Mi scuso enormemente per il
terribile ritardo ma sono stata senza internet per più di un
mese (causa:
lavori in corso).
Vi chiedo di perdonarmi. Un
simile ritardo era fuori ogni previsione possibile.
CAPITOLO V
Zagara
Ormai da
più di un mese i
due ragazzi si incontravano costantemente condividendo un amore che
cresceva
sempre di più.
Una sera
Tenten fu
accolta nel giardinetto del loro primo incontro da un insolito profumo.
Qualcosa
di dolce e
fresco allo stesso tempo accarezzava la sua fantasia; non aveva mai
sentito
nulla di simile.
Ad
attenderla uno
scenario da favola: il vialetto, il sedile, persino le fronde del
salice erano
ornati da piccoli fiori bianchi intrecciati a tenere foglie
d’edera.
Ne colse
uno tra le mani
e lo portò più vicino al viso per gustarne a
fondo la fragranza.
- Ti
piace?
Un
piccolo sobbalzo, un
grande sorriso: quella voce, la sua
voce che aveva imparato ad amare.
- Ciao
Neji! Si è davvero
incantevole…non avevo mai visto questo fiore prima.
- Si
chiama zagara, o
anche…
Una pausa
troppo lunga.
- Si?
- Fiore
d’arancio.
Il
piccolo germoglio
sfuggì dalle dita di Tenten che corsero rapide ad
intrecciarsi con quelle di
Neji; persino lei era a conoscenza del significato del tenero bocciolo,
promessa di una felicità eterna, promessa di nozze.
- Non
avrei saputo dirlo
in un altro modo: zagara e edera, promessa di amore ed eterna
fedeltà.
Tenten
vuoi diventare mia
moglie ed essere mia fino alla fine dei nostri giorni?
Le sue
mani stringevano
con convinzione quelle della ragazza che gli stava dinnanzi, impaziente
di una
risposta che placasse i suoi dubbi.
- Neji
hai già il mio
cuore e la mi anima, e sarò felice, felice per
l’eternità perché oggi so che ho
te.
Da ora in
avanti ti dico
si, mille volte si.
Un bacio
così diverso da
quel primo contatto timido. Un bacio caldo, affamato di nuove emozioni
che non
potevano essere saziate se non con qualcosa di più.
Le labbra
si erano fatte
più pazienti, e dolci carezze che correvano lungo la pelle
compensavano il
bisogno di sentirsi più uniti.
Entrambi
sapevano di
essere arrivati ad una svolta, un nuovo punto d’inizio da
suggellare con
qualcosa di indimenticabile.
Il
desiderio reciproco li
aveva spinti nella camera del villino.
Solo
allora ebbero il
coraggio di guardarsi negli occhi, impacciati ma sicuri di
ciò che volevano.
-
Ten…io non…insomma per
me…Ten, insegnami a fare l’amore.
- Neji io
l’amore non
l’ho mai fatto, con te è
stato tutto nuovo, sei l’unica persona che mi ha regalato la
vera emozione del
primo bacio e l’unica che avrà il mio cuore oltre
che il mio corpo.
Impareremo
insieme: sarà
la prima vera volta.
Attraverso
un altro bacio
sentirono le labbra dischiudersi in un sorriso di gioia.
Piano le
dita iniziarono
ad accarezzare il risvolto che il kimono disegnava sul petto,
allontanando la
stoffa dalla pelle.
Tenten
posò teneri baci
alla base del collo mentre la casacca giaceva ormai dimenticata su una
sedia.
Accarezzò,
quasi
sfiorando la pelle del petto per poi arrivare alle spalle in un disegno
segreto.
Il
ragazzo aveva slegato
con grazia l’obi ma si tratteneva dal togliere
l’abito a Tenten.
Fu lei
quindi a far
scivolare dalle spalle il prezioso kimono di seta, regalo di Neji.
Egli si stupì
ancora una volta della bellezza
del suo corpo: aveva dimenticato la perfezione delle forme, di una
femminilità
non esagerata ma coinvolgente allo stesso tempo. Le lunghe ciocche
castane
velavano appena il seno scoperto.
Un tenue
rossore colorì
le guance della ragazza ma un abbraccio protettivo la
rassicurò, ancora una
volta…
A sua
volta Neji si
liberò degli ultimi indumenti rivelando a Tenten il corpo
amato che ora
desiderava.
Il
giaciglio accolse i
corpi vibranti di emozioni. Baci, carezze, sussurri:
Da mi basia mille, deinde centum,
Dammi mille baci, poi cento,
dein mille altera, dein secunda centum,
poi altri mille e di nuovo
cento,
deinde usque altera mille, deinde centum.
quindi
ininterrottamente altri mille e infine
cento.
Neji si
sentiva sempre
più impaziente, consapevole di essere un giovane uomo alla
sua prima esperienza;
ma l’amore per Tenten gli dettava nuove regole, una
rispettosa attesa del suo
consenso.
Infine
l’unione di due anime
in un corpo. Un dolore conosciuto che da, però, la misura di
una nuova
felicità. Gambe incrociate, bacino contro bacino, ventre
contro ventre, seno
contro petto, due volti lo stesso sorriso, un abbraccio indivisibile.
-Ten ti
amo…resta con me,
per sempre.
-il tuo,
è il mio
desiderio!
Un altro
bacio, una nuova
promessa.
- Tenten
non dobbiamo più
nasconderci: voglio sposarti alla luce del giorno e vivere apertamene
il nostro
amore. E per questo che ho bisogno di sapere se ti senti di affrontare
con me mio
zio.
- Vuoi
presentarmi a tuo
zio come tua fidanzata?
-L’ho
sempre sostenuto
che sei intelligente e perspicace- un sorriso tirato a nascondere
l’apprensione.
- Va bene
Neji, se
restiamo uniti possiamo affrontarlo, e a quando
l’incontro?-tono ironico.
- Oggi
stesso.
TU-TUM TU-TUM TU-TU-TU-TUM
Il rumore
assordante dei
battiti accelerati fagocita quello dei pesanti cardini della villa.
- Mandate
a chiamare mio
zio, ho urgente bisogno di conferire con lui.- un comando e il
maggiordomo, con
un inchino, si allontana.
Da una
finestra in
penombra il padrone di casa osserva la figura che sta varcando la
soglia di
casa sua; no, non lA ma lE ombre che si stanno addentrando nella dimora.
Un
sentimento di rabbia
improvvisa si sprigiona dal subconscio; un’occhiata
più attenta e tutto si fa
chiaro: le assenze notturne del nipote, il tornare all’alba,
il volto segnato
dalla stanchezza e al contempo dall’ombra di un sorriso,
l’impossibilità di
avere TENTEN.
E
così è stato lui? Lui
che ha sottratto il suo passatempo preferito. Lui che in una guerra
tacita gli
ha giocato forse l’unico scacco mai subito. Lui di cui ora
deve vendicarsi.
Una
vendetta lenta, meditata,
soppesata. Celata da benevola riconciliazione.
-Neji!
È ancora molto
presto, sono appena le sette del mattino. Perché mi hai
fatto chiamare?
-
Buongiorno zio. Ho
bisogno di parlare con voi. Anzi abbiamo bisogno di parlare con voi.
Uno
sguardo interrogativo,
Neji si scosta appena e appare una seconda figura, una ragazza.
- Lei?
Cosa ci fa lei
qui, con te?
-
LEI,zio, si chiama
Tenten- un respiro profondo- ed è la mia fidanzata.
-
Fidanzata? Questa
parola presuppone un futuro legame coniugale…
- si,
zio. Ed è per
questo che oggi siamo qui. Per ricevere la vostra benedizione.
Tenten
non ha aperto
bocca dal momento in cui il servo ha aperto il cancello. Quella villa
è legata
a ricordi angosciosi e
la vista di
quell’uomo le fa perdere tutto il coraggio che aveva raccolto
per sé e per
Neji. Solo il saldo legame delle mani le impedisce di perdersi
nell’incubo. A
pochi passi li sente parlare senza percepire il significato delle
parole.
Suoni, sentenze di un futuro in bilico.
Il
perfetto autocontrollo
gli consente la risposta più lontana dai suoi pensieri:
- Che
dire, nipote. Una
donna sposa il marito che il padre le mette al fianco. Ma tu sei un
uomo, ed
hai anche l’età per prendere questa decisione da
solo. E sia. Ma non chiedere
la mia benedizione: non è in mio potere concedervele, come
non ho la facoltà di
dividervi.
- Non mi
sarei aspettato
una simile accondiscendenza. Vi ringrazio per questo. Come avere
puntualizzato,
è ancora molto presto; se desiderate potete anche ritirarvi.
Grazie per il
tempo che ci avete dedicato.
Hiashi si
allontana senza
salutare. Ma forse è il comportamento freddo
l’unica cosa che Neji scorge di
reale. Tutto io resto è nebbia…perché
quest’arrendevolezza? Sicuramente, pensa,
lo zio coglierà l’occasione per diseredarlo. Ma
non importa, il riconoscimento
formale della loro unione è avvenuto; manca quello ufficiale.
Appena
Hiashi esce dal
campo visivo si spezza l’illusione. Tetnen torna alla
realtà, niente più ombre
confuse, solo il sorriso di Neji che comunica l’assenso dello
zio.
- Tenten,
ho una sorpresa
per te, ma ci vorrà qualche ora. Ti senti di restare qui ad
aspettarmi?
- Quante
sorprese, e
tutte in un giorno! non vorrai farmi morire di felicità?-un
sorriso raggiante-
Va bene, e poi sai, per te potrei anche attendere per
l’eternità.
Con un
bacio Neji si
allontana.
- Al
Tempio- ordina al
cocchiere. La carrozza parte spedita, una corsa verso la
felicità.
Nel
silenzio del salone
Tenten sente dei passi avvicinarsi, o è la sua immaginazione?
Ma
è ancora
l’immaginazione a farla prigioniera di braccia irruente, a
trascinarla
scalciante in un’altra stanza?
Hiashi la
getta con forza
sul suo letto, così come aveva fatto molto tempo prima. Con
una mano le copre
la bocca; la sua, sibila parole velenose:
- Cosa
credevi, puttana?
Che mi sarei fatto beffare così da due mocciosi sprovveduti?
Che avrei permesso
a quel degenere di mio nipote di infangare il nome degli Hyuga? Non gli
è
concesso prendere ciò che mi appartiene. E presto ne
avrà la prova.
La casa
è sorda alle urla
di Tenten, cieca alla violenza di Hiashi che ancora una volta, senza
permesso, prende
quel corpo per farlo
bruciare con la sua anima.
Sul
pavimento di marmo un
piccolo fiore bianco, un germoglio di zagare sfuggito dai capelli della
ragazza, calpestato dalla furia dell’uomo.
Spero
di
aver accontentato celiane4ever anche se mi
è
venuto particolarmente difficile descrivere la scena d’amore
(il lemon non è
decisamente il mio campo!).
Anche
ramiza aveva visto giusto con la promessa di
matrimonio!!!beh come è
andata a finire purtroppo è abbastanza evidente. Ma non
bisogna dimenticare che
la storia è triste…ringrazio anche BrideOfTheWind
per la recensione!
Come sempre grazie
anche a chi legge e a chi ha
aggiunto la storia ai preferiti!
Ah tenevo a precisare
che il titolo è un omaggio
alla mia Sicilia!!! Chi di voi conosceva il nome dei famosi fiori
d’arancio?!
Al prossimo
capitolo!!!!
Ps il prox cap
sarà quasi sicuramente l’ultimo…io
ho già in mente come deve finire ma non si sa
mai…potrei sempre cambiare idea…allora,
cosa preferite il brutto o il lieto fine?per favore considerate la
storia e
soppesate la risposta!!!
1000grazie e
grazie1000!