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Autore: Tomocchi    07/06/2014    9 recensioni
Prendete un vampiro, il classico vampiro bello e tenebroso. Fatto?
Bene, ora lanciatelo via!
Niklas, vampiro per necessità, nerd a tempo pieno e con seri problemi d'immagine, è quanto di più lontano possa esserci dai vampiri scintillanti dei libri per ragazzine. Scontroso, musone e fissato con i giochi per pc.
Addizionate all'equazione Jackie, una bimbaminkia fan di Twilight, One Direction e testarda come un mulo.
Niklas vorrebbe conquistare la bella della classe e Jackie renderlo un "vero" vampiro.
Riusciranno nell'impresa?
"Niklas! Sei un vampiro! Dovresti essere un figo della madonna e invece guardati! Sei brutto, scusa se te lo dico, davvero brutto!"
"Ma a te cosa importa? Sarò libero di fare quello che voglio!"
"No! Cavoli, no! Non posso permettere che un vampiro con grandi potenzialità si butti via così!"
"Grandi potenzialità? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vattene da casa mia subito!"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo 32
Viaggio

 

 

 

 

Giovedì Santo, Casa di Niklas, primo pomeriggio.

Era… imbarazzante, ma non sapeva cosa fare, sinceramente.
Ah, i giovani con i loro ormoni…
Stoyán stava fissando la neo coppietta che al momento si stava dando –parecchio – da fare.
Niklas era seduto sul divano, con le mani sui fianchi di Jackie, messa a cavalcioni su di lui con le mani tra quei capelli scuri che stringeva appena.
Stavano… pomiciando. E di brutto, doveva aggiungere.
Anzi, sembravano che si stessero mangiando la faccia a vicenda, con rumori a dir poco orripilanti.
Ma come poteva fermarli senza metterli in imbarazzo?
Stava giusto ponderando che Jackie squittì e si staccò, con la lingua di fuori.
“Fik! Ha ia lifua! Hi hai horfo ha ia linfua!”, si lagnò, coprendosi la bocca con le mani mentre il vampiro si leccava le labbra, soddisfatto.
“Non l’ho morsa apposta… Solo che… avevo un leggero languorino e… insomma anche nella lingua circola il sangue, no?”
La brunetta si vendicò con una serie di pugnetti sul petto dell’austriaco, finché un tossire imbarazzato del maestro non fece voltare entrambi nella sua direzione, spaventandosi non poco.
“T…Tu… ma… maestro, da quanto..?”, balbettò Niklas, imbarazzato da matti, rannicchiandosi contro Jackie, che era diventata rossa come un pomodoro, paragone accentuato anche dal fatto che aveva le guance gonfie.
“Da un po’…”
“Sei un guardone!”, lo accusò l’allievo, mentre il mentore scuoteva il capo: “Lŭzhliv! Dovevo venire a dirti una cosa importante e…”, fece un gesto con la mano, lasciando intendere che li aveva già trovati così e che non ne aveva alcuna colpa.
Il ragazzo sbuffò, mentre Jackie scendeva imbarazzata e si sedeva composta al suo fianco.
“Allora?”
“Prepara le valige, alle 18.00 abbiamo l’aereo da prendere.”

***

Niklas strabuzzò gli occhi.
“L’aereo de che?”, chiese con voce strozzata, mentre Jackie si aggrappava al suo braccio stile koala e squittiva: “Lo sapevo! Lo sapevo! Te lo avevo detto che ci avrebbero diviso!”
Ma Stoyán sorrise loro con fare rassicurante: “Signorina O’Moore, se lo desidera può venire anche lei, mentre tu, pupillo mio, sappi solo che è una delle solite riunioni.”
Oh, accidenti.
Quelle noiose riunioni piene di vecchiacci.
“Che riunioni, Nik?” domandò la brunetta, curiosa.
“Riunione dei vampiri. O è morto qualcuno o è successo qualcosa di davvero importante. E se è morto qualcuno, passeremo giorni a litigare su chi deve andare a trovare un nuovo sostituto…”,  spiegò, annoiato.
Da quando era fuggito, era riuscito ad evitare molti di questi raduni, per fortuna.
“Dove si terrà questa volta?”, domandò, sperando in un luogo non troppo lontano.
Ogni volta la riunione si teneva in un posto diverso, in una delle case di proprietà di vampiri anziani.
Gente come Enrique o Adelhild. Il vampiro spagnolo e la vampira svedese che più si divertivano a comandare gli altri a bacchetta.
Non aveva proprio voglia di rivederli…
Anche se… chissà, se avesse potuto chiedere loro di rendere Jackie un vampiro…
Stoyán sventolò i biglietti con un sorriso ancora più ampio: “Austria, pupillo mio! La tua terra natia!”
Oh, miseria. Ora iniziava a pensare che ci fosse un complotto nei suoi confronti…
Jackie, al contrario, era già alla porta.
“Ehi, dove vai?”, chiese il ragazzo, stranito.
“Vado a preparare la valigia! Voglio venire anche io, Niky!”, cinguettò la ragazza, salutando i due con un cenno prima di uscire.
L’austriaco si voltò di nuovo verso il maestro.
“Ma… e Taylor e Charlotte che diamine sono venuti allora..?”
Il bulgaro sorrise ancora di più, entusiasta: “Per lo sconto comitiva! Speravo che la signorina O’Moore venisse, così da risparmiare ancora di più!”
Il ragazzo si spiaccicò una mano sulla faccia, massaggiandosi le tempie.
Risparmio dove, poi, visto che avevano consumato più acqua e occupato casa per quasi due mesi e mezzo.
Con un sospiro preparò la gabbietta di Jo –col cavolo che l’avrebbe lasciata sola a casa per giorni –  e andò a fare le valige…

Gasthof Post Pension, Rinn, Innsbruck, Austria, ore 23.00

Appena atterrati, si erano riposati nella sala d’attesa per il cambio di fuso orario, che, seppur fosse stato solo un’ora, era comunque destabilizzante anche per dei vampiri.
Avevano poi preso un taxi ed erano giunti a Rinn, la città natale di Niklas, poiché la più vicina, a soli  6 km dall’aeroporto di Innsbruck – la città dove si sarebbe tenuta la riunione – e soprattutto perché Jackie il giorno dopo voleva andare a visitare la casa dove il vampiro era cresciuto –se quella catapecchia ra ancora in piedi…–.
L’hotel Gasthof Post era una buona struttura, accogliente e… grande.
I tre vampiri evidentemente avevano voluto trattarsi bene… alla faccia del risparmio!
Lui si sentiva un vero poveraccio, senza un soldo in tasca.
Jackie si guardava attorno meravigliata, trascinando il suo trolley nell’atrio fino a raggiungere le scalette. Prese la valigia per la maniglia e raggiunse la propria stanza, imitata dagli altri.
Famoso come paese sciistico, Rinn non mancava di hotel e pensioni, adibite a ospitare turisti.
Il ragazzo sospirò, prendendo la stanza in comune con Stoyán e Taylor e salutando Jackie mentre entrava nell’altra con Charlotte.
Si prospettava una giornata stressante… per fortuna quei vecchiacci avevano avuto il buon senso di fare la riunione durante le vacanze di Pasqua, anche se non riusciva a levarsi di dosso la sensazione che fosse tutta una trappola.

***

Gasthof Post Pension, Rinn, Innsbruck, Austria, ore 11.00

Jackie si svegliò di buonumore, quella mattina.
Aveva dormito di gusto e non vedeva l’ora di esplorare la città, di godersi quella piccola vacanza fuori programma.
Per fortuna i suoi genitori non si erano opposti e non avevano fatto scenate. Aveva ricordato loro di avere ben 19 anni – seppur solo da un paio di giorni – e, dopo molte promesse, come messaggi sulla sua posizione e altro, l’avevano lasciata andare.
Si stiracchiò, si lavò e si vestì, andando a bussare alla porta di Niklas per chiedergli di poter far colazione insieme.
Gli aprì Taylor, che aveva una maschera di bellezza verde sulla faccia e qualche bigodino in testa.
La brunetta sgranò gli occhi, rimanendo a fissarlo per un minuto buono, prima che l’altro la riportasse alla realtà: “Jackie, vuoi Niklas? Perché mi ha detto che in tal caso dovresti tornare a letto e ricordare che siamo creature notturne.”
Ma che paraculo!
Scostò il vampiro dai capelli color sabbia e si diresse fino al letto di quello che doveva essere del suo ragazzo, levando le coperte con stizza e scoprendo invece il povero Stoyán.
“Oh, m… mi… mi scusi, maestro!”, esclamò la ragazza, dispiaciuta, rimettendo le coperte a posto, mentre l’uomo si lamentava per quell’attacco improvviso.
Il terzo letto non poteva che essere dell’austriaco, perciò lo prese per una gamba e lo trascinò giù a forza, sentendolo lamentarsi a sua volta.
“Jaaackieee, lasciami dormire, diamine..!”
“No! Voglio andare alla tua casa!”
“Ma non so nemmeno se c’è ancora…”
“Andiamo a scoprirlo.”

***

Mezz’ora dopo erano già fuori, Niklas con l’aria imbronciata e il cappuccio di una felpa ben calato fin sugli occhi, Jo accucciata al sicuro sulla sua spalla, accoccolata per il freddo, e Jackie invece con un sorriso di trionfo stampato in faccia.
Avevano iniziato a camminare lungo le vie del paese alla ricerca della casa natia del vampiro, incontrando non poche difficoltà per orientarsi.
“Non mi ricordo dov’era, o insomma, ho un ricordo vago, ci sono stato una volta e solo perché mi ha portato Stoyán… aveva una piccola corte…”
“Una corte come quella?”, domandò la ragazzina, indicandogli una casa molto carina che, nonostante sembrasse rimessa a nuovo, aveva un che di familiare…
Niklas si avvicinò, titubante, con lo sguardo fisso sull’abitazione, prima di guardare il nome sul campanello.
Reiter.
Sgranò gli occhi, incredulo che, dopo trecento anni, la sua famiglia abitasse ancora lì.
Anche Jackie si avvicinò, curiosa, notando il cognome e spalancando gli occhi a sua volta.
“Nik! La tua famiglia… cioè… ci sono ancora i tuoi discendenti, pensa che roba!”, esclamò, meravigliata.
“Chi siete?”, domandò una voce femminile in tedesco.
Niklas si voltò, trovandosi davanti una ragazza carina, vestita con leggins neri, stivali lunghi fino al ginocchio e giacca invernale grigia, poco più alta di Jackie, dai capelli castano scurissimo e gli occhi blu. Tali e quali ai suoi.
“Serve qualcosa? Cercavate qualcuno?”, domandò un po’ diffidente, continuando a fissare quelli che per lei dovevano essere due sconosciuti.
Rimase in silenzio, il cervello un attimo fuori uso per la sorpresa – quella poteva essere una sua discendente? Una sua parente, forse? –  prima che la ragazza venisse ancora avanti, studiandolo da capo a piedi per portarsi le mani davanti alla bocca per la sorpresa.
Era la giornata delle sorprese.
“Niklas Reiter… non è possibile…”, sussurrò lei, mentre Jackie spostava alternativamente gli occhi prima su di lui e poi sull’altra, con le guance gonfie.
“Niky! Ha detto il tuo nome! Com’è che ti conosce?”, chiese scocciata, con una punta di gelosia.
“Sei uguale al ragazzo del ritratto, il fratello scomparso del nostro ottavo avo Dietrich….”, sussurrò ancora la ragazza, come se avesse faticato a crederci.
“Jackie… io credo che questa sia a tutti gli effetti una mia lontana nipote…”, rispose Niklas, sentendo improvvisamente la gola secca.
Non era possibile.

“Io sono Rose Reiter. Piacere mio.” Alla fine la ragazza castana li aveva invitati in casa, in quella vecchia dimora che lui aveva abitato.
Aveva posato Jo sul tavolo –con il permesso di… sua nipote –, che zampettava curiosa e deglutì a vuoto, mentre le sensazioni prendevano il sopravvento, facendogli provare una stranissima malinconia di qualcosa di perduto.
Aveva reciso i legami con la sua vita precedente, eppure…
“Niky! Che ha detto? Cioè, forse ho capito che si chiama Rose, ma…” Jackie sembrava leggermente a disagio e non la biasimava: non sapeva una sola parola di tedesco.
Il moro si sedette e pazientemente –molto pazientemente – spiegò alla brunetta la frase.
“Ah. Ok. Però, Nik, mi devi dare una mano, traduci e traducimi, su… Piacere, io sono Jackie O’Moore!”, cinguettò, tendendo la mano a Rose, che strinse con un sorriso di cortesia.
“Come hai fatto a riconoscermi?”, domandò il ragazzo, un po’ scombussolato per essere stato notato e sgamato così in fretta. Insomma, non era normale, non se lo sarebbe mai aspettato.
“Niky, traduzione.”, rimbeccò ancora la sua…–… poteva dirlo. Solo che se ne vergognava un po’ anche solo a pensarlo, come se ciò avesse potuto dissolvere quell’unica certezza – beh, la sua ragazza e lui l’accontentò.
“Semplice, si è parlato molto di te nel corso degli anni… sei la storia preferita di ogni bambino di questo paese. Del ragazzo che è andato in guerra e che mai più è tornato. Finché, una notte, questi fu visto balzare sul tetto in compagnia di un uomo del lungo cappotto nero, pallido come la luna, identificato come la Morte. La Morte che accompagnava lo spirito del ragazzo perito in battaglia a dare un ultimo saluto alla sua cara famiglia, portando via con sé gli oggetti più cari che avesse. Si narra che, qualche notte, è ancora possibile udire il canto malinconico del suo violino, che racconta di sofferenza e di quella vita strappata troppo presto.”, spiegò, mentre il vampiro mano a mano traduceva, sempre più divertito e allo stesso tempo inquietato.
Qualcuno lo aveva visto, allora. E, soprattutto, aveva udito quella prima volta che aveva suonato il violino a Stoyán. Stoyán, identificato come la Morte… non era nemmeno lontanamente seria come cosa. Stoyán, a conti fatti, gli aveva ridato la Vita. Una vita dannata, ma pur sempre vita.
“Ma va’… Il maestro… la Morte! Nah.” Jackie agitò una mano come per dissolvere quella credenza.
“No, infatti…”, mormorò il ragazzo a sua volta, tornando al tavolo e prendendo Jo per mettersela sulla spalla. La piccolina si adagiò tranquilla, soddisfatta, strofinando il musetto contro la felpa del padrone.
Rose scrollò le spalle, prima di fissare il suo pro-pro-pro-pro-pro… beh, pro-zio negli occhi, attenta.
“Come fai a essere qui? Sei forse… un vampiro?”, domandò, indicando con un cenno la faccia pallida e la bocca, dove erano visibili i canini.
Perspicace, la ragazza.
Il ragazzo annuì, senza poter negare o fare altro.
A quella conferma, il viso di Rose si illuminò, complice un sorriso ben visibile e quasi inquietante.
“Un vampiro. Un vampiro come quelli di True Blood?”
Oh, no. No, no, no, no!
Di bimbaminkia ne bastava una!
Anche Jackie sorrise, allungando le mani verso sua nipote mentre cinguettava: “Una Trubies! Un’altra Trubies1!”
Le due ragazze risero, mentre il povero nerd le guardava circospetto, pregando di non essere incluso nel discorso. Speranza vana.

***


L’austriaca domandò qualcosa indicando l’anellino di plastica all’anulare della brunetta, che anche senza traduzione capì il senso della frase.
Forse chiedeva se era la ragazza di Nik!
“Ya, ya! Ich ezzere zua..!”
“Jackie, piantala, quello che stai parlando non è tedesco.”, borbottò scocciato il vampiro, leggermente in imbarazzo, mentre Rose ridacchiava.
Domandò poi qualcos’altro, sempre indicando l’irlandese e Niklas parve esitare, cosa che insospettì l’interessata.
“Che ha chiesto? Cha ha chiesto?”, domandò, pizzicando il braccio del suo fidanzato, che uggiolò, dolorante.
“Mi ha chiesto… se… beh, se…”
“… se..?”
“… se ti ho già chiesto se vuoi passare l’eternità al mio fianco come vampira.”, borbottò lui infine, chinando il capo e guardando altrove, come faceva sempre quando era impacciato. E aveva ben ragione di esserlo!
Jackie arrossì a dismisura, sentendo il caldo irradiarle le guance come se fosse stata una piccola stufa che andava a proposte d’amore sdolcinate come quella.
“N-no, non me lo hai ch-chiesto…”, balbettò, con una vocina acuta e le risatine di Rose in sottofondo.
“Infatti… Dovrei poi chiedere il permesso alla riunione di oggi pomeriggio… Intanto che dici..?”, continuò, burbero, ma con una nota ansiosa che tradiva la sua calma.
Era così… così… carino! Non era come quei vampiri super sicuri di sé che prendevano la loro donna e gli piantavano i denti nel collo.
Lui sapeva quanto doveva essere una scelta dura per lei.
Abbandonare la sua famiglia, vederla invecchiare e morire, così come le sue amiche… i suoi preziosi ricordi di cui sarebbero rimasti solo mere sensazioni di ciò che era stato, compreso il suo rapporto con Niklas.
Si sarebbe ricordata di amarlo? Si sarebbe ricordata dei bei momenti passati insieme, dei loro baci casuali, di quelle piccole cose che amavano l’uno dell’altro?
Deglutì, leggermente indecisa.
Però… ci teneva.
Ci teneva davvero.
Sperava che il loro fosse quell’amore vero, quello che sarebbe durato per sempre, ma come ripeteva spesso lo stesso Nik, la realtà era ben diversa dalla fantasia. Stavano insieme solo da due giorni, sarebbero potuti stare insieme per qualche settimana e mollarsi e quindi avrebbero potuto anche non passare la vita insieme.
Però amava i vampiri. Amava quella specie. E aveva sempre sognato di poter diventare una di loro, a tutti i costi. Lo faceva per Niklas, ma soprattutto per se stessa.
Fu per quello che annuì, anche se da una parte il suo cuore era stretto in una morsa di colpa per quel pensiero così cinico che sembrava non appartenerle. O forse era solo paura, paura perché ci teneva davvero, davvero, davvero tanto.
Il moro sorrise appena, quei suoi soliti sorrisi sghembi e incerti, che facevano solo pena, perciò lo baciò per togliere quella smorfia dalla faccia.
“Io… chiederò.”, mormorò il ragazzo, appoggiando la fronte alla sua e accarezzandole il mento con il pollice, prima di venir interrotto da Rose, che si sentiva vagamente il terzo incomodo.

Dopo quella piccola parentesi romantica, Niklas si era alzato e aveva preso a girovagare per la camera da letto della nipote, un po’ curioso.
Rose andava ancora a scuola, aveva circa sedici anni, amava i vampiri e pure i tritoni, difatti pubblicava anche lei storie su un sito di fanfiction che venivano recensite molto bene.
Il vampiro aveva iniziato a guardare i vari cd che la ragazza aveva e li stava elencando uno a uno con un sorriso orgoglioso.
“Duran Duran… Depeche Mode… Dire Straits… Toto…”, poi si voltò verso di lei e sembrò dire qualcosa divertito, ma colse qualcosa.
Bla bla bla in tedesco One Direction?”
Vide Rose fare una faccia scandalizzata e rivolgere al proprio lontano zietto parole dai toni duri e taglienti.
Sta a vedere che..!
“Ecco, Nik! Sempre a insultare le Directioner, eh? Ma Rose te le ha cantate bene! Così impari a dire cattiverie su quei poverini…”, esclamò trionfante la brunetta, prima di venir bruscamente interrotta dal ragazzo: “Veramente mi ha detto che quella schifezza degli Uno Dì non la usa nemmeno come carta igienica.”
Un duro colpo per una fan come lei, che represse in fondo al proprio animo lacrime amare per quell’antipatia immotivata per i suoi beniamini.
Insomma, erano belli, bravissimi, gentili, carini! Come potevano non piacere? Doveva essere solo invidia, ne era certa.
Qualche minuto dopo il telefono di Niklas suonò e l’austriaco rispose con poche parole, facendo cenno alla fidanzata di andare.
“Stoyán ci aspetta qua sotto, dice che è ora.”
“Di già?” E lei che voleva ancora fare qualche giretto romantico! Ma tanto non lo avrebbero fatto comunque, Niklas non si sarebbe mai prestato a una camminata a braccetto…

***

 

Appena scesi, fuori dal cancellino stava proprio Stoyán, dritto in pieni, in una posa sicura di sé; i lunghi capelli neri lisci lasciati sciolti, le mani infilate nelle tasche dell’impermeabile nero, con un sorriso affabile sul volto.
Niklas sentì un gridolino dietro di sé e si voltò scocciato per zittire Jackie, prima di vedere che quel suono era partito da Rose.
Rose che stava fissando estasiata il suo maestro, con uno sguardo adorante e le mani intente a farsi aria.
Ma non era possibile.
Come diamine faceva quell’uomo a attizzare le donne con la sua sola presenza? Come? Come? Come?! Qual era il suo segreto?
Il bulgaro sembrava divertito, soprattutto quando sua nipote biascicò un tremolante quanto caldo: “Mi vuole sposare? Sono a sua disposizione…”, con tanto di collo ben esposto.
Niklas fulminò il vampiro più anziano – parecchio più anziano, andiamo, avevano come minimo vent’anni di differenza! – che sospirò pesantemente e si avvicinò alla ragazzina, rivolgendosi a lei con dolcezza e charme: “Mi dispiace signorina, non potrei mai approfittare di lei, ma posso donarle un piccolo gesto che le farà piacere…”
Stoyán sfiorò le labbra di Rose con le proprie, un semplicissimo contatto lieve e delicato, ma che bastò a far svenire la povera ragazzina tra le sue braccia, presa prontamente al volo dallo stesso Stoyán.
Anche Jackie si stava facendo aria con entrambe le mani, così come gli occhi marroni erano sgranati a loro volta.
“Niky, davvero, il maestro ha una carica erotica incredibile…”, disse con un filo di voce, prima di prendere lei in custodia la povera Rose.
“Fa attenzione.”, mormorò la ragazza, facendogli un piccolo cenno.
“Mica vado chissà dove, è solo una riunione.”, borbottò lui, anche se in fondo apprezzava quella frase. Forse anche Jackie aveva tutta l’impressione che fosse una trappola.
La brunetta salutò i due vampiri che, silenziosamente, si allontanarono da quella vecchia casa piena di ricordi.


 
 

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Parla Tomocchi:  Capitolo premio per Pinky Rosie Five Stars!xD Nei panni della nipote di Nik lol… finalmente ha riscosso il suo premio dopo 5 mesi x°D che altro… non è solo un capitolo premio, c’è appunto la riunione nel prossimo… pronostici? Andrà bene? Male? Cosa potrebbe accadere? :D
Ma voglio passare ai ringraziamenti, prima di tutto *A*
Un grazie a Pinky Rosie Five Stars, Kleis, Mojita_Blue, Bijouttina, DarkViolet92, faith_bella, Evil Devil, annina76 e Up_me_memories per aver recensito! E un grazie a chi fa le domande su ask, a chi ci legge e altro <3
A chi è interessato ho aperto anche una pagina Fb in cui ci piazzo i miei disegni!òuò <3

Alla prossima! :D

 

 

   
 
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