Si era assicurata di aver chiuso a chiave la porta della propria camera,in modo che una Matsuri un po’ troppo invadente non avesse potuto nemmeno per sbaglio interromperli.
Gaara era riuscito
col suo aiuto a mettersi seduto,con la schiena appoggiata al muro e il cuscino a
far da appoggio ad essa,come per attutire il contatto con il cemento duro.
Aveva lo sguardo rivolto verso il basso,verso le varie fasciature che
ricoprivano il suo corpo.
Quando si era accorto di essere a petto nudo era arrossito improvvisamente
rubandole un sorriso divertito e allo stesso tempo intenerito da quel ragazzo
ancor troppo timido per certe cose…
-“Ti ho fasciato come meglio potevo…scusa”
Gaara si guardò le bende che coprivano parte del petto e che finivano poco
sopra l’ombelico. Le braccia presentavano solo dei cerotti fatti in casa
e le gambe per fortuna erano ancora completamente avvolte dai suoi
pantaloni e al sicuro sotto le lenzuola bianche del letto dove giaceva.
-“Avrei dovuto toglierteli,erano fradici…ma…”
Mineko guardò altrove arrossendo.
-“Meglio così”
-“Sì,infatti.”
Il silenzio incominciò ad entrare all’interno della stanza,lasciandoli
entrambi in imbarazzo a guardare diversi punti non definiti della camera.
Dannazione.Era un ragazzo maturo ormai,era un uomo! Perché non poteva fare
quello che tutti gli uomini… fanno meglio?
-“Mineko…”
Lei cercò di zittirlo con lo sguardo.Si era fatta triste tutto d’un
tratto.
-“Cosa c’è?”
Scosse il capo,mentre diverse lacrime incominciarono a bagnarle le guance
-“Nulla…”
Se c’era una cosa che Kankuro gli aveva insegnato era che quando una
ragazza diceva “nulla” in realtà stava per succedere una catastrofe.
Le mise una mano sulla guancia,asciugandole come meglio poteva le lacrime in
silenzio.
Nel fare quel gesto capì che gli era mancata più di quanto non avesse dato a
vedere…averla lì con lui era come tornare a sognare.Come staccarsi di nuovo
dalla realtà.
-“Gaara…mi dispiace…”
Il ragazzo sgranò gli occhi nel sentire quella frase.
-“Di cosa devi scusarti?”
-“Mia madre…ecco…lei…”
Questa volta fu lui a zittirla.
-“Non è colpa tua.”
Mineko trovò il coraggio di alzare gli occhi per incrociarli con quelli
azzurri del ragazzo.
Capì che se non aveva torto nemmeno un capello alla madre era solo perché non
voleva far soffrire lei…ed ora diceva che non importava,che non era colpa sua?
Si sentì per la prima volta lei il mostro e non viceversa.
-“Gaara…”
non riuscì a dire altro che come attratti l’uno dall’altra si
ritrovarono ad annullare la distanza fra di loro in un attimo.
Aveva quasi dimenticato quanto morbide fossero le labbra della sua Mineko,
adesso si era ricordato tutto: La sensazione delle loro lingue che si sfioravano
e che gli provocava sempre dei brividi lungo la schiena difficili da ignorare,
come si staccavano poi per tornare a rincorrersi subito dopo più
appassionatamente o il sapore naturale di fragola che aveva la sua pelle e che
sentiva ad ogni contatto delle sue labbra con essa.
E adesso la poteva avere di nuovo.Solo per lui.Solo per Gaara e non per quello
stupido demone dentro di se che questa volta doveva starsene zitto e buono.
Non si sarebbe fatto più condizionare dalle sue manie di possessione.Voleva
Mineko,ma la voleva dolcemente,come se sfiorarla potesse romperla,come se fosse
un oggetto prezioso che va maneggiato con cura.
-“Mineko…Ti Amo”
La ragazza rimase a pochi millimetri di distanza dalle labbra di lui,che
avevano appena pronunciato quella frase.
Sentirselo dire in quel momento era la cosa più strana che le fosse mai
successa…
-“Io…”
invano ogni suo tentativo di risposta o di qualsiasi frase: Gaara tornò a
baciarla con più foga e in pochi attimi si ritrovò sollevata con le sue mani
sui fianchi e poggiata a cavalcioni su di lui.
Da quando era diventato così bravo?
La ragazza portò le mani a poggiare sul petto di lui,così dannatamente
vicino al suo.
Accarezzò le bende che ne ricoprivano in parte gli addominali,dovuti ad anni ed
anni di allenamenti,e a quel tocco lo sentì per la prima volta sussultare.
-Mineko…-
Aprì lentamente gli occhi, incontrando quelli già spalancati di lui che la
fissavano insistenti,come a chiederle di più.
Si lasciò scappare un sorriso mentre le labbra avevano ormai già cominciato a
baciargli il collo,scendendo fino all’incavo della spalla,per poi ritornare di
nuovo sulla propria strada,fin sotto l’orecchio destro.
Ad ogni bacio si sostituiva un leggero morso e così via in una catena di gesti
che poteva benissimo capire che lo stavano facendo impazzire e desiderarla
ancora di più e del tutto.
Mineko spostò le mani fino all’ombellico del ragazzo,uno dei pochi pezzi del
torace ad essere sopravvissuto alle bende, incominciando a giocare con esso con
un dito,stuzzicandolo ripercorrendo la sua forma piccola e a cerchio col
polpastrello dell’indice,mentre l’altra mano aveva deciso di proseguire
oltre,poggiandosi delicatamente sui pantaloni del ragazzo che ormai inutilmente
cercava di nascondere il rigonfiamento che lei gli aveva procurato.
Nel sentire la sua mano premere su quei pantaloni troppo stretti un altro
brivido gli aveva percorso la schiena,costringendolo quasi ad inarcarla
maggiormente e a spingere il proprio bacino verso quello della ragazza a
cavalcioni su di lui. Quando si rese conto di quel gesto spontaneo e avventato
era ormai troppo tardi, Mineko era tornata a fissarlo negli occhi con un sorriso
malizioso e divertito sulle labbra che l’avevano fatto arrossire in maniera
spropositata,sentiva come se stesse prendendo fuoco.
-“Gaara…rilassati”
portò entrambe le mani ad abbassargli di diversi centimetri i pantaloni
scuri,lasciandolo coi boxer del medesimo colore che confermavano solo quello che
aveva potuto capire col contatto della sua mano. Quando fece per togliere anche
quelli le mani di lui la bloccarono improvvisamente costringendola ad annullare
completamente le distanze fra i loro corpi,unendo entrambi petti e le labbra di
nuovo in un bacio che di lucido e razionale ormai non aveva più nulla.
Mineko sentì le mani fredde di lui venir in contatto con la pelle della sua
schiena,sotto la maglia sbracciata che indossava e che ora si era ritrovata in
una manciata di secondi a dover abbandonare ai piedi del letto.
Come presa di sprovvista nemmeno si ricordò di non indossare nulla sotto
quell’unico indumento e che ora era per metà nuda davanti a lui,col seno che
premeva sul suo petto.
Gaara aprì lentamente un occhio curioso, sbirciando le curve della ragazza e i
seni sodi e tondi che ai suoi occhi inesperti ed eccitati erano pressoché
perfetti,poteva sentire benissimo i piccoli capezzoli rosati e turgidi
premergli contro la pelle e poteva solo immaginare come fosse bella
Mineko sotto il resto degli indumenti che le ricoprivano al limite il
bacino,indumenti che per lui dovevano assolutamente andarsene e anche presto.
Allungò un mano verso di essi,ma un altro brivido più forte riuscì a
strappargli un gemito cogliendolo completamente di sorpresa
-Ah!…Mi…ne…ko…”
riuscì appena in un mugolio sconnesso a pronunciare il nome della ragazza
prima di reclinare il capo all’indietro toccando il muro freddo dietro di lui.
Approfittatasi del momento di distrazione del ragazzo era riuscita a scartare
anche i boxer neri,infilando direttamente una mano all’interno di
essi,accogliendo fra le dita il membro duro di lui,che solo quando aveva
cominciato a strusciare nella mano sembrava essersi accorto di quello che gli
stava facendo.
-“Ti piace,Gaara?”
Non ottenne risposta se non diversi gemiti provenienti dalla sua bocca.
Gli sembrava di morire ad ogni movimento di lei e della sua mano, ogni volta che
scendeva e poi risaliva lentamente non poteva fare a meno di gemere di
piacere,sentiva il corpo in fiamme e sudato in ogni punto,come se avesse dovuto
affrontare una maratona estenuante, persino il respiro non era più regolare da
un bel pezzo,anzi,aveva preso ad ansimare sempre di più man mano che la ragazza
aumentava il ritmo di quella sua tortura,quella sua dannatissima e bellissima
tortura,per poi rallentare di nuovo qual’ora l’avesse deciso.