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Autore: Federico    07/08/2008    1 recensioni
I due cadaveri giacevano vicino a una roccia, coperti di sangue e trafitti da innumerevoli katane, kunai e shuriken.
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"E così vuoi dirci che questo idiota era il vero leader?"fece Kakuzu guardando i resti di Tobi.
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"Tempo fa Madara mi aveva detto che se fosse venuto a mancare i membri ancora in vita avrebbero dovuto combattere fra loro..."
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Questa è la prima fic che scrivo da solo, quindi per favore leggete e recensite.
La fic si ambienta all'inizio di Shippuuden, quando Sasori era ancora vivo e Tobi un subordinato di Zetsu,anche se dava ordini a Pain, ma non segue assolutamente gli sviluppi del manga e propone una storia alternativa.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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La sfida

I due cadaveri giacevano vicino a una roccia, coperti di sangue e trafitti da innumerevoli katane, kunai e shuriken.

Le teste erano state staccate per spregio dai ninja di Konoha che gli avevano uccisi.

Otto persone stavano osservando in silenzio quei corpi: una con i capelli arancioni e molti piercing sul viso,una con i capelli blu, una con strani occhi rossi e neri, una simile a uno squalo e armata di un’enorme spada,una con i capelli biondi, una con la chioma rossa, una con una falce a tracolla e una con il viso e la testa coperti.

Tutti indossavano mantelli neri decorati con nuvole rosse.

“ E così vuoi dirci che questo idiota era il vero leader ?” fece Kakuzu guardando i resti di Tobi.

“Certo, lui era Madara, il primo Uchiha e il fondatore dell’ Akatsuki, e mi dava ordini.

Tobi era solo una copertura, e lui lo sapeva” rispose Pain indicando quello che una volta era stato

Zetsu.

“Roba da non credersi… Ma ora chi sarà il capo? A me non dispiacerebbe…” disse Deidara.

“Non ci provare! Il leader sarò io!”gridò Kisame piantando la sua Pelle di squalo nel terreno.

In breve tutti cominciarono a litigare, tranne Itachi e Pain.

“Ehm, ragazzi…” fece il ninja della pioggia. “Tempo fa Madara mi aveva detto che se fosse venuto a mancare i membri ancora in vita avrebbero dovuto combattere fra loro…e il vincitore sarebbe diventato il nuovo leader dell’ Akatsuki, rifondandola”.

“L’ idea non mi dispiace” disse Sasori, che si vedeva già capo di un’Akatsuki composta solo da marionettisti.

“Pain… io non potrei mai combattere contro di te …” mormorò Konan.

“Benissimo!Vi mostrerò che l’arte è esplosione!” esultò Deidara.

“Dato che ero secondo solo a Madara in gerarchia, mi permetterò di stabilire le regole…”

“Eh no stronzo, chi ti credi di essere?!”urlò Hidan gettandosi all’assalto.

L’ immortale riuscì a prendere Pain per la tunica, ma questi lo gettò a terra con un calcio e gli puntò un kunai e una lancia alla gola.

“Qualcun altro vuole lamentarsi?”disse facendo sparire le armi nelle maniche.

Nel frattempo Konan aveva preparato gli shuriken, Deidara stava tirando fuori dell’argilla, Sasori aveva già estratto un rotolo, Itachi stava per attivare lo sharingan ipnotico, Kisame stava eseguendo alcune posizioni delle mani e Kakuzu si stava togliendo la veste, tutti pronti ad approfittare della situazione per scatenare lo scontro; ma dopo aver visto la prova di forza di Pain si erano arrestati per la paura.

“Stavo dicendo….Per dare più possibilità a tutti di vincere proporrei di usare solo armi e arti marziali.

Io per esempio rinuncio ai poteri del rinnegan e userò solo questo corpo”.

Un mormorio si diffuse fra i membri.

“Tu Konan puoi comunque usare armi di carta.

Tu Itachi puoi usare lo sharingan normale, ma non quello ipnotico”.

L’Uchiha si limitò ad assentire.

“Tu Kisame dovresti evitare di allagare tutto come tuo solito, capito?

Kakuzu, tu non puoi indurire il tuo corpo e usare mostri e tentacoli, ma puoi comunque strappare il cuore a chi vuoi”.

L’avaro ghignò, mentre il pesce era deluso.

“Tu Hidan devi evitare di usare quei ridicoli rituali! Già sei quasi invincibile adesso, altrimenti vinceresti subito!”

“Fottutissimo eretico, devi smettere di offendere Jashin-sama!Ma visto che detti legge ti obbedisco”.

“Sasori, tu non usare le tue marionette, ma serviti pure dei congegni del tuo corpo, a patto che non siano avvelenati”.

“Amo le marionette e il veleno è il mio cavallo di battaglia, ma obbedisco.Tanto una coda di scorpione fa male anche da sola….”

“Deidara, ti consento di usare i tuoi esplosivi, ma niente C2, C3 e C4, capito?

Solo bombe piccole!”

“Dannato idiota ignorante, mi privi dei miei più grandi capolavori, ma mi tocca obbedirti!”.

“A proposito, Madara mi aveva consegnato queste per darvele” disse Pain prendendo un rotolo e usandolo per evocare otto katane con il manico nero decorato con nuvole rosse.

“E’dai tempi degli Anbu che non uso una katana”si limitò a commentare Itachi.

“Io invece ci sono abituato, perché molte mie marionette ne sono provviste” disse Sasori.

“Uhm, è una buona arma, ma la mia Pelle di squalo è migliore!” sentenziò Kisame esaminando la lama di una delle armi”.

“Comunque non preoccupatevi, non tutte le tecniche saranno vietate” continuò Pain.

“Potrete sempre usare la moltiplicazione del corpo,la sostituzione e tutte le tecniche relative alle armi”. I membri ne furono rincuorati.

“Io propongo di rincontrarci domani in quella foresta laggiù”disse Deidara. “Faremo così : chi incontrerà un altro membro inizierà a combattere, e così fino a che non ne resterà solo uno. Tuttavia i combattimenti potranno essere solo fra due persone”.

“Accordato” disse Pain.

Gli otto ninja si divisero e passarono il resto della giornata ad allenarsi in posti diversi.

Alla sera, quando la terra e i tronchi furono pieni di kunai e shuriken e le katane furono senza filo,

andarono a godersi quella che per sette di loro sarebbe stata l’ultima notte.

C’era chi voleva essere il vero leader, dopo esserlo stato solo di nome; chi temeva di dover combattere contro il suo dio; chi ne pregava un altro di compiere un massacro; chi avrebbe pensato solo ai soldi, se fosse sopravvissuto; chi all’arte, in due modi diversi; chi voleva essere capo di qualcosa, dopo essere fuggito dal proprio villaggio; chi temeva la vendetta di un parente lontano.

Perché l’indomani la vecchia Akatsuki sarebbe morta.

  
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