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Autore: IMmatura    04/06/2014    4 recensioni
Chi non ricorda l'episodio 12 della prima serie di Hetalia. Diciamoci la verità, ce lo ricordiamo tutti solo per un motivo: la proposta matrimoniale fallita di Francia ad Inghilterra...
Ma se le cose fossero andate diversamente? Cosa sarebbe successo se Francis non si fosse rassegnato?
Racconto di un improbabile matrimonio e delle mille catastrofi necessarie ad arrivarci, tra gelosie, malintesi, Nazioni shipper di passaggio e tanto FrUK!
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hidekaz Himaruya; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 

 

scenes from a (crazy) wedding - des scènes d'un (fou) mariage 

 

 

"CAPITOLO 2"

ovvero UNA SECONDA CHANCE PER FRANCIS

I corridoi dell’ospedale erano impregnati dell’odore di disinfettante, mentre il colore delle pareti sembrava di un pallore mortale. Prussia, cercando di conservare l’altero e drammatico contegno che imponeva la circostanza, percorreva uno di questi con passo svelto. La chiamata di Spagna (di cui ricordava solo: Scozia, ospedale ed emergenza) l’avevano sinceramente preoccupato.

-Gilbert!-

L’albino deglutì, vedendo Antonio, dato che aveva un’espressione inquietante: era maledettamente serio. Sentì sopra la sua testa un pigolio terrorizzato di Gilbird e, mentalmente, sperò che la sua magnificenza celasse bene lo stato di shock in cui si trovava.

-Ho bisogno del tuo aiuto.- annunciò lo spagnolo, saltando i convenevoli, ed afferrandolo per un braccio. Parlava col tono cupo e allo stesso tempo sussurrato del cospiratore.

-Fammi capire, Francis è appena stato ricoverato in ospedale e tu mi hai chiamato per questo?-

-Si, lo so che avevo promesso...però...- prese a difendersi- devi aiutarmi ad impedire quest'eresia! La mia “bambina” non può suonare per quell'inglese! Quindi adesso approfittiamo del fatto che Francis è sotto sedativi e ci riprendiamo Consuelo...-

Le aveva anche dato un nome? Gilbert si passò una mano sul volto, cercando di riportare il discorso su dei binari sensati...

-Ma esattamente che gli ha fatto Scozia?-

-Alla chitarra?-

-Ma no, a Francia!- sbraitò.

- Ah, beh...Hai presente la tradizione del lancio del tronco...-

-Mein Gott...non dirmi che l’ha centrato?-

In effetti, nella stanza d’ospedale, riverso su un lettino in stato di dormiveglia c’era Francis con una vistosa tumefazione al lato del viso e un bernoccolo poco più dietro della tempia. Da qui Gilbert dedusse la risposta alla sua domanda. Antonio invece gli mormorò all’orecchio di distrarlo, dato che dovevano agire in fretta, prima del finire dell’effetto del sonnifero.

-Ma la finisci con questa storia?!-

Quel battibecco voleva essere sussurrato, ma risvegliò definitivamente il francese, che puntandosi sui gomiti si tirò su.

 - A-allora, Frankreich, come ti senti?-

-Non molto bene...-

-Ci hai fatto prendere un brutto spavento, lo sai? Credevo di dover assistere al tuo funerale...ho anche annullato i miei magnifici impegni per te...-

Francia era indeciso se ringraziare della preoccupazione o scusarsi di non essere morto, ma optò per la prima opzione. Era certo che innervosirsi in quel momento gli avrebbe procurato un’emicrania atroce. Inoltre Gilbert era fatto così.

-Dove ti ha colpito?-

-Qui.- spiegò Francis, indicando l’occhio nero -E ricadendo il tronco mi ha schiacciato la gamba...ma niente di grave, per me. Per fortuna non è rimasto coinvolto nessun musicista.-

-Già, su un essere umano normale un tronco in testa non ha un bell’effetto.-

-Oui.-

Durante questa ripetitiva ed inutile conversazione, che gridava “DIVERSIVO!” a metri di distanza, quatto quatto Antonio aggirò senza farsi vedere il letto del malato, avvicinandosi al comodino a cui era appoggiata la sua dolce compagna. Pochi altri passi, in punta di piedi e...

-Non pensarci nemmeno, Spagna!- saltò su Francis, voltandosi di scatto e artigliandogli il braccio con una mano. Entrambi sfoggiavano espressioni decisamente agguerrite, il gelo era calato e niente sembrava poter impedire lo scoppio di una nuova guerra. Tanto più che Gilbert aveva deciso di non rischiare ulteriormente la propria magnificenza e, appoggiato al muro, godersi lo spettacolo dall’altro della sua superiorità.

Provvidenzialmente entrò un’infermiera e segnalò che c’era una telefonata per il signor Bonnefoy. Il paziente si ricompose e, regalando un affascinante (si fa per dire, nello stato in cui era...) sorriso alla giovane donna, scattò in piedi e afferrò la cornetta.

-Oui?-

-Sei Francia?-

-Si, chi parla?-

-Abigail Kirkland, Irlanda se preferisci. Credo di avere notizie interessanti per te. Sei ancora dell’idea di diventare mio genero?-

-Assolutamente si.-

-Anche dopo Scozia? Sul serio?- cinguettò nella cornetta la ragazza, interpretando già questo come un evidente e romanticissimo segno d’amore nei confronti del suo cocciuto fratello.

-Si, credo...-

-Beh, in ogni caso sappi che Ian, cioè Scozia, è uscito: credo che abbia discusso di nuovo con Arthur o non so...il punto è che quando capita così di solito non si fa vedere per un paio di giorni, quindi...-

-Considerami già sotto le vostre finestre, mademoiselle!- annunciò Francis, mentre gli amici sgranavano tanto d’occhi. Aveva davvero intenzione di riprovarci?

 

§§§

 

Il the delle cinque era un rito sacro che doveva consumarsi in pace ed armonia, soprattutto dopo tutto lo stress che Arthur aveva accumulato recentemente. Il vassoio d’argento, che ospitava la tazzina e un paio di scones, riposava sul tavolino. Un coniglietto verde con le ali, il suo famiglio, si accostò svolazzando al piattino dei biscotti, annusandoli appena e storcendo il muso. Sorprendentemente Arthur non reagì. Sembrava troppo assorto in altri pensieri per prestare attenzione a quello che, da bambino, aveva ribattezzato come “mint bunny”. In realtà non aveva neppure ancora preso un sorso di the, ragion per cui l’animaletto aveva iniziato a svolazzare attorno al padrone con aria preoccupata. Finalmente, con un sospiro stizzito, si accinse a portare la tazzina alle labbra e...

Son las cinco en la mañana

y yo no he dormido nada

Pensando en tu belleza

en loco voy a parar

que mi insomnio es mi castigo tu amor será mi alivio

y hasta que no seas mía no viviré en paz

Quasi rischiò di strozzarsi, quando sentì nuovamente la voce di Francis venire dalla strada. Non poteva essere vero! Eppure dal balcone vide proprio quella malconcia rana pervertita, gracidare una canzone che non capiva accompagnandosi con una chitarra. Mentre alle sue spalle...Gilbert tratteneva Antonio? Decise che non voleva indagare su quest’ultimo dettaglio.

-Va al diavolo, Francis!- si limitò ad inveire.

-Potresti essere un po’ più gentile con me, Angelterre, dopo quello che ho subito per te.-

-N-nessuno ti ha chiesto niente!- ribatté imbarazzato Arthur. Aveva di nuovo quella sgradevole sensazione al viso. Damn! Stava...arrossendo?

-Ma se hai anche litigato con Ian perch...- tentò di dire Irlanda, sbucata da chissà dove, ritrovandosi la bocca tappata. Inghilterra la ritrascinò dentro, sbattendo le imposte.

-Why?- protestò vivacemente la ragazza, divincolandosi -Perché non vuoi ammettere che ti piace?-

-P-perché dovrei ammettere una cosa che non è vera?-

-Guardati in faccia e prova a dire che non è vero!- esclamò, sbattendogli di fronte uno specchio, su cui era riflesso il suo viso ormai paonazzo. Intanto Francis aveva ripreso a suonare. Dall’interno, sentirono qualcun altro intervenire. Irlanda si precipitò al balcone.

-Tu, razza di pervertito, questa è una casa di persone rispettabili, vattene e lascia in pace mio fratello!-

-Arthie, è sceso giù Galles!- annunciò preoccupata -E se gli fa qualcosa di brutto?-

-Non stiamo parlando di Scozia...- rispose Arthur, che non aveva la minima intenzione di riaffacciarsi e dare al francese segnali fraintendibili.

-Si, ma lo sai come diventa in certi cas...-

-Ragazzi, pensateci voi!-

Gli stava liberando contro i GOBLIN?! Inghilterra non aspettò neppure il resoconto della sorella per precipitarsi giù a rotta di collo.

Quello che vide fu Francis, buttato a terra e pizzicato in ogni dove da creature verdognole, che agitavano la testa schiacciata, facendo scuotere le orecchie penzolanti e ridacchiando stridulamente. La vittima cercava di difendersi...colpendo l’aria attorno a se con la chitarra (mancando ovviamente i bersagli che non poteva vedere!). Arthur protestò immediatamente, ma il fratello sembrava non sentire ragioni. A quel punto l'altro esplose. Ne aveva abbastanza di intromissioni...lo sapeva lui se Francis gli piaceva o no, giusto? O meglio, OVVIAMENTE non gli piaceva, ma il punto era che non spettava a loro dirlo! Era una questione di principio...

-It’s my problem! L’ho già detto a Scozia! Damn it! Al massimo sono io, SOLO IO, che posso picchiarlo, chiaro!- urlò istericamente, senza nemmeno voler sapere che colore avesse ormai la faccia.

Non era esattamente la dichiarazione d’amore che Francis aspettava da tutti quei secoli, ma era già qualcosa.

-Molto gentile da parte tua, mon Angleterre!-

-Zitto tu, con te faccio i conti dopo, bloody idiot!- lo rimproverò, per poi tornare a suo fratello. -Richiama subito quelle dannate bestiacce o giuro che te trasformo in gattini "taaanto cariiiiini"...lo sai che lo faccio!-

Di fronte a tale minaccia, Galles fu costretto a rientrare in casa, richiamandoli con un fischio. Chi avrebbe sentito, poi, le prese in giro di Ian per il resto dell’eternità?

Il problema, adesso, era evitare che Antonio si avventasse sull’amico per finirlo e vendicare la tragica fine della sua “bambina”, ridotta in schegge dall’impeto di attacco delle creature. La magnificenza di Prussia era stata sconfitta da una singola occhiata inceneritrice, mentre il volto dell’altro aveva assunto i tratti inquietanti dei tempi dell’Inquisizione.

-Fraaanciiis...- ringhiò, afferrandolo per il colletto.

-O-oui?- mormorò l’altro, vedendosi passare praticamente tutta l’esistenza davanti (e realizzando che non aveva fatto in tempo non dico a sposarsi, ma neppure a limonare almeno un po’ con Inghilterra...) -A-ascolta...cerchiamo di parlarne da p-persone civili...-

L’espressione dell’iberico si rasserenò un pochino, poi reclinò la testa e cadde improvvisamente come colpito da uno svenimento. Arthur si fregò le mani soddisfatto, a quanto pare quell’incantesimo del sonno gli riusciva ancora bene.

-A-angleterre? Cosa...-

-Si sveglierà tra un’oretta al massimo...lo fregavo così tutte le volte, ai bei tempi.- sibilò compiaciuto l’inglese. Adesso sicuramente sarebbe stato più chiaro a chi spettava battersi con Francia. Era una questione di principio, ovviamente...solo una questione di principio...

 


Angolino epico

Spagna con la faccia seria fa paura...tanta paura! O.o

(Un po’ come Feliciano con gli occhi aperti, per capirci...)

In ogni caso Francis, oltre che a rimediare nuove legnate è riuscito a far esporre Inghilterra (più o meno...), quindi direi che possiamo andare a festeggiare tutti insieme ad Irlanda come neanche a San Patrizio! Invitata speciale: Lady White Witch che ha letteralmente SALVATO questo capitolo alla deriva...Grazie di esistere! (Perdonami per non aver usato i leprecauni, ma facendo un po’ di ricerche non mi sembravano creature abbastanza “minacciose” da far precipitare giù Inghilterra...)

Ed ora un minuto di silenzio per la tragica fine di Consuelo :(

Saluti

IMmatura

  
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