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Autore: Ice Star    05/06/2014    4 recensioni
Una frase con un significato nascosto, ma che taglia come una lama.
Un cuore che, come il ghiaccio, congela il sangue delle ferite causate del dolore.
Un fuoco che è l'unica salvezza per un'anima di puro freddo.
Ma si sa: l'acqua e il fuoco sono eterni opposti e, come tali, non potranno mai toccarsi
O forse non è così?.....
* Fan Fiction partecipante alla Zonami Week indetta dal Midori Mikan *
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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VAPORE

 

L'acqua può essere fredda, ma il fuoco può scaldarla.

Il fuoco può essere pericoloso , ma l'acqua sa placare ed assorbire la sua ira.

L'acqua può diventare ghiaccio, ma il fuoco saprà sempre scioglierla.

Il fuoco può bruciare far male, ma l'acqua sa alleviarne il dolore.

Labbra di fuoco senza tempo poggiate su labbra d'acqua pura,
si uniranno in un bacio al sapor di
vapore

 

 

 

Era ormai da troppo tempo seduto su quegli scogli.

Quando aveva deciso di partire per inseguire il suo sogno, non credeva che si sarebbe potuto innamorare dell'oceano al punto da vederla come una silenziosa amica fedele.

Il mare non è altro che una cantante che aspetta di essere ascoltata, mentre ascolta la canzone del cuore di ogni persona.

Chiunque abbia vissuto su una nave, anche per poco tempo, non è più riuscito a restare sulla terraferma senza sentire il bisogno di ascoltare la soave voce delle onde.

Così si sentiva Zoro: un uomo che, ascoltando la voce del mare, cercava di alleviare il dolore del suo cuore.

Ringhiò, ancora preda del forte dolore che si diramava dal suo petto al resto del corpo.

Ancora non riusciva a comprendere il perché di tanto dolore.

Poteva, il fatto di aver scoperto di essere odiati dalla persona amata, provocare tanta sofferenza come solo la morte poteva fare?

No, la morte era nulla confrontata a quel calore che gli congelava l'anima.

Anzi, il fatto di togliersi la vita poteva essere un modo per eliminare quel dolore.

Peccato che Zoro non si arrendesse tanto facilmente al cupo mietitore per un qualcosa che sarebbe presto passato.

O forse no?

Forse non sarebbe mai passato ed il suo cuore sarebbe rimasto per sempre freddo e al buio, senza ricominciare a battere al ritmo del suo pesante respiro.

Chissà se, ascoltando l'oceano, sarebbe riuscito a dimenticare per un po' quello che accadeva dentro e attorno a lui.

Con sua grande sorpresa ci riuscì e, rilassandosi con il solo canto delle onde nelle orecchie, si distaccò da tutto ciò che lo circondava, cadendo in un pacifico stato di trans.

Chiuse gli occhi e decise di annebbiare tutti i sensi, in modo da staccarsi completamente dalla realtà, immergendosi in vecchi ricordi quasi dimenticati: un bambino e una bambina che, con il canto del mare in sottofondo, lottavano con le spade di bambù in una sfida che si ripeteva sempre allo stesso modo, ma che non sarebbe mai finita.

Era così perso in quella dolce musica che accompagnava quei ricordi felici, che non si accorse di due occhi nocciola che, accompagnati dalla figura della rossa, si avvicinavano velocemente.

Dopo aver percorso di corsa quei pochi metri che la separavano dagli scogli, Nami, poggiando le mani sulle ginocchia flesse, riprese fiato a grandi boccate d'aria.

Ripreso il controllo sul suo respiro e calmato il battito accelerato del suo cuore, osservò il paesaggio attorno a sé, restandone incantata: alla sua destra vi erano dei piccoli alberi che crescevano a pochi metri dagli scogli bianchi alla sua sinistra.

Voltando lo sguardo in quella direzione, vide finalmente colui che stava cercando da troppo tempo: seduto con le gambe incrociate e l'occhio chiuso, Zoro stava probabilmente meditando.

Ora che si trovava lì, non sapeva cosa fare.

Avrebbe dovuto parlargli?

Avrebbe dovuto semplicemente domandargli il perché del suo strano comportamento.

Però, quella dal comportamento strano era proprio lei: era stata lei a rincorrere un suo compagno senza un'apparente motivo, per poi perdersi tra le stradine della città, mentre la sua compagna era rimasta da sola in chissà quale parte di quel posto.

Non sapeva davvero cosa né se avrebbe dovuto fare qualcosa, era davvero confusa.

Decise di aspettare che lo spadaccino si accorgesse della sua presenza per parlargli e, nel frattempo, sarebbe rimasta lì ad osservarlo.

Poggiando la schiena su di un albero alle sue spalle, guardò incantata il suo buzzurro, mentre il vento le scompigliava i lunghi crini rossi.

Zoro era seduto con le gambe incrociate a pochi metri dalla scogliera: i capelli verdi erano mossi dal vento e la pelle bronzea era ancor più luminosa data la luce del sole già al tramonto; il volto, seppur sembrasse tranquillo, era, di tanto in tanto, solcato da un'invisibile vena di tristezza.

Si domandava cosa stesse pensando, per essere così inquieto e felice al tempo stesso.

Non sapeva che, nella sua mente, lo spadaccino stava rivivendo attimi passati della sua infanzia in cui, prematuramente, aveva deciso il suo futuro, legando il suo sogno ad una promessa che rappresentava da sempre la sua unica ragione di vita.

Se non fosse stato per quella promessa e per l'incontro con la sua amica e nemica, non avrebbe mai lasciato la sua terra natale.

Se non avesse incontrato quel ragazzo dal buffo copricapo di paglia, sarebbe morto in una base della marina, senza poter nemmeno raggiungere l'ombra del suo sogno.

Sogno a cui erano legati anche i suoi sentimenti.

Si era ripromesso di slacciare quella corda di insicurezza che legava quei sentimenti così forti, in modo da potersi dichiarare alla sua mocciosa una volta raggiunto il suo sogno.

Però, ora che sapeva ciò che realmente lei pensava di lui, quella promessa si era sgretolata come sabbia al vento ed ora, nel suo cuore, non vi era altro spazio se non quello per il dolore.

Provò inutilmente a ripensare al suo sogno e alla sua promessa ma i suoi sentimenti erano tutto ciò che lo spingevano ad andare avanti, accettandosi come uomo fatto di carne con mille debolezze tra cui quello del piacere.

Ma se quei sentimenti stavano morendo, cosa avrebbe fatto da quel momento in poi? Non riusciva a trovare una risposta.

O, forse, non voleva rispondere.

 

Aprì piano l'occhio sano, osservando la tenue luce del sole e sentendo il vento che gli gelava la pelle.

Si alzò lentamente, cercando di riprendere il controllo dei suoi sensi e, in quell'istante, si accorse della presenza di colei che avrebbe voluto incontrare meno di chiunque altro al mondo.

Avrebbe preferito che fosse stata quella stupida marine quattrocchi a trovarlo invece della causa del calore che gli raggelava ogni muscolo del corpo.

Ma lei, con i capelli al vento e la schiena poggiata al tronco di un albero, era proprio lì, intenta ad osservare ogni sua mossa.

Sperava di non incontrarla e di non doverle parlare almeno fino al suo ritorno alla nave.

Ovviamente aveva in programma di rintanarsi in palestra e sottoporsi ad estenuanti allenamenti senza sosta e senza vedere nessuno, tentando di soffocare il dolore interno con quello fisico.

Si diresse lentamente verso di lei, ascoltando il tintinnio delle sue spade, cercando di calmare il respiro affannato e pesante.

 

-Cosa ci fai qui?- chiese freddo, mascherando il dolore che gli bruciava il petto

-Ecco io...- aveva uno sguardo confuso ed, in parte, colpevole, mentre cercava le parole adatte.

Non le disse altro, non le porse altre domande.

La squadrò dalla testa ai piedi in un secondo e, come se non l'avesse mai vista, la superò, dirigendosi verso la piccola via di fronte a sé.

-Ehi! Dove pensi di andare?!- si parò di fronte a lui con le mani sui fianchi ed il volto imbronciato, attendendo di essere ascoltata

-Alla nave..- la aggirò e riprese il suo lento cammino, rispondendole freddo.

La rossa sbarrò gli occhi, sentendo qualcosa gelare dentro di lei.

Zoro non le aveva mai risposto con un tono ghiacciato e serio come quello che aveva appena usato e, soprattutto, non l'avrebbe mai sorpassata senza darle retta.

-Cosa ti prende?- sussurrò con sguardo basso e voce tremolante, mentre stringeva i pugni lungo i fianchi

-Nulla.....non mi prende nulla, Nami....-

Si voltò velocemente, mostrando gli occhi bagnati di lacrime e il labbro sanguinante stretto tra i denti

-COME MI HAI CHIAMATA?!- domandò furente, avvicinandosi al compagno

-Con il tuo nome..come altro dovrei chiamarti?- si voltò anche lui, trattenendo lo stupore e mantendo una calma glaciale

-TU NON....- lo afferrò per i lembi dello yukata, osservando la sua iride nero pece -...tu non mi chiami mai col mio nome.....- cominciò a singhiozzare, stranamente preoccupata per il suo comportamento.

Si sentiva colpevole per quel repentino cambiamento nel comportamento del suo buzzurro.

Non sapeva perché fosse così freddo e distante, ma sapeva che un motivo doveva esserci e lo avrebbe trovato solamente sciogliendo quella corazza di ghiaccio.

Spalancò gli occhi, capendo il significato della strana frase detta dalla sua sorellona e quella detta da quel bimbo:

 

-Sono certa che il fuoco scioglierà il ghiaccio!!-

-Sbrigati a scioglierlo....- “

 

 

Staccò le mani dal tessuto verde, poggiandole sul suo petto.

Gettò la testa all'indietro, cominciando a ridere sguaiatamente, lasciando che le lacrime scorressero sulle sue guance.

Lo spadaccino la guardava interdetto, non riuscendo lontanamente ad immaginare un motivo valido per un comportamento tanto strano ed improvviso.

La navigatrice smise di ridere e, tenendo una mano sul petto del verde, si asciugò lentamente le lacrime.

-Che ti prende? Hai bevuto per caso?- domandò scettico

-No, non ho bevuto......Ho solo capito cosa significano alcune strane parole....- sussurrò sorridendo.

Per un attimo, Zoro credette di aver sentito il suo cuore battere frenetico alla sola vista di quel dolce sorriso ma, ricordando il dolore che gli aveva invaso il petto al pensiero di quelle amare parole, riprese il controllo sul suo respiro un poco affannato e ritornò alla sua calma glaciale.

Pensava di poter proteggere quelle ferite invisibili e dolorose con il suo comportamento freddo e scostante, ma non sapeva chi, o meglio cosa, aveva di fronte.

Perché Nami aveva capito il significato di quelle parole a prima vista senza senso:

Se Zoro rappresentava l'acqua aveva anche la capacità di diventare ghiaccio freddo ed impenetrabile ma, se lei era davvero il fuoco, era suo dovere sciogliere il ghiaccio e farlo tornare ad essere acqua pura e cristallina.

 

Sollevò gli occhi, incatenandoli a quello nero pece di lui che, in quell'istante, erano distanti e vuoti.

Puntellò le mani sul suo forte petto e, sollevandosi in punta di piedi, poggiò le sue labbra morbide e calde su quelle più rivide e fredde di lui.

Rimase stupito da tale gesto ma, dopo un po' di esitazione, passò le braccia attorno alla vita sottile della ragazza, abbracciandola dolcemente.

 

Da lontano sarebbero potuti sembrare una qualsiasi coppia di giovani intenti ad amarsi nel modo più sincero che esista, ovvero attraverso un profondo bacio appassionato.

Ma non sapevano che, in quel semplice bacio, gli opposti avevano finalmente potuto toccarsi e fondersi.

Il freddo si era sciolto nel tepore di un semplice abbraccio.

La luce illuminò il buio più nero di un'anima non più sola.

La tristezza e il dolore lasciarono spazio alla gioia e alla sorpresa di un dolce regalo inaspettato.

Labbra infuocate di passione si incastravano perfettamente in quelle gelate dalla solitudine del tempo.

Il ghiaccio si stava sciogliendo e il fuoco stava trasformando l'acqua in vapore.

Sembrava non avere fine quel bacio tra eterni opposti uniti in una danza che solo loro conoscevano e potevano ballare.

 

Si staccarono riluttanti alla ricerca d'aria, poggiando le fronti e guardandosi negli occhi.

-Perché?- chiese semplicemente con una nota di stupore e felicità nella voce

-Perché il fuoco scioglie il ghiaccio e perché non potevo lasciare che ti perdessi nel dolore- rispose anch'ella affannata mentre fissava il suo occhio pieno di gratitudine.

-Ma tu...ecco tu...- non riusciva a formulare quella domanda che gli tormentava l'animo, annebbiandogli la mente

-Io cosa? Zoro cos'è che ti preoccupa così tanto?- gli prese il volto tra le mani, sentendo la presa sui suoi fianchi aumentare

-Ecco...questa mattina ti ho sentita mentre parlavi con Robin....Tu hai detto di aver paura di me...- ammise a sguardo basso

-Cosa? Ma quand'è che lo hai sentito?- era stupita da tale affermazione e si chiedeva se fosse quello il motivo della tristezza del samurai

-Passavo di lì e voi stavate parlando....

 

-Allora navigatrice....Che mi dici di Bushido-san?- domando la mora alla compagna, lanciandole uno sguardo piuttosto eloquente

-Ecco io....Sai..alle volte mi fa paura ...-

La donna guardò la compagna negli occhi, sorridendole dolcemente per farle capire che comprendeva perfettamente i suoi sentimenti....”

 

...poi me ne sono andato...non riesco ancora a credere a quello che ho sentito- sciolse bruscamente l'abbraccio, voltandole le spalle.

Nami spalancò gli occhi, ricordandosi il discorso fatto con Robin quella mattina e, ascoltando le parole del compagno, capì subito il malinteso.

Zoro aveva ripreso a camminare verso la città ma, una mano poggiata sulla sua spalla lo fece voltare per l'ennesima volta.

La vide sorridere felice e, senza dargli il tempo di formulare alcuna domanda, gli saltò addosso gettandogli le braccia al collo.

-Hai sbagliato baka...- sussurrò contro il suo collo

-Cosa?...Che intendi dire- rimase immobile, con le braccia lungo i fianchi ascoltando la dolce voce della rossa

-Io e Robin non stavamo parlando di te...-

-Ma ha detto “Bushido-san” e solo lei mi chiama in quel modo...- ribatté leggermente irritato

-Noi non stavamo parlando di te...ma di quello che provo per te....- si staccò da lu, tenendo le mani sulle sue spalle

-E..cos'è che provi per me?...-

Aveva paura che, dopo aver sentito quello che stava per dirgli, avrebbe iniziato a ridere deridendola o che potesse scappare via per non ferirla.

Lo guardò di nuovo negli occhi, trovando nel piccolo ricordo del bacio di prima il coraggio di dire quelle tre parole.

-Io..e-ecco io...sì io ti amo, Zoro- chiuse gli occhi aspettando di sentire le risate del samurai.

Tutto ciò che sentì furono due dita sotto il mento e le labbra salate dell'uomo contro le sue.

Aprì gli occhi, osservando il volto sereno del suo uomo.

-Anche io ti amo, mocciosa....- sorrise debolmente, ad un soffio dalle sue labbra

Zoro aveva finalmente compreso che non era lui a farle paura ma quel sentimento che spaventava anche il suo cuore di coraggioso guerriero.

Avevano entrambi paura di ricevere una delusione ma, ora che avevano superato quella insignificante paura erano pronti ad affrontare qualsiasi cosa.

 

Si diressero verso la città, finalmente felici e, soprattutto, insieme.

-Dai..non serve che mi tieni per mano..- arrossì, osservando le persone che li fissavano sorridendo felici.

-E invece sì..- sorrise allegramente -..adesso stiamo insieme e non vedo perché nasconderlo..- s'imbronciò

-Io non dico di nasconderlo, mocciosa, è solo che....non mi piace avere gli occhi di tutti puntati addosso...- continuò a guardarsi attorno imbarazzato

-Ma quanto sei carino quando ti imbarazzi...- disse con sguardo divertito, tirandogli una guancia

-Ehi! Smettila di prendermi in giro!!- urlò al limite dell'imbarazzo.

 

 

-Ehi, ma quelli non sono Zoro e Nami?-

-Si Rufy, sono loro ma....perché si tengono per mano?-

-Non saprei Chopper....- rispose dubbioso il moro

-A quanto pare l'acqua e il fuoco hanno potuto trasformarsi in caldo e leggero vapore...- sorrise enigmatica Robin

-Acqua? Fuoco? Vapore? Ma che dici Robin?...- chiese curioso osservando i compagni che litigavano

-Niente dottore, niente...-

-Secondo me quei due si sono messi finalmente insieme! Chissà la faccia di Sanji quando lo scoprirà hihihhihiihhi-

-Credo che tu abbia ragione, capitano-

-Davvero? Ma che bello!! Nami e Zoro stanno insieme!- canticchiò la piccola renna, felice di aver compreso

-Si...staranno insieme per sempre e nessuno li separerà....-

 

Seppur stessero litigando come cane e gatto, le dita bronzee dello spadaccino non accennavano minimamente a lasciare la presa sulla diafana mano della navigatrice creando uno strano accostamento di pelli, come vapore nell'aria.....

 


*La fanart l'ho trovata navigando sul web

  
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