Legami Invisibili
Di Lilyan
“Le passioni umane sono
una cosa molto misteriosa e per i bambini le cose non stanno diversamente che
per i grandi. Coloro che ne vengono colpiti non le
sanno spiegare, e coloro che non hanno mai provato nulla di simile non le
possono comprendere. Ci sono persone che mettono in gioco la loro esistenza per
raggiungere la vetta di una montagna. A nessuno, neppure a se stessi,
potrebbero realmente spiegare perché lo fanno. Altri si rovinano per
conquistare il cuore di una persona che non ne vuole sapere di loro. […] Altri
credono di poter essere felici solo in un luogo diverso da quello dove si
trovano e così passano la vita girando il mondo. E
altri ancora non trovano pace fino a quando non hanno ottenuto il potere.
Insomma, ci sono tante e diverse passioni, quante e diverse sono le persone.”
Michael
Ende – La Storia Infinita -
* Premetto solo che questa è la mia
prima fanfiction su Harry Potter (quindi siate clementi nelle critiche!).
* Inoltre: tutti i personaggi
originali sono copiright di J..K. Rowling e vengono
qui utilizzati senza alcuno scopo di lucro.
1
- Signor
Paciock! – Si alterò la professoressa McGrannit.
- Siete
ormai all’ultimo anno, non dovrebbe essere così difficile trasformare una
tartaruga in una lampada da tavolo senza che tutte quelle zampe sbuchino da ogni lato! Prenda esempio dai suoi colleghi! -.
Tutti si
misero a ridere vedendo il risultato della trasfigurazione di Neville, ma
subito tacquero alla sfuriata della McGrannit.
Harry, Ron
e Hermione guardavano sconsolati l’amico che in tutti quegli anni, era sì
migliorato notevolmente nel controllo degli incantesimi, ma che riusciva comunque sempre a combinare un sacco di pasticci.
- Mi spiace
professoressa McGrannit! – Furono le sue uniche parole mentre arrossiva.
La lezione
terminò poco dopo e tutti i ragazzi uscirono dall’aula per andare a pranzo
nella Sala Grande.
Quello, per
loro era l’ultimo anno ad Hogwarts, e dopo gli esami
avrebbero intrapreso presumibilmente strade diverse.
Harry
rifletté che gli sarebbe mancata da morire la scuola che in quei sette anni
aveva considerato come casa propria… di certo più della casa di
zio Vernon a Privet Drive.
- Sapete –
Disse riempiendosi il piatto di sformato di zucca – non passa giorno che non mi
chieda come sarà fuori da qui quando quest’anno sarà
finito… -.
- Oh, Harry
– Disse Hermione col suo solito tono – non ci pensare. Mancano ancora un sacco
di mesi… e soprattutto ricordati degli esami! Quest’anno ci sono i M.A.G.O.. Se non otterremo quelli, allora sì che dovremo
preoccuparci di quello che ci aspetta fuori! –
- Ma non la smetti mai di pensare allo studio? – Incalzò Ron.
– Mi sa proprio che quest’anno un bell’esaurimento non te lo toglie nessuno.
Dico bene Harry? –
Il giovane
annuì senza dire nulla e abbassò il viso verso il proprio piatto. Aveva già
visto Hermione fissare Ron con una luce omicida negli occhi e non voleva farla
infuriare ulteriormente. Sapeva che affrontare con lei il discorso “esami” era
una battaglia persa in partenza. Sarebbe stato più facile sconfiggere un intero
esercito di Dissennatori!
- Io almeno
mi preoccupo! – Disse con voce alterata. - A differenza di qualcuno che non ha
ancora aperto un solo libro… ma quest’anno si cambia
registro! Sissignore! Non ti provare a chiedermi gli appunti di nessuna materia
perché stavolta sarò davvero inflessibile e non mi farò convincere dai tuoi
inutili piagnistei! – Rispose Hermione arrabbiatissima che con quelle parole aveva decretato la fine della discussione.
Ron emise
solo un flebile – Ma… - E poi sconsolato aveva anche lui abbassato gli occhi e
incominciato a pranzare.
Solo una
risata fredda e fastidiosa proveniente dal tavolo in fondo alla sala, fece per
un attimo dimenticare ai tre ragazzi la tensione di qualche minuto prima.
- Che cavolo avrà da ridere quello stupido di Malfoy? Se fossi in lui starei rintanato in camera mia il più
possibile. Ma pare che a lui non importi un gran che!
– Disse Ron fissando accigliato il tavolo dei Serpeverde.
Una delle
poche cose che a Harry, Ron e Hermione non piaceva della scuola di Hogwarts era
proprio Draco Malfoy. Quel ragazzo strafottente, superbo, fastidioso,
detestabile e malvagio che fin dal primo anno era stato per loro fonte di innumerevoli guai. Suo padre, un Mangiamorte fedele a
Voldemort, era un paio d’anni che usciva ed entrava dalla prigione di Azkaban. Nessuno sapeva come riuscisse
a farsi rilasciare, si ipotizzavano maledizioni e fatture di alta magia nera,
per non parlare dei soldi che sicuramente aveva sborsato. Ma poi puntualmente veniva arrestato nuovamente, visto che la sorveglianza su di
lui e sulla sua famiglia da parte degli auror era serratissima. Tuttavia,
sembrava che tutto questo non avesse intaccato per nulla l’arroganza e la
superbia di Draco che anzi, si vantava di avere un padre in grado di uscire a
proprio piacimento dalla prigione di massima sicurezza.
- Hai
ragione - rispose Harry altrettanto infastidito. - Da quando Silente ha fatto
incarcerare molti dei Mangiamorte di Voldemort… non fare quella faccia Ron!…
insomma… non andrei a sbandierare ai quattro venti che
mio padre è uno di quelli! -
- Ma lo sai
che Malfoy ha il quoziente di intelligenza di un
asticello e poi… stare tutto quel tempo con quei due troll di Tiger e Goyle non
gli deve fare di certo bene! –
Harry rise
di gusto ai paragoni di Ron e anche Hermione non riuscì a soffocare una risata.
La quiete era ritornata!
L’autunno
era giunto in fretta con i suoi colori caldi a decorare i prati e gli alberi
che circondavano Hogwarts. In quegli ultimi giorni di tepore i ragazzi uscivano
spesso nei momenti liberi per prendere una boccata d’aria e per godere dei raggi del sole. Sapevano bene quanto sarebbero
state lunghe e noiose le giornate invernali chiusi tra le mura del castello.
Tutto
accadde uno di quei giorni assolati.
Hermione
stava all’ombra di un albero a ripassare l’ultima lezione di aritmanzia,
mentre Ron e Harry sdraiati lì accanto sul prato erano impegnati in una partita
a scacchi sotto gli occhi di Neville, Dean e Ginny.
Erano ormai tutti cresciuti molto. Non vi era più in loro tutta quella
spensieratezza e quell’innocenza tipica dei primi anni, soprattutto dopo la
consapevolezza del ritorno del Signore Oscuro e della
necessità da parte di tutto il mondo magico di fare fronte e combattere il
ritorno del male. Sapevano bene che quegli attimi sereni che passavano ad Hogwarts erano destinati a svanire in fretta e che presto
sarebbero stati catapultati nel mondo reale a combattere anche loro quella
terribile guerra.
Tuttavia,
non si lasciavano certo deprimere troppo. Ron, ad esempio, recentemente aveva
iniziato a frequentare Lavanda Brown, compagna di Grifondoro, e sembrava aver
davvero perso la testa. Dean aveva infine ceduto alla giovane Weasley che da un
anno lo teneva, diciamo così, in pugno. Harry, dal canto
suo, sembrava non interessarsi a nessuna ragazza in particolare, dopo la
parentesi di Cho Chang, e tutta la sua attenzione e tutta la passione parevano riversate interamente nel Quiddich. Hermione infine, troppo presa dai libri e dagli esami finali, diceva di non
avere tempo anche per le smancerie e che nessuno in quella scuola destava in
lei un particolare interesse.
Erano maghi
e streghe con grandi poteri, sì, ma in fondo erano anche ragazzi che non
chiedevano altro che poter vivere serenamente la loro giovinezza.
Ad un
tratto il pomeriggio venne guastato dall’arrivo di
Malfoy e dei suoi due inseparabili compagni.
- Guardate
qua che bel quadretto! Potterino e i suoi seguaci… vedo che non hai perso
l’abitudine di farti accompagnare da questa feccia, vero sfregiato? – Disse
gelidamente con un’espressione di ribrezzo.
- Feccia a
chi? – Scatto in piedi Ron. - Stammi a sentire viscido
serpente, se non ritiri subito quello che hai detto… - e mise mano alla
bacchetta.
- Fermati
Ron! – Disse Harry prendendolo per un braccio.
- Lasciami
Harry, è ora che la smetta di fare il deficiente! –
- E sentiamo, che cosa mi vorresti fare Weasley? –
- Non mi
provocare Malfoy o te la faccio vedere io -.
- Sto
tremando di paura. Davvero… -
- Adesso
basta, Ron. Smettila! – Disse Hermione alzandosi e mettendosi davanti a lui.
- Oh,
Weasley. Ti fai anche comandare da una ragazza… e per di più da un’indegna
mezzosangue! – A queste parole Goyle e Tiger emisero un sordo grugnito.
Sentendosi
chiamare così, Hermione si girò di scatto e si fece avanti verso Malfoy – Tu…
tu… non ti è bastata già una volta? – Gli disse puntandogli la bacchetta
contro.
Malfoy al
ricordo del cazzotto preso alcuni anni prima si ritrasse alcuni passi, ma
sempre fissando la sua interlocutrice negli occhi.
Harry nel
frattempo sfoderò la bacchetta e si mise tra Ron ed Hermione pronto a sferrare
un incantesimo contro Malfoy.
- Ora
ritiri tutto quello che hai detto oppure vedrai che
verrai da me strisciando dopo che avrai visto cosa farò alla tua faccia – Disse
in tono irritato Hermione.
- Hermione
stai attenta! – Riprese Harry.
- Ma bene, la mezzosangue crede di farmi paura – E anche
Malfoy estrasse la sua bacchetta.
Si stavano
fissando da qualche istante quando Malfoy fece un segno con la mano a Tiger, che
nessuno vide tranne Neville, che si fece avanti tremante, ma con la ferma
intenzione di tenere sotto controllo quel bestione.
- Allora
Granger – Incalzò Malfoy gelidamente – Sto aspettando
che la signorina “sotutto” mi faccia vedere di cosa è capace una misera
mezzosangue! – I suoi occhi erano freddi e pungenti e non trasparivano alcun
sentimento. Nemmeno la rabbia.
Hermione
stava per scoppiare. Se avesse detto ancora una volta quell’orrenda parola lo avrebbe spedito in infermeria per parecchie
settimane.
E poi
accadde…
Tiger
sfoderò lentamente la bacchetta da sotto il mantello e fece per puntarla contro
Hermione, quando Neville gridò a tutti di fare attenzione. Fece qualche passo
avanti e lanciò uno schiantesimo contro Tiger. Questi perse subito l’equilibrio
per il colpo e si trovò riverso a terra.
Ma
non andò tutto alla perfezione.
Dalla
bacchetta di Neville infatti era contemporaneamente
uscito un lampo di luce ambrata che aveva colpito in pieno Hermione e Malfoy
facendoli cadere a terra intontiti.
- Hermione
tutto a posto? – Chiese Harry preoccupato inginocchiandosi vicino all’amica.
- Hermione rispondi, stai bene? – Disse Ginny agitata.
Ron,
Neville e Dean la osservavano in apprensione.
Tossendo,
Hermione si alzò a sedere sul prato. Sembrava tutto a posto
e, a parte lo stordimento per il colpo, non si vedeva alcun tipo di
danno.
- Sto bene.
Non preoccupatevi -
- Oh,
Hermione mi dispiace davvero, non so cosa sia successo! -.
- Non ti
preoccupare Neville. Ma ti prego non usare più altri
incantesimi a distanza così ravvicinata…. -.
Tutti
sorrisero.
Intanto
poco più in là:
- Hey,
Draco come ti senti? – Chiese Goyle.
- Bene,
bene, non crederai che un colpo di Paciock mi possa davvero stendere! – Rispose
cercando di restare impassibile, ma dolorante per la caduta.
- Questa
volta ve la cavate così, ma la pagherete. Statene certi – Disse
Malfoy mentre si alzava da terra con elegante supponenza. – Tiger, Goyle,
andiamocene! -.
Fece per
andarsene quando…
- Ehi, ma
cosa?!... -
Hermione
cadde a terra come fosse stata spinta da qualcuno.
Malfoy si bloccò dopo tre passi. Non riusciva più a camminare come se avesse legati dietro di se dei massi.
Hermione si
alzò in piedi aiutata da Harry e poi disse: - E’ come
se qualcuno mi avesse trascinata a terra! Non capisco… - Fece
un passo verso Harry e Malfoy cadde a terra come Hermione un secondo prima.
- A che
gioco giochiamo? Adesso piantiamola non è divertente,
Potter! – Disse Malfoy, sedere a terra.
- Io non ne
so niente Malfoy! – Disse Harry non senza sorridere.
- Se menti Potter me la pagherai! – Rispose alzandosi di scatto. – Io
ora me ne vado. Non ho intenzione di perdere altro tempo con voi miserabili –
Si girò ma non riuscì a finire il passo che udì un
urlo di Hermione.
- Ahio! Mi
sto stancando anch’io, adesso! Piantiamola con questi scherzi e chiunque sia stato ora è proprio tempo di smettere! – E guardò in tralice Ron, che però sembrava cadere dalle
nuvole. – Allora? Chi è stato a fare questo? –
Nessuno
rispose.
Tutti si
guardavano senza capire e senza sapere di cosa si trattava.
- Voi non
ne sapete niente vero? – Chiese Malfoy rivolto ai due
complici.
- Draco,
non crederai che noi…? -.
- No, avete
ragione, sarebbe troppo difficile per voi fare una fattura di questo tipo. –
- Ma di che fattura stai parlando Malfoy? – Chiese Ron.
- Un altro
imbecille! Ma non vedi che cosa è successo Weasley? -.
Ron li
guardava imbambolato.
- Ron –
Disse calma Hermione – Io non posso muovermi, Malfoy
non si può muovere e se lo facciamo uno di noi finisce a terra… comprendi ora?
-
- Ma come può essere, insomma, se nessuno ha fatto nessun
incantesimo… -
- Nessuno
tranne quell’idiota di Paciock! – Disse Malfoy con uno sguardo che sembrava
quasi adirato. – Chissà a cosa pensava quando ha schiantato Tiger! -.
- Adesso
non dare tutta la colpa a Neville - Disse Hermione voltandosi verso Malfoy – Se
voi non aveste fatto gli sbruffoni come al vostro solito questo non sarebbe mai
successo -.
- E adesso cosa facciamo? – Chiese Ginny preoccupata. – Insomma,
non possono stare così per sempre… -
A quelle
parole, negli occhi di Hermione e Malfoy passò un ombra
di terrore.
- Andiamo da Silente – Propose Harry – Sicuramente troverà il
giusto controincantesimo -.
- Forse
Potter ha ragione – disse a malincuore Malfoy. – Non
ho intenzione di passare altro tempo in queste condizioni… e per di più legato
ad una mezz… -
- Malfoy
taci! Sono io che non ho la minima voglia di vedere la tua faccia ripugnante
così da vicino -.
Da allora
tutti tacquero. Con molta difficoltà riuscirono ad arrivare al castello. Ne Hermione ne Malfoy volevano infatti camminare vicini
l’uno all’altra. Ma ancora non conoscevano bene le
“misure” di quello strano legame e più di una volta gli amici dovettero
rialzarli da terra.
Salirono
nell’ufficio di Silente tutti taciturni e lui li accolse con il solito garbo,
apparentemente non notando l’eterogeneità di quello strano gruppo.
-
Buongiorno Ragazzi. Prego accomodatevi! – E con un
gesto della bacchetta fece apparire alcune sedie davanti alla sua scrivania.
Harry, Ron, Hermione, Neville, Malfoy, Tiger e Goyle si accomodarono ma nessuno
sembrava voler parlare per primo.
-
Cioccorane? Zuccotti? – Chiese Silente porgendo loro un vassoio con i dolci.
Nessuno
rispose.
- Bene, la
cosa sembra seria. A cosa devo la vostra visita? -
- E’ tutta
colpa di Paciock! – Esordì Malfoy.
- Non
ricominciare con questa storia… - Ribatté Hermione.
Tutti
iniziarono ad alzare la voce ed accalorarsi come poco prima in giardino. Solo
dopo un po’ Silente riuscì a calmarli e a farsi raccontare l’intera vicenda.
Alla fine.
- Molto bene. Signor Malfoy, Signorina Granger, per favore seguitemi in
infermeria da Madama Chips. Ah, signor Weasley avvisi la professoressa
McGrannit e il Professor Piton che oggi i suoi compagni non faranno lezione.
Signor Paciock, la sua bacchetta per favore. Harry, aspettami qui. Dobbiamo parlare!- Così dicendo Silente uscì dallo studio
seguito da tutti. Solo Harry rimase seduto.
*
*
*
Continua…