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Autore: se solose    05/06/2014    3 recensioni
Eccomi con una nuova storia su Arrow!! Non voglio farla troppo lunga ma...ho cercato di immaginare una sorta di proseguo a questo finale di stagione, vedere un po' cosa capita, dopo, ai miei personaggi preferiti, Olicity.
Fatemi sapere che ne pensate!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Macchie di luce è l'unica cosa che riesco a vedere una volta ripresa conoscenza. Un dolore lancinante mi prende la testa ed istintivamente mi porto una mano nel punto in cui la fitta ha origine.
Qualcosa di viscoso sento sotto i polpastrelli e non ho nemmeno bisogno di controllare per capire che è sangue.
Un mugugno strano esce fuori dalla mia bocca quando invece avrei voluto parlare. 
Alle mie orecchie arriva un rumore,  passi credo. 
"Ti sei svegliata finalmente". Ancora non riesco a vedere con chiarezza ma la voce di Oliver la riconoscerei ovunque. Una sensazione di sollievo mi pervade perché vuol dire che siamo entrambi salvi e che ha sicuramente messo in manette o peggio quel tipo. Provo ad alzarmi ma il dolore torna e ricado miseramente sul cuscino. Morbido. Ma dove siamo? Vorrei parlare ma mi sembra di essere afona, nessun suono oltre qualche scimmioide mugugno.
Si siede vicino a me, perché solo così sono in grado di vedere il suo viso. Mi solleva piano la testa e con dell'ovatta mi tampona la dove prima avevo sentito il sangue.
"Hai preso una bella botta, misa che stavolta nessuno ti salverà da un bel giretto in ospedale", abbozzo un sorriso di rimando, l'unica cosa che la mia bocca mi permette di fare al momento.
"Cerca di riposare un poco, va bene? Io vado a chiamare Diggle."
Non voglio stare sola, non voglio guardare dei muri a cui non posso neanche parlare. Gli afferro la mano con quanta più forza riesco a raccogliere. Mi guarda fissa e credo con fermezza che voglia leggermi nella mente,  che voglia tirare fuori le parole che vorrei  usare se solo ci riuscissi. Adesso è lui che prende la mia, ribaltando la situazione. 
"Se preferisci che resti Dig può aspettare", lo dice quasi in un sussurro e io non mi sento più la testa, e non è per via del colpo, è lui.
Mi limito ad annuire.
Restiamo così per un tempo che sembra infinito, inafferrabile,  assolutamente fuori da ogni logica scientifica, rimaniamo così fino a che io...non mi addormento. Troppo provata, troppo esausta, troppo tutto.

*** Pov Oliver ***

Sembra serena mentre dorme e questo mi rende tranquillo. 
Il braccio fa male, andrebbe disinfettato ma ho tutto quello che mi serve al covo; mi toccherà resistere ancora un po'.
Il cellulare suona e lo recupero dalla tasca della giacca; sul display lampeggiante mi appare il nome del mio socio.
Mi allontano appena fuori la porta per rispondere. 
"Dimmi"
"Prima Felicity,  come sta?"
"Si è svegliata poco fa ma è crollata di nuovo, meglio così"
"Bene. Senti Oliver ho fatto come mi hai chiesto, ho dato a Laurel il nome, appena il detective Lance ha qualche novità saremo avvertiti"
"Perfetto,  grazie"
"Scommetto che non mi stai dicendo tutto,  vero?"
"Diciamo solo che vorrei prima esserne certo"
"Dunque sai contro chi stiamo combattendo?"
Mi volto a guardare la ragazza stesa sul letto nella mia stanza.
"Potrei averne una vaga idea." Chiudo rapido per evitare altre domande.

"Dormigliona!" Le dico una volta aperti gli occhi, di nuovo.
"Oliver...oh, la voce!" La guardo interrogativo ma lei non ci fa neanche caso. "Dove siamo?"
"Casa mia. Ho pensato fosse più sicuro".
"Con le botte in testa siamo diventati intimi eh! Che è successo la dentro? Chi era quello?"
E ora cosa le racconto? Non posso sganciare una bomba del genere senza avere nessuna certezza. 
"Diciamo che non farà più del male a nessuno."
"L'hai ucciso? "
"Vorresti biasimarmi?"
"No, solo che...pensavo l'avessi messo k.o."
Il silenzio è pesante,  come se l'aria fosse piena di parole che non si possono dire.
"È la seconda volta che uccidi per me" 
Si avvicina a me quasi volesse sentire il mio respiro. Dio com'è vicina!
Le poso entrambe le mani ai lati delle guance.
"Vero"
"Non voglio essere il motivo per cui sei costretto a cambiare rotta....occasionalmente"
"Sono responsabile delle mie azioni, tu non c'entri"
Non riesco a non osservarla, a guardarla, anche con un bernoccolo in testa, con i capelli scompigliati, gli occhi rossi e gli occhiali è sempre così dannatamente bella. I miei occhi non fanno che posarsi su quelle labbra, come se volessero dirmi di assaggiarle, almeno una volta.
Le tiro indietro un ciuffo biondo scombinato.
"Ehm - da un colpo di tosse - potrei avere un bicchiere d'acqua, per favore? " lo dice interrompendo,  quasi volontariamente,  quel momento.  Ma forse è meglio cosi. Con lei non posso cedere come con qualsiasi donna, non me lo perdonerei mai. Non me lo perdonerebbe mai.
"Certo!" Faccio per scendere ma poi torno indietro. 
"Volevo dirti, ehm che fino a che non sappiamo cosa succede potresti farmi un favore?"
Lei annuisce e io prendo fiato prima di parlare. 
"Potresti venire a stare qui?" La butto così,  come fosse una normale richiesta da fare, tra vittima e salvatore.
"Non lo so, Oliver io..."
Mi avvicino a lei, poche dita ci separano e cerco di mettre su l'espressione più convincente che posso fare.
"Sarei più tranquillo se fossi sempre vicino a me, sai ehm, per la tua sicurezza".

   
 
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