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Autore: _isafan99_    07/06/2014    0 recensioni
Non tutto era perduto. Potevo ancora incontrarlo.
Potevamo ancora stare insieme.
Strinsi nella mano il ciondolo d’argento respirando profondamente e poi lo lasciai ricadere sul petto, dove c’era il cuore. Batteva, sì batteva, ma ad un ritmo nuovo. Eterno.
Avevo 17 anni.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
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~~5) Prove
- Rallenti! – gridò Louis – Si farà male! –
- Sono sicura che non sarà così. – risposi continuando a galoppare. Il vento mi scompigliava i capelli e mi faceva lacrimare gli occhi, ma non riuscivo a smettere di sorridere.
- Non può rallentare un po’, per amor del cielo?! – chiese il ragazzo. Era qualche metro dietro di me, in sella al suo cavallo e mi inseguiva, chino sul collo dell’animale.
- Vieni a fermarmi! – lo sfidai.
Non rispose, ma dopo poco sentii il rumore di zoccoli che si avvicinavano veloci. Mi voltai quel tanto per vedere Louis in piedi sulle staffe che incitava il cavallo ad andare più veloce.
I capelli castani erano tirati indietro dall’aria…
“Sì, è proprio bello.” sorrisi al pensiero e mi sentii arrossire.
In poco fu di fianco a me e prese il mio cavallo per le briglie, facendoci rallentare fino a fermarci. Scesi dal cavallo e gli accarezzai il muso nero e lucido. Sentivo sotto le mie dita i muscoli tesi e il cuore martellante nel petto. Gli diedi un paio di pacche leggere sul collo e mi allontanai.
Davanti a me si apriva un prato verde, punteggiato qua e là da qualche fiore colorato. Mi lasciai cadere sull’erba, sdraiandomi a pancia in su. Era una bella giornata e ne avevo approfittato per fare un giro, ovviamente scortata dalla mia guardia-maggiordomo: Louis.
Mi alzai sui gomiti e inaspettatamente incrociai lo sguardo di questo. Sentii le guance diventare calde e trattenni il respiro. Succedeva spesso che lo trovassi a fissarmi e ogni volta era un batticuore. Ci guardammo un attimo negli occhi, poi voltò la testa e finì di legare anche il suo cavallo a un albero per le briglie.
Mi sdraiai di nuovo.
- Louis! – lo chiamai.
- Sì? –
- Vieni qui. –
Si avvicinò un po’ titubante ed entrò nella mia visuale, il sole che gli illuminava il volto.
- Guarda. – indicai il cielo socchiudendo un occhio per la luce.
- Cosa? – alzò la testa.
- No, devi sdraiarti. – vidi i muscoli delle spalle irrigidirsi un attimo, poi si sdraiò lasciando distanza tra di noi. Guardò di nuovo il cielo.
- Non vedo niente. – disse.
Mi avvicinai a lui e gli indicai una nuvola.
- Non sembra la testa di un drago? –
- … -
- Vedi? Questa è la bocca. E poi ci sono i denti. E questa è una parte del collo. Ora lo vedi? –
Non rispose.
Mi voltai per vedere se non si fosse addormentato. Era sveglio, ma rigido come un tronco d’albero. Non stava guardando nella direzione che gli stavo indicando, ma aveva la testa rivolta di lato, gli occhi aperti, ma persi tra gli alberi in un punto indefinito.
“Ma certo: non sopporta la mia vicinanza.”
Mi alzai. Non voleva starmi vicino? Bene, io anche meno.
Mi avviai verso il cavallo e tentai di sciogliere il nodo che lo teneva legato all’albero, ma senza troppo successo: Louis aveva fatto un buon lavoro.
- Vuole … vuole che torniamo indietro? –
- No. – gli dissi senza guardarlo – IO torno indietro, tu puoi anche restare qui. Sai, non mi piace passare del tempo con gente che non gradisce la mia presenza. –
“Maledetto nodo, slegati!”
- Cosa? No, aspetti … non è come pensa! – si alzò dal prato e si avvicinò a me.
- A no? – mi voltai lasciando stare il nodo - A me sembra proprio che tu non riesca a sopportarmi! – sentii le lacrime pungermi gli occhi.
- No, non è così … -
- E com’è allora?! – cominciarono a scendermi lacrime di rabbia – Non posso avvicinarmi che mi tratti come se avessi la lebbra. –
- No, io … -
- Qual è il tuo problema?!? – gridai.
Fu un attimo: mi prese per le spalle spingendomi contro il tronco dell’albero da cui cercavo di liberare il mio cavallo e premette le labbra sulle mie.
Fu così veloce che non ebbi neanche il tempo di chiudere gli occhi, ma appena capii cosa stesse succedendo … gli incrociai le mani dietro il collo, attirandolo di più a me e lui mi strinse i fianchi.
Si allontanò giusto per riuscire a guardarmi negli occhi, sorrise e con una mano mi asciugò una lacrima sulla guancia.
All’improvviso spalancò gli occhi e si allontanò di più. Si passò le mani tra i capelli e serrò le labbra irrigidendo la mascella.
- Io … io … mi dispiace … Sono … davvero mortificato … - il suo sguardo tradiva una certa disperazione. Strinse le mani a pugno e si coprì gli occhi corrugando la fronte.
Mi avvicinai a lui senza esitare. Gli tolsi le mani dagli occhi e appoggiai leggermente la bocca sulla sua. Mi allontanai e vidi che aveva gli occhi sbarrati e spaventati.
- Non scusarti. – lo rassicurai – Non farlo. – mi riavvicinai al cavallo e finalmente riuscii a slegare le briglie – Andiamo a casa. – salii in sella e guarda Louis, che aveva ancora l’espressione di poco prima – Nessuno saprà di questo. – lo rassicurai.
Finalmente si mosse e senza guardarmi slegò il cavallo, salì in sella e mi seguì verso il palazzo senza parlare.
Fu il mio primo bacio.

* * * * *

- Che bella collanina, dove l’hai presa? – mi chiese una delle ragazze che aiutava Megan.
- Oh … - abbassai lo sguardo sul ciondolo che tenevo nella mano facendolo ricadere nella canottiera –  è un regalo. –
- Una persona speciale? – mi chiese socchiudendo gli occhi e facendo un sorrisetto.
- Molto. –

* * * * *

La band provò un po’, canticchiando qualcosa per provare i microfoni, saltellando da una parte all’altra del palco per provare le luci … Io li stavo guardando un po’ nascosta. Pardon, mi correggo, LO stavo guardando un po’ nascosta dietro delle casse. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso e tanto non avevo niente da fare, anzi, dovevo occuparmi di lui … ehm, loro.
- Sono bravi eh? – era ancora la ragazza di prima che mi si avvicinò.
- Sì, niente male, dai. – non curante.
- Ti piace? –
- Chi? –
- Louis. –
Mi girai di scatto verso di lei. Perché aveva detto così??
- Cosa? – non convinta dal tono che avevo usato – C-come ti viene in mente?? –
- Non lo so. – scrollò le spalle – Ho notato che lo segui con lo sguardo. Muovi anche leggermente la testa ogni volta che si sposta. – mi guardò – Pensavo che forse potesse interessarti. –
Era magra, capelli lunghi e lisci legati in una coda, una spruzzata di lentiggini sulle guance e svegli occhi marroni. Era carina, niente di particolare, ma carina.
- È bello. – mi diede una gomitata sorridendo.
- Sì. – sorrisi – Lo è. – tornai a guardarlo.
Louis era cambiato, ovviamente, da come l’avevo conosciuto io, ma avrebbe potuto farsi anche i capelli verdi e riempirsi la faccia di piercing che ero certa l’avrei riconosciuto. E l’avrei amato. Come avevo sempre fatto.
- Sai chi altro si è accorto che lo stai fissando? – mi chiese.
- Chi? –
- La sua ragazza. – mi si avvicinò un po’ di più – Non guardarla, ma è esattamente dietro di noi. Si è fermata a prendere da bere al tavolo. L’ho sentita chiedere chi fossi, cosa ci facessi qui e perché stessi guardando le prove, in particolare, perché stessi guardando il suo ragazzo. –
Mi si allontanò di nuovo.
Ha la ragazza … mi si strinsero dolorosamente le viscere.
- Come si chiama? – le chiesi, sempre guardando i ragazzi (Louis) che provavano.
- Eleanor. – mi rispose – A me non piace. Se la tira un po’ troppo. La trovo un po’ snob. Certo, è carina, ma … sai, credo si senta minacciata da te. Prima continuava a squadrarti da capo a piedi e credo ti abbia vista anche in viso. – abbassò la voce – Ti avviso: è una ragazza molto possessiva e gelosa. –
Cercando di farmi notare il meno possibile, tolsi lo sguardo dal palco (molto a malincuore) e mi voltai, dirigendomi verso la mia postazione di lavoro in modo naturale. Non la guardai, non ancora. Mi avvicinai al tavolo e mossi qualche bicchiere, un pattino, una ciotola di patatine e poi, casualmente, mi cadde lo sguardo su di lei.
Mi stava fissando.
Aveva un vestitino carino: aderente nella parte superiore, come una canottiera, di colore bianco e dalla vita (stretta in una cintura nera) in giù si apriva in una gonna azzurra e morbida che arrivava fino ai piedi risaltandole le lunghe gambe. I capelli erano marroni e boccolosi e le ricadevano sulle spalle, tirati indietro però da degli occhiali da sole che teneva sulla testa.
Sentii subito l’odore del suo sangue, ma mi sembrava disgustoso. Come l’espressione che aveva sul volto: disgustata.
Sorrisi: - Ciao. –
Si portò il bicchiere alle labbra senza rispondermi. Mi guardò da testa a piedi e fece un sorrisetto appena accennato.
- Lavori qui? – la provocai.
Fece una strana espressione: - No! Sono qui perché sto con uno della band e dopo dobbiamo andare a pranzo. – sorrise soddisfatta di poter vantarsi di ciò.
- Ah sì? –
- Già. – disse solo, ma vedevo che aspettava le chiedessi “chi?”. Fremeva dalla voglia di dirmelo.
- Sono bravi. – non l’avrebbe avuta vinta.
- Sì, lo sono. – un altro sorso di non sapevo cosa – Adoro la voce del mio ragazzo. –
- Mmm… -
Silenzio.
No, non te lo chiedo, non ci contare.
Era una sfida, stupida e senza senso, certo, ma comunque …
I ragazzi scesero dal palco rientrando nelle quinte. Non potei fare a meno di cercare Louis e incrociai il suo sguardo che mi diede un brivido lungo la schiena.
Sorrisi leggermente.
Lui ricambiò il mio sorriso.
E Eleanor gli si spatasciò addosso, circondandogli il collo con le braccia e rubandogli un bacio che non si aspettava.
Eww. Trattenni una smorfia, ma ero invidiosa del fatto che lei potesse farlo e io no.
Strinsi il bordo del tavolo con le dita per non scaraventare quella ragazzina dall’altra parte della stanza con un calcio. O dall’altra parte della città. O dall’altra parte del mondo, della galassia, dell’universo!
Distolsi lo sguardo dalla coppietta abbracciata sia per privacy, sia perché se li avessi fissati ancora un po’ sarei scoppiata in lacrime e le mie lacrime non erano gocce di acqua salata, ma sangue, dato che era la sola cosa di cui mi nutrivo.
Ammetti Delilah, la verità è che non vuoi che nessuno dei due ti veda piangere, soprattutto Louis.

* * * * *

Louis chiese a Eleanor se aveva guardato le prove, se le erano piaciute … Notai con piacere che: 1) non sapeva bene di cosa conversare; 2) non gli interessava minimamente. Continuavamo a scambiarci sguardi fugaci.
Magari gli interesso, pensai sorridendo e distogliendo lo sguardo ancora una volta.
- Hey Delilah! – Harry mi si avvicinò sorridente mostrando quelle adorabili fossette – Hai visto le prove? –
- Oh sì, siete stati bravissimi. – sorrisi – Vuoi qualcosa da bere? –
- Non ti preoccupare, mi servo da solo… - fece per prendere l’aranciata, ma gli bloccai la mano.
- Che fai? Mi rubi il lavoro? – gli sorrisi e versai in un bicchiere quel liquido di un arancione acceso.
Sentii il suo sguardo ispezionarmi il corpo. Sorrisi divertita. Chissà cosa avrebbe fatto se avesse saputo che i miei nervi erano ipersensibili anche agli sguardi.
Mi voltai verso di lui offrendogli il bicchiere. Fissò gli occhi nei miei e bevve un sorso, sempre guardandomi.
- Ragazzi venite. Qui abbiamo finito. – un omone si avvicinò a noi - Dobbiamo andare: ci sono già delle fan urlanti e altrettanti paparazzi. –
- Sì, solo un attimo. – disse il riccio e poi si rivolse di nuovo a me - Quindi domani ci vediamo, no? Per il concerto. –
- Ehm … sì certo. Ci vediamo domani. – sorrisi.
- Bene. – mi guardò ancora un attimo prima di avvicinarsi e sfiorarmi con le labbra la guancia, alzandomi il mento con l’indice della mano – A domani. – sorrise e seguì il tipo di prima.
Mi toccai la guancia con le dita, stupita di ciò che era appena successo. Ammetto che non me l’aspettavo.
Guardai Louis e notai che anche lui mi stava guardando, la bocca serrata e le sopracciglia corrucciate.
- Louis, Louis ci sei? – Eleanor gli schioccò le dita davanti alla faccia – Ma che hai? – mi squadrò.
Interruppi il contatto visivo imbarazzatissima: il ragazzo che amavo da un’eternità mi aveva appena vista essere baciata da un suo amico. Sapevo che lui non si ricordava niente di ciò che avevamo passato assieme, ma mi sentii oppressa dal senso di colpa. Spostai un paio di bicchieri sul tavolo per sembrare impegnata.
Penosa.
- No, niente, sono stanco. – disse lui.
- Andiamo a mangiare. – con la coda dell’occhio vidi Eleanor che gli prendeva la mano e lo portava via.
- Ciao Delilah. – mi salutò lui accennando ad un sorriso.
- Ciao. – sussurrai.
Se ne andarono, ma sentii che Louis si era girato un paio di volte verso di me. Avevo lottato contro la voglia e il bisogno di abbracciarlo e fu come se mi piombasse addosso un secchio di stanchezza, che mi aveva bagnato i vestiti e mi stava spingendo in basso. Di nuovo sulla terraferma.
- Quindi … - Mason comparve appoggiandosi al tavolo – Hai intenzione di sedurre l’intera band? –
- Oh, sta zitto! –
 

Mason’s pov
Maledizione a Louis, al riccio, alla band, a questo stupido lavoro e al mondo intero!!!

 


Ed eccoci qui con un altro capitolo!
Chiedo scusa per il ritardo, ma ci sono state le ultime verifiche dell’anno etc etc etc …
Allora, cosa ve ne sembra? Harry mostra interesse per la nostra protagonista, evidentemente, ma come finirà con Louis? Ed Eleanor? …E Mason?
Che gran casino!
Recensite per favore e ci vediamo al prossimo capitolo che spero di postare abbastanza presto.
Ciau 

  
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