Battaglia
nella foresta
Deidara
controllò per l’ennesima
volta che ci fosse abbastanza argilla.
Sasori
finì di aggiustare i suoi
congegni e si rimise la veste.
Kisame
lucidò il suo spadone,
quindi lo avvolse nelle bende.
Itachi
si mise a giocherellare con
un kunai, dopo essersi infilato molti shuriken nel vestito.
Hidan
affilò la falce, pregò e
fece un ultimo scontro contro alcune sue copie.
Kakuzu
si allenò ancora una volta
nella tecnica della sostituzione, mentre combatteva contro un suo clone.
Konan
riempì il tronco di un
albero di shuriken di carta.
Pain
scagliò una lancia contro un
bersaglio lontano, quindi la recuperò.
Tutti
i membri nascosero armi e
rotoli nei mantelli e, dopo che ogni cosa fu pronta, partirono per la
battaglia.
Arrivarono
fino alla foresta e vi
entrarono da otto punti differenti, muovendosi a grandi balzi fra i
rami.
Soltanto
uno sarebbe tornato vivo.
Da
quel momento sarebbe potuta
succedere qualsiasi cosa.
Pain
atterrò dopo un salto sopra
un grosso ramo.
Sentiva
di essere pedinato.
Improvvisamente
si udì un fruscio
e un’ombra scura sbucò da un cespuglio andando
all’assalto.
“Kakuzu!”pensò
Pain vedendo
l’avaro che lo attaccava tenendo un kunai in entrambe le mani.
Il
ninja della pioggia estrasse un
pugnale, e i due combatterono fra le chiome degli alberi saltando e
incrociando
le armi.
Entrambi
atterrarono su rami
opposti, e Pain ne approfittò per colpire il suo avversario
con il kunai, che
si piantò nel legno, e con gli shuriken, che lo centrarono
alla testa rivelando
che era una copia.
Il
vero Kakuzu sbucò dallo stesso
albero di Pain, che velocemente estrasse la spada spezzando la lama a
uno dei
kunai del tesoriere: ma questi colpì il nemico con un pugno
allo stomaco,
mentre l’altro kunai gli sfiorava una spalla, quindi
sfoderò la propria katana.
I
due si affrontarono con violenti
fendenti di spada e scesero dall’albero: Pain
tagliò il coprifronte e la
maschera dell’avversario, mentre con la lancia lo feriva ad
una gamba.
Lo
shinobi dai capelli arancio
arancioni fece volare via di mano a Kakuzu il kunai, ma subito dopo
perse la
spada che si conficcò nel suolo: tuttavia riuscì
a infilzare l’altro con la
lancia.
“Cazzo!
Che tu sia dannato, mi hai
distrutto un cuore!”.
“Ed
è solo l’inizio!” gridò Pain
saltando all’indietro e lanciando parecchi shuriken.
Kisame
fissava negli occhi il suo
avversario, e Deidara faceva altrettanto.
Si
erano incontrarti da dieci
minuti, e a parte alcune frasi di circostanza e sbruffonate varie
nessuno si
decideva ancora a fare la prima mossa.
Improvvisamente
il ninja della
roccia tolse dalle sue sacche quattro uccellini d’argilla e
li lanciò, saltando
all’ indietro per evitare due kunai dello squalo.
Dopo
che il fumo dell’esplosione si
fu dissolto Kisame balzò in aria lanciando cinque shuriken
uno dopo l’altro,
ricambiati dai pugnali di Deidara.
Le
armi si incontrarono a
mezz’aria, finendo col conficcarsi a terra.
Kisame
saltò addosso all’artista
con la sua Pelle di squalo,ma l’altro usò la
katana.
“Credi
davvero di potermi
battere?” fece il pesce tirando a sé lo spadone,
mentre le bende strappate
volavano
per aria e il sangue
sgorgava dalla guancia del nemico.
Ma
non si era accorto di alcuni
ragni d’argilla che stavano camminando su di lui.
Lo
spadaccino riuscì a sostituirsi
un attimo prima che Deidara facesse esplodere le sculture.
Improvvisamente
Deidara saltò fra
gli alberi e lanciò dei fumogeni per coprirsi la fuga, ma
Kisame lo inseguì.
Sasori
camminava tranquillamente
quando improvvisamente lanciò un kunai verso dei cespugli,
da cui qualcuno
gettò degli shuriken di carta.
Konan
balzò fuori dai cespugli e
attaccò con una lancia di carta il marionettista, ma questi
parò l’arma con un
altro pugnale.
La
donna gettò lì avversario lontano
con i suoi calci, quindi scagliò la lancia mancando
però il bersaglio.
I
due shinobi balzarono l’uno
contro l’altro lanciandosi degli shuriken che finirono
infissi a terra.
Continuarono
ad affrontarsi con i
kunai, poi li scagliarono dopo essersi allontanati e le armi si
colpirono a
vicenda.
Entrambi
estrassero rotoli dalle
maniche ed evocarono due shuriken giganti a testa che poi lanciarono.
Quelli
di Konan tagliarono i rami
ad un albero, mentre quelli di Sasori sfiorarono appena la kunoichi,
strappandole
alcuni capelli e producendo un leggero strappo nella tunica.
Il
rosso mise mano alla spada e
l’attaccò, ma si trattava solo di una copia:
quella vera gli conficcò degli
shuriken di carta nella schiena.
Sasori,
che aveva smesso di
provare dolore fisico da quando era divenuto una marionetta umana, se
li tolse,
mentre Konan sguainava la katana.
I
due rivali si parlarono.
“E’
inutile, vincerò io. Ti ho in
pugno si da quando ti ho notata in quei cespugli!”
“Io
sono forte, e devo servire il
dio Pain… sono il suo angelo!”
“Stupida!Se
mi ucciderai forse
dovrai combattere contro il tuo “dio”!E’
lui ti eliminerà senza pensarci!”.
Hidan
era da poco capitato in una
radura quando vide qualcuno dietro un albero.
“Chi
cazzo sei?Fatti
vedere,vigliacco!”
Da
dietro il tronco uscì Itachi.
“Ah,
il piccolo Uchiha…Che ne dici
di combattere?”
Itachi
si limitò ad attivare lo
sharingan.
“Lo
prendo come un sì…Oh potente
Jashin-sama,dammi forza, ammira la morte di questo eretico!
Io
ti offro il suo sangue!”
“Spero
che almeno rispetterai le
regole”mormorò l’Uchiha iniziando a
frugarsi nelle maniche.
Hidan
spiccò un balzo agitando la
falce, ma Itachi iniziò a tirare fuori shuriken dai vestiti,
lanciandone una
ventina che il fanatico parò con il manico della sua arma e
con un kunai.
Hidan
lanciò la falce e colpì
l’avversario, che si scompose in molti corvi.
Il
vero Itachi apparve accanto a
Hidan e cercò di colpirlo con un calcio.
Itachi
stava per estrarre un’arma,
quando qualcuno da dietro gli fece passare la lama di un kunai sotto la
gola.
“Sai,
in questi casi la tecnica
della moltiplicazione del corpo è davvero
vantaggiosa…”.
L’Uchiha
per tutta risposta piantò
un kunai con una carta bomba nel ginocchio di Hidan, che si ritrasse
urlando,
mentre nel frattempo la carta bomba esplodeva.
Itachi
si concentrò sul clone e
gli lanciò contro tre pugnali, quindi ne estrasse un altro e
lo usò per
affrontare la lancia dell’avversario,riuscendo a batterlo.
“Vendetta
tremenda!Mi vendicherò
brutto stronzo!” urlò l’Hidan originale mentre
correva brandendo la spada con il vestito mezzo distrutto.
I
due shinobi saltarono,
incrociarono le armi e poi si allontanarono di nuovo.