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Autore: Arvati77    06/06/2014    0 recensioni
Una serata come tante altre, un temporale, uno strano negozio... e da quel momento le loro vite non sarebbero mai più state le stesse...
Sette amici, sette misteriosi gioielli, una missione: la ricerca di una fantomatica CHIAVE. Tutto parte da qui, e da qui la vicenda si dispiega negli anni accompagnando i protagonisti nel loro passaggio da adolescenti ad adulti, con tutte le difficoltà e le battaglie interiori che esso comporta. Le sette Virtù, i sette Peccati Capitali, i sette Spiriti di Luce, i sette Sigilli: tutto questo e molto altro incontreranno i sette ragazzi, ma al di là delle peripezie che si ritroveranno ad affrontare, la guerra più dura che dovranno combattere è quella con loro stessi e con le loro paure, le stesse paure che attanagliano ogni uomo nel corso della sua vita, passando attraverso il rifiuto di sé, il dolore e la fuga, per poi prendere corpo nella faticosa ma inevitabile accettazione di ciò che si è e del proprio ruolo nel mondo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PARTE I. LE SETTE VIRTU’

CAPITOLO II. IL DEPOSITO

Trascorre abbastanza tranquilla la notte per i sette amici, ma alla mattina si ripresenta loro un atroce dilemma: come trovare una soluzione? Cosa scegliere? Accettare il compito affidato loro da Jabez o rifiutarlo?
Simone, che abita in periferia, in campagna (la classica campagna coltivata che circonda le cittadine di pianura nel nord Italia) esce di casa molto presto in questa domenica mattina per far un giro in bicicletta. Le ruote scorrono leggere sull'asfalto della strada ancora deserta e nemmeno la buche che di tanto in tanto si presentano lungo il percorso riescono a distrarre il giovane immerso nei suoi pensieri. Gli scuri capelli castani sfiorano le spalle, mossi dalla fredda aria di febbraio, mentre un dispettoso ciuffo scivola davanti agli occhi marroni offuscandone la visuale. Simone, sbuffando, si ferma ed osserva il paesaggio, avvolto dalla foschia mattutina, e nelle confuse immagini che lo circondano vede rispecchiarsi la sua mente, annebbiata da dubbi e preoccupazioni. Riordinati velocemente i capelli con le affusolate mani, prosegue poi la sua pedalata, con la speranza di riuscir presto a far chiarezza nel proprio animo.
Chi invece pare essersi dimenticato della sera appena trascorsa, sono Kirk e Sebastiano che, rintanatisi in camera di quest'ultimo già dalle otto e mezza col pretesto di studiare, stanno allegramente ridendo e scherzando con i libri ermeticamente chiusi sulla scrivania. Kirk continua a far riferimento ad una certa telefonata:
"Il telefono squilla! Rispondi tu Sebastiano: forse c'è qualcun'altra che vuole dichiararti il suo amore!".
"Basta che non sia sempre la stessa!" replica ironico il diretto interessato.
"Non essere cattivo. Anna è simpatica..."
"Non lo metto in dubbio, però..."
"... e non è nemmeno brutta..."
"Sì, lo so, però... insomma, vuoi che la sposi?!"
I due ridono prendendosi in giro a vicenda e tra battute e scherzi trascorrono il tempo senza minimamente sfiorare i libri abbandonati in disparte...
La nebbia lentamente si dirada, ma il cielo non accenna a rischiarare: probabilmente pioverà ancora, le scure nubi che dopo il temporale notturno si erano diradate, si sono ripresentate più minacciose di prima.
Anna si sveglia alle nove e mezza circa ed è già tornata del solito umore felice e scanzonato. Di conseguenza i suoi genitori, rasserenatisi nel vederla nuovamente allegra, non perdono l'occasione di rimproverarla per averli fatti tanto preoccupare la scorsa notte, e lei a testa bassa ascolta in silenzio, facendosi piccola piccola, sommersa dalle grida della madre furibonda, mentre il padre, più pacato di natura, interviene solo con un rimprovero breve ed incisivo. Dopo aver subito mezz'ora di grida materne, Anna è obbligata a promettere di essere in futuro più responsabile e rispettosa nei confronti dei genitori, ed a questo ovviamente segue una punizione: nessuna uscita o telefonata per l'intera giornata.
Lamentandosi a bassa voce la ragazza torna in camera e qui da sola si sfoga:
"Non è giusto! Gli altri magari si troveranno e andranno a divertirsi e io invece devo restare rinchiusa qua dentro, come una criminale... Uffa! Non ho voglia di studiare, guarderò un po' di tv.".
Detto fatto, Anna afferra il telecomando ed inizia a dare un'occhiata sui vari canali, finché la sua attenzione non viene catturata da un telefilm, sinceramente un tantino assurdo, in cui cinque ragazzi, ingaggiati come spie dall' FBI, sono costretti a cambiare continuamente identità. Colta da un improvviso raptus, la giovane spegne il televisore, prende carta e penna e comincia a rimuginare su dei possibili nomi in codice per lei ed i suoi amici:
"Se decidessimo di accettare il compito di cercare questa CHIAVE, non potremmo certo usare i nostri nomi davanti ai nemici - parlo come un'eroina dei fumetti, che emozione! -... Non vanno bene e non sono per niente d'effetto: uno che si chiama Simone o Kirk non fa paura nemmeno a una formica!".
Si può intuire quanto seriamente Anna abbia preso il discorso di Jabez, almeno per il momento, ma l'importante è che, quando sarà necessario, metta nella fondamentale missione lo stesso impegno che ora sta dedicando alla ricerca di nuovi nomi per lei ed i compagni. Per più di un'ora la ragazza si strugge nel tentativo di inventarsi qualcosa di originale, quando d'un tratto, per una strana associazione di idee, ricollega il gatto inciso sul suo anello con la letteratura inglese da studiare per lunedì, e le viene in mente una parola: Cat. Trovato!!! Presa da una furia cieca, Anna afferra il dizionario di inglese e si concentra per ricordare gli animali raffigurati sui gioielli degli amici: fortunatamente ha buona memoria!
"Vediamo..." si dice tra sé la giovane "Manuela aveva una spilla con una colomba, quindi sarà Dove. Kirk, un ciondolo rotondo con un lupo: Wolf. Poi Simone, aveva un bracciale con uno scoiattolo... e come si dice scoiattolo in inglese?".
Anna fa una rapida ricerca sul dizionario e soddisfatta esclama:
"Squirrel! Simone è Squirrel!".
Quindi tocca a Brian, con il suo ciondolo triangolare con incisa un'aquila, e a Fabio, con una volpe sul suo bracciale: loro dunque diventeranno rispettivamente Eagle e Fox. Sorge però un problema quando arriva il turno di Sebastiano: cos'è raffigurato sul suo ciondolo romboidale?
Anna si dispera, possibile che sia sempre lui a complicarle la vita?! Ma ben presto le sue lamentele si trasformano in un elogio del suo grande amore:
"... Ah, Sebastiano... Com'è carino, con i suoi magnetici occhi verdi, che mi fanno venire i brividi a vederli, e i suoi capelli neri sempre spettinati, agile come una pantera... Eccolo! E' questo il suo animale, e lui allora sarà Panther!".
Soddisfatta la ragazza controlla i nomi scritti sul foglio e si compiace del proprio lavoro:
"Ecco fatto! Spero solo che non sia stata una fatica inutile!".
In riflessioni decisamente più serie è impegnata Manuela, intenta a ragionare sugli animali associati non a caso a lei ed ai suoi amici: ogni gioiello sicuramente rafforza le caratteristiche proprie dell'animale su di esso raffigurato, così come le speciali divise, caratteristiche ovviamente già in possesso di chi del gioiello è stato scelto come custode. Dettaglio questo interessante, che però non aiuta a risolvere l'interrogativo principale: accettare o meno la missione?
Tra pensieri più o meno seri la domenica giunge al termine e la mattina successiva, poco prima delle otto, si riuniscono fuori da scuola Kirk, Simone, Brian, Fabio e Sebastiano. E' Brian che si accolla l'impegno di intavolare lo scottante argomento ben presente nelle menti di tutti:
"Allora, ci avete pensato? Cercheremo 'sta CHIAVE o no?".
Nessuna risposta, e intanto la campanella suona annunciando l'inizio delle lezioni. Ma i cinque compagni non entrano nel liceo e si dirigono invece a rapidi passi verso il negozio di Jabez: troppo grande è la preoccupazione che grava sui loro animi per starsene tranquilli seduti in classe... o è forse questa soltanto una scusa per evitare le lezioni?!
Giunti a destinazione, i ragazzi si soffermano per un attimo sulla porta e alla fine, preso coraggio, varcano la fatidica soglia ritrovandosi di nuovo circondati dai caratteristici oggetti africani. Ben presto, ecco sbucare Jabez che accoglie a braccia aperte e con un rassicurante sorriso i visitatori, e subito dopo di lui fa la sua apparizione nel negozio anche Manuela, guidati i suoi passi dal medesimo istinto che ha spinto i suoi amici.
Jabez conduce i sei giovani nella stanza sul retro e qui avviene un altro incontro: Anna è già arrivata da un po', e strano non è se tutti e sette i ragazzi hanno avuto la medesima idea. Hanno dunque preso la medesima decisione? Jabez è palesemente ansioso di conoscere la scelta dei giovani e la sua impazienza traspare da ogni gesto, sguardo, parola.
E' Kirk che intavola apertamente il discorso:
"Che si fa?".
"Sinceramente, non sono convinto..." ammette Simone "Però si potrebbe provare.".
Nessuno risponde a parole ma tutti annuiscono concordi.
Jabez è entusiasta ma si trattiene dal mostrare apertamente la propria gioia, mentre Kirk e Manuela intuiscono che la furbesca espressione di Anna non preannuncia nulla di buono e temono che l'amica abbia in serbo una delle sue bizzarre idee. Infatti, ecco la proposta dell'imprevedibile ragazza:
"Ho pensato che i nostri nomi non sono adatti al nostro nuovo ruolo, così ho cercato qualcosa che potesse andar bene. Alla fine ho concluso che potremmo usare i nomi in inglese degli animali incisi sui gioielli.".
"Che fantasia!" commenta ironicamente Sebastiano.
Kirk al contrario è perplesso:
"Dobbiamo cambiare i nomi sulla carta d'identità?".
"No!" esclama la promotrice dell'idea "Non hai capito niente! Solo quando ci scontriamo coi nemici dobbiamo usare gli altri nomi!".
Jabez è sorpreso e divertito dalla buffa pensata ma è anche preoccupato: che Anna davvero non abbia colto l'importanza del suo compito? Gli amici della ragazza, invece, ormai abituati a simili stranezze, non sono affatto stupiti e nemmeno tanto interessati alla strampalata trovata, ma per non scatenare una discussione la accettano di buon grado, nonostante Kirk continui a mostrare qualche dubbio:
"Insomma, quando devo chiamarti Anna e quando Cat?".
"Quando ti pare!" risponde rassegnata la diretta interessata, mentre gli altri del gruppo scoppiano a ridere.
Passato il momento di ilarità Jabez espone un altro problema:
"E' necessario che uno di voi si assuma il ruolo di leader.".
"Io credevo che saresti stato tu a guidarci." osserva Manuela.
"Lo farò." risponde il saggio uomo "Se avrete bisogno potrete venire da me in qualsiasi momento, però è fondamentale che ci sia un capo nel vostro gruppo, e vi dirò chi dovrà esserlo.".
I ragazzi sono molto curiosi ed attendono trepidanti di conoscere chi di loro sia stato scelto per l'importante incarico. Fabio però ha un'obiezione:
"Un leader deve essere intelligente, coraggioso, furbo, insomma, quasi un eroe... nessuno di noi è così.".
"Tutti in fondo lo siete, dovete solo rendervene conto." risponde fiducioso Jabez, soggiungendo poi con voce solenne:
"E' stabilito che a capo del gruppo sia colui che ha come simbolo la pantera, perciò dovrai esserlo tu Sebastiano, o, per far contenta Anna, Panther.".
Il giovane chiamato in causa è sconcertato. La sua espressione, indescrivibile, è un misto tra stupore, paura, gioia, incredulità. Come volevasi dimostrare, Kirk non è convinto:
"Se c'è uno che proprio non ha la stoffa del capo, quello è Sebastiano! E noi dovremmo dargli retta?".
Della stessa opinione sono anche gli altri compagni e per placare le proteste Jabez interviene severo:
"Nessuno di voi è ancora pienamente cosciente di quello che dovrà fare, delle responsabilità che si dovrà assumere. Vi dovrete aiutare a vicenda, e aiuterete anche il vostro amico a essere un buon capo. Non potete perdere tempo a discutere su chi sia il migliore, ognuno ha un ruolo fondamentale, indipendentemente da chi sia il capo. Mi auguro di essere stato chiaro.".
E' la prima volta che l'uomo parla in modo tanto autoritario, ma non è nelle sue intenzioni spaventare nessuno: lui vuole soltanto rendere i sette compagni maggiormente responsabili, nonostante sappia perfettamente che sono dei semplici adolescenti ed è normale che per adesso considerino questa vicenda come un avventuroso gioco di cui non conoscono le regole.
I giovani escono dal negozio verso mezzogiorno e notano che il cielo non è più coperto da oscure nubi: il sole splende alto, senza purtroppo riuscir coi sui raggi a scaldare la gelida aria invernale.
"Ehi, ascoltate!" esclama ad un certo punto Sebastiano "Non so dove ci porterà questa storia, ma vi giuro che sarò un buon capo.".
"E noi ti crediamo!" risponde sorridendo Anna, mettendo una mano sulla spalla dell'amico...
Senza particolari problemi trascorrono alcuni giorni, durante i quali Kirk, scettico, comincia a pensare che questi demoni e questa CHIAVE nemmeno esistano. Manuela al contrario continua a riflettere su quale sia il posto migliore per iniziare le ricerche e nella speranza di ricevere un aiuto consulta spesso Jabez. Da ben altre preoccupazioni è invece tormentata Anna: deve trovare un modo per comunicare a Fabio che Anita, la ragazza per cui lui ha perso la testa, si è da poco messa insieme a un tipo più grande, e fare da ambasciatore in queste situazioni non è mai facile né piacevole.
Una svolta importante avviene una mattina, quando Simone, prima dell'inizio delle lezioni, legge un articolo piuttosto interessante su di un giornale portato a scuola da un compagno di classe: in un deposito poco fuori città si sono verificati ripetutamente fenomeni strani, più persone che per caso in auto sono passate da quelle parti in piena notte dichiarano di aver visto luci inquietanti e sentito insoliti rumori, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di fermarsi e verificare. Il primo ad essere avvisato della scoperta è Sebastiano, ma al momento incombe su di lui l'interrogazione di latino e non c'è spazio per altri pensieri!
Solo durante l'intervallo il gruppo di amici riesce a discutere sull'argomento.
"Forse la CHIAVE si trova lì..." fa notare Brian, ed immediata è la proposta di Sebastiano:
"Bene, stasera andremo in quel deposito. Anna, avvisa tu Manuela.".
La giovane pone allora un problema non trascurabile:
"Una volta là, come facciamo a sapere se c'è la CHIAVE? Non possiamo rovistare dappertutto!!! Forse meglio parlare prima con Jabez.".
"Lui ha già detto di non poterci aiutare in questo." rimarca Simone "E poi che consigli ci servono per andare in un deposito d'auto?".
Kirk riflette un attimo e poi esprime il proprio ponderato parere:
"Se non sbaglio Jabez ci aveva suggerito di usare l'intuito per capire dov'è questa CHIAVE... Dovranno pur servire a qualcosa i nostri poteri paranormali!".
Anna sta per aprir di nuovo bocca, ma i compagni la zittiscono prima che possa confonder ulteriormente le idee di tutti, e l'accordo finale è di riunirsi per le nove al deposito d'auto.
Tornando a casa in motorino, Anna è assillata da una pressante preoccupazione: di sicuro i misteriosi fenomeni riportati sul giornale sono stati provocati da spiriti demoniaci, perciò è molto probabile che lei ed i suoi amici si troveranno presto faccia a faccia con questi malefici esseri. Come affrontarli? Come sconfiggerli? E soprattutto, come difendersi da loro?
D'improvviso la ragazza, persa nei suoi ragionamenti, frena bruscamente come se un terribile pensiero l'avesse trafitta e paralizzata, e sotto gli sguardi attoniti dei passanti si lascia sfuggire un accorato:
"Oh, no!".
Ecco cosa è tornato in mente ad Anna, la notizia che deve dare a Fabio riguardo ad Anita, notizia che non ha avuto ancora il tempo, o il coraggio, di riferire: dovrà farlo domani, non può più rimandare, via il dente via il dolore!
Giunta a casa, la giovane avvisa la madre di aver preso un impegno con gli amici per la sera, e la donna, contrariata, si limita a raccomandare alla figlia di non far tardi perché l'indomani c'è scuola, assicurandole che se non rispetterà gli accordi verrà punita e non potrà più uscire per un bel po' di tempo.
Anche Brian deve risolvere un problema per potersi presentare all'appuntamento con i compagni: dal momento che i genitori usciranno per cena, deve trovare qualcuno a cui affidare il fratellino di sette anni, e fortunatamente nello stesso palazzo in cui lui abita, vive una sua zia che accetta volentieri di far da baby sitter.
La sera si avvicina e Manuela si prepara, non solo spiritualmente, per l'imminente missione. Con reverenziale cautela prende da un cassetto la divisa colorata affidatale da Jabez e la fissa incuriosita, la tocca, la esamina con meticolosa perizia, quasi a volersi accertare che sia reale. Con scrupolosa attenzione ne studia i particolari, notando che è confezionata con gran cura, non un filo fuori posto, ed è originale nel suo insieme: una tuta verde chiaro con i pantaloni lunghi fin sotto al ginocchio, una casacca di una tonalità più scura, con stampato il simbolo della colomba, un paio di buffi calzini corti e delle ballerine, ovviamente verdi.
Anche Anna indossa la sua divisa, il cui colore dominante è il rosso, e soddisfatta si rimira nello specchio, augurandosi di attirare l'attenzione di Sebastiano vestita con i particolari abiti che le calzano a pennello: un tuta attillata, che da una parte è senza manica e dall'altra copre braccio e mano, un guanto arancione per la mano destra, un corto gilet sempre arancione e degli originali stivali alti fino alle ginocchia. Di soppiatto la ragazza esce di casa all'ora stabilita, badando di non farsi scoprire dai genitori: come spiegherebbe il suo insolito abbigliamento?
La notte scende sulla città. Nel buio cielo la luna splende come una fiera regina e le stelle sue ancelle la circondano premurose. Il deposito d'auto non è illuminato, ma ciò non impedisce a Cat di trovare gli amici, che la attendono fuori dal cancello, ed il suo felino sguardo immediatamente si posa su di loro per esaminare con cura come siano vestiti. Nella divisa di ciascuno predomina un colore e su tutte compare il simbolo stilizzato dell'animale a cui è associata. Wolf indossa una t-shirt turchese, jeans azzurri con l'orlo sfrangiato, scarpe da tennis, un simpatico fazzoletto bianco al collo ed uno legato alla gamba sinistra. Fox ha una giacca grigio scuro più lunga dietro con un largo collo e le maniche corte, pantaloni grigio chiaro, un paio di buffe scarpe da folletto e dei guanti lunghi fino ai gomiti rigidi nella parte che copre il braccio. Squirrel ha una fascia gialla sulla fronte, legata dietro la testa, una larga cravatta, un gilet sempre giallo senza maniche e dei pantaloni arancioni che cadono morbidi e si infilano dentro agli stivaletti alti fino a metà polpaccio. C'è poi Eagle, vestito di viola, con una canotta dalla tonalità più chiara, dei jeans scuri abbastanza stretti, un guanto da ciclista alla mano sinistra e dei particolari stivali di stoffa, dei quali il sinistro alto fin sopra il ginocchio, legati da una cordicella viola scuro che si avvolge intorno alle gambe simile ad un serpente. La divisa di Dove Cat già l'aveva vista, perciò su di essa il suo sguardo sorvola veloce per fissarsi invece su Panther, che indossa una tuta blu senza maniche, scollata davanti e legata da un'alta cintura, sotto la quale si intravede una maglietta più scura della stessa tonalità dei guanti e delle scarpe da tennis: inevitabilmente un simile abbigliamento mette in risalto il suo fisico atletico, come non notarlo?!
I sette si accingono ad entrare nel deposito e per farlo dovranno scavalcarne l'alto cancello. Prima di tutto Dove riferisce un'importante conclusione a cui è arrivata e che le è stata confermata da Jabez:
"Ognuno di noi è abbinato a un animale e questi animali rappresentano delle caratteristiche che ci appartengono e che i gioielli in qualche modo potenziano. Per esempio la pantera rappresenta l'agilità, e mi pare si adatti a Seb... Panther.".
"Non c'è dubbio!" commenta sottovoce Cat, attirando involontariamente l'attenzione degli amici.
Per sottrarsi all'imbarazzante situazione, prontamente la giovane cambia argomento e ricorda a tutti di usare i nomi in codice.
"Ok, come vuoi." afferma rassegnato Wolf, incitando poi la compagna a scavalcare il cancello.
"Il primo passo deve farlo il capo." ribadisce l'altra, con furbesca espressione.
Per Panther non è un'impresa difficile oltrepassare l'ostacolo: come giustamente intuito da Dove, la sua agilità, caratteristica che ha in comune con la pantera, è notevolmente accresciuta dal dorato ciondolo che indossa, così come vista, olfatto e udito. Dopo di lui, senza alcun problema anche gli altri uno alla volta entrano nel deposito. L'unica che sembra far molta fatica è Cat. Gli amici la spronano a darsi una mossa, ma lei non vuole rompersi l'osso del collo e per di più soffre di vertigini, perciò procede con estrema cautela, ripetendosi tra sé:
"Ce la posso fare, ce la posso fare...".
Quando finalmente arriva in cima al cancello, la ragazza si blocca, come paralizzata, con gli occhi sbarrati rivolti a terra, e la bocca aperta.
"Forza!" le urla Fox "I gatti sono famosi per l'agilità! Non vorrai rovinare la loro reputazione!".
"Ma i gatti hanno paura dei cani, e dovreste averne anche voi!" replica l'altra, appollaiata sul cancello, facendo cenno ai compagni di voltarsi indietro.
Non è piacevole la sorpresa che i sei scoprono alle loro spalle: tre minacciosi dobbermann li stanno fissando e ringhiano mettendo ben in mostra i candidi canini. Cat scende dal cancello, al sicuro all'esterno del deposito, e suggerisce agli amici di raggiungerla, ma purtroppo il suo consiglio cade nel vuoto, dal momento che i giovani sono troppo impegnati a difendersi dagli attacchi dei feroci cani.
Wolf, in preda al panico, si aggrappa al cancello ed inizia ad arrampicarsi più simile ad una scimmia che ad un maestoso lupo. Cat prova ad attirare l'attenzione degli animali gridando, senza però ottenere alcun risultato, e terrorizzata si copre con le mani il viso non appena vede uno dei dobbermann avventarsi contro Dove, rimanendo di sasso nell'osservare la scena che le si presenta davanti non appena riapre gli occhi: la sua amica è salva e i tre cani stanno fluttuando nel vuoto.
Ed il resto del gruppo, dov'è? Panther è in piedi sul tetto di un'auto, Wolf è aggrappato al cancello, Eagle e Fox sbucano da sotto un furgoncino, mentre Squirrel, accanto a Dove, fissa incredulo gli animali che galleggiano per aria, spiegando così l'accaduto:
"Cat, credo che tu abbia usato i tuoi poteri senza rendertene conto... Complimenti, ottimo tempismo!".
La diretta interessata sente le gambe cedere e crolla in ginocchio sospirando. Quindi, preso coraggio, si rialza e ricomincia l'ardua scalata, ma di nuovo si ferma in cima al cancello, preoccupata di cadere nella discesa, mentre nel frattempo Dove ha ipnotizzato i dobbermann e Panther li ha fatti tornare a terra.
Fox si rivolge a Cat per smuoverla:
"Dai, su, non aver paura. Tu lanciati e noi ti prendiamo.".
"Promesso?" chiede l'altra titubante.
"Promesso!" rispondono in coro Wolf e Squirrel.
Confidando negli amici, la ragazza si lascia andare e cade addosso a Wolf, Eagle e Fox.
"Hai mai pensato di metterti a dieta?" chiede a fatica Eagle, sulla cui schiena grava il dolce peso della compagna.
"Non ti rispondo nemmeno, sono superiore a queste insinuazioni." ribatte l'altra.
"Non rispondere ma alzati!" sottolinea Fox.
Panther interviene e rimprovera gli amici:
"Non fate i bambini! Dobbiamo cercare la CHIAVE!".
"Agli ordini capo!" esclama Cat scattando in piedi, mentre un po' meno agilmente si rialzano i tre su cui era franata poco prima.
"Sembrate dei vecchietti!" commenta sorridendo Dove "Degli uomini duri e coraggiosi come voi non dovrebbero lamentarsi per così poco!".
"Che fai, prendi in giro?" chiede Wolf, mettendosi in cammino insieme agli amici.
Cat ha un'ennesima lamentela:
"Ho freddo, dovevamo tenerci i cappotti... Ho capito che dobbiamo essere liberi nei movimenti, ma sto congelando!".
Stavolta anche gli altri sono d'accordo: Wolf batte i denti senza controllo, Dove trema come una foglia, Eagle si strofina le mani ghiacciate, e Fox, invece di camminare, saltella per scaldarsi.
D'un tratto, un rumore rompe il silenzio. I sette si fermano e, trattenendo il respiro, si guardano intorno attentamente per scoprire se ci sia qualcun altro lì con loro. Ancora un rumore, proveniente da sotto un'auto. Squirrel si fa coraggio e va a controllare, rivelando poi ai compagni che a spaventarli è stato un innocuo gatto. Fox scherzando suggerisce a Cat di parlare con il micio per domandargli se abbia visto in giro la CHIAVE, e lei, ignorando la battuta dall'amico, si avvicina all'animale terrorizzato, chiamandolo per farlo uscire dal suo nascondiglio: probabilmente è capitato per caso nel deposito ed è stato aggredito dai cani da guardia.
"Dev'essere spaventato a morte." fa notare la giovane, china di fianco all'auto, mentre gli altri la fissano perplessi e si chiedono perché perda tempo con un gatto randagio in un simile momento.
D'un tratto l'agghiacciante grido di Dove cattura l'attenzione di Cat, che subito si rialza in piedi e scopre i compagni circondati da inquietanti individui. La ragazza sente poi una mano sconosciuta sfiorarle la spalla ed atterrita dall'arcana presenza che avverte dietro di sé si volta lentamente, trovandosi faccia a faccia con un giovane di circa vent'anni, dai lunghi capelli neri e ricci ed il viso pallido come un cadavere, il cui sguardo, per nulla rassicurante, ben si adatta al malefico ghigno stampato sul suo volto. Cat agilmente sfugge al nemico che stava per afferrarla ed inizia a correre chiamando aiuto, mentre i suoi amici stanno cercando un modo per tornare con i piedi per terra, nel vero senso della parola, dal momento che gli otto individui che li hanno aggrediti, hanno neutralizzato ogni loro possibile attacco tenendoli sospesi per aria.
"Forse questi sono i demoni di cui ci ha parlato Jabez." osserva ad un certo punto Fox, raggiunto immediatamente dall'ironico commento di Wolf:
"Sei proprio una volpe! Visto che sei così astuto, trova un modo per farci scendere!".
Ad esaudire la richiesta ci pensano però le creature demoniache, che fanno tornare a terra i sei giovani in maniera piuttosto brusca, sbattendoli violentemente contro un rimorchio abbandonato nel deposito. Il primo a riprendersi dal duro colpo è Eagle, che si vede suo malgrado arrivare addosso uno dei nemici, e precisamente quello che inseguiva Cat: la ragazza infatti, stanca di correre, ha provato ad utilizzare le sue facoltà di telecinesi, ma non controllandole ancora molto bene, ha involontariamente scagliato il demone che la assediava contro l'amico già malridotto. Alla fine Eagle è costretto a difendersi dall'avversario che gli è stato lanciato addosso ed intima a Cat di non avvicinarsi per non complicare ulteriormente la situazione. La caparbia giovane tuttavia non demorde e, nella speranza di rendersi utile, con la forza del pensiero stacca il paraurti di un auto legando con questo il nemico... e anche Eagle, che spazientito comincia ad inveire contro la maldestra compagna attribuendole epiteti non ripetibili! Fortunatamente il ragazzo riesce abilmente a liberarsi, mentre i suoi cinque amici, anche se un po' ammaccati, replicano agli attacchi degli avversari utilizzando le loro speciali facoltà psichiche e finendo così col far volare da una parte all'altra automobili, camion, furgoni, moto.
Improvvisamente, senza un apparente motivo, la battaglia termina, i demoni si dileguano, ed i sette amici si guardano intorno spaesati, e spaventati: non c'è più un'auto intera, tutto è distrutto, ovunque portiere, vetri rotti, paraurti, ruote... Si sentono in colpa i giovani, ma, in fondo, cosa potevano fare?
"E' inutile che restiamo qui." fa notare Cat, rompendo il tetro silenzio "La CHIAVE non c'è. E poi, se non ce ne andiamo rischiamo di farci scoprire: col casino che abbiamo fatto, anche se siamo fuori città, non è detto che qualcuno non capiti da queste parti.".
Lasciandosi alle spalle una completa distruzione, con gli animi pervasi da una profonda desolazione, i ragazzi tornano alle rispettive case, ma non è facile prender sonno dopo quanto accaduto.
Manuela non riesce a dimenticare la rovina che si è trovata davanti e teme di non essere adatta per il compito che lei e i compagni si sono assunti:
"E' troppo per noi! Non ci siamo resi conto di quello che dovevamo fare, ci sembrava una bella avventura, e invece... E poi non voglio morire adesso, e questa sera c'è mancato poco: ho male dappertutto, sono piena di lividi... All'inizio mi piaceva l'idea di avere un ruolo importante a questo mondo, e adesso vorrei che tornasse tutto come prima. Ho già i miei problemi, perché devo occuparmi di 'sti demoni?!... Sono una stupida, potevo tenermi la mia vita monotona e noiosa, ignorando Jabez, i gioielli, e tutto il resto, e invece ho scelto di cacciarmi in mezzo questa storia assurda. Non serve piangersi addosso, tanto vale pensare a cosa farò in futuro...".
Sdraiata sul letto, la giovane continua a rigirarsi, le è impossibile chiudere gli occhi e riposare, e ciò che maggiormente la tormenta è l'idea di finir col combinare insieme agli amici più guai che altro nella ricerca della fatidica CHIAVE, facendo così il gioco del nemico. Ed è talmente difficile credere all'esistenza di questi demoni, incarnatisi in questo mondo per scovare una misteriosa CHIAVE di cui nessuno pare conoscere l'utilità!
Anche Simone è preoccupato per l'intricata situazione e, seduto alla scrivania, tiene gli occhi fissi sul computer acceso: è un mago nel campo dell'elettronica, riesce ad inserirsi in qualsiasi programma, naviga su internet come un esperto lupo di mare al comando della sua nave, è geniale in questo senso. Eppure non potrà mai trovare una soluzione alla complicata vicenda in cui si trova coinvolto attraverso il suo fidato computer, e lo sa bene, ma già il solo fatto di veder il monitor acceso, la tastiera sotto il suo controllo, gli infonde sicurezza, nella speranza di avere da un momento all'altro una provvidenziale illuminazione che gli permetta di far chiarezza nella mente frastornata. Nel buio della stanza, la luce emanata dallo schermo si riflette sul volto pensieroso del ragazzo, creando sinistre ombre sulla fronte corrugata e sotto gli occhi semichiusi, finché il computer non viene spento e della camera si impossessano la notte ed il silenzio.
Brian, Anna, Kirk e Fabio, sono invece crollati in un sonno profondo non appena hanno posato la testa sul cuscino, mentre ancora sveglio è Sebastiano, non in verità immerso in riflessioni profonde su quanto appena accaduto, bensì smarrito nei meandri del latino:
"Se non finisco questa versione per domani, il profe mi uccide!" si ripete il ragazzo, intento a cercare sul dizionario una misteriosa parola che proprio non vuole farsi trovare.
Sorge nuovamente il sole, spodestando dal suo trono la luna che a malincuore gli cede il posto trattenendosi dispettosa ancora per un po' nel cielo mattutino. E' più calda l'aria in questo primo giorno di marzo, la primavera si sta avvicinando.
La travagliata notte appena trascorsa ha lasciato un segno nei sei amici che a scuola si ritrovano, ancora stanchi ed assonnati. Durante l'ora di filosofia, Anna prova a seguire la lezione, ma non riesce a smettere di sbadigliare. Ridotto peggio di lei è Kirk che, seduto in ultima fila, si è addormentato con la testa appoggiata sulle braccia incrociate sopra il banco, la bocca aperta, i biondi capelli stranamente spettinati a coprire gli occhi ermeticamente chiusi. Buffa è invece l'ebete espressione di Sebastiano, che simile ad un automa scrive senza rendersene conto quello che il professore dice, mentre le palpebre sempre più pesanti rischiano di farlo cadere da un momento all'altro in un sonno profondo. Fabio, con la testa sorretta dal braccio sinistro, non prende appunti e fa scarabocchi con la matita sul banco, tenendosi davanti il libro di filosofia per dar l'impressione di ascoltare la lezione. Brian guarda in direzione della cattedra con assoluta indifferenza, alternando sospiri e sbadigli e cercando invano di tanto in tanto di trovare la pagina che l'insegnante sta leggendo.
Un brusco risveglio attende però tutti nell'ora successiva, ora in cui scatta l'interrogazione di latino. Originale è il metodo con cui il professore sceglie le sue vittime, una specie di lotteria che parte con il lancio di una moneta: testa è pari, croce dispari. A che numeri si fa riferimento? Ai numeri d'ordine degli alunni sul registro, ovviamente. A questa prima parte, segue l'apertura di un libro per stabilire il numero prescelto, che corrisponde all'ultima cifra della pagina su cui cade lo sguardo dell'insegnante. Il rituale ha dunque inizio: ecco che la dorata moneta volteggia leggera sopra la cattedra e vi ricade provocando un acuto tintinnio. Il primo verdetto è: "Dispari!", come annuncia con voce solenne il professore, un uomo di mezza età, non molto alto, con un paio di occhiali poggiati sulla punta del naso aquilino, dietro ai quali sbucano i piccoli occhi castani dall'espressione severa eppur benevola. Metà della classe esulta, quella che corrisponde ai numeri pari, cosa che si ripete di frequente ultimamente, mentre tra gli studenti ancora in pericolo si diffonde il panico. Viene ora aperto il libro che decreterà la scelta finale, e la conclusione è: "Tre!".
Ad essere sinceri, nessuno è stupito, nemmeno i poveri ragazzi destinati ad essere per l'ennesima volta interrogati, ovvero tre, tredici e ventitré, che hanno finora raccolto in latino nel secondo quadrimestre già quattro interrogazioni, mentre c'è qualcuno che non ne ha nemmeno mezza!
I fortunati sono Anna, Sebastiano e Paolo, un altro loro compagno di classe: costoro infatti corrispondono sul registro ai famigerati numeri. I giovani si dirigono verso la cattedra rassegnati come dei condannati diretti al patibolo. In particolare Sebastiano è terribilmente agitato, ha studiato latino solo la scorsa notte e ha una gran confusione in testa: le mani tremano e sudano freddo, un tallone batte nervosamente a terra, gli occhi vagano da una parte all'altra dell'aula in cerca di conforto. Il tempo pare non passare mai, le domande del professore sembrano dei quiz senza soluzione, ma fortunatamente puntuale la campanella suona annunciando l'agognato intervallo. L'interrogazione dunque termina, e Sebastiano deve ringraziare Anna e i suoi suggerimenti per averlo salvato da una sicura insufficienza che avrebbe inferto un fatale colpo alla sua media già critica.
La mattina di scuola termina in questa giornata a mezzogiorno e Simone, desideroso di andar da Jabez per parlargli dello scontro col nemico, propone la sua idea per primo a Sebastiano, che però nel pomeriggio ha ripetizioni di matematica e deve tornare subito a casa. Anche Brian è impegnato, ha lezione di Judo alle due, mentre Kirk, Fabio e Anna si sono dileguati nel nulla prima che l'amico potesse parlar loro. Simone decide alla fine di portar a termine da solo la propria idea e lungo la strada si imbatte in Manuela, che, uscita da scuola tre ore prima, ha avuto il medesimo pensiero del compagno.
La porta del negozio di Jabez è chiusa ed i due giovani non possono far altro se non provare a bussare sperando che il loro saggio amico non sia uscito. Dopo qualche minuto, Manuela suggerisce di scassinare la serratura con la telecinesi ed in questo modo i ragazzi riescono alla fine ad entrare, giusto nel momento in cui compare Jabez con in mano un hamburger.
"Perché mi guardate così?" chiede l'uomo ai due che lo fissano stupiti "Anch'io devo mangiare per vivere.".
Ingoiato l'ultimo boccone, Jabez si informa sul motivo della visita. Subito Manuela, visibilmente turbata, confessa che secondo lei le cose non vanno come dovrebbero e, dopo aver lasciato raccontare a Simone quanto avvenuto la notte appena trascorsa, espone sinceramente i propri dubbi:
"Non so se potremo combinare qualcosa di buono. Non so se ne siamo capaci. Ho paura che faremo solo disastri se continuiamo così, e peggioreremo la situazione.".
"Perché sei così tesa?" domanda perplesso Jabez.
La ragazza, con un'espressione terribilmente affranta, risponde:
"Finita quella - come posso dire?- battaglia, mi sono vista intorno un completo disastro, e l'avevamo provocato noi!... Non vorrei mai che in futuro...".
Manuela non termina nemmeno il discorso, teme perfino di esprimere l'atroce paura che grava sul suo cuore, ma è chiaro cosa voglia dire e Jabez cerca di tranquillizzarla, con parole semplici e rassicuranti:
"Quello che tu e i tuoi amici fate non potrà mai essere di nessuna utilità a Colui che dovete contrastare, fino a quando saranno i migliori sentimenti presenti in voi a guidarvi. Non potreste indossare quei gioielli se i vostri animi fossero governati dalla malvagità.".
"Mi sembrano solo belle parole... ma la realtà?" rimarca la giovane non convinta, e sono le dirette parole di Simone a scuoterla infondendole un po' di fiducia:
"Diamoci un'altra possibilità. Se capiremo di non essere all'altezza, ci tireremo indietro.".
Così dicendo il ragazzo mette un braccio intorno alle spalle della titubante amica e con un fraterno sorriso la sprona a non arrendersi e a non preoccuparsi troppo, almeno per ora. Manuela alla fine torna a casa con l'animo più leggero, sollevata da una rinnovata fiducia, mentre Simone si trattiene ancora un po' con Jabez avendo altre domande da porgli:
"La CHIAVE che stiamo cercando, a cosa serve? Perché la vogliono quei demoni? E poi, faccio fatica a credere che possano esistere queste incarnazioni di spiriti maligni, anche se… ieri... le ho viste.".
Il maturo uomo inizia di buon grado a fornire le spiegazioni richieste:
"In primo luogo, io so soltanto che la CHIAVE serve per completare il rito destinato a far risorgere Satana. Per quanto riguarda l'altro tuo dubbio, dovresti sapere che esistono molti casi, più o meno confermati, di possessione demoniaca. Perché ti stupisci tanto?".
"Sinceramente ho sempre fatto molta fatica a credere a queste manifestazioni del Diavolo, e adesso... Ho una gran confusione in testa!" confessa il giovane scuotendo la testa sconsolato, se pur soddisfatto di aver avuto qualche notizia in più sulla misteriosa CHIAVE.
Distanti anni luce da questi pensieri sono Kirk e Anna, che, intenti a ripassare per il compito di chimica, sono a dir poco sconvolti, non capendo niente dell'oscura materia. Anna, con le mani tra i capelli, i gomiti sul tavolo, gli occhi puntati inutilmente sulla stessa pagina da un'ora, tenta invano di decifrare un problema, non riuscendo nemmeno a comprendere cosa richieda. Kirk, invece, ha già risolto alcuni esercizi, ma, confrontati i suoi risultati con quelli del libro, non ce n'è uno che coincida, e ciò lo getta nella più cupa disperazione. Improvvisamente il telefono squilla, offrendo una buona scusa per far una meritata pausa. E chi può essere ad aver chiamato se non Sebastiano, che, in preda al panico, cerca l'aiuto degli amici, ed il problema è sempre lo stesso: chimica! Ben poco possono fare i due per il compagno sconsolato, sono già in crisi per conto loro e di certo, finché non avranno messo ordine nel caos che invade le loro menti, non potranno dar una mano a nessuno. Riattaccata la cornetta, Anna e Kirk tornano sui libri, rendendosi conto di non sapere un bel niente: tra formule, simboli, sigle, sembra di esser davanti ad un geroglifico indecifrabile!

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Non ho molto da dire per ora. La trama per adesso è abbastanza semplice. Ho pensato di pubblicare i primi due capitoli a distanza ravvicinata così da permettervi di conoscere un po' i personaggi. Ricordo che ai tempi delle superiori mi chiesi come ci saremmo comportati io ed i miei amici calati in una situazione surreale come questa, e da qui partì il tutto. Unendo le mie esperienze, una buona dose di fantasia e molti elementi tratti dalla simbologia cristiana, ho costruito questa storia. Non stupitevi se la prima parte è più scanzonata ed allegra rispetto a quelle che seguiranno, a giocar un ruolo fondametale all'inizio è la giovane età dei protagonisti, con la loro incoscienza e spontaneità. Più avanti le cose cambieranno, e se volete sapere come non dovete fare altro che seguirmi. A presto!

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