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Autore: stonemeister    07/08/2008    2 recensioni
Una ragazza timida, confusa e ingenua si lascia trasportare dalle persone che la circondano in un'avventura emotiva durante una settimana in gita con la nuova classe
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un capitolo scritto tra le 5 e le 7 del mattino. Ora sono le 8.17, auguratemi una buona notte.

Capitolo 2: Welcome To My Life - Simple Plan

-Com'è andata?- detto un po' troppo frettolosamente per non sembrare interessata
-Avevi ragione, è una stronza!-
-Ehi, io ho sempre ragione- vedo le sue labbra aprirsi in una risatina, come porte di qualcosa che non conosco ma vorrei esplorare, sorrido anche io -Avanti che ti ha detto?- mi chiede -Beh, ...... niente di che in fondo, niente di che-
Rieccola che sorride -Su bellezza, non sono imbarazzata io, e lo sei tu per me? Ma che ragazza dolce che abbiamo qui!- quella vena di sarcasmo la detesto eppure non smetto di ridere
-Dai smettila! Diciamo che non è un discorso che affronto tutti i giorni-
-Sai, sono contenta-
-Per cosa?-
-Perchè finalmente ti sciogli un po'! Sembravi avere una scopa nel culo quando sei arrivata!- e giù a ridere ovviamente, io non posso che farle compagnia in quella folle ilarità
Cazzo, da quanto non ridevo così, forse mi ci potrei abituare a questo posto, questo posto di merda.
Lo stridulo rumore della campanella rimbomba nuovamente nelle nostre orecchie
-Che abbiamo ora?- Le chiedo divertita
-Ginnastica! Meglio del resto non credi?-
-Mhh no no, non credo, faccio schifo in ginnastica-
Riprende a ridere: -Tranquilla bellezza, basta che sporgi un po' il culo in direzione della cattedra e vedi quante "A" prendi-

Andiamo frettolosamente a prendere la nostra tuta in camera e ci rivediamo poco dopo in cortile, per poi scendere nella palestra e dirigerci negli spogliatoi femminili.
Siamo in uno stanzino, Dio solo sa quanto pagano i nostri genitori per questo posto e ci dobbiamo cambiare in uno sgabuzzino.
Ad un tratto la mia attenzione si riversa su ben altre cose, non ho idea del motivo per cui lo sguardo mi cade sui jeans di Amber, non posso distogliere lo sguardo, sono incantata, stregata: le sue mani calde quasi accarezzano il bottone dorato che subito scivola nell'occhiello, la cerniera scorre lenta, il mio cuore si ferma, tutto si ferma, riesco a sentire ogni istante che passa e riesco a percepire ogni movimento, scorgo il rosa delle sue mutandine e questo mi provoca una certa eccitazione, -Ma perchè?- penso -Perchè mi succede? A me piacciono i maschi!- non so se prevalesse il credere o lo sperare in quell'affermazione. I pantaloni scendono sino alle caviglie mostrando gambe disegnate, disegnate solo per essere perfette. Poi si toglie la maglietta scoprendo un fisico mozzafiato e due seni fantastici: più la guardo, più la sua bellezza mi stupisce e più si spoglia, più assomiglia ad una dea.

Non poteva quindi mancare l'odioso commentino di una troia invidiosa di un fisico così meraviglioso: -Ragazze statele lontano, potrebbe stuprarci tutte!- una stronzata degna solo del nome di Sharon, seguita dallo sghignazzare delle sue tre stupide complici le quali non fanno che affermare un'incoercibile, meschina puerilità.
La mia reazione è quella di abbassare la testa facendo finta di niente evitando scontri in cui non avrei certo voluto incappare. Quella di Amber è ben diversa dalla mia: si lancia contro la sciagurata e la fissa negli occhi, con tutta la rabbia immaginabile. -Che c'è ti sei offesa? Stammi lontana!- Dice Sharon credendo di affermare una qualche superiorità -No di certo sgualdrina, hai paura?- rispose con tono sprezzante, ma incredibilmente calmo -Paura? di te? perchè dovrei avere paura di una lesbica?-. Non ebbe il tempo di finire la frase che si ritrovò con la faccia verso il muro e cinque dita tatuate sulla guancia sinistra -Te lo sei proprio meritato stronza- e se lo era meritato davvero, non è stata la migliore delle reazioni, ma sono fiera di te, Amber.

La lezione passò in fretta, avevo ricevuto qualche occhiata morbosa dal professore, qualche frecciatina da Sharon, la quale non aveva più reagito al ceffone che le era stato rifilato, ed io ero addirittura riuscita a divertirmi con la mia nuova amica: tutto andava a gonfie vele!

Di nuovo chiusi nello sgabuzzino, il corpo sudato di Amber è ancora più sexy, ancora più meraviglioso: sembra un petalo ricoperto di rugiada, solamente il guardarlo trasporta in un enorme giardino di fiori profumati del suo profumo, quel profumo che fin'ora mi aveva pervaso le narici, inebriandole, il suo corpo è sinonimo di libertà. Con la calma necessaria tutte si diressero nei propri alloggi dopo essersi rivestite, tutte, tranne me e Amber ovviamente, che ci fermammo a parlare:
-Sei stata davvero grande prima-
-Grazie, grazie, me lo dicono spesso- ed ecco un'altra volta quella sua ilarità
-Dai seriamente! Non avrei avuto il coraggio di farlo-
-Per questo ci sono io, bellezza- così dicendo si avvicina a me, e io rimango lì, ferma, ad ammirarla, con quella sua camminata sensuale che ancora non avevo notato. Sono già vestita, lei invece è ancora in intimo: quelle mutandine rosa che tanto mi fanno impazzire, intanto lei si avvicina, si avvicina, si avvicina tanto che sento i suoi seni contro i miei, e io la fisso, persa ancora una volta nei suoi bellissimi occhi e, una volta tanto, lei si perde nei miei. Mi prende le mani nelle sue, continuando a guardarmi, come se sapesse alla perfezione la loro posizione, le nostre dita si intrecciano in una morsa che mai più avrei voluto lasciare, poi appoggia la fronte contro la mia, delicatamente, mi guarda un ultimo istante prima di inclinare la testa e sfiorarmi con le sue labbra, mi lascia le mani per stringermi con innata tenerezza il bacino, io faccio lo stesso, la sua bocca si socchiude, anche la mia, le nostre lingue si incontrano e giocano, un gioco fantastico che mi fa sentire unica al mondo, la sua dolcezza mi invade, Amber, Amber, Amber: il suo nome mi riecheggia nella testa, come fosse l'unica persona avessi mai conosciuto e l'unica che avessi mai voluto conoscere, Intanto io le accarezzo la schiena nuda.
Amber separa deliziosamente le sue labbra dalle mie e mi sussurra: -Hei, bellezza, non abbiamo tempo di continuare: dobbiamo essere a lezione fra qualche minuto- le uniche parole che riescono ad uscirmi in questo momento sono: -va bene-. Lei si riveste, ma mai per un secondo distacca lo sguardo dai miei occhi verdi, e io nemmeno dai suoi.
  
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