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Autore: x_feelshurt    08/06/2014    1 recensioni
Premetto dicendo che io non sono una fan sfegatata degli 1D, semplicemente amo il personaggio di Harry e ho deciso di sfruttarlo un po'. Ho completamente cambiato la sua personalità, non vogliatemi male.!
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" i was your cure, you were my disease, i was saving you, but you were killing me."
Andrea Russett, occhi blu, viso pallido e capelli corvini,
vita perfetta, buoni voti, fidanzato, amiche e genitori fuori dai piedi.
Una ragazza educata e apparentemente fragile, un angelo, quasi.
E allora cosa c'entra con lei un ragazzo come Harry Styles, sempre con la sigaretta tra le labbra, al profumo di alcool, menta e nicotina, sociopatico e ribelle?
Lei lo stava piano piano salvando, ma lui la trascinava a fondo, lei era il suo antidoto, ma lui il suo veleno.
Il destino, l'amore e le vite di due ragazzi opposti, ma perfetti l'uno per l'altro, si intrecceranno.
Una sensazione di calore la bruciò internamente quando gli occhi di Harry si puntarono su di lei, poteva percepire la sua presenza.
" I should protect God's angel not falling in fucking love with her. "
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•mi lascereste una piccola recensione, plis?
comunicheró eventuali aggiornamenti sul mio twitter: @KaulitzMimi ,
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- chapter 4. ✖️
Andrea era sconvolta. Nash aveva la stessa espressione sconcertata della sua ragazza.
"Cosa sta succedendo, Andy? Perchè lui è qui?" Nash calcò quel 'lui' con un certo rimarco e disgusto.
Si poteva leggere nei suoi occhi ghiaccio lo shock.
-Perchè lui stava toccando Andrea e stava sorridendo in quel fottutissimo modo?-
"Piacere, Nash giusto? Io sono Harry." Disse il riccio prendendolo in giro e tendendo una mano.
"Sta zitto, Styles. Chiunque sa chi tu sia qui, non hai bisogno di presentazioni."
Andrea era come congelata, nonostante il cappotto bianco e il fatto che non ci fosse l'Antartide nella città in cui viveva, lei era gelata sul posto.
"Tranquillo Grier." Rise Harry, poi aggiunse verso Andrea: "Andy non vuoi dire al tuo ragazzo il bel pomeriggio che abbiamo passato insieme?"
Perchè lo stava facendo? Andrea sentiva le lacrime pressare per uscire, incapace di parlare.
"N..Nash.." Si sforzò di dire. Ma il ragazzo dagli occhi blu era giá andato via.
Lasciando il riccio che rideva ancora appoggiato alla ragazza.
"Harry! Perché diamine l'hai fatto!" Urlò lei, con le lacrime che le rigavano le guance.
"Eddai! Gli passerá!" Disse lui sventolando una mano davanti al suo viso.
"No Harry. Non gli passerà. Se permetti conosco Nash da più tempo di te, so come è fatto. Io ti odio. Mi è bastato parlare con te due volte e tu mi hai rovinato giá la vita. Ti odio, ti odio!" Andrea si coprì il viso.
Era una dalla lacrima fragile, lei. Piangeva spesso, per ogni cosa.
"Io -"
"Non parlarmi mai più! Non voglio sentirti! Perchè ti sei comportato così! Dimmi questo e ti lascerò andare, alla tua fottutissima vita, parlerò con la signorina Hill e le dirò che non posso aiutarti. Solo perchè? Perchè hai voluto rovinare il rapporto che ho con Nash?" Chiese urlando ancora.
Harry sembrava spaesato. Forse perchè nessuno aveva mai parlato così con lui, chiunque lo temeva.
Forse perchè aveva esagerato. E l'aveva notato. Non sapeva neanche lui che risposta darle. Sapeva solo che la vista di lei e Nash gli aveva stretto lo stomaco e aveva agito impulsivamente. Ora vaglielo a spiegare ad Andrea.
"Faccio quello che mi pare. Se tu e il tuo fidanzato tutto camicetta e scarpe eleganti siete così dannatamente idoti da non superare uno 'scherzo' del genere beh non sono affari miei.
Parla con la Hill e dille che io con te non ho intenzione neanche di parlare."
"Stronzo." Fu l'unica parola che Andrea riuscì a pronunciare prima di sbattere in faccia ad Harry uno schiaffo che fece ronzare la testa del ragazzo per un po'.
Intanto una discreta folla li aveva attorniati, assistendo con partecipazione alla loro discussione.
Andrea si guardò attorno, fissando poi la faccia sconvolta di Harry. 
Prese a correre ed entrò a scuola alla ricerca di Nash.

Lo trovò in una classe vuota, seduto da solo, mentre teneva tra le mani il suo cellulare.
"Nash?" Andrea entrò con le guance arrossate e il trucco sbafato dalle lacrime.
"Che c'è Andrea?" Chiese lui fermo.
"I..io...mi dispiace, scusami." Nash si soffermò sulla sua espressione triste, e ciò fece strizzare il suo cuore.
Dio, lui l'amava. Non aveva idea di cosa fosse successo, ma l'amava.
"Vieni qui." Andrea si avvicinò, mentre Nash le abbracciò i fianchi stretti, facendola scomparire nel suo petto.
"Ti amo." Sussurrò lei.
"Anche io, Nash."

Harry era sconvolto, non riusciva a capire come la prima troietta di passaggio fosse riuscito a trattarlo così.
E non riusciva neanche a togliersi dalla mente il viso di Andrea. Nonostante facesse di tutto per eliminarla e superare la cosa.
Se la ricorda bene, Andrea, la prima volta che la vide.
Il primo giorno di scuola, lui era giá uno sbandato. Praticamente nato con la sigaretta in bocca.
Aveva 16 anni, Andrea 14, Harry era stato bocciato due volte, alle medie.
Troppe assenze, nessuna applicazione. 
Andrea il primo giorno di liceo, aveva i capelli corti, ma gli stessi occhi azzurri.
Era spaesata e guardava tutto intorno a lei con i suoi occhi da cerbiatta.
Lui l'aveva guardata tutto il tempo, così come aveva fatto lo stesso Nash che era nella scuola da giá due anni.
Poi Harry aveva lasciato perdere Andrea, lui aveva altro a cui pensare.
Tra cui almeno una ragazza ogni notte a passare nel suo letto e a scomparire la mattina dopo.
Ora erano cresciuti, Andrea aveva appena 16 anni, Harry giá 19, erano al terzo anno.
Neanche Harry sapeva come aveva superato giá due anni di scuola.
Forse perchè lui alla fine non era solo un coglione, era brillante ed intelligente, solo che nessuno lo sapeva.
Harry attraversò l'atrio, a passi pesanti, e si rifugiò nel solito bagno dove si accese una sigaretta.
Inspirò il fumo e appoggiò la testa al muro, chiudendo gli occhi.
La campanella era appena suonata, ma pazienza, alle lezioni non sarebbe andato.

Solo alla terza ora decise di trascinare il suo culo fuori dal bagno, dopo almeno cinque sigarette e di presentarsi alle lezioni di trigonometria.
Entrando la vide, che aspettava le sue amiche, probabilmente, mentre ordinava i libri sul banco.
Si fermò fuori dalla porta a guardarla, e piegò le labbra in un sorriso, spontaneo, così.
Si ritrovò a fissarla come un emerito idiota, poi avanzò di qualche passo e andò a sedersi nel banco attaccato a quello di Andrea, ancora libero.
"Harry, spostati perfavore." Attaccó lei.
Andrea si voltò e si trovò a dieci centimetri di distanza da un paio di occhi verdi che la scrutavano.
"Non ne ho intenzione."
"Fa come ti pare, mi sposto io."
Fece per prendere i libri, quando Harry la fece risedere, tirandola dal polso.
"Harry, non fai altro che confondermi. Prima mi parli in quel modo e poi ti siedi accanto a me e non mi lasci cambiare posto! Cosa vuoi da me?" Le guance arrossate e il trucco semi-inesistente la facevano apparire estremamente fragile.
"Voglio studiare con te."
"No che non vuoi! L'hai detto tu!"
"Ho cambiato idea."
"Harry, io non voglio stare al tuo gioco. Evita di fare il bimbo e decidi cosa vuoi."
"Te l'ho detto, voglio studiare con te."
Andrea lasciò andare uno sbuffo, e cadde sulla sedia stremata.
"Bene."
"Posso venire oggi?"
"L'appuntamento era per i lunedì e i giovedì, non i martedì."
"Dai, perfavore!"
"No, ho da fare."
"Cosa?"
"Esco con Nash per rimediare al disastro che tu hai combinato."
Harry non rispose, e non perchè la signorina Hill fosse appena entrata.

"Siena scusami per non averti occupato il solito posto!" Disse Andrea verso un'irritata Siena che aveva dovuto assistere alle lezioni vicino a un ragazzo dall'odore misto tra puzza di capra e vecchiume.
La bionda guardò Andrea e sorrise.
"É okay. Piuttosto, come va con Styles?"
"Non lo so. Ti ho giá raccontato il disastro con Nash e lui continua a confondermi."
Sospirò.
"Secondo me gli piaci." 
"Io? A uno come lui?" Rise la mora.
"Si, a uno come lui piace Andrea Russett. Ho notato come ti guarda quando sei con Nash. Se fosse geloso di lui?"
"Dai, stai scherzando vero? É solo un coglione!"

Il pomeriggio con Nash fu abbastanza lento e Andrea si ritrovò a pensare ad Harry un miliardo di volte, guardando la finestra altrettanto cento volte, sperando di vederlo arrivare.
Si ritrovò a fantasticare sui suoi occhi verdi e sulle sue labbra carnose.
"Tutto okay?" Le sorrise Nash riportandola alla realtá.
"Certo." Rispose solo lei, nascondendo la testa nel collo di Nash.
"Sembri stanca."
"Solo un po' di pressione per gli esami."
"Ti lascio riposare okay? Mia madre mi ha commissionato alcune compere." Sorrise lui, lasciando un bacio casto sulle labbra di Andrea che abbozzò un broncio.
"A domani." Si trascinò via dal divano, per aprire la porta a Nash che le sorrise e uscì.
La ragazza afferrò il cellulare, e aprendolo quasi le cascò il mondo addosso.
Due messaggi e una chiamata da Harry.
Cosa poteva volere?
Decise di non pensarci, lei era fidanzata, e di aspettare un'eventuale chiamata.
Spostò il canale della televisione, sintonizzandosi su un telegiornale.

<< giovane ragazzo ubriaco alla guida si schianta con la sua auto contro un'altra auto, il ragazzo ha solo 19 anni ed è stato portato in ospedale d'urgenza. >>

Un incidente.
Andrea perse due battitti quando il nome di Harry e una sua foto comparvero sullo schermo del televisore.
  
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