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Autore: Amie Jay Fox    04/06/2014    2 recensioni
TRATTO DAL CAPITOLO 11:
- "Per favore, fa che non sia Malik, fa che non sia Malik!". Questa era l'unica frase che ripeteva la mia mente almeno per una migliaia di volte, speravo con tutto il mio cuore di non capitare con 'quello'. "Plant con Malik". Cazzooo! Mi voltai verso di lui che come al solito mi guardava con un ghigno divertito. Davvero odioso.. tanta perfezione sprecata in questo modo.-
ATTENZIONE: QUESTA FF E' STATA SCRITTA NEL MAGGIO 2012. (ed ovviamente ero molto più inesperta)
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivati all’ingresso del grande edificio i due fecero un bel respiro e si guardano intorno. Fortunatamente dopo una dannatissima corsa non erano arrivati in ritardo anche perché la scuola non era poi così tanto lontana da casa loro, anzi erano arrivati un po’ in anticipo. Mancavano solo 5 minuti al suono della campanella.

POV. AMY:
“Hey Plant!” Un ragazzo alto con occhi azzurri e capelli biondi salutò attraverso una pacca sulla spalla Sam. Riconoscevo quel ragazzo! Durante l’estate o in qualsiasi altra occasione veniva a trovare mio fratello a casa e.. non mancavano mai i soliti momenti di amici in modalità ‘idioti’… .
“Floyd! Come butta?” I due ragazzi incominciarono a parlare del più e del meno.. "Ciao Amy bella! Come va? Hai passato bene l'estate con questo scemo?" Si rivolse a me il biondo. Era così carino! "Ehm.. si grazie anche vivere con questo individuo non è delle migliori cose.." puntai il dito a mio fratello parlando ironicamente. Ovviamente volevo un bene dell’anima a Sam. "..e tu? Tutto ok?"
"Si, ho passato le vacanze in Florida con i miei. E dopotutto a parte al caldo massacrante è stata una bella vacanza!” Sorrisi e emisi una piccola risatina. Conoscevamo Floyd da quando eravamo partiti per Londra all'inizio di giugno e delle volte veniva a casa nostra, era molto simpatico e soprattutto molto bello anche se da come avevo capito era qualche anno più grande di Sam. Però mio fratello non aveva conosciuto solo lui ma anche qualcun'altro, a quanto pare.. anche se quegli altri non li conoscevo o meglio non li degnavo di una virgola. Dopo Sam salutò l’altro visto che aveva preso d’occhio un gruppetto.
“Ragazzii!!” Gridò agitando la mano verso un gruppetto. Guardai prima mio fratello per poi rivolgere lo sguardo a quei 4 ragazzi che stava salutando. Uno che aveva la fronte coperta da un ciuffo castano liscio e una maglietta a righe, un biondino con occhi oceano, un riccio e uno con i capelli corti biondo cenere. Non li avevo mai conosciuti affondo perché di solito loro e mio fratello si vedevano solo a scuola o uscivano a fare un giro.
Così Sam si allontanò da me e corse verso il suo gruppetto che gli diede come risposta un: “Hey Sammy!” o “Ciao Plant, come va?” “Tutto okay?” mentre l'unica risposta che sentii dire di mio fratello ad un certo biondino fu: "Non chiamarmi Sammy, Horan!"
 
Io intanto feci un giro per la mia nuova scuola, c’erano molti ragazzi che prendevano d’occhio il fondoschiena di alcune galline che passeggiavano per i corridoi, un gruppo di darkettoni e non mancava mai neanche quello dei cosichiamati ‘nerd’ o ‘secchioni’. Feci un giro veloce quando controllai l’orario sul display del mio cellulare. Stava per suonare così sfruttai quei pochi minuti per ritirare l’orario scolastico in segreteria. C’era seduta una signora sulla cinquantina con dei capelli rosso fuoco, occhiali sulla punta del naso e un filo di matita nera un po’ troppo esagerato.
“Buongiorno può darmi l’orario scolastico? Sono nuova e.. mi chiamo Amanda Plant. Sono della 2 F”
La signora annuì e poi mi porse un fogliettino. Ringraziai soddisfatta e mi voltai scontrandomi con qualcuno. “Scusa!” Era un ragazzo alto, fisico scolpito (almeno si capiva dalla maglietta un po’ stretta), capelli corvini con un ciuffo all’insù e pelle ambrata. “Sta più attenta la prossima volta! Imbranata…” Mi uccise con gli occhi color cioccolato con venatura dorate. Io che prima avevo un sorriso stampato in faccia rimasi quasi sconvolta. Ma cos’era tutta quell’impertinenza!?
 Proseguii quando la campanella suonò. La prima ora avevo Storia. Una fila immensa di ragazzi si precipitarono correndo verso le loro classi come se ci fosse una gara di velocità a chi arrivasse primo alla meta oppure c’erano le solite stronze, tutte tette e culo che camminavamo tranquillamente per non slogarsi le caviglie con quei tacchi enormi che si ritrovavano.
Ormai la scuola era deserta e io ero lì, come una deficiente, a cercare la mia classe. Quel maledetto edificio era così grande che non riuscivo a trovare neanche la mia classe. Diamine! Dovevo chiedere a quella donna di indicarmi dove fosse ma stranamente quella non c’era più… Ero nella merda!
Girai per tutta la scuola, si era pure fatto tardi ed erano passati almeno 7 minuti dal suono della campanella. Ero presa dal panico quando fortunatamente alla fine trovai la classe giusta. Ero salva, forse… oppure ero più nella merda di prima poiché il professore possa prendermi in giro davanti a tutti con qualche rimprovero patetico.
Aprii lentamente la porta senza fare alcun rumore e senza neanche bussare. La mia dimenticanza era al limite! Ed ecco che un paio di ragazzi si davano leggeri pugni sul corpo, alcuni invece facevano palline di carta e le buttavano ovunque, le ragazze che scrivano delle dediche d'amicizia o d'amore con il pennarello indelebile nero sul banco color panna e il professore che si tappava le orecchie e chiudeva gli occhi scuotendo la testa più che poteva e cercando di dare una fine a quel tremendo baccano sbattendo sulla cattedra. Ma sapete quale fu la sfortunata cosa che mi capitò all'inizio del primo maledetto giorno e fece interrompere quel baccano? Il mio arrivo da bella studentessa. Tutti mi guardano negl'occhi, persino quelli che stavano all'ultimo banco che prima erano immersi nel loro passatempo preferito, scrivere sui fogli e sui banchi, scarabocchiare e buttare palline di carta e soprattutto il professore che con gli occhiali un po' storti mi guardava nelle pupille degl'occhi. "E tu chi sei?" Chiese egli aggiustandosi gli occhiali con un'aria un po' infastidita. "Sono la nuova studentessa!". Per l'imbarazzo dimenticai persino di esser arrivata in ritardo e di chiedere scusa per questo. "Ah... bene! Il primo giorno in ritardo eh?". "Cosa? Ah si! Mi scusi tanto ma la macchina non partiva". Trovai una scusa valida che fece ridere tutti i ragazzi e le ragazze sedute nei banchi. "Comunque...". Completò il professore. "... presentati ai tuoi compagni, perchè ad ogni nuovo arrivo si fa questo e domani non dimenticare di portare la giustificazione per il ritardo". Annuii e feci un passo avanti verso la cattedra abbandonando la porta di legno e incominciai accanto al professore a presentarmi. "B-buongiorno a tutti! Mi chiamo Amy Plant e ho 16 anni. Vivo con mia nonna e mio fratello Sam che si trova anche lui in questa scuola nella classe B del terzo anno e... i miei genitori...". Non volevo affatto svelare a tutti la morte dei miei genitori quindi sempre impaurita dal fatto che tutti erano in ascolto con gli occhi puntati su di me dissi a bassa voce: " i miei genitori... sono partiti per lavoro quindi non sto con loro per questo motivo..." Mentii perché i miei genitori erano morti anni fa a causa di un incidente ammenochè non voglia piangere davanti a tutti e fare un’altra figuraccia. "Bene, adesso vai a sederti al penultimo banco, dove c'è l'ultimo posto libero rimasto e adesso... basta con le grida ed incominciamo a fare sul serio studiando!". Mi andai a sedere al penultimo banco e mentre passavo ai primi un paio di sguardi pieni disturbati e fastidio come se fossi lo zimbello della classe si addossarono su di me senza tregua, come se stessero pensando "Ma... questa da quale pianeta viene? E poi non è nemmeno carina, figuriamoci se sarà simpatica, la solita secchiona che fa copiare i compiti ingenuamente, che scema", ma per fortuna arrivai e mi sedetti con le braccia sul banco, un po' pensierosa.

 
   
 
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