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Autore: Pvaradise    06/06/2014    1 recensioni
"Ho amato fino alla follia, ma quello che per gli altri era follia, per me era l'unico modo sensato di amare" mormorò tenendo la testa bassa mentre citava palesemente il francese Françoise Sagan, Shay sentiva il suo sguardo gravare su di sè prima che il biondo si girasse dandole le spalle e sparì, come se si fosse smaterializzato o.. avesse spiccato il volo
Jiley fanfiction
"Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo."
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Miley Cyrus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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All I see
 
 
Dalida. Damien Rice. Damon Albarn. Daughtry. Ripeteva l’ordine alfabetico dei nuovi ordini previsti in settimana Shay che, tenendo gli occhi socchiusi e l’iPod stretto tra le mani, mimava con le labbra, senza emettere suono, i nomi di vari artisti o gruppi musicali. Fu il suono del campanello e il solito cigolio, al quale le sue orecchie si erano mai abituate, a riscuoterla così da permetterle di allontanare velocemente l’iPod insieme con le cuffie e di alzare il capo, riacquistando uno sguardo convincente ed un sorriso allegro in volto. Accolse velocemente la cliente, che però rifiuto il suo aiuto, rimanendo a guardarsi intorno e lasciando che Shay tornasse dietro il bancone, mentre mentalmente imprecava. Sicuramente non era questo quello a cui aspirava sin da piccola, ma la pagavano abbastanza all’ora rendendole possibile pagare l’affitto di quel buco in cui viveva da ormai quattro anni. Continuava a guardare l’orario sull’orologio dalla forma stravagante sopra la sua testa e a sbuffare rumorosamente. Venire in quella città era stata la cosa migliore che le sia mai capitata, da ventunenne spacciata ed acida qual era; New Orleans le era sembrata il probabile inizio della sua nuova vita. Questo era quello che, con ottimismo, avrebbe dovuto continuare a pensare.
 

Il locale era molto soleggiato, in una zona molto affollata principalmente la sera tardi visto il Night Club dall’altra parte della strada. Appena entrati nel negozio ci si ritrovava davanti due corsie, ognuna delle quali formata da un paio di file di dischi posti per data di uscita e per ordine alfabetico, sopra quest’ultimi un vasto assortimento di plettri copriva gran parte della parete; il parquet rivestiva il pavimento di tutto il negozio mentre le pareti erano di un grigio tortora un po’ sbiadito. Dietro il grande bancone dove risiedeva Shay la maggior parte del suo tempo, vi erano appese varie cornici, ognuna delle quali conteneva una foto che ritraeva il proprietario insieme a vari cantanti country o persone che sembrava conoscere soltanto lui. Sulla parete alla destra del bancone giaceva un vecchio giradischi, da collezione a quanto pare; di fianco al giradischi vari LP erano messi in fila.
 


Dopo quasi quattro ore l’orologio finalmente segnava le nove in punto e Shay sentiva le palpebre appesantirsi, in quel preciso momento sobbalzò quando fu colta alla sprovvista dalla suoneria del suo cellulare, il cui schermo era illuminato dal nome di Audrey Holt, ventitreenne che viveva a New Orleans da due anni prima di Shay. Ottima hacker ed amica.
 
“L’ho trovato” rispose pronta ed allegra l’amica, non appena Shay rispose ponendosi il cellulare tra la spalla e l’orecchio.
“Sei un genio” rise a bassa voce la ragazza mettendosi la borsa a tracolla in spalla ed uscendo dal negozio, fermandosi però all’uscita di quest’ultimo.
“Mi devi un favore. Dove sei raggio di sole?” cantilenò Audrey schioccando la lingua sul palato.
“Sto chiudendo il negozio, ci vediamo più tardi” mise fine alla conversazione e, dopo aver riposto il cellulare nella tasca posteriore dei jeans, tirò fuori un mazzo di chiavi, formatone da una decina. Dopo aver digitato alcuni numeri attivò l’allarme e se ne andò.
 
Shay era stata colta da questa vita monologa, stava ancora aspettando che qualcosa sconvolgesse la sua vita, che le facesse venire i brividi al sol pensiero, lei non voleva un ragazzo, no, voleva solo provare emozioni nuove, perché sembrava che la sua anima conoscesse soltanto il nervosismo, ma non il nervosismo per il quale tirerebbe un pugno in faccia a qualcuno, ma il nervosismo per il quale griderebbe, così forte, fino a perdere la voce, Perché, se potesse, rivoluzionerebbe sé stessa; nei suoi sogni un’esplosione di colori, di sorrisi, la travolge e, per ragioni che ancora non riesce a spiegarsi, sente la mancanza di qualcosa o qualcuno, che magari nemmeno esiste. Fatto sta che nessun bambino si alzerebbe dal letto e penserebbe “da grande non voglio fare un cazzo”; eppure era quello che Shay faceva, un cazzo. Solita neutralità quotidiana, soliti sbuffi durante i turni di lavoro in un negozio che prima o poi sarebbe fallito miseramente e infine, solito incontro serale con Audrey. La sera poteva solamente avvolgersi in un lenzuolo ingiallito e chiedere al mondo di tacere per una frazione di secondo, darle quel poco di tempo di dimenticarsi chi era e dove si trovava per poi potersi addormentare con l’odiosa consapevolezza che quella vita la stava mortificando. Non era questo che voleva.
 


La gonna plissettata rosa di Audrey la distingueva dal resto delle persone sul marciapiede, quest’ultima si voltò per un secondo incontrando lo sguardo di Shay e si girò di scatto alzando la mano e muovendola animatamente per salutare l’amica. La strinse forte come se volesse riunire i pezzi che non combaciavano più. Le poggiò un fascicolo di un arancione scambiato sulla testa e Shay lo prese tra le mani stringendo la bionda davanti a sé.
“Quanto hai scoperto?” Shay tenne gli occhi sul fascicolo prima di iniziare a sfogliarlo, mentre Audrey, tenendo le mani dietro la schiena, si dondolava sui talloni.
“Hai davvero un fratello. Fedina penale pulitissima direi. Si è arruolato nel 2008, attualmente dovrebbe avere venticinque anni, è stato ferito al braccio sinistro in un bombardamento al suo accampamento e sembra che abbia perso l’anulare sinistro. Ora, secondo i documenti che ho trovato, è in ottima salute e in ottime condizioni, complimenti sorellina minore” diede un giocoso colpetto sul gomito della ragazza che, attentamente e lentamente, leggeva ogni singola parola presente su quei fogli.
“Ethan Fields, eppure non mi somiglia tanto” si passò velocemente la lingua tra le labbra passando all’amica bionda una foto del ragazzo.
“Guardandolo bene si distinguono alcuni tratti di tua madre, fatto sta che tu ricordi ancora com’era fatta; io comunque noto una certa somiglianza. Stesse labbra e stesa forma del viso” le sue unghie colorate indicavano alcuni tratti del viso di quello che a quanto pare era suo fratello
Questa una un’altra delle cose che Shay si ritrovava a chiedersi. Ha davvero dovuto aspettare ventun’anni per scoprire che ha un fratello? Poco importava in effetti, poiché la sua famiglia era un ricordo, era stata come la nebbia, fino a cinque anni prima impediva a Shay di aprire gli occhi e rendersi conto che quella città non poteva esserle posto come limite.



Lei e Audrey si salutarono velocemente, e ognuna nel proprio appartamento. Dopo quasi cinque rampe di scale raggiunse la porta del suo appartamento, e dopo esservici entrata, lanciò la sua giacca sul tavolo insieme alla borsa e si distese sul letto disfatto a piedi scalzi ma ancora vestita. Si alza i capelli leggermente sudati da sopra la nuca adagiandoli sul cuscino e poggiò la guancia su quest’ultimo ponendosi in posizione fetale; prese l’ultimo libro tra le mani e lo sfogliò, divorandolo letteralmente poiché dopo un paio di ore era note fonda e le pagine da sfogliare erano terminate. Non riuscì a chiudere occhio e quando si ritrovò ad allungare la mano verso le sigarette, la pelle delle sue dita si ritrovò un pacchetto vuoto. Contenta di aver trovato il pretesto di alzarsi e abbandonare il silenzio di quel letto, si infilò frettolosamente la giacca, ed uscì.



Quella note un cielo pieno di stelle sembrava proteggere la città come un velo, illuminava il buio che la notte portava con sé e consolava le persone che ancora non dormivano. Come Shay, che camminava a passo svelto verso il tabaccaio. Il silenzio di quella notte poteva sembrarle la miglior sensazione mai provata, sembrava che chiunque facesse silenzio per ascoltare i propri pensieri con calma e tranquillità. Un paio di innamorati che si irradiavano calore a vicenda erano alla destra di Shay che, non sopportando tutto quell’affetto, che lei non aveva mai ricevuto, svoltò in un vicolo che risultava anche una scorciatoia per arrivare al tabaccaio. In quel vicolo Shay rivide il buio, palazzi altri non permettevano di avere una completa visuale di quel cielo meraviglioso e l’odore nauseabondo della spazzatura, appoggiata alle pareti degli edifici, entrava nelle sue narici causandole disgusto e portandola a velocizzare il passo. Stava per uscire dal vicolo intravedendo l’insegna del tabaccaio ma si sentì tirare da dietro ed inciampò in avanti, la sua guancia andò a scontrarsi con il marciapiede e la sua borsa cadde di lato.


“Non si gira da sola a quest’ora” parlò con voce maligna l’uomo di mezza età che le teneva  le caviglie con forza. Shay provò invano a scalciare volendolo colpire ma si sentì bloccare le mani e porre una specie di panno sulla bocca. Si batté e tratteneva il fiato, intimorita, mentre il vecchio le bloccava le mani ed un altro si piegò davanti a lei, sghignazzarono amaramente. Urlò, ci provò più volte, ma nessuno accorreva, le strade sembravano deserte e per un momento si pentì di non aver rinunciato alla nicotina tempo prima. Si pentì anche di non essere rimasta a casa a vedere un film di Jim Carrey a caso, eppure ora si trovava in balia di quegli uomini. Si sentì d’un tratto spostare la maglietta e digrignò i denti, disgustata, mentre scalciava; provava a lottare, riuscì a tirare un calcio ben mirato sul naso di uno dei tre, ma ottenne solo più rabbia da quest’ultimo che le strappò via la maglietta dopo averle sfilato la giacca. Shay sentì le lacrime inumidirle gli occhi quando si ritrovò mezza nuda; nessuno c’era lì per lei, e sapeva di esserne la causa, quasi pensava di maritare quello che le stava accadendo.


“Quale uomo fa questo ad una donna?” domandò una voce a Shay sconosciuta, con calma e lentamente; era una voce vellutata il cui proprietario era ancora sconosciuto. D’un tratto Shay vide un uomo piegarsi in due e un altro disteso per terra dopo una ginocchiata nello stomaco. Il terzo uomo automaticamente lasciò le mani della ragazza che si coprì il petto quasi nudo con un lembo di stoffa di quella che era fino a qualche minuto fa la sua maglietta e strisciò all’indietro spaventata, rivolgendo lo sguardo al ragazzo davanti a lei. Fissò il suo volto con sguardo meravigliato: vide la sua mascella contrarsi accentuando la piccola cicatrice che aveva sulla guancia destra, appena sopra le labbra carnose, all’altezza della punta del naso. Avrebbe paragonato la bellezza di quel ragazzo ad una delle stelle che arricchiva il cielo notturno che, pochi minuti prima, la stessa Shay venerava; sentiva il cuore batterle velocemente seguendo lo stesso ritmo di una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e per un secondo notò una meraviglia luce nei suoi occhi.
Il ragazzo si girò verso di lei, e non appena incrociò lo sguardo della ragazza, quest’ultima vide le pupille dello sconosciuto dilatarsi dalla sorpresa, quest’ultimo cadde in ginocchio e si avvicinò prendendole il viso fra le mani, accarezzandole lentamente la guancia destra con il pollice. Sembrava felice di vederla. Shay si sentì stranamente importante prima che il ragazzo progredì parola.
“Kyra..” mormorò acquistando uno sguardo triste e poggiando la fronte su quella della ragazza, che lo guardò credendo stesse delirando.





Angolo autrice
La canzone è All I see di Lydia e vi consiglio vivamente di ascoltarla. Ammetto che non ho nessuna voglia di scrivere anche qui ma lo faccio anche se è facoltativo. Allooooora, ecco il primo capitolo, la parte più divertente NON è stata riscriverlo poichè io li scrivo sul telefono i capitoli e li ricopio su Word, bella merda. Ho già in mente cose da farvi uscire fuori di testa. Ora, voglio sapere cosa ne pensate con una piccola recensione se potete. BYEBYE -Els
   
 
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