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Autore: Switch    05/06/2014    10 recensioni
Sequel di "September in the rain." TMNT 2003
Sono passati otto mesi da quella lotta nel parco tra Gregor e Isabel-Raphael. New York è tornata alla normalità o forse no: che ne è dei Purple Dragons? Che cosa succede a Leo? E perché Raphael si comporta in quel modo?
A volte fare la cosa giusta è difficile e doloroso. A volte quando ti innamori capisci che un aspetto dell'amore è egoismo.
E la cosa più complessa è amare qualcuno così com'è.
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart's mutation'
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Sequel di "September in the rain"

"Sono annoiato. Annoiato, annoiato, annoiato!” riecheggiò una voce petulante dall'alto del cielo oscuro di New York. Scese giù dal tetto di un immenso palazzo, perdendosi poi tra le stradine sottostanti, inghiottito dal caos notturno.

Te lo giuro, Mikey... quant'è vero che adesso sono una tartaruga paziente, che se non la smetti ti uccido. Lentamente. Dolorosamente!” rispose un'altra voce, bassa e minacciosa, pronunciata così di petto da non riuscire nemmeno ad arrivare oltre il parapetto della costruzione.

Oh sì, Raph. Proprio paziente. Quasi Buddha, direi” soffiò ironica la prima voce, allontanandosi di poco dall'altra.

Già. Per esempio ti picchio meno di quanto meriteresti. Molto meno. E ricordiamoci che tu sei dannatamente fastidioso” asserì quest'ultima con sufficienza, come se le sue parole fossero ovvie.

Ma mi annoio! È una settimana che non succede nulla! Nessuna scazzottata, nessuna emergenza, niente!”

E io ti sembro forse il tuo giullare?”

Michelangelo lo guardò con un grosso sorriso stampato in volto e Raphael si chiese cosa nell'universo trattenesse il suo pugno dallo schiantarsi sulla testaccia verde del fratello. Certo, era indubbiamente diventato più controllato e meno impetuoso, grazie all'età e agli ultimi avvenimenti successi, ma il sarcasmo e le sue provocazioni avevano sempre e ancora il potere di farlo uscire dai gangheri, instillandogli il desiderio di colpirlo per farlo tacere.

In quel momento stava ghignando della sua espressione seccata, con quell'aria furba e svagata che da tutta la vita gli aveva visto su quel viso spensierato.

Sospirò, rassegnato.

Lo ignorò e continuò invece a correre, saltando sul tetto del palazzo di fronte, assorto nel pattugliare le strade brulicanti di vita al di sotto. Riusciva a sentire alla perfezione il brusio e gli schiamazzi che arrivavano dalla strada, composti da gridi, chiacchiere urlate ad un volume decisamente troppo alto, musica che fuoriusciva da locali ogni qualvolta le porte venivano aperte e persino il cigolio di un camion della nettezza urbana che scivolava per le strade per compiere il proprio lavoro.

Di problemi, guai o richieste di aiuto nemmeno l'ombra.

Rallentò appena l'andatura per osservare con interesse una coppia che mangiava un fresco gelato all'uscita dal cinema, sorbendolo con avidità e desiderio.

Quanto avrebbe voluto un buon gelato, ghiacciato quel che bastava a combattere l'afa che si era abbattuta sulla città in quella primavera insolitamente rovente.

Era il mese di Maggio più torrido che riuscisse a ricordare, da che aveva vita. Alte temperature da record, senza un alito di vento, con un'umidità stantia che si incollava alla pelle e ai vestiti, soffocando il respiro. Durante la notte la situazione migliorava leggermente, perché il sole battente scompariva e la frescura delle stelle riusciva a dare loro un po' di tregua; ma il fatto di correre rendeva comunque insopportabile tutta la situazione.

Sto morendo di caldo” si lagnò infatti Mikey, tirando il colletto della tuta per fare entrare un po' d'aria. “Vorrei un bel gelato gigante.”

Non possiamo. Leo e Don ci aspettano. Muoviti.”

Ripresero la loro corsa, diretti verso l'appuntamento coi loro fratelli, anche loro in pattuglia a coppia. Vide che erano arrivati ben prima di loro, in attesa sul parapetto in pietra del grattacielo su cui si erano dati appuntamento.

Allora, cosa vi ha trattenuti?” domandò Leonardo non appena atterrarono, dopo una scalata dal palazzo vicino.

Il leader li stava occhieggiando con rimprovero, impettito e con le braccia conserte.

Mikey. È dannatamente una palla al piede.”

È per quello che lo lasciamo a te” rispose Donatello, ridendosela tra sé.

Ehy! Non parlate di me come se fossi un pacco indesiderato!”

Ma lo sei, Mikey! Lo sei!”

Ma solo perché mi annoio! È tutto così noioso. Non c'è nulla da fare, nessun nemico da battere, nessun progetto malvagio in atto. E se non abbiamo nessun avversario, che cosa siamo?”

Tu di sicuro un piantagrane” gli rispose scocciato il fratello.

Ragazzi, adesso basta. Rapporto” li interruppe Leo, con uno sguardo tagliente.

Come Mr. Pacco indesiderato ha detto prima: non c'è nulla da fare, nessun nemico da battere. Non abbiamo trovato traccia di attività sospette e non c'era nessun segno di loro” rispose Raph conciso, riportando con infinita noia il rendiconto della sua nottata di ronda con Mikey il piantagrane. Che si era voluto fermare per coccolare un gattino abbandonato che Raph non gli aveva fatto adottare, che si era allontanato per andare a occhieggiare con desiderio una vetrina di dolci, che aveva insistito a tutti i costi per prendere una pizza dal locale all'angolo grazie alle loro tecniche ninja, lasciandosi ovviamente i soldi dietro, per correttezza.

A volte si sentiva come se fosse suo padre e non suo fratello. Salvo il fatto che lui, con un figlio come Mikey, sarebbe uscito completamente di testa.

Non è possibile” esalò Leo, preoccupato. “Un mese intero senza più un segno o una traccia... non è da loro!”

Sembra quasi che tu sia dispiaciuto. Ti manca il vecchio Hun, Leo? Mh? Senti nostalgia di quel vecchio, viscido scimmione?” lo canzonò Mikey, con un'alzata di sopracciglia derisoria.

Se non sai dov'è il tuo nemico è più difficile sapere le sue mosse” esclamò il leader, assorto.

Bella massima, Splinter junior. Ma non credo che Hun sia davvero sparito. È di certo nascosto da qualche parte, il bastardo” disse Raphael, storcendo la bocca in un un ghigno arrabbiato.

Sono d'accordo con te. Il problema è: dove sono finiti lui e i Purple Dragons? E cosa stanno tramando, nell'ombra?” domandò Leo, scrutando la città, sovrappensiero.

New York sembrava insolitamente minacciosa, più del solito, velata da quel mistero che non riuscivano a dipanare. Per quanto sembrasse bello da credere, nessuno di loro riteneva vero che un'organizzazione criminale, potente e temuta come loro, sparisse nel giro di una notte, senza lasciare alcuna traccia, senza nessuna spiegazione plausibile.

Erano come evaporati. La loro base era vuota, un guscio completamente svuotato se non per le carcasse di moto abbandonate, spranghe arrugginite e vecchi fustoni di ferro dove avevano bruciato documenti, a giudicare dall'enorme quantità di cenere trovata al loro interno. A rafforzare la convinzione che ci fosse qualcosa di strano, tutti i graffiti della banda per la città erano stati cancellati, sepolti sotto pennellate di vernice, come se non fossero mai esistiti.

Era ovvio che c'era qualcosa sotto. Ma cosa? Si erano trasferiti per perpetrare le loro malefatte in una nuova città? Era stata una nuova organizzazione a scacciarli via? Stavano tramando nell'ombra, raccogliendo forze in vista di un grosso attacco? O semplicemente Hun si era utopisticamente ritirato dalla malavita, trascinando con sé tutta la sua organizzazione?

Nessuno di loro riusciva a venirne a capo e pattugliare le strade era l'unico modo che conoscevano per avere informazioni. Eppure per un mese non avevano fatto altro che girare in tondo come un cane che si mordeva la coda.

Ok, per adesso cerchiamo solo di tenere occhi e orecchie bene aperti. Sento una minaccia imminente, ma non so quando o dove attaccherà.”

I tre fratelli annuirono alle parole del leader, cariche di preoccupazione. Lo seguirono per un giro a quattro, l'ultimo prima di ritirarsi al rifugio.

L'alba non era lontana; un leggero e tiepido lucore in lontananza ad Est annunciava che non mancavano che poche ore al sorgere del sole, perciò avrebbero fatto un giro davvero veloce, giusto per essere sicuri che non ci fosse niente di sospetto in giro.

Girarono da tetti a terrazze, saltando su cisterne e fili tesi tra i palazzi, dal grattacielo più alto all'appartamento più infimo, concentrati e silenti, invisibili e silenziosi come ombre nell'oscurità. Michelangelo ogni tanto spezzava il silenzio con una battute delle sue, Donatello ne rideva mentre Raphael lo sgridava, tutto sotto lo sguardo a tratti esasperato a tratti serio di Leonardo.

Non si poteva certo dire che i rapporti tra di loro fossero rimasti esattamente quelli di un tempo, per certi versi era meglio per altri peggio, ma nell'ultimo periodo tra loro si respirava un'aria di coesione, di lavoro di squadra pulito ed efficiente. Forse perché finalmente Leo e Raph avevano smesso di litigare come cane e gatto e collaboravano molto più volentieri. O meglio, litigavano ancora, ma meno spesso e meno violentemente di prima; Raph sembrava essere maturato abbastanza da sottostare agli ordini di Leo con più accondiscendenza.

Apprezzava gli sforzi del fratello di guidare al meglio la squadra e riconosceva il duro lavoro e la forza che effettivamente ci voleva per essere un buon capo, per cui, il più delle volte, anche se non era d'accordo con ciò che il leader diceva, semplicemente inclinava il capo e gli dava fiducia, senza contestare.

Mai avrebbero creduto che sarebbe arrivato quel giorno. Avevano sempre tutti pensato che Raph sarebbe arrivato ad autodistruggersi prima o poi, consumato dalla sua rabbia fino all'osso, probabilmente in qualche rissa che avrebbe cercato da solo, pieno di alcol fino a scoppiare.

E forse sarebbe successo davvero se non fosse stato per lei.

I ninja corsero verso la direzione della zona industriale, nel quale non si aggiravano da tempo. E se le loro vecchie conoscenze si fossero trasferite in uno dei grossi magazzini in disuso nel 'Meatpacking district'? Potevano avere fortuna e trovarli con le mani affondate in qualcosa di losco. E allora avrebbero potuto prendere Hun a calci nel suo sederone flaccido, che era sempre un buon antistress per loro.

Si fermarono in prossimità delle prime file di magazzini, scrutando l'area attorno. L'aria era permeata da un vago sentore dolciastro di carne andata a male, ma non si preoccuparono più di tanto: la zona era stata in passato un grosso centro di lavorazione della carne e benché si fosse trasformato col tempo in un quartiere famoso e rinomato anche per i locali, non era strano che dai vecchi depositi provenisse ancora l'odore di carne stantia, soprattutto con temperature calde come quelle a cui dovevano sottostare in quel periodo.

Decisero comunque di dare un'occhiata ai posti più sospetti.

Attenti, giù” esclamò secco Leo, riparandosi dietro il parapetto del tetto del basso palazzo su cui si trovavano.

Sentirono il vociare sgraziato e vagamente alcolico di un gruppo di ragazzi che usciva da un locale all'angolo, con un'insegna veramente brillante e faretti che illuminavano le strade e il cielo notturno.

Come pretendono che possiamo essere invisibili se non fanno altro che mettere insegne e lampioni ad ogni dove?” si lagnò Mikey una volta che le voci del gruppetto festivo si furono allontanate.

Non che non sia d'accordo, ma non credo che i gestori dei locali tengano conto dei ninja quando pensano all'illuminazione stradale, sai? Solo al benessere dei propri clienti” intervenne Don, rialzandosi insieme agli altri.

Non so se sia un bene o un male. Sembra che le strade siano più sicure, dato che si vede meglio ciò che succede, ma allo stesso tempo tutta questa luce distoglie l'attenzione dalle stradine buie appena più in là, dove può succedere di tutto.”

Donnie annuì, concordando con le parole del leader. Poi quando quello si gettò in una corsa verso un magazzino poco distante si accodò alla sua scia, insieme agli altri.

Un flebile rumore metallico arrivò alle loro orecchie, spezzato di tanto in tanto da qualche parola. Si bloccarono, prestando attenzione a ciò che stava accadendo sotto i loro piedi: un grosso via vai di muletti carichi di casse che uscivano da un magazzino immerso nell'oscurità e finivano nel retro di un enorme camion.

C'erano almeno una ventina di persone. Due di loro coordinavano i lavori, dieci guidavano altrettanti carrelli elevatori e gli altri facevano una gran fatica a caricare e scaricare casse, con poche parole e molte parolacce gridate per imprecare per lo sforzo.

Pensate che siano Purple Dragons?” bisbigliò Mikey.

Io non vedo nessun tatuaggio, né una toppa a forma di dragone. Piuttosto, cosa ci sarà dentro le casse?” esclamò Don, pensieroso.

Non so cosa ne pensiate voi, ma per me basta andare giù, prenderli a calci e aprire per scoprire” intervenne Raph con un sorriso predatore.

No. Non sappiamo ancora se sia una cosa illegale. Non possiamo picchiare chiunque ci sembri sospetto o avremmo già fatto fuori mezza New York!”

Raph abbassò le spalle alle parole del leader, ma con le mani ancora strette a pugno, mentre sembrava combattere contro sé stesso. Lasciò perdere con un sospiro.

Va bene. Per adesso li teniamo solo d'occhio” acconsentì, con un tono di voce che sembrava più un ringhio.

Rimasero in attesa, seguendo il via vai di quei volgari e piccoli uomini che come formiche si affaccendavano dal magazzino al camion e viceversa, ininterrottamente.

Mortalmente noioso.

Mikey sbadigliò. Don si passò una mano sul collo intirizzito, mentre l'altra teneva il binocolo con il quale continuava a tenere d'occhio di sotto; Raph si dondolava da un piede all'altro, spostando il peso a volte a destra, a volte a sinistra.

Solo Leo si manteneva perfettamente immobile, con le braccia conserte sul petto, senza muovere un muscolo.

Poi, un guidatore di un muletto fece una brusca sterzata, troppo avventata, e le casse che trasportava si ribaltarono, rovinando a terra con un secco rimbombo: le assi della prima si spaccarono con uno schiocco e il contenuto rovesciò a terra, tra le imprecazioni generali.

Don rise.

Mentre continuava a guardare la scena con il suo binocolo. Una risatina leggera, ma davvero sentita.

Cosa? Cosa c'è?” domandò curioso Mikey, provando a strappargli lo strumento di mano. Don glielo passò di sua spontanea volontà.

Michelangelo osservò attraverso le lenti con scrupolo, girò le rotelle per regolare lo zoom, una, due, tre volte, sempre più velocemente... poi scoppiò in una fragorosa risata. Così forte che rimbombò dal tetto fino a sotto, allarmando gli uomini affaccendati a riparare al danno.

Mikey!” lo sgridarono contemporaneamente i tre fratelli, ma senza tuttavia riuscire a spegnere le sue risate.

Al di sotto, intanto, gli uomini si erano resi conto della fonte del rumore e, fermati i lavori, stavano tutti con le facce all'insù, guardinghi e furiosi.

Mikey! Ci hai fatto scoprire!” gridò Leo, mentre il fratello continuava a ridere, semi accasciato contro il parapetto.

Scu... scusa. Ma... ma... Pucci!” continuò a ridere, balbettando le parole per il troppo ridere.

Eh?” esclamarono Leo e Raph, confusi, mentre Don ridacchiava.

Sono borse contraffatte di Gucci. Ma contraffatte male... c'è scritto Pucci” rivelò il genio, suscitando nuove risatine nel fratellino.

Dalla strada arrivarono urla e strepiti, con toni minacciosi.

Bene, adesso grazie a Mikey e alle Pucci dobbiamo per forza combattere... per delle borsette!” si lagnò Raph, incredulo.

Beh, il contrabbando e la contraffazione sono comunque reati” constatò Don.

Leo sospirò rumorosamente, quasi un po' affranto.

Va bene. Senza armi, ragazzi. Non voglio certo che malmeniate troppo un gruppo di idioti” esalò, mettendo un piede sul parapetto, seguito a ruota dagli altri.

Si gettarono tutti e quattro nel vuoto, gioendo delle facce sconvolte degli uomini via via che si avvicinavano al terreno. Mikey atterrò alla destra di Don e alla sinistra di Leo, più in là c'era Raph: i loro avversari li guardarono con tanto d'occhi, sorpresi e pietrificati.

Mostri!” strillò uno di loro, a cui mancava un dente, in preda all'isteria.

Io... ho sentito parlare di loro. Sono quattro mutanti verdi che escono di notte a battere i malviventi. Sono veloci, sono forti, sono spietati” balbettò un altro, un ragazzetto minuscolo, probabilmente di nemmeno quindici anni.

Hai dimenticato bellissimi” intervenne Raph, compiaciuto.

Quindi siamo una leggenda metropolitana. Forte” chiosò Mikey, elettrizzato.

Sanno parlare!” gridò lo stesso uomo col dente mancante, ormai completamente fuori di sé.

Gli altri compari erano rimasti in silenzio a valutare la situazione, occhieggiando preoccupati il loro aspetto e le armi che spuntavano dalle loro schiene o che pendevano dalle loro cinture.

Allora, avete due opzioni: o vi consegnate alla polizia spontaneamente, e ci evitate un po' di rogne, o ci vediamo costretti a ripassarvi per bene e poi a mandarvici con la forza” spiegò loro Leo, con tono bonario.

Io personalmente preferisco la seconda. Scegliete la via dura, vigliacchi, fatemi divertire” sibilò Raph, provocandoli.

Io non ci torno in galera” esclamò uno del gruppo, facendosi avanti con una spranga di ferro nelle mani.

E via che si comincia!” esultò Mikey, gettandosi nella mischia.

Sono venti... se la matematica non è un'opinione, e so che non lo è, abbiamo cinque avversari a testa” constatò Don, preparandosi a combattere.

Un'orda di uomini si riversò dal magazzino nello spiazzo dove si trovavano, tutti armati con mazze e spranghe, alcuni addirittura con coltelli.

Dicevi, genio?” soffiò Raph, con i pugni già alzati.

Leo stava già combattendo, colpendo i primi due al viso con un doppio calcio al volo. Mikey stava scorrazzando di qua e di là, evitando colpi alla testa e al viso, centrando nel contempo le loro gambe, atterrandone quanti più possibile.

Don lottava da sempre con il Bō, perciò era abituato ad un tipo di lotta a distanza, ma per una volta si gettò a testa bassa, colpendo duro, sentendo le nocche delle mani scontrare contro la loro carne, con un primitivo e di certo non razionale piacere.

La tattica di Raph era un po' più brutale. Niente schivate. Nessuna corsa. Solo pugni chiusi e attacchi forti e decisi, come un incontro di boxe. Dava persino loro modo di difendersi, sempre che ne fossero capaci. Di sicuro c'era solo che li buttava giù uno dopo l'altro, con sua somma soddisfazione.

Rimase in piedi solo il ragazzo di quindici anni, tremante, ma ancora ritto e vigile.

Raph gli si fece incontro, a grandi e lenti passi. Poi si inchinò, perché lo sovrastava di almeno trenta centimetri e il ragazzino doveva torcere il collo per poterlo guardare in viso.

Cosa ci fai qua, moccioso?” domandò, stringendo gli occhi a fessura.

L'altro tremò appena, ma non rispose affatto.

Ti ho chiesto che cosa ci fa un moccioso come te, di notte, in mezzo ad un traffico illegale con degli uomini indubbiamente equivoci!”

Raph, lo stai terrorizzando!” intervenne Leo, facendo dei passi verso di loro.

Silenzio! E tu, rispondi!”

Io... mio padre si è ammalato e lo hanno licenziato. Io sono il più grande dei miei fratelli e devo guadagnare soldi o ci butteranno fuori di casa” replicò alla fine il ragazzino, sconfitto.

I quattro ninja sollevarono le sopracciglia, sorpresi. Raph sospirò, stancamente, rialzando la schiena.

Questi uomini andranno in galera. Tu invece fili dritto a casa. Domani mattina andrai alla pizzeria all'angolo tra Kenmare e Mott e ti farai assumere come lavapiatti. E voglio che continui ad andare a scuola. Non voglio più vederti in giro di notte, non voglio più trovarti a compiere azioni illegali. E stai certo che se sgarri anche solo una di queste cose io lo verrò a sapere e ti farò passare le pene dell'inferno. Sono stato chiaro?”

Il ragazzino tremolò mentre annuiva, poi sparì come un fulmine, senza nemmeno voltarsi.

Ci sai davvero fare coi ragazzini. Chissà perché non fai l'educatore” lo canzonò Mikey.

Come sai che lo prenderanno al lavoro?” domandò Don, mentre si dava un'occhiata distratta attorno, controllando le casse e il contenuto per essere certo che non contenesse altro, oltre le borsette contraffatte.

Uno dei soci del locale è amico di Casey e so che cercava qualcuno. Lo chiamerò e gli chiederò un favore. Almeno quel moccioso non dovrà fare cose del genere.”

I tre fratelli lo guardarono con un sorrisino compiaciuto.

Che c'è?”

Ma che tenerone il nostro Raphie. Posso chiamarti papà Raphie? Mh?”

Mikey si beccò un pugno alla spalla, di rimprovero.

Ragazzi, ho finito con la telefonata anonima alla polizia. Possiamo andare” si intromise Leo, riportando la calma.

Don li rassicurò sul fatto che non ci fosse nient'altro nelle casse al di fuori delle borsette contraffatte, perciò attesero di sentire le sirene delle auto e poi si dileguarono nelle ombre, sparendo nel primo tombino disponibile.

Percorsero stancamente le fogne, con sonori sbadigli. Mikey pensava ad infilarsi nel letto alla velocità della luce. Raph avrebbe di certo fatto lo stesso. Leo l'integerrimo sarebbe corso al dojo a meditare.

Don fu il primo ad entrare al rifugio e si fiondò alla postazione del computer, iniziando a digitare alla tastiera come un matto. Gli altri tre, benché avessero decisamente altri piani, andarono a controllare.

Che fai?” chiese curioso Mikey.

Sto annotando tutti gli spostamenti sospetti che abbiamo scoperto nell'ultimo mese e sovrappongo i dati con quelli raccolti dei Purple Dragons. Non so se ci sia connessione tra la loro sparizione e i nuovi gruppi che sembrano spuntare agli angoli delle strade, ma intendo scoprirlo.”

Ancora con Hun. Perché non lo lasciamo stare dove sta?” si lagnò il fratellino, di colpo meno attento e svogliato.

Perché ovunque sia, lui di certo non ci lascerà perdere” replicò Leo, che invece seguiva gli schemi al computer con interesse.

Una sirena spezzò di colpo il silenzio, un lamento lungo e prolungato, mentre una luce rossa lampeggiava proprio sopra la loro testa.

Don la osservò sconvolto poi le sue mani volarono sui tasti, componendo codici ad una velocità prodigiosa: una cartina di rette e linee che si intersecavano, si svolgevano, si dipanavano in ogni dove apparve al posto della cartina di New York che c'era prima.

Don, che succede?” esclamò Leo, preoccupato. Il sensei apparve dal dojo e gli porse la stessa domanda, alzando la voce per sovrastare il rumore.

Un intruso nel perimetro di sicurezza” esalò il genio, seguendo con apprensione un piccolo puntino luminoso sullo schermo, che percorreva le linee, le fogne della città, con velocità.

Figliolo, disattiva almeno la sirena, per favore” pregò il maestro, le cui orecchie erano di certo ancora molto sensibili nonostante l'età.

Don pigiò un paio di pulsanti e il terribile suono cessò, ma non la pulsante luce rossa, che li metteva in guardia.

Non sarà Casey? O April o Angel?” provò Mikey, titubante.

No. Loro sanno che devono inserire il codice all'inizio del perimetro di sicurezza.”

Potrebbe anche essere solo un addetto alla manutenzione che è sceso a riparare una tubatura rotta” continuò il più piccolo, per cercare di spezzare la loro tensione.

Riusciva a sentirla. Riusciva a capire che erano tutti tesi, preoccupati che qualcuno avesse scoperto ancora una volta il loro rifugio. Le immagini dell'ultima volta in cui era stato distrutto gli passarono davanti agli occhi. Non voleva che succedesse ancora.

Il piccolo puntino continuò a scivolare tra le fogne con precisa sicurezza, avvicinandosi sempre di più.

A me sembra proprio che stia venendo qui” sibilò Raph, serrando la mascella. Sperò che non fosse uno di quegli uomini battuti prima, che magari li aveva seguiti senza che loro se ne accorgessero.

Sensei, piano di fuga o piano di lotta?” domandò Leo, con urgenza. Lo sguardo scivolò verso il loro padre, provando a leggere sul suo viso la risposta, ma il saggio ratto sembrava impassibile come sempre.

Non voglio abbandonare la nostra casa, per una minaccia fantasma. Vediamo prima di cosa si tratta.”

Rimasero in silenzio ad osservare il puntino avvicinarsi sempre di più, con una sottile ansia.

Quando non mancavano che pochi metri, si staccarono dalla piattaforma e si avvicinarono cautamente alla porta.

Dovremmo almeno aprire, no? Non voglio che ce la facciano saltare in aria” sussurrò Mikey, come se temesse di poter essere udito.

Leo annuì, d'accordo con lui, ma prima che potesse dare il via a Don per aprire, l'enorme porta del rifugio si sollevò da sola, lentamente.

Le mani corsero alle armi, inconsciamente, e i muscoli si tesero allo spasmo in una silenziosa difesa.

Avevo pensato di mandarvi una lettera, ma non credo che il postino vi avrebbe trovati” esclamò la voce dell'inatteso ospite.

I suoi occhi scuri scivolarono sui loro volti, poi ridacchiò, una risata improvvisa e delicata, che solleticò le loro menti.

Raphael conosceva quella risata. L'aveva sognata. Aveva bramato di sentirla in tutto quel tempo, una volta ancora, una sola.

Ma non poteva essere vera.

Isabel?” soffiò sconvolto davanti al suo sorriso.



Note:

Salve!

Sono felice di essere tornata.

La fine della prima storia mi ha fatto sentire piena di soddisfazione, ma anche triste. Non so spiegarvelo. E l'inizio di una nuova mi emoziona.

Qui ci sono complotti, un cattivone, sentimenti, azione e molto altro ancora. Pronti?

Ringrazio già fin da ora tutti coloro che la leggeranno.

A presto!

Abbraccione!


  
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