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Autore: Alyssa    29/12/2004    1 recensioni
Cosa succederebbe se una normalissima ragazzina in vacanza in Inghilterra venisse a sapere di essere una ninfa e che deve andare a scuola di magia? E se oltrettutto le capitasse di essere smistata nella Casa sbagliata? Una piccola storia che parla di insicurezza ma anche di coraggio, di timidezza ma anche di audacia...(scisate, i riassunti nn mi sn mai riusciti!!!)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA NINFA A SCUOLA DI MAGIA CAP12 “Fantastico! Come vedi la tua punizione gliel’hai fatta prendere lo stesso!” esclamò seccato Draco a Giulia. “Peccato che l’abbiamo presa anche noi, e immagino che questo non facesse parte dei piani, o sbaglio?!” Lei gli lanciò uno sguardo di scocciata superiorità. “Vedi di stare zitto per una buona volta e di non lagnarti come fai sempre. È già abbastanza irritante senza le tue lamentele, grazie!” “Se lo viene a sapere mio padre…” Lily non sapeva il motivo della conversazione e nemmeno le interessava conoscerlo, si limitò a seguire Gazza con le mani in tasca, stringendosi il mantello per il freddo. “Se per una volta, dico UNA SOLA, il preside mi permettesse di punire a modo mio, a quest’ora ci saremmo risparmiati questa scampagnata!” protestava il custode. “Un paio di frustate, una notte appesi per i piedi nei sotterranei e sfido chiunque a provare di nuovo ad andare in giro per il castello! Ma no, no, no, lui vuole continuare così ed è logico che quei farabutti degli studenti continuino le loro passeggiatine notturne!” Erano arrivati davanti alla porta della capanna del guardiacaccia. Gazza bussò malamente per tre volte…nessuna risposta. Allora urlò: “Ehi, Hagrid! Vieni fuori, ho un compitino importante per te questa notte!!!” e sogghignò. Ma dall’interno non proveniva nessun segno di vita. Il custode prese a tirare pugni alla porta nel tentativo di aprirla. “Credo che non sia in casa, sa? Altrimenti avrebbe già aperto…” suggerì Lily con finto tono gentile. “E dove accidenti può essere andato?!” sbottò Gazza alterato. “Ah, non saprei proprio…” “Mi sa tanto che dovremo rinunciare alla passeggiata tra i boschi!” esclamò Giulia compiaciuta. Draco ghignò. “Niente affatto! Nessuno tornerà al castello fino a che non avrà scontato la sua meritata punizione! Ora voi tre mi seguirete all’interno della foresta proibita, anche a costo di trascinarvi in catene, chiaro?!” gridò il custode. “Non ho alcuna intenzione di bazzicare un territorio pericoloso con uno che non c’è mai stato!” ribatté Draco. “Tu farai come dico io altrimenti dirò tutto al preside, e non credo ti convenga ragazzino! E ora tutti in marcia!” ordinò voltandogli le spalle e dirigendosi verso la foresta. Draco ci pensò su un attimo, ma non voleva far perdere altri punti alla sua Casa, sbuffò poi lo seguì. “Semmai usciremo vivi da qui, Water, io ti ammazzo!” sussurrò malevolo a Lily. Lei non gli rispose neanche. Credeva che fosse contenta a passare una notte nel luogo peggiore di Hogwarts con un custode rimbambito e due Serpeverde incavolati neri?! Camminavano da pochi minuti e già il castello e il parco non si vedevano più. Gli alberi si facevano sempre più fitti come i cespugli di rovi sul sentiero, solo pochi raggi di luna riuscivano a filtrare tra le foglie. “Questo posto non mi piace per nulla!” sibilò Giulia guardandosi intorno. Lily provò piacere a sentirglielo dire. Gazza continuava imperterrito il suo cammino senza avere la più pallida idea di dove stesse andando. Maledisse per l’ennesima volta i modi ‘teneri’ del preside e tutti gli studenti della scuola. Draco se ne stava stranamente in silenzio, si limitava a lanciare occhiatacce a destra e a manca. Ad un tratto sentirono un fruscio tra i cespugli proprio alle loro spalle. Tutti e quattro si voltarono di scatto ma non videro nulla. “E’ solo il vento!” disse Gazza cercando di sembrare sicuro di sè ma con scarsi risultati. Ripresero a camminare con la strana sensazione di essere osservati e pedinati. Lily teneva gli occhi bene aperti sebbene l’oscurità non l’aiutasse minimamente. Più volte guardò alle sue spalle senza scorgere niente, ma non si sentì tranquilla, anzi. C’era qualcosa vicino a loro, lo sentiva…qualcosa di molto pericoloso… “Signor Gazza non sarebbe meglio se facessimo ritorno al castello?” azzardò a chiedere. Il custode sbuffò. “Troppo facile, signorina! Dovevi pensarci prima di uscire dal tuo dannatissimo letto stanotte!” “Bel tentativo, Water!” sussurrò Giulia ostile. Lily se l’era aspettato, sarebbe stato troppo bello…comunque dovevano togliersi immediatamente da lì. Chiunque ci fosse stato nelle vicinanze stava per piombare loro dritto addosso! Sentì un minuscolo scricchiolio. “Tirate fuori le bacchette!” disse a Draco e Giulia. “Da quando in qua ti metti a dare ordini, Water?!” ribatté la Serpeverde. “Non è il momento di stare a discutere! Vi ho detto di…” Qualcosa di nero, enorme e dall’aria letale balzò fuori dai cespugli. In un batter d’occhio tutti si ritrovarono seriamente graffiati sul viso. “Quello che cos’è?!” gridò Gazza nel panico completo. “LUMOS!” Udirono un ringhio alla loro sinistra. Si voltarono giusto in tempo per vedere la belva correre contro di loro a fauci aperte. Non ebbero nemmeno il tempo di capire che animale fosse che già aveva attaccato di nuovo e altrettanto rapidamente era sparito. Lo sentirono correre intorno a loro…li stava accerchiando. “Va-vado a chiamare aiuto!!!” farfugliò Gazza e si diede alla fuga. “NO, aspetti! Torni qui!!!” gli gridò dietro Lily. Adesso erano completamente soli. Draco, Giulia e lei si misero in guardia pronti a combattere. “Quella bestiaccia ha intenzione di ucciderci!” sibilò la Serpeverde agitata. “Sagacia osservazione, Giulia!” le rispose Lily. “ZITTE! Altrimenti saprà individuarci meglio!” intervenne Draco. Intorno a loro ci fu silenzio. Nemmeno il vento tra i rami degli alberi si sentiva. La bestia sembrava sparita. “Questa cosa non mi piace per nulla…” mormorò il ragazzo quasi a sé stesso. Lily avvertì il pericolo provenire dall’alto. Non sapeva spiegarsi come, ma sentiva di SAPERE la prossima mossa del nemico. “Correte, subito!” Questa volta i due Serpeverde le dettero ascolto. Cominciarono a correre come il vento sentendo l’animale dietro di loro, il suo ringhio famelico, le zampe artigliate sul terreno. Ad un tratto spiccò un balzo e riuscì ad atterrare Giulia. La ragazza prese a dimenarsi e a strillare. Draco corse subito indietro ad aiutarla. “STUPEFICIUM!” gridò. L’incantesimo lo colpì in pieno muso ma non sembrò dare i risultati sperati. Allora prese per le braccia Giulia e cercò di tirarla via dalle grinfie della bestia, ma più tentava di salvarla più si avvicinava anche lui agli artigli arcuati che fendevano l’aria. Ci mancò poco che non lo ferì al petto ma Lily intervenne da destra strillando: “STUPEFICIUM!” colpì al fianco l’animale che venne scagliato via e sbatté ad un albero. Draco ne approfittò per rimettere in piedi Giulia, che aveva le gambe insanguinate, e tagliare la corda. Lily lanciò un’occhiata al mostro, che si stava rialzando, e lo seguì veloce. Corsero come il vento cercando una via d’uscita da quella foresta infernale, avevano il respiro affannoso e perdevano sangue. Dopo qualche disperato minuto si ritrovarono davanti ad un cumulo di rocce senza alcuna via d’uscita. “Reducto!” disse Lily ma le rocce non si scalfirono neanche. “Siamo in trappola!” esclamò Draco disperato facendo sedere Giulia. “Come sta?” chiese la ragazza avvicinandosi preoccupata. “Ha le gambe completamente graffiate! Tu come staresti?!” sbottò Draco. Sentirono dei tonfi avvicinarsi velocemente. “Oddio…sta tornando!” sussurrò Lily terrificata. “Resta qui. Me la vedo io con lui!” disse Draco. “Scordatelo! Non puoi affrontarlo da solo!” ribatté Lily. Il mostro balzò di fronte a loro, illuminato dalla luna e finalmente poterono vederlo. Assomigliava a un leopardo, però molto molto più grosso. Era gigantesco, con zampe, artigli e zanne altrettanto grandi. Gli occhi erano rossi, di una sfumatura dorata intorno alle pupille verticali. Il suo ringhio aveva qualcosa di metallico, come se in gola avesse conficcate delle schegge di legno. Improvvisamente l’aria diventò tossica e malsana. Giulia cadde a terra priva di sensi. Draco e Lily si portarono una mano alla bocca e al naso per non respirare ma già si sentivano senza forze. “Dev’essere…opera sua…” ansimò Draco. Il gigantesco felino cominciò a girar loro attorno aspettando che svenissero per poi sbranarseli con calma. “Non dobbiamo cedere…” tossì Lily. “Impedimenta!” provò a dire ma nulla. La belva non esitò oltre e passò allora all’attacco diretto. Draco spinse la ragazza di lato e l’animale si avventò su di lui. I suoi artigli cominciarono a ferire la pelle candida del Serpeverde mentre rivoli di sangue schizzavano sul terreno e sulle rocce. “L-LASCIALO STARE!” urlò Lily e ficcò la sua bacchetta come un pugnale tra le costole del leopardo. La bestia guaì e indietreggiò di qualche passo. La ragazza prese Draco e cominciò a scrollarlo per le spalle: “Draco! Resisti!” “…n-non è nulla, sto bene” rispose con un filo di voce lui. Invece non era vero, non stava per nulla bene. Era di un colorito cadaverico e sembrava dovesse perdere conoscenza da un momento all’altro. Provò a muoversi ma ci riuscì a stento, le ferite erano troppo profonde. “Stai fermo!” l’ammonì Lily. “Non sforzarti, altrimenti…” s’interruppe e perse ogni vitalità negli occhi. Per un secondo o due rimase immobile poi si accasciò su Draco tossendo forte. “Lily! LILY!” la chiamò lui scuotendola. Vide il sangue bagnargli completamente le mani, ma non era il suo: il felino l’aveva graffiata lungo tutta la schiena lacerando i vestiti. Vide quella bestiaccia prepararsi all’attacco e capì che non ci sarebbe stato nulla da fare. Strinse forte a sé la ragazza ma proprio quando credeva di sentire già i denti del mostro divorarlo, Lily si mosse delicatamente. Nonostante perdesse tutto quel sangue lei si alzò come se nulla fosse e respinse il felino con un solo colpo, senza l’aiuto della bacchetta magica. I suoi occhi cominciarono a brillare e un’aura verde le si formò intorno al corpo. Improvvisamente la tossicità dell’aria diminuì. Senza dire una parola Lily prese ad avanzare verso il nemico concentrando in una mano tutta l’energia che poteva. La belva ringhiò mostrando le zanne e le balzò contro ma l’aura verde lo respinse. Allora si diresse verso i due ragazzi distesi a terra ma non riuscì nemmeno di sfiorarli: con mossa fulminea Lily fu davanti a Draco e Giulia e lo bloccò per la seconda volta. La ragazza cominciò il contrattacco: si muoveva con una velocità soprannaturale, sembrava volare. Il leopardo non capiva nemmeno da che parte provenissero tutti quei colpi e correva confuso da una parte all’altra. Draco credeva di stare vivendo un sogno, essendo a malapena cosciente. Sentiva male dappertutto ma non voleva svenire…voleva assistere a quell’evento prodigioso fino alla fine. Non aveva mai visto un essere umano fare cose così straordinarie e meno che mai se lo sarebbe aspettato da Lily! Il felino riuscì per un attimo a metterla in difficoltà e ferirla sulla guancia. Lei lo guardò dritta negli occhi restando ferma. La bestia le ringhiò contro e le balzò addosso. Per un attimo Draco vide solo un groviglio confuso di corpi mischiato a un polverone. Poi un ringhio fortissimo e la ragazza scagliò il corpo dell’animale in alto, lo colpì con un raggio di luce verde e lo lasciò cadere a terra malamente. “Muori!” disse lei con un tono di voce così freddo e impassibile che Draco non le aveva mai sentito. Dopo aver ucciso il felino Lily si girò verso i due ragazzi feriti a terra, li osservò senza fare una piega e senza preavviso il suo corpo sprigionò una luce verde che salì fino al cielo, oltre le chiome degli alberi. Dopodiché l’aura intorno al suo corpo svanì, gli occhi cessarono di brillare e la ragazza si accasciò sul terreno priva di vita.
  
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