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Autore: Layn    06/06/2014    1 recensioni
"Eravamo solo io e Zayn. Due cuori in un mare di ghiaccio. Due persone ancora capaci di provare dei sentimenti perse in un’immensità di pregiudizi. E faceva male."
-Ziam, accenni Larry-
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*ZAYN'S POV*

07-03-2014   00.39
Hey, eccomi. Scusa se ti ho trascurato ma… è che sono successe tante cose e quindi, mi dispiace, ma tu non eri tra le priorità. Comunque ho ritagliato un po’ del mio tempo per te, come puoi vedere, anche se è notte. Comunque direi che è meglio procedere e raccontarti tutto ciò che è accaduto e che mi ha segnato la vita, per non dire che l’ha fatta re-iniziare. Ero con Perrie quella mattina, a scuola, camminavamo mano nella mano lungo il corridoio per raggiungere il bar e prendere qualcosa. In quel momento volevo solo dimenticare, ubriacarmi e cancellare tutti i miei stupidi errori, ma è ovvio che in un bar di un liceo non si vendono alcolici. Arrivammo al bancone, lei ordinò un frullato e io una semplice bottiglia d’acqua. Osservai il barista intento a preparare quel disgustoso frullato, e per la prima volta in tutta la mia permanenza al liceo notai che aveva un simbolo tatuato sul polso, un fiore, sembrava una rosa, avvolta da un ramo pieno di spine. Non resistetti alla curiosità e gli chiesi il significato di quel tatuaggio. Lui rispose: “Quando avevo la tua età regalai una rosa gialla alla ragazzina che mi piaceva, non sapendo che simboleggiasse l’invidia e la gelosia. Lei me la scagliò addosso, arrabbiata per il significato di quel gesto di cui io non sapevo niente, e una spina che non avevo rimosso mi si conficcò nel polso”. Fece una breve pausa. Penso di aver fatto una smorfia di dolore al pensiero del povero ragazzo. Poi continuò: “Quell’episodio mi segnò talmente tanto che decisi di tatuarmelo, proprio dove la spina era entrata. Quando le tensioni tra di noi si placarono, io le mostrai il tatuaggio e lei si commosse. Mi chiese scusa e mi baciò. Ora lei è  mia moglie” concluse sorridendo dolcemente. Lo ringraziai, andai a sedermi con Perrie ad un tavolo e il mio cervello iniziò a vagare da un mondo all’altro. Poi all’improvviso tutto mi fu chiaro. Per l’ennesima volta i miei occhi avevano parlato troppo e Perrie mi chiese: “Che c’è? Di cosa parlavi con il barista?”. Mi limitai a rispondere con un semplice “Niente”, ma dato che il discorso era già stato avviato valeva la pena tentare, anche se un po’ mi dispiaceva, per lei intendo. Le parole uscivano un po’ forzatamente dalla bocca, ma alla fine riuscii a mettere insieme un discorso, non molto convincente ma pur sempre un discorso. Iniziai: “Senti Perrie, non so se tu mi ami, e in tal caso mi dispiace veramente, ma io non penso di… ecco… dover stare insieme. Mi dispiace se ti ho illusa, ma io non ti ho mai amato davvero. Ti auguro di trovare un ragazzo migliore di me, sono sicuro che non sarà difficile. Perdonami, devo andare”. Lei mi guardò, uno sguardo indefinito. Non sembrava dispiaciuta, nemmeno felice, semplicemente indifferente. Non disse nulla, rimase seduta mentre io lasciavo il locale. Mi sentivo in colpa, ma allo stesso tempo leggero, come se un peso fosse volato via dal mio cuore. Uscii di corsa da scuola, finalmente, e mi diressi a passo svelto verso la via principale. Una volta imboccato il viale, camminai fino al negozio. Non ero pienamente cosciente quando entrai, tremante, ma deciso a fare ciò che tutti avrebbero disapprovato. Tutti tranne uno, e quell’uno valeva più del mondo intero. Poggiai i gomiti sul bancone di gelido marmo nero, e in meno di un minuto una ragazza in grembiule rosso mi venne incontro sorridente. “Ciao! Come ti chiami? Dimmi tutto quello che vuoi e io soddisferò le tue richieste, a patto che siano fattibili” esclamò raggiante la ragazza. Io le spiegai cosa volevo e in men che non si dica annuì e mi fece accomodare su un lettino, un po’ scomodo. Infilò un paio di guanti, prese quell’attrezzo infernale che di lì a poco mi avrebbe cambiato completamente e infine mi prese la mano. Diventai rosso per la vergogna quando lei scoppiò in una risata e mi ordinò di stare fermo e non tremare come una foglia. Eh si, sono proprio un codardo. Chiusi gli occhi e provai a concentrarmi su qualcos’altro. Cosa avrei fatto dopo? Tutti in famiglia l’avrebbero presa come un’enorme cazzata. Magari anche Liam. Se fosse successo tutti i miei piani sarebbero andati in fumo. Ma ormai il danno era fatto, non si poteva più tornare indietro. Mi sforzai di non guardare, ma la curiosità prese il sopravvento e… era semplicemente… WOW! Ringraziai e pagai. Camminai di fretta fino a casa, per fortuna non c’era nessuno. Mi misi a pensare alle possibili punizioni, ai rimproveri, magari mi avrebbero perfino cacciato! E mentre pensavo a tutte queste pessime conseguenze il sonno mi accolse tra le sue lenzuola scure. Il giorno dopo mi svegliai raggiante. Nessuno aveva scoperto niente e quindi, se la mia idea avesse funzionato, tutto sarebbe andato per il meglio. Il solo pensiero dell’amore di Liam mi fece dimenticare tutte le preoccupazioni. Superai tutte le lezioni e infine venne il grande momento, la mia ultima opportunità. Liam era seduto a un tavolo del bar, da solo. Accanto, ad un altro tavolo, stavano Sophia e le sue amiche. Non ci potevo credere. Una ragazza così fortunata preferiva stare con le amiche piuttosto che con Liam? Inconcepibile. Comunque io avevo fatto una sciocchezza ancora più grande, l’avevo lasciato. E ora arrivava il momento del riscatto. Entrai nel locale, notai che Louis, Harry e Niall erano in un angolo, davanti al bancone. Perfino loro avevano abbandonato Liam. Oppure lo avevano semplicemente evitato perché stava con una ragazza. Ultima chance, non potevo fallire, non dovevo fallire. Mi appoggiai al tavolo con la mano non dolorante. Liam la osservò, risalì con lo sguardo per tutto il braccio, arrivò alla spalla e si fermò. Non riusciva nemmeno a guardarmi in faccia, lo capivo benissimo. Presi una sedia e la spostai fino a potermi sedere di fronte a lui. Aveva le gote arrossate, ma lo sguardo spento, perso nel vuoto. Lo trovai tenerissimo, come un cucciolo che ha perso la mamma e non sa più dove andare. Ma non era una cosa bella. Liam stava così per colpa mia. E io ero lì per ricominciare. Appoggiai delicatamente la mia mano sulla sua, lui sussultò appena. Iniziai a parlare ed era come se il fiume di parole che avevo in testa avesse preso forma. “Ascolta Lee, io sono uno stupido. Odiami, ne hai tutte le ragioni. Pensavo che quello che stava accadendo tra noi due fosse un errore, ma l’unico vero errore l’ho fatto io, abbandonandoti. Non so nemmeno che mi è preso, è stato un momento di confusione e la via più facile mi è sembrata quella giusta. Solo dopo mi sono accorto di aver fatto la cazzata più grande della mia vita. Liam, io sono qui per chiederti scusa. Se non mi vorrai perdonare, sappi che ti capisco, perché sono stato uno stronzo. Ma ora io vorrei ricominciare tutto da capo, cancellare ciò che ci ha diviso e continuare quello che abbiamo lasciato in sospeso…”. Liam alzò lo sguardo, ma quello che vidi non mi fece per niente bene: attraverso quegli occhi color cioccolata vidi un’anima sofferente, avvelenata per la quale non esiste nessun antidoto. Ma una cosa era certa. Io ero stato il veleno. E perché non potevo essere anche la cura? Liam non tentò nemmeno di rispondere. Semplicemente stavamo comunicando con gli sguardi, ma era un discorso freddo, che non diceva niente. In quel momento un pensiero mi attraversò la mente: se mi avesse rifiutato cosa avrei potuto fare? Mi prese il panico. Sentii i battiti del cuore accelerare e il sangue pulsare alle tempie. Stavo andando in tilt perché Liam non dava il minimo segno di approvazione. I miei viaggi mentali si andavano intensificando, tra fumo, alcool, droga e depressione, finchè Liam decise di fare qualcosa. Qualcosa che non mi piacque per niente. Con un rumore sordo Liam spostò la sedia, si alzò e fece per andarsene. A quel punto l’istinto uscì dalle mie viscere e guidò ogni mia azione. Mi alzai di scatto e lo bloccai, prendendolo per le spalle. Liam era a metà tra l’allarmato e lo stupito dal mio coraggio. Gli avrei voluto dire milioni di parole dolci e poetiche, ma in quel momento uscì solo un “Ti prego resta. Non lasciarmi qui come io ho fatto con te”. Sentii le lacrime bagnarmi le guance. Liam era rimasto in piedi davanti a me, sembrava quasi indeciso. Allora decisi di sfruttare “l’arma segreta”. Mi inginocchiai davanti a lui, come in una proposta, e prima di passare all’effetto sorpresa dissi: “Questo è per te, per segnare quello che è stato e per non dimenticarlo mai. Prendilo come un pegno d’amore”. Presi l’estremità della manica del maglione e scoprii il mio polso. Liam sgranò gli occhi, spalancò la bocca e subito dopo se la coprì con le mani. Poi le sue ginocchia raggiunsero il pavimento, per stare al mio livello, e una piccola lacrima di gioia solcò il bel viso di Liam, che aveva distrutto l’insensibilità e la freddezza che lo opprimevano. Lui rimase a fissare il mio polso, segnato da una linea nera che delineava il simbolo del nostro amore. Quello era il gesto più significativo che si potesse immaginare. Lo avevo deciso io, mi ero fatto tatuare la rondine del braccialetto di Liam sul polso attorno a cui lui me l’aveva allacciato. Quello era stato l’inizio di tutto, e non potevo, non volevo dimenticarlo. E ora era tempo di far conoscere un amore tanto bello quanto forte. Così tirai dentro le lacrime e a pieni polmoni gridai: “TI AMO, LIAM  JAMES PAYNE”. Il silenzio inghiottì il locale. Tutti si girarono verso di noi, sbigottiti e infastiditi. Gli amici di Liam guardavano la scena con gli occhi sbarrati, Harry sembrava commosso. Sophia aveva un’aria spaesata, come se fosse dovuta svenire di lì a poco. Nel frattempo era arrivata anche la mia ex, che si era limitata a spalancare la bocca, lasciando sfuggire una risatina. Altri ci osservavano curiosi, altri ancora ridacchiavano e si scambiavano commenti sottovoce. Ma l’unica persona che mi interessava veramente si era trasformata grazie al mio gesto: era chiuso a riccio, ma adesso si era liberato, rivelando la sua fragilità. Avevo voglia di tenerlo stretto, per difenderlo da tutto ciò che potesse rappresentare una minaccia. Era così tenero e indifeso… Sapevo che voleva dirmi molto di più, ma si sforzò come avevo fatto io e mi rispose, con un tono più dolce del mio: “Ti amo anch’io, Zayn Jawaad Malik”. E così dicendo si gettò tra le mie braccia, facendomi perdere l’equilibrio. Mi ritrovai steso sul pavimento e prima che potessi realizzare quello che stava succedendo provai una sensazione che mi era mancata immensamente. Liam ed io eravamo un solo corpo, un solo cuore. Le labbra dolci e morbide del ragazzo più bello del mondo erano posate sulle mie, un bacio casto, ma per noi valeva più di ogni altra cosa. Avvertivo gli sguardi dei presenti su di noi, tutti tranne quelli del trio erano carichi di disapprovazione. Ma non ci interessava perché eravamo tornati nel nostro mondo, quello del nostro primo bacio, in cui tutto era congelato. Ora invece i nostri cuori liberavano un’energia indescrivibile, perché si stavano fondendo per formare un solo amore. E l’energia dell’amore vince sempre. Il ghiaccio intorno a noi si scioglieva, il fuoco di noi due avrebbe vinto ogni ostacolo. Ci staccammo e ci guardammo negli occhi. Liam stava ancora sopra di me, aveva i polsi appoggiati a terra e mi fissava con gli occhi pieni di lacrime, e stavolta non erano lacrime di tristezza, ma di amore.

“Mi sei mancato tanto”
“Non dirlo a me… Tu mi completi”
“Non lasciarmi mai”
“Promesso”




ANGOLO AUTRICE
è finita. Quasi non ci credo, è finita. Dopo tre lunghi mesi di stesura e quasi altrettanti di pubblicazione siamo giunti alla fine della mia prima long. Ora faccio spoiler perchè io può. In futuro pubblicherò una os (il titolo probabilmente sarà "I miss everything about us") che sarà il seguito di The midnight man, sempre ziam. Ho in mente di scrivere, o almeno provare a scrivere una long slash-het originale ma dovrò trovare tempo, voglia e ispirazione per farlo e ciò mi costerà parecchio. Questa è solo un'idea nata dalle pressioni delle mie amiche. Anyway, Hearts in the ice è ufficialmente conclusa e, modestamente, ne vado fiera. Ringrazio tutti coloro che l'hanno letta, vi invito a recensire per potermi migliorare e per vedere che ne pensate. Spero di tornare con un'altra long o semplicemente una os, ma nulla è certo. Alla prossima e buone vacanze!
Un bacione
Elena

 
   
 
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