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Autore: BlackMoonRising    08/08/2008    5 recensioni
Sono passati cinque anni dalla morte di Kid Bu. I Saiyan hanno recuperato la loro esistenza tranquilla e vivono pacificamente. Ma una pericolosa minaccia agisce nell’ombra e ormai manca poco perché esca allo scoperto per rovinare irrimediabilmente la loro serenità… Il conto alla rovescia è già iniziato.
Genere: Malinconico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 26 – LA SPADA DELL’EROE

 

Trunks era confuso. Sentì un forte dolore allo stomaco. Cercò di riprendere fiato, ma un’altra fitta gli bloccò il respiro. Si sforzava disperatamente di mettere a tacere quel dolore, che non conosceva. Non aveva neanche la voce per chiamare i genitori in soccorso.

Rivolse lo sguardo alla finestra. Non seppe mai perché lo fece, ma quel gesto gli dava una sensazione di dejà vu. Aveva l’impressione di aver già vissuto quell’attimo.

Gli parve di ricordare qualcosa. Tenne gli occhi fissi sulla finestra, come se dovesse succedere qualcosa da un momento all’altro.

Ma il cielo rimase nero e la luna restò al solito posto.

Nel dolore, trovò la forza di sorridere. Poi perse i sensi.

 

Vegeta stava per perdere la pazienza. Quella notte non aveva dormito per niente bene, si era svegliato quella mattina con la sensazione di aver appena terminato uno dei suoi duri allenamenti. E ora ci si metteva anche quell’isterica di sua moglie. Provò ad addormentarsi sul divano, per recuperare.

– Smettila! Cosa diavolo ti prende?

Bulma andava avanti e indietro per la stanza. Non si prese la briga di rispondergli e Vegeta la ignorò. Sbuffando, tornò a oziare. La donna tornò a passeggiare su e giù.

Il Saiyan si accorse di qualcosa di strano. Guardò Bulma, mentre dava in una crisi isterica per un vaso di fiori spostato di un millimetro.

No, quello era più che normale.

Erano le dieci di mattina. Tardi, per il sonno di un Saiyan attivo come lui. E anche per Trunks. Dov’era finito?

– Bulma, tuo figlio? Ma ti vuoi fermare, accidenti?!

Bulma finalmente si bloccò. Si portò un dito alla bocca, come per riflettere.

– Trunks… è strano a quest’ora è già sveglio. Vado a chiamarlo.

I colpi dei passi sulle scale si allontanarono ritmicamente. Vegeta tornò a rilassarsi.

All’improvviso, uno schianto.

Veniva dal piano di sopra.

– Ve… Vegeta…?

Un esile pigolio, appena udibile.

Vegeta, d’istinto, si precipitò sulle scale. Un solo pensiero, quasi un riflesso involontario per un guerriero come lui.

“Nemici!”

Ma, sulla porta della camera del figlio, lo aspettò un’amara sorpresa.

Sua moglie era in ginocchio accanto al letto del figlio. Trunks era prono, fuori dalle lenzuola, che giacevano lì accanto, stropicciate come se qualcuno le avesse strappate dal materasso.

Niente di strano. Ma gli occhi di Bulma erano colmi di terrore.

– Vegeta, non respira.

Solo un momento per comprendere la vera gravità di quella constatazione.

“Merda!”

– Trunks, smettila! Svegliati, svegliati!

Il ragazzo rimaneva immobile e non si muoveva.

– Trunks! È uno scherzo idiota! Basta!

– Vegeta, finiscila urlare!

Il Saiyan, alla vista delle lacrime che colavano sulla guancia di sua moglie si arrestò. Si concentrò e sondò le aure circostanti.

– No… non è come pensi… la sua aura è debole, ma il cuore batte ancora…

– Ehilà, Vegeta!

Gohan si affacciò alla porta della camera.

– Abbiamo trovato la porta aperta e siamo… Ehi, ma cos’ha Trunks?

Vegeta lo fulminò.

– Non fare domande inutili! Muoviti, aiutami a portarlo in ospedale!

***

“Lo stomaco… che fastidio… fa male…”

Gli addominali, già scolpiti benché avesse solo dodici anni, erano ancora contratti e dolevano. Ricordava solo un’intensa luce bianca, le sue mani strette convulsamente sulla pancia, la febbre che lo bruciava come se lo volesse consumare.

Poi, mentre la fitta andava scemando, non aveva sentito più nulla.

Ma ora tornava a sentire dolore. Strinse i denti e per lo sforzo le sue palpebre tremarono. Mosse impercettibilmente una mano, cieca nel buio.

– Ha mosso una mano! Forse si sta svegliando… – sussurrò una voce lontanissima.

Si sentiva come se fosse sul fondo di un oceano. Le voci nuotavano intorno a lui, la luce era solo uno spiraglio, tutto era ovattato.

All’improvviso, tornò in superficie.

Una luce bianca colpì i suoi occhi. Fece per coprirseli con una mano, ma era talmente indolenzito che rinunciò immediatamente.

– Trunks si è svegliato! Ha aperto gli occhi! – cinguettò qualcuno di familiare. Voltandosi in direzione della voce, vide sua madre.

– Ciao… mamma.

– Oh, piccolo mio! Quanto mi hai fatto preoccupare!

– Ma cos’è… successo?

– Non si sa, a dirla tutta… però sei stato molto male, ti hanno ripreso per i capelli e per un colpo di fortuna…

– Neanche i Saiyan sono immuni ai comuni malanni terrestri, eh? – esclamò Yamcha. Ma dov’era stato fino a quel momento?

Spaziando con lo sguardo, si accorse che non c’era solo sua madre nella stanza. Accanto a lei c’erano i nonni, il padre di Chichi, Gohan e Muten. Alla sua destra c’era Goten, che gli teneva una mano, vicino a Crili, C-18 con Marron, Yamcha. Di fronte a me c’erano Goku e mio padre.

Una riunione, insomma. Sebbene la camera non fosse piccola, a malapena si respirava.

“Ma… sono tutti qui… per me?”

Tutti avevano stampata in faccia un’espressione commossa. Sembravano prodotti in serie. Ma il più commosso di tutti era Goku: il suo volto brillava d’orgoglio, come se avesse fatto chissà che cosa. Mio padre stava un po’ in disparte, come al suo solito, con un viso corrucciato; ma gli occhi erano ombrati da pesanti occhiaie, segno di insonnia prolungata.

– Ma come ti viene in mente di dirgli certe cose? Si è appena svegliato, accidenti, e già gli vuole dare certi shock! Roba da matti…

– Mamma, smettila! Mi fa male la testa – si lamentò Trunks, impietosito dalla dura ramanzina a Yamcha. Bulma si tappò la bocca.

– Oh, scusa, tesoro. Ma non sai come ho passato questi due giorni…

– Due giorni? Sono rimasto addormentato due giorni?!

Era sbalordito. Non aveva mai dormito per due giorni filati.

– Lascialo in pace, una buona volta – sbuffò una voce. Il ragazzo non era mai stato tanto contento di sentire la sgarbatezza di suo padre.

– Trunks… figliolo… – iniziò Goku contento.

Storsi la bocca, disgustato.

– Sei così zuccheroso, che mi è rimasto il dolce in bocca. Mi prenderò il diabete.

Goku sorrise maliziosamente e si rivolse a mio padre:

– Sta’ attento, Vegeta, non vorrei che cominciasse a somigliarti troppo.

Trunks rise di gusto, mentre Vegeta ignorava il suo acerrimo rivale.

Muten, che era stato in silenzio fissandomi come un animale raro, ordinò autorevolmente:

– Adesso lasciamolo solo con i genitori e gli amici stretti. Stiamo consumando tutta l’aria, e l’ultima cosa di cui ha bisogno Trunks è un bello svenimento.

Tutti gli diedero ragione e piano piano uscirono. Goku fu l’ultimo. Passandomi vicino, bisbigliò in un orecchio dell’ammalato:

– Sei il nostro eroe.

Lo guardò sorpreso. Per tutta risposta, lui ammiccò. Poi raggiunse la famiglia di fuori.

 

 

Erano rimasti solo i Brief e la famiglia di Goku, tranne Goten, che appena aveva scoperto che gli ospedali hanno un bar. Mentre Chichi rifletteva sulla probabile stima dei danni che avrebbe dovuto pagare per conto del secondogenito, qualcuno bussò alla porta.

– Chi è? – domandò mia madre.

– Sono io, Videl.

Gohan si precipitò ad aprirle. Appena entrò, lei fulminò il degente con lo sguardo.

– Mi hai fatto prendere un bello spavento, lo sai? – lo sgridò con la sua voce carezzevole.

– Mi dispiace – disse contrito, ridendo sotto i baffi. Poi notò il fagottino tra le sue braccia.

– Noo… Ti sei portata…?

– Già – confermò – lei con un gran sorriso.

Goku sorrise.

– È il piccolo Tomi, giusto?

Lei guardò il Goku, meravigliata.

Lui aveva una faccia da “sono-un-genio”. Compiaciuto, si dispose comodo ad ascoltare i commenti stupiti alla “ma come fai a saperlo?”. Restò piuttosto sbalordito quando Videl gli chiese:

– Tomi? Ma certo che no!

Goku era molto confuso. A Trunks veniva da ridere.

– Ma come?

– Papà, è una bambina.

Goku era confuso. Anzi, dire che era confuso era un eufemismo. Era sconvolto.

– Una bambina? – riuscì a sillabare infine.

– Sì. Si chiama Pan – lo informò Videl, lanciandogli un’occhiata strana.

– Goku, tesoro, stai bene? Perché non avrebbe dovuto essere una bambina? – gli disse preoccupata Chichi.

– Il solito maschilismo Saiyan – commentò Bulma, alzando gli occhi al cielo.

Lui annuì, pensieroso. Sembrava proprio fuori di testa. Trunks lo sorprese mentre guardava Vegeta confuso. Lui gli rispose alzando le spalle.

La sapevano lunga, questo era certo.

Il ragazzo guardò Pan. Aveva dei tratti delicati, amalgamanti però a lineamenti marcati (evidente segno di geni Saiyan) che rendevano il suo viso dolce e vivace allo stesso tempo vivace. Gli occhi erano nerissimi come i capelli e brillavano come due stelle. Gli riuscì subito simpatica.

Disgraziatamente, sua madre, nelle vicinanze di un neonato, non può stare in pace finché lo sfortunato non avesse ricevuto un lungo monologo sule sue somiglianze con i suoi genitori. In poche parole, Bulma e Chichi le saltarono sopra e cominciarono a parlare. Niente di meglio per il Principe che, avendo passato diverse notti insonni per colpa del figlio, non resistette, e solo dopo cinque minuti di quello spettacolo si addormentò.

Niente è meglio della propria moglie pettegola, quando si ha bisogno di un sonnifero.

– Sì, e guarda il taglio d’occhi… – ciarlavano intanto loro. Il ragazzo non le ascoltava. Guardava Goku.

Era decisamente strano quel giorno. Guardava le due donne e scuoteva la testa, come se fosse già stato costretto ad assistere a quella scena.

Trunks gli fece un cenno. Lui corse al suo letto, pronto ad aiutarlo.

– Cosa significava quell’occhiolino, prima? – lo aggredì appena arrivò.

Goku sorrise sibillino. Dannazione, come dava ai nervi.

Avvicinò la bocca all’orecchio e ripeté:

– Te l’ho detto: sei il nostro eroe!

Il giovane Saiyan perse definitivamente la pazienza e urlò sottovoce: – Smettila di parlare per enigmi! Dimmi cosa vuol dire!

Lui fece finta di non averlo sentito e continuò:

– Tuo padre è molto fiero di quello che hai fatto. È orgoglioso di te.

– Qualcuno mi dice cosa ho fatto? – fece Trunks stufo.

– Hai salvato tuo padre. Hai salvato me. Hai messo a rischio la tua vita per far sì che noi avessimo una vita felice.

Goku notò la sua aria spersa e incredula.

– Non ricordi niente, eh?

Ricordare che cosa? Magari era impazzito Goku e non lui. Eppure sembrava molto sicuro di quello che diceva.

– Trunks, fidati. Guarda.

E gli consegnò la sua spada. La sua adorata spada. La sua sola vista gli dava sicurezza. Non riusciva ad allenarsi senza di lei. E più di una volta gli aveva salvato la vita.

L’esaminò, temendo che fosse rovinata. L’impugnatura era perfetta, neanche una piccola incrostazione di sudiciume. La voltò, e per poco non schizzò dal letto.

Il piatto della lama non era intatto. Dall’impugnatura alla punta correva un lungo graffio, sottile e irregolare. Niente aveva mai scalfito la sua spada e anche quando Tapion gliel’aveva consegnata sembrava nuova.

Chiese spiegazioni a Goku con lo sguardo. Lui gli sorrise.

Mentre sbirciava la spada, venne accecato da un lampo di luce. Era una luce splendente, bianca, abbagliante, come il riflesso di una pietra preziosa a metà tra il diamante e un metallo bianco.

Ok, ero impazzito.

Scrutò Goku, per assicurarsi che non avesse visto niente. Invece sorrideva.

Trunks non ci aveva capito niente, ma fu sommerso in una sensazione di pace. Era così contento che gli venivano le lacrime agli occhi.

Goku venne contagiato dalla sua contentezza e allargò il suo sorriso. Era così luminoso che la costellazione più brillante sarebbe sbiadita in confronto.

Si alzò in piedi, pronto a seguire la moglie. Vegeta dormiva ancora.

Commosso, gli fece una carezza.

– Ora dormi, Trunks. Ne hai sicuramente bisogno.

Il Saiyan, il giovane eroe che aveva salvato il mondo mettendo a rischio la sua vita, appoggiò la testa sul cuscino. In quel momento, sprofondò in un sonno pesante, con il sorriso sulle labbra.

 

EPILOGO – L’INIZIO

 

Due giorni dopo, Trunks è a casa. Sembra che siano anni che non la vede… immagini spaventose di macerie lampeggiano per un attimo sui suoi occhi. Orribile. Cerca gli occhi di suo padre, in cerca di sicurezza.

Li incontra e sono sereni come non lo erano mai stati.

Dal piano di sopra arrivano gli strilli infantili di Bra, sua sorella, e le risate dei suoi nonni, che stanno giocando con lei. Sulla soglia, ad attenderlo, Goten, speranzoso di potersi allenare o di poter uscire un po’ con lui. Chichi e Goku stanno venendo incontro a loro.

– Bentornato! Tutto bene?

– Sì. Sì.

– Vieni dentro! Tua nonna ha preparato i pasticcini.

Il ragazzo, prima di entrare, si guarda intorno, indugiando sul giardino verde d’erba, sui ciliegi in fiore dei viali, su casa sua.

La pace era lì, era nell’aria.

Forse avevano finito veramente di soffrire, una volta per tutte.

Lasciandosi alle spalle la primavera, entrò in casa.

Sentiva quella primavera come un inizio.

“Basta! Mi faccio venire il diabete da solo, altro che Goku!”

La spada luccicò un’ultima volta, poi la porta si chiuse con fragore.

 

***THE END***

 

NA: Le conclusioni son sempre un gran problema per me ò.o Beh, ecco a voi l’ultimo capitolo de “The End OF Saiyans”. È deludente? Melenso? Fatemelo sapere.

Per le recensioni di questo capitolo, vi rispondo su un altro capitolo a parte. Liberi di non leggere quello che vi dirò, ma mi dispiaceva far cadere le recensioni a vuoto. ^^

monicar92: Visto? Trunks non è morto e tutti vivono felici e contenti! XD Almeno, finché non torno io…

Vegeta4ever: O.O Ma che cavolo! Sei peggio di Hannibal Lecter! Praticamente ammazzi chiunque! Ti avevo detto o non ti avevo detto che finiva tutto bene? ;)

nightwish4ever: Vero! ^^ Tutti felici e contenti! Anche Trunks (anche se un po’ malaticcio, ma si riprenderà ^^)

vivvina: Ti pareva che andava a finire male, eh? Come vedi, ogni cosa si è sistemata! Dopotutto, anche se sono una fan dei non–lieto–fine, ho deciso che quello che avevano patito era abbastanza, e li ho fatti sopravvivere ^^!

SweetGirl91: A chi lo dici :( io mi chiedo che farò dopo questa long–fiction… Comunque sì, se non si era capito bene il drago era proprio Shenron (non l’ho specificato, scusate! >.<). Beh, alla fine è tornato tutto a posto. Mail ricevuta, finalmente! La risposta ti è arrivata?

 

Gli addii per la pagina dei ringraziamenti! Preparo i fazzoletti (per me almeno, penso che voi sarete felici di non vedermi più in circolazione XD).

Bacioni

DarkMartyx

   
 
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