo contro?
-No H, non lo so. Se l’avessi saputo, forse sarei riuscita a chiudere occhio da tre settimane a questa parte- sentirle confessare che era stata male e che stava male tutt’ora mi spezzò il cuore.
-Io non avrei voluto comportarmi in quel modo, ma non mi hai lasciato altra scelta. Tu e Luke sembravate così felici insieme che ho pensato che forse lui sarebbe riuscito a farti sentire meglio di quanto avessi mai fatto io! Pensavo che sarebbe stato un bene per entrambi.- ero finalmente riuscito a dirglielo.
-Te l’ho ripetuto un miliardo di volte che per me Luke è solo un amico e qual’è stato il risultato? Essere qui ancora a parlarne? Mi dispiace Harry, ma penso di averne avuto abbastanza.- sembrava essere davvero sincera. Sembrava essere stanca di tutto quello che stava succedendo.
-No Em, lasciami spiegare ti prego..- mi fece capire che non mi avrebbe ascoltato quando si diresse verso la porta e la aprì per me, indicandomi di uscire.
-Non ho intenzione di ascoltarti, quindi tanto vale che tu te ne vada..- quelle sue parole fecero davvero male.
Non era ciò che volevo.. non volevo sentirmi dire di andarmene, ma non potevo farci nulla. L’avevo ferita e lei aveva ferito me. 
-Un’ultima cosa!- richiamò la mia attenzione quando ero già intento ad entrare nella mia stanza.
-Quindi hai dormito tu con me stanotte?- mi domandò.
-Sì, sei stata tu a chiedermelo Em..- sussurrai, guardandola un’ultima volta prima che chiudesse la porta.

Non pensavo si potesse soffrire così tanto per amore, ma ciò che stavo provando in quel momento era qualcosa di indescrivibile. Non riuscivo nemmeno a connettere i miei pensieri.. ero perso, completamente perso senza di lei.

Emma

Feci scivolare la schiena contro quella porta che mi divideva dalla persona di cui più avevo bisogno. Se solo avessi avuto il coraggio, l’avrei riaperta e sarei corsa da lui, ma sapevo di aver fatto anch’io degli errori e forse aveva ragione lui quando diceva che stare lontani avrebbe fatto bene ad entrambi. 
Nonostante ciò, niente sembrava avere un senso ultimamente; L’unica cosa di cui ero certa era il dolore che sentivo spargersi in ogni singola parte del mio corpo. Rimasi lì seduta a piangere fino a quando decisi di uscire a fare un giro per la città per schiarirmi le idee. Le ragazze erano con i loro rispettivi fidanzati e si stavano godendo la giornata libera, perciò ero completamente sola con i miei pensieri.

Ero rimasta in camera a piangermi addosso per circa tre ore, perciò erano ormai le tre del pomeriggio. Entrai in un bar ed ordinai un caffè; stetti lì seduta quasi paralizzata per altre due ore, tanto che la cameriera che mi aveva servito da bere era venuta a chiedermi se fosse tutto a posto più di una volta.
Quando uscii dal locale mi sentii completamente persa, sia nel senso letterale che nel senso figurato della parola. Non mi ricordavo più come fossi arrivata in quel punto, cosa strana dato che vi ero stata moltissime volte a Dublino e la conoscevo come le mie tasche. 
Mi guardai intorno e ormai il cielo stava incominciando a scurirsi, essendo passate le cinque del pomeriggio. Fosse successo in un’altra situazione, non avrei iniziato ad andare in panico, ma quella volta fu impossibile evitarlo. Cominciai a camminare completamente a caso, sapendo che molto probabilmente avevo preso la direzione sbagliata. Avevo il viso coperto dalle lacrime e ricevevo continue occhiatacce dalle persone che mi vedevano vagare per le strade senza una meta precisa. Passò circa un’altra ora prima che mi decidessi a cercare il telefono che avevo in borsa e a digitare il primo numero che mi venisse in mente.


Harry
Non mi accorsi di essermi addormentato fino a quanto non fui svegliato dal suono del mio cellulare. Tastai con la mano il mio comodino ad occhi chiusi fino a quando trovai il telefono e fui più che sorpreso di vedere sul mio schermo una foto di Emma, che mi indicava che mi stava chiamando.
-Emma?- risposi in tono interrogativo.
-Harry?- anche lei sembrava essere sorpresa di sentire la mia voce, ma mi ci volle un secondo per capire cosa stava succedendo.
-Em.. Em.. perché stai piangendo? Cosa succede?- la sentii singhiozzare.
-H.. - sospirò. -Mi .. mi dispiace.. E’ tutta colpa mia..- sentirla piangere mi stava uccidendo.
-Emma, calmati. Respira.- cercai di farla calmare quando sentii il rumore di alcune macchine, cosa che mi fece capire che non era più in hotel.
-Dove sei? Sei uscita?- ero preoccupato e non riuscivo a nasconderlo.
-Non so dove sono Harry, penso di essermi persa.-
-Come sei arrivata dove sei ora?-
-Ero in un bar e quando sono uscita da lì non sono riuscita ad orientarmi.- incominciò a piangere ancora di più di quanto stesse già facendo.
-Ti prego, vieni a prendermi. C’è buio e ho freddo..- sembrava disperata e ciò avrebbe spiegato il motivo per cui mi stava chiedendo di raggiungerla, non l’avrebbe mai fatto se fosse stata in sé, dato ciò che era successo tra noi.
-Okay. Dimmi cosa vedi intorno a te, così mi sarà più facile trovarti.- incominciai a infilarmi il cappotto che avevo appeso ad una sedia e corsi sul corridoio fino a raggiungere l’ascensore.
-Ehm.. c’è un locale. Si chiama “Heaven”- salii su una delle auto che avevamo affittato per il tour e impostai il navigatore satellitare.
-Okay so dov’è e sono partito. Aspettami lì e non ti muovere.-
-Fai presto H..- mi stava supplicando, lo potevo capire dalla sua voce.
-Sarò lì tra pochissimo, te lo prometto. Rimani in linea, non riattaccare..- mi era mancata la sua voce.
-Okay.. oddio c’è una mach.. Harry una macchina..- 

E da quel momento non sentii più niente se non un forte schianto, che mi fece subito immaginare cosa potesse essere successo.


Emma
La mia vista era completamente annebbiata. 
Inizialmente non capii se fosse stato un blackout della mia mente, oppure se fossi veramente stata investita da quell’auto che si stava dirigendo verso il marciapiede su cui mi trovavo. 
Evidentemente quella mia situazione di incoscienza non durò poco, dato che quando riuscii a riaprire gli occhi, mi vidi accerchiata da paramedici vestiti in arancione che stavano cercando di capire in che condizioni fossi.
-Sì è ripresa!- esclamò uno di loro, notando i miei occhi semi aperti.
-Hey, come ti chiami?- questa volta fu la voce di una donna a giungere alle mie orecchie. Aveva un tono calmo e riuscii a guardarla mentre mi sorrideva.
-Emma, si chiama Emma!- non mi fu possibile rispondere poiché lo fece qualcun altro al posto mio. 
-Mi scusi, ma lei non può stare qui- un’altra voce si rivolse a a lui.
-Ma io.. io sono.. io..- in quel momento riuscii a capire di chi si trattasse, perciò alzai leggermente la schiena dalla mia posizione distesa e lo guardai.
-Può restare..- dissi con tono talmente basso, che pensavo nessuno mi avesse sentita. Al contrario però, quelle mie parole attirarono l’attenzione di tutte le persone intorno a me, che si girarono per scrutarmi.
-Ne sei sicura?- mi domandò la stessa donna di poco prima. Io mi limitai ad annuire accennando un sorriso, non staccando gli occhi da Harry.
-Bene, dovremmo portarti in ospedale per qualche accertamento ora. Non dovrebbe esserci nulla di grave, ma è la prassi- aggiunse lei.
-Ma.. ma cosa è successo?- ero ancora confusa sull’accaduto e doveva esserlo anche Harry, dato che sembrava piuttosto spaventato.
-Una macchina ad alta velocità ha invaso il marciapiede su cui ti trovavi travolgendoti.- a quel punto cominciai a ricordare. -Fortunatamente un ragazzo ci ha chiamato e, pur non essendo sicuro di cosa fosse successo, ci ha quasi supplicati di venire a controllare..- i flashback del momento dello schianto mi ritornarono in mente. Ricordai che ero al telefono con Harry, completamente persa mentalmente e fisicamente. Mentre tutto riaffiorava alla mente, incrociai di nuovo il suo sguardo. Notai che i suoi occhi erano lucidi; l’avevo visto piangere raramente, ma sembrava fosse in procinto di farlo.
-Okay, ora ti metteremo sulla barella- mi disse uno dei paramedici, sollevandomi da sotto le spalle. 
Non avevo ancora avuto il coraggio di rivolgere la parola a quel ragazzo che sembrava inerme di fronte a me, ma avrei tanto voluto farlo. Avrei voluto corrergli incontro ed abbracciarlo perché era ciò di cui avevo bisogno.
-Tu ci segui con l’auto?- fu domandato proprio a lui dalla persona che spingeva la barella su cui ero stata fatta sdraiare. 
Harry mi guardò, come per chiedere se fossi d’accordo con tutto ciò ed io annuii, nell’esatto momento in cui le porte dell’ambulanza si chiusero davanti ai miei occhi.



Buooonasera a tutte!!
So di averci messo davvero tanto questa volta, ma ho avuto qualche problema di ispirazione purtroppo.. ho riscritto questo capitolo un centinaio di volte; non ne sono ancora per nulla convinta, ma mi sono decisa a pubblicare il meno peggio!
Voi cosa ne pensate? Sicuramente mi darete ragione haha
Anyway, cosa pensate che succederà ora? E' una situazione piuttosto incasinata, non credete?
Fatemi sapere i vostri pensieri a riguardo!
Un bacione,
Raffy <3 xxxx


                      Emma                                                             Harry                                                                Gemma

                               
     
                                 Daisy                                                             Lou                                                                    Frankie
                                        
  
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