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Autore: Yssis    08/06/2014    2 recensioni
Dall'Epilogo
-Ciao Yuuto. Com’è andata la giornata?-
-Tutto bene papà, grazie.-
“Pensa papà, se io non fossi tornato a casa oggi.
Avresti aspettato, cominciando ad agitarti, poi sarebbe arrivata la mamma e l’avresti accolta con un sorriso tirato, che non nasconde l’ansia.
Lei avrebbe subito chiesto di me; allora non avresti retto più e avresti detto che ero uscito per giocare con i ragazzi ma non ero rientrato all’orario stabilito, né avevo avvisato un possibile ritardo.
Allora avreste chiamato la polizia e sarebbero iniziate delle ricerche che non avrebbero portato a niente.
Io mi sarei dissolto nel nulla e non mi avresti più rivisto, mai più…
Però va
tutto bene papà, perché non è successo nulla e io sono qui, sono tornato a casa, adesso mi lavo e mi preparo per la serata.
La mamma ci racconterà del suo viaggio, e io parlerò della partita e della possibilità di iscrivermi al club di calcio anche alle scuole superiori.
Mangeremo tutti insieme, finirà anche l’estate ma io sono qui papà.
“Tutto bene, sono a casa. Grazie.”
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jude/Yuuto, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18;  Sono felice dove brilla il sole

Yuuto si sedette sul divano, tenendosi la testa fra le mani.
Non riusciva a capire…
Era tornato ragazzo.
Era tornato a casa.
Ma mancava ancora qualcosa.
Per quanto si ostinasse a non pensarci, non riusciva a non rievocare le parole di Kageyama…
“La tua felicità deriva dalla consapevolezza di star scappando da qualcosa che ti spaventa.”
Cosa aveva voluto intendere? Non era forse giusto essere felici di essere tornati a casa?
E poi lui non stava scappando da niente, piuttosto aveva continuato a inseguire per tutto il tempo il suo desiderio di ritornare a casa, alla normalità…
Perché Kageyama aveva voluto lasciarlo così, però? Per tutto quel tempo si era comportato talmente bene con lui… Perché aveva dovuto mettergli quest’agitazione addosso?
E soprattutto come aveva fatto a portarlo dov’era adesso? Kageyama era riuscito a tornare indietro? E perché non l’aveva salutato? Non gli aveva permesso di salutare neanche i ragazzi…
No, c’era sicuramente qualcosa sotto. Non era possibile che l’avventura finisse così. Doveva ancora fare qualcosa… Capire qualcosa… Ma non riusciva a concludere nulla.
Una cosa era certa, doveva ritrovare Kageyama. Di sicuro lui sapeva come fare a tornare a casa davvero. Perché non era a casa, non ancora.
Kidou si alzò in piedi, perlustrò per l’ultima volta l’abitazione e varcò la soglia.
Attraversò in fretta il giardino, oltrepassò il cancello e si incamminò per strada, diretto al centro.
In casa non aveva trovato nessuno… In effetti era pieno giorno, e suo padre teoricamente avrebbe anche potuto trovarsi al lavoro… Ma gli aveva fatto un effetto orribile ritornare a casa e trovarla vuota. Sentire lo schiamazzo della gente al centro l’avrebbe tranquillizzato, e una volta calmo avrebbe pensato a cosa fare.

Per strada non incontrò nessuno.

I negozi erano tutti aperti, a dimostrazione che non era stato indetto nessuno sciopero generale.
Eppure non c’era anima viva per strada, né passava un’auto o un pullman.
Si voltò verso la stazione, tese l’orecchio ma non avvertì alcun rumore dello sfrecciare dei treni.
Possibile che fosse tutto fermo quel giorno?
Mentre sentiva l’agitazione montargli nel petto si diresse a passo lesto verso la scuola, entrò come una furia e corse per i corridoi della Teikoku.
Nulla.
Eppure i vari club avrebbero dovuto allenarsi e lavorare, si sarebbe dovuto sentire lo schiamazzo dalle aule dei bambini più piccoli… Possibile che tutti lavorassero in perfetto silenzio?
Uscì sconfortato dall’imponente scuola, si appoggiò ad un muretto e attese.
Sarebbe dovuta passare un’auto prima o poi, per forza. Non era concepibile un silenzio del genere.
Eppure quell’immobilità lo stava logorando, sembrava che il tempo si fosse fermato.
Riprese la strada verso casa, ora era davvero senza idee.
Come poteva essere quello il suo mondo? Come avrebbe potuto riprendere la vita di sempre, se ora era solo in una città silenziosa e gigantesca? Dov’erano le altre persone, i suoi amici, gli uccellini sui rami degli alberi nel parco, i mezzi di trasporto, il traffico, il vento, i cani che abbaiano, i bambini che piangono nei passeggini, la confusione, gli impegni?
Il sole non si era ancora mosso dalla sua posizione, nulla si muoveva.
C’era solo lui, e tutta la sua gioia si era consumata tanto in fretta che neanche aveva fatto in tempo ad accorgersi di provarla, che già era scomparsa.
Camminava, e gli sembrava di non riuscire più ad avanzare.
-KAGEYAMA!-
Era l’unica persona con cui era riuscito a parlare, da quando quel mondo gli era caduto addosso. Doveva essere ancora lì, da qualche parte.
Doveva avergli lasciato qualcosa per capire dove fosse e come si doveva comportare.
Alzò gli occhi dalla strada, era di nuovo all’inizio di quel giro dell’oca terrificante.
La sua casa, immersa nell’oblio del silenzio, si ergeva davanti a lui facendogli venire il capogiro.
Si volse di lato, dove aveva visto Kageyama per l’ultima volta.
La chiave!
Credeva di essersela immaginata, invece era reale, ed era ancora lì!
Yuuto si affrettò a prenderla in mano, era piccola e sembrava ricoperta di una polvere argentata e brillante.
La strinse fra le dita, e mentre lo faceva venne travolto da un’incontenibile e assurda voglia di pianto.
Prese a singhiozzare convulsamente, senza riuscire a controllarsi.
-No… No Comandante non sono felice. Aveva ragione, sono solo un codardo che sa disperarsi e piangere e nient’altro. Io non so dove sono, né tantomeno dove sia lei adesso, e mi dispiace solo di non essere riuscito a ringraziarla, perché per quanto io fossi stato testardo e disobbediente lei ha continuato a prendersi cura di me e a cercare in tutti i modi di riportarmi a casa… Ora non so dove ho sbagliato, cos’ho fatto per meritare questo silenzio logorante, ma di una cosa sono sicuro. Questa che ho davanti non è casa mia, che io possa toccarla o meno, né questa è la mia città: non è la mia casa a rendermi felice, ma le persone che ci vivono con me. Qui io non sono felice e non potrò mai esserlo, anzi non potrò mai essere nulla se non questo silenzio che pesa sugli edifici e sul mio cuore in modo crudele; io sarò felice quando saprò di essere con i miei amici, la mia famiglia, le persone che si prendono cura di me e mi vogliono bene. Il posto non è importante, non è questa la “casa” che mi rende felice…-
Le lacrime appannavano la vista al giovane che, in ginocchio al margine della strada, lentamente scompariva nel bianco di una luce brillante…

 

 

 

Si svegliò di soprassalto, l’alba rosata lo accolse. Kidou si alzò in piedi, si guardò le manine e constatò meravigliato che era ancora un bambino. Che era di nuovo un bambino.
Si guardò attorno, sentiva il cuore straboccare di una gioia incontenibile mentre il sole sorgeva rischiarando l’oscurità notturna con bellissime sfumature d’arancio e di rosa.
Si sentì avvolgere dalla vita, respirò a fondo chiudendo gli occhi, e quando li riaprì vide una coccinella che si era posata sul suo nasino all’insù.
Lanciò allora uno trillo di gioia, era troppo felice di essere tornato a far parte di un mondo animato, vivo e colorato.
Prese a correre per il bosco, doveva assolutamente tornare a casa e far vedere a Kageyama che ci era riuscito, non era scappato e stava tornando a casa, dove c’era sua sorella e i suoi amici e la squadra della Raimon e le cotte di Hikaru e il suo puzzle, dove c’era tutto ciò a cui teneva e che non voleva perdere più, per nulla al mondo.
Correva veloce e tranquillo, quasi non sentiva il terreno sotto i piedi ma soprattutto sentiva il cuore talmente leggero e scoppiettante che avrebbe potuto continuare all’infinito.
All’improvviso però qualcosa ostruì la sua corsa, ma lui andava talmente veloce che non riuscì a fermarsi in tempo, allora rotolò insieme all’altro giù per un bel pezzo di sentiero dove finalmente si fermarono, ai piedi di un cespuglio di bacche rosse e umide di rugiada.
-YUUTO! Sei tu!- Sentì esclamare dalla figura che aveva investito, ancora tutta incastrata fra i rami del cespuglio. Lui era piccino e si era riuscito a districare facilmente, e stava aiutando l’altro a uscire quando riconobbe il tono di voce cristallino e meravigliato.
-Hikaru! Sei tu? Che ci fai qui? Io stavo giusto…- Non riuscì a finire che si ritrovò sollevato in aria; Hikaru lo reggeva dal bacino, saltellando e ridendo come un matto.
-Sei tu sei tu sei tu! Finalmente ti abbiamo trovato, è tutta la notte che ti cerchiamo!-
-T-T-Tutta la notte?- Kidou si dimenò appena, guardando il ragazzino con espressione confusa.
-Eccome! Erano tutti preoccupatissimi, mio zio appena ha capito cosa era successo non è andato su tutte le furie solo perché c’eri tu in pericolo. … Ad Haruna è andata piuttosto bene in effetti…-
Il violetto ora aveva smetto di saltare e gridare, stava fermo con lo sguardo concentrato su riflessioni che a Yuuto parevano non avere né capo né coda. Okay che era tornato piccolo, ma Hikaru stava davvero spiegandosi in modo contorto…
-Hikaru, per favore, dimmi bene cos’è successo, perché non ho capito nulla.- chiese, pacato.
-Uh sì!- balzò subito quello, riposando la sua attenzione sul bambino -Ma tu non ti sei accorto di nulla? Che strano… Eheh, mi sa che lo zio aveva ragione anche ‘sta volta. Vedi, a quanto sembra Haruna ti aveva portato in camera da letto nella casa dell’allenatore Endou per riposarti, ma quando sono venuti a controllare come stavi, ore dopo, di te in quella stanza non c’era più traccia! Strano però supporre che te ne fossi andato di testa tua… Evidentemente sei stato posseduto di nuovo da un incubo, o almeno questo è quello che ha pensato Oji-san…-
Yuuto trasalì. “ Posseduto da un incubo…? “
-Appena ci hanno avvisato io e mio zio siamo subito andati a casa dell’allenatore Endou, e da lì abbiamo cominciato a cercarti. E’ stata veramente una nottataccia, non hai idea dello spavento che si sono presi tutti quanti… Che ti è saltato in mente?-
-I-Io… Non so, non ricordo…-
L’espressione indagatrice sparì immediatamente dal volto di Hikaru, che prese il bambino in braccio e lo strinse forte.
Kidou si sentì avvolgere da un brivido di piacere, e sussurrò al ragazzino: - Lo sai che solo tuo zio riesce ad abbracciarmi così…?-
-Oh mammina!-
-Che succede?- si allarmò subito il piccolo appoggiato alla spalla di Hikaru
-Allora secondo te ci assomiglio davvero così tanto io a mio zio?-
Kidou scoppiò a ridere, il tono drammatico e serio con cui l’altro aveva esposto questo dubbio era stato esilarante. – No no! Tranquillo… Siamo tutti unici, ma l’unicità di Kageyama Reiji è particolarmente difficile da imitare…-
-Fiiuuu…! Okay, ora che me lo hai detto sono più tranquillo.-
E intanto Hikaru aveva cominciato a camminare lungo il sentiero.
-Tu sai come ritrovare gli altri, vero?-
-Ma certo! Quel ruzzolone non mi ha confuso più di tanto, tranquillo…-
-Meno male, scusa ancora, mi dispiace per prima… -
-A proposito, perché correvi a quel modo? Ti stava inseguendo qualcosa?-
-No no, niente del genere. E’ solo che… Volevo tornare a casa.
-Lo posso capire. Passare tutta la notte da solo nel bosco deve essere stato brutto. Lo sai che una volta è successo pure a me?-
-Dici davvero!?-
-Certo! Il fatto è che stavamo passeggiando con lo zio qua intorno, e quando lui mi dice che è ora di tornare a casa io mi metto a fare i capricci. E’ una cosa che fanno spesso i bambini, ma il suo modo di reagire è stato completamente diverso dal solito comportamento adottato dagli adulti. Mi ha detto “Benissimo Hikaru, se tu vuoi stare qui stacci pure, io vado a casa.” E se n’è tornato indietro per conto suo, lasciandomi solo! Io pensavo che mi avrebbe aspettato poco distante, e quando ho cominciato a chiamarlo e ad andare dove era andato lui mi sono accorto che ero davvero solo! Ho avuto tantissima paura, ho pianto tutta la notte. Poi il mattino. quando mi sono svegliato, me lo sono di nuovo trovato davanti, e mi ha detto “Buongiorno Hikaru-chan. Ora hai voglia di venire a casa?” Io ho annuito e da quel momento ho capito che razza di persona malvagia era mio zio.-
Kidou da un bel pezzo rideva come un matto: Kageyama nonostante l’incidente non era cambiato di una virgola, e aveva fatto subito rigare dritto suo nipote… Accipicchia, anche Hikaru doveva averne passate parecchie, convivendo con un uomo di una simile portata di pensiero…!
-Ti fa tanto ridere questa storia? Guarda che è terribile! Come si può lasciare abbandonato a se stesso un bambino solo perché non ha capito subito quello che intendevi?-
Yuuto si bloccò all’improvviso, anche nel suo sogno era accaduto lo stesso. Kageyama l’aveva sgridato e l’aveva lasciato solo a disperarsi perché non aveva capito cosa intendesse lui con “Se tu fossi a casa saresti felice?”. Ma gli aveva lasciato anche quella chiave, che sicuramente insieme al suo pentimento l’avevano fatto risvegliare: nello stesso modo appena sorto il sole era andato a riprendere Hikaru.
Il piccoletto sorrise, Kageyama aveva un modo di insegnare ai propri beniamini piuttosto particolare, ma senza dubbio efficace.
-Lo ha fatto per insegnarci, Hikaru. Per trasmettere un insegnamento che ci aiuta ogni giorno a essere più forti, più indipendenti e più maturi. E poi sono sicuro che non ti ha lasciato completamente da solo; magari a te è sembrato perché eri piccolo, ma sono certo che non è tornato nemmeno a casa. Si sarà allontanato e messo in una postazione dove poteva guardarti e vedere come reagivi. E appena ti ha visto pentito e pronto a dargli retta è venuto a prenderti.-
-Lo sai, piccoletto… Sembri avere più esperienza di me per quanto riguardo il confronto con mio zio.-
-Oh no, è solo che ho imparato a conoscerlo. Riesce più facile se è una persona che ti vuole bene e comunque ti considera.-
-Guarda Kidou! Ecco l’allenatore con la signorina Otonashi! EHIII! Siamo qui!! Ho trovato KIDOU!!-
-Fammi scendere fammi scendere…!-
Il bimbo scivolò con entusiasmo dalle braccia del ragazzino e si tuffò fra le gambe della sorella.
-Haruna! Haruna! Haruna!-
-Yuuto… Onii-chan… -
Entrambi piangevano rasserenati, e mentre lei si accucciava ad abbracciarlo lui strofinava il viso contro le gambe e le mani della giovane donna.
-Ti voglio bene fratellone…-
-Anch’io Haruna anch’io… Non volevo andarmene, è stato… Non so… E’ solo che io…-
-Tranquillo, è tutto passato, non importa… Ora sei qui, va tutto bene…-
Endou commosso osservava la scena, poi porse una mano alla Otonashi per rialzarsi e prese in braccio il piccolino.
-A quanto pare ti sei di nuovo perso, Kidou-kun?-
-Endou…! Io…!-
-Stai tranquillo, qualsiasi cosa sia successa non ha più importanza, perché adesso ci siamo qui noi e tu sei al sicuro. Sei certo di sentirti bene Yuuto? Sei tanto rosso…-
-Uh no, è solo che per strada Hikaru mi ha fatto ridere un sacco, e poi quando mi sono svegliato ho corso tantissimo e allora è possibile che mi sia leggermente surriscaldato.-
-Ma leggermente, neh? L’importante è che adesso è tutto a posto.-
-Grazie Endou, grazie a tutti.-
-Onii-chan, vieni qui che ti do da bere qualcosa… Avrai fame tesoro, ecco, tieni…-
-Ehi Yuuto!-
Mentre il piccolo stava già andando verso sua sorella la voce di Hikaru lo fece voltare di scatto: - Che c’è?-
-Mio zio sarà ancora in giro a cercarti, lo vado a chiamare.-
A quel punto si alzò in piedi Mamoru – Sei sicuro che ce la fai da solo? E’ mattina presto, molti animali si saranno appena svegliati, non è prudente andare in giro per il bosco…-
-Oh tranquillo allenatore, non c’è problema. Seguendo le tracce che ha lasciato mio zio non correrò pericoli: è talmente preoccupato e furioso che persino gli animali non oseranno avvicinarglisi! Oji-san non fa paura solo a noi, questo è certo!-
Haruna, Endou e Kidou osservarono il cespuglietto di capelli viola sparire per il bosco e mentre Haruna ridacchiava Mamoru esclamò: -Penso che sia l’unica persona al mondo che riesce a prendersi gioco di Kageyama Reiji in questo modo e a farla costantemente franca.-
Yuuto annuì, mentre tutto intento finalmente metteva qualcosa di buono sotto i denti.

*Angolino dell’estate*

YAY!
Per la gioia di grandi e piccini Sissy è tornata!! *applausi e pomodori volanti*
Grazie, troppo buoni troppo buoni ~ XDD Umh! Sugo (?) *ç*
Bene bene… Minna è finita la scuola, i libri di scuola possono pure stare in un angolo a marcire per tre mesi perché è estateee! Finalmente, wow!
E estate è sinonimo di sole, spiaggia, caldo e fan fiction! Ho tanta voglia di scrivere e di fare, quindi sappiate che d’ora in avanti sarò molto più presente e aggiornerò con più regolarità questa long. A proposito, voglio anche chiedere scusa se ho aspettato tanto ad aggiornare, e intendo ringraziare le anime pie che hanno letto e recensito durante anche i mesi di duro lavoro scolastico… Ehi, continuate a leggere questa long perché ormai siamo alle battute finali, e entro Giugno intendo concluderla <3
Bene bene, per quello che riguarda il capitolo Yuuto ha capito il senso delle parole di Kageyama e si è risvegliato ^^
Ormai manca poco, dobbiamo solo ritrovare il portale per rispedire Kidou da dove è venuto (?) XD
Bacioni a tutti, siete fantastici! *ç*

Sissy <3<3

  
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