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Autore: _miky_    09/06/2014    10 recensioni
Sequel di “Ci sei stata sempre e solo tu”.
Sana e Akito dopo non poche difficoltà sono finalmente riusciti a dichiararsi e a trovare il loro giusto equilibrio.
Ma come in tutte le relazioni dovranno affrontare nuove sfide, nuove gelosie e nuovi problemi.
Riusciranno a rimanere uniti e a superare gli ostacoli che il futuro gli riserverà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO 20 LA GELOSIA
 
“Senti mi hai stufato. Non ti sopporto più!” urlò la ragazza innervosita e muovendo assiduamente le mani.
“Alex!” la chiamò Akito avvicinandosi a lei e prendendola gentilmente per un braccio “Tutto bene?”.
“Akito?” si voltò la ragazza sorpresa “Che… Che ci fai tu qui?”.
“Qualche problema amico?” li interruppe il ragazzo con cui stava litigando Alex e abbracciandola possessivamente a sé.
Era un ragazzo alto e abbastanza muscoloso, il suo fisico infatti veniva evidenziato dalla t-shirt attillata che indossava. Su entrambi i bracci vi erano vari tatuaggi come scritte, disegni e nomi; la maggior parte di essi erano abbastanza provocatori. Il suo viso strafottente era evidenziato dal ghigno che rivolgeva di continuo alle persone con cui parlava.
“Ti ho detto di lasciarmi stare Jack!” sbraitò Alex sciogliendosi dalla presa del ragazzo e avvicinandosi al biondo “Akito è solo un amico. Lascialo stare, ok?!”.
“Così, è stato lui il tuo importante impegno che ti ha tenuta occupata in questo periodo!” ghignò Jack sicuro di sé.
Alex per nulla intimorita da quell’affermazione spavalda che ormai conosceva anche fin troppo bene, rispose al ragazzo mantenendo lo stesso sguardo di sfida.
“La mia vita non ti riguarda più! Quante volte devo dirtelo che abbiamo chiuso!”
“Piccola, decido io come e quando finisce tra di noi, chiaro?!” urlò Jack stringendole forte un braccio fino a farle provare dolore.
“Lasciala andare!” esclamò immediatamente Akito che, fino a quel momento, era rimasto ad osservare e ad ascoltare in silenzio la litigata dei due ragazzi.
“Vedi di non impicciarti, Pivello!” affermò infastidito Jack “Come hai sentito, Alex è riservata sulla sua vita!”.
“Aki, dai ci vediamo un altro giorno” intervenne Alex con un’espressione preoccupata e allo stesso tempo addolorata, non voleva assolutamente causare danni all’amico “Non è la serata giusta!”.
“Non ti lascio da sola con questo!” ribatté Akito.
“Ti prego…” sussurrò la ragazza con gli occhi umidi.
“Allora Pivello, hai sentito?” esclamò Jack valorizzandosi i muscoli “Te ne vai da solo oppure devo prenderti a calci in culo?!”.
Akito si voltò per un istante mentre Jack sorrideva per il risultato ottenuto, non calcolando di conseguenza la reazione improvvisa del biondo che velocemente si rigirò per tirargli un pugno in pieno viso.
Offeso, umiliato e arrabbiato per il gesto appena ricevuto, Jack si rialzò rispondendo altrettanto con forza, mentre Alex gridava ad entrambi di smetterla con le lacrime agli occhi.
“A-Akito che… Che succede?” affermò sconvolta Sana vedendo il proprio ragazzo fare a botte con uno sconosciuto.
“Ma non era in compagnia di Alex?” domandò Hisae che insieme all’amica aveva raggiunto l’amico.
“Io… Io non capisco…” rispose Sana, ravviandosi i capelli preoccupata, mentre i due ragazzi venivano trascinati in malo modo fuori dal locale.
“Coraggio andiamo!” esclamò Hisae prendendola per mano.
Immediatamente Sana, Hisae, Gomi, Luci e Diego insieme ad Alex e alle persone con cui era solita uscire, si precipitarono fuori dal locale sperando che la situazione non peggiorasse.
Mentre Gomi controllava che il suo amico di infanzia stesse bene; Diego e un ragazzo che molto probabilmente conosceva Jack, stavano discutendo con alcuni buttafuori cercando di chiarire al meglio la situazione. Sana, Hisae e Luci, come consigliato dai ragazzi di quest’ultime, erano rimaste a qualche metro di distanza non capendo cosa avesse provocato così tanto Akito.
Sana era preoccupata. Era da anni, eliminando il lungo periodo di permanenza in Italia, che non vedeva il suo fidanzato così nervoso e con quello sguardo di ghiaccio che aveva l’incredibile potere di congelare all’istante anche la persona più felice in quel momento.
Rispetto all’elementari e alle medie, Akito si era tranquillizzato radicalmente, infatti ad ogni discussione cercava di parlare prima di venire alle mani. Glielo aveva dimostrato quella sera durante le vacanze estive, quando Alan, nonostante sapesse che lei fosse fidanzata, il giorno dopo ci aveva provato lo stesso.
Ricordava come se fosse ieri il loro dialogo avenuto nel parco.

“Se-sei arrabbiato con me?” chiese timidamente la ragazza dopo essersi fermati vicino al ponticello che si vedeva dal ristorante.
“No, perché?” rispose abbracciandola.
“Cosa vi siete detti?” domandò preoccupata, aveva paura che avesse scatenato qualche rissa.
“Gli ho chiesto se mi stava prendendo in giro e lui ha risposto che era qui con altre ragazze… Non preoccuparti non gli ho alzato le mani” spiegò in tono calmo.
Sentendo quelle parole Sana si sorprese.
“Era ubriaco” spiegò Akito.
La ragazza si tranquillizzò e poi sorridendo gli disse “Sei cambiato. Il vecchio Akito Hayama gli avrebbe sicuramente mollato un pugno!”.
“Il vecchio era così male?” domandò Akito.
“No, però ogni tanto mi faceva un po’ paura” rispose Sana.


Sana osservò attentamente il viso di Akito, specialmente la sua espressione e i suoi occhi. Era teso e attento ad ogni movimento del ragazzo con cui aveva appena fatto a pugni, riusciva inoltre a scorgere una nota di preoccupazione e di ansia nei suoi occhi.
Che cosa era successo?
Gli aveva detto che sarebbe andato a parlare con Alex, invece in meno che non si dica era scoppiata una rissa.
Che fosse lui Alex, il ragazzo con cui si era preso a pugni?
“Allora Pivello” lo provocò Jack con un ghigno soddisfatto “Vogliamo continuare?”.
“Jack!” affermò Alex con le lacrime agli occhi e mettendosi fra i due ragazzi “Finiscila di coinvolgere Akito in questa storia!”.
Sana, come tutti gli altri, ascoltava molto attentamente la conversazione tra la misteriosa ragazza, che a quanto pare conosceva il suo fidanzato, e il ragazzo palestrato, in modo da poter conoscere il motivo di quel putiferio. Inoltre, grazie a quell’unica frase pronunciata dalla bella ragazza, aveva potuto constatare che Alex non era il ragazzo con cui aveva fatto a botte Akito.
“È una cosa che riguarda unicamente me e te!” continuò Alex, cercando di esprimere con tutta la sua grinta e il suo disgusto ciò che provava da parecchio tempo “Ti ho già detto più di una volta che sono stufa dei tuoi atteggiamenti maleducati, dei tuoi vizzi schifosi e del tuo prevalere sugli altri. È finita! Mettitelo in testa!”.
Jack infastidito e offeso da quelle parole sputategli in faccia con tanto odio e rabbia, lentamente si avvicinò alla ragazza con l’intento di farle rimangiare ciò che aveva appena pronunciato, ma velocemente un suo amico lo richiamò.
“Jack andiamo!” gli consigliò un ragazzo della sua stessa corporatura “Chiarirai con lei la prossima volta. Inoltre lo spettacolo sta diventando noioso”.
Dopo un attimo di silenzio il ragazzo annuì, ma prima di raggiungere gli altri si avvicinò di poco ad Akito.
“Augurati di non cadermi tra le mani di nuovo Pivello, perché la prossima volta, stai pur certo che non la passerai liscia!” puntualizzò Jack fissandolo da capo a piedi e scandendo ogni singola parola, mentre Akito non si lasciava di certo intimidire dal suo sguardo, al contrario, era pronto ad affrontarlo in qualunque istante con lo scopo di fargli sparire quel ghigno da bullo.
“E tu” affermò il ragazzo avvinandosi ad Alex e sputandole la sua saliva vicino ai piedi di lei “Sei libera di fare ciò che vuoi, ma ti avverto” disse sottolineando ogni singola parola e alzando un dito indicando Akito “Se seguirai quel Pivello, non ti azzardare a ritornare mai più da me!”.
Alex inarcò semplicemente un sopracciglio, senza abbassare neanche per un secondo lo sguardo dai suoi occhi. Era tentata di tirargli uno schiaffo su quella faccia da strafottente che si ritrovava, soprattutto quando si era permesso di sputargli vicino ai suoi piedi, ma la sua dignità ed educazione ebbero la meglio. Non voleva in alcun modo cadere ai suoi stessi livelli, voleva dimostrargli che lei era meglio di lui ed evidenziare la diversità che c’era tra di loro.
Non era più schiava di lui, e vedendo la sua ormai ex compagnia, salire in macchina e scomparire nel traffico della città e, metaforicamente parlando, dalla sua vita, rivolse un piccolo cenno ad Akito come segno di gratitudine per averla difesa. Dopodiché si incamminò verso casa, pur sapendo che appena avrebbe tolto quegli alti tacchi i suoi piedi avrebbero gridato pietà. Ma il solo pensiero che Jack non l’avrebbe più importunata la rendeva felice, finalmente era riuscita ad uscire da quei giri che le avevano solo peggiorato la vita.
È vero, era sola in quel momento, ma dopo tanto tempo era libera di vivere!
O almeno, sperava che fosse la volta buona.
“Alex!” esclamò all’improvviso Akito, interrompendo lo scorrere dei suoi pensieri. Leggermente, la ragazza si voltò verso di lui in attesa di sapere il motivo per cui l’avesse chiamata.
“Ti porto a casa io” affermò con un tono di voce che non emetteva repliche.
A quel nome Sana trasalì e una moltitudine di pensieri cominciarono a farsi largo nella sua mente.
Lei era la famosa Alex! Una ragazza… E non una ragazza qualsiasi, ma ben si una di quelle che hanno una bellezza da mozzarti il fiato. Quelle che non c’è assolutamente bisogno di qualche complimento, poiché il solo guardarla si commenta da sola.
Sana osservò per un momento i lunghi capelli di Alex leggermente ondulati. Erano inspiegabilmente perfetti, anche con quella piega che tendenzialmente creava dei fastidiosi nodi sulla lunghezza del capello. Come se non bastasse davano la sensazione di essere estremamente morbidi e, il colore castano unito a qualche ciocca più chiara tendente al biondo sembrava così naturale. Il suo viso, anche se rovinato dal trucco sbavato per colpa delle lacrime versate poco prima, era bellissimo. I suoi lineamenti così delicati e fini, i suoi occhi che ricordavano il colore del cielo anche se spenti a causa della litigata e quell’espressione corrucciata e indifesa, le davano un tocco, se si può, ancora più attraente. Per non parlare delle sue curve più che evidenti e sinuose che rientravano nella categoria degli interessi di Akito. Più volte da piccolo le aveva sottolineato che il suo seno era leggermente troppo piccolo.
Era gelosa, estremamente gelosa di come Akito l’aveva guardata un attimo prima, degli sguardi che era convinta riservasse solo e unicamente a lei, della passione sportiva che li legava.
“No, tranquillo. Vado a piedi” si sforzò di sorridergli Alex.
Ma il ragazzo non l’aveva nemmeno ascoltata e dal suo sguardo capì che non era un'offerta, ma un volere di lui. Un volere diverso rispetto a quello che pretendeva Jack, Akito voleva semplicemente proteggerla.
“Sana, forza andiamo!” la richiamò il suo fidanzato.
Nuovamente la ragazza sussultò e salutando ognuno con un piccolo bacio sulla guancia affermò “Ce-certo. Ciao ragazzi!”.
Era terribilmente a disagio. Non aveva avuto ancora modo di parlare con quella ragazza, ma il solo vederla la metteva in difficoltà. Alex emanava una grandissima sicurezza e questo fattore peggiorò ulteriormente la cosa, visto che Sana non riusciva a sentirsi alla sua altezza.
Cosa assurda visto che non la conosceva nemmeno. Sapeva però che per suscitare una reazione del genere ad Akito, voleva dire solo una cosa: rispetto.
Ricordava ancora quel lontano pomeriggio delle medie, quando Fuka lo aveva rimproverato per aver risposto male a due ragazzine a causa di una fotografia.

Non mi sembra gentile. Essere gentile con una persona a cui non voglio bene.

“Stai tranquilla!” affermò Hisae trattenendola in un confortante abbraccio.
Sana le sorrise, fece un respiro profondo e si voltò per raggiungere Akito e Alex, la quale le fece un piccolo saluto con la testa.
Akito leggermente più avanti ma allo stesso modo in mezzo alle due ragazze, le guidò verso il parcheggio per poi salire in macchina e perdersi nel poco traffico presente a quell’ora.
Durante il viaggio, c’era un rumoroso silenzio che, per i gusti di Sana, risultava pesante ed estremamente fastidioso. Così, per cercare di alleggerire la situazione decise di accendere la radio sperando di non trovare una canzone malinconica.
Pessima decisione!

La gelosia quando arriva non va più via!
Con il silenzio tu mi rispondi che,
con il tuo pianto tu mi rispondi che,
con i tuoi occhi tu mi rispondi che lo sai!
La gelosia più la scacci e più l’avrai.
Tu eri mia, di che sei più non lo sai!
Complicità!
Ma che gran valore ha.
Sincerità!
Che fortuna chi ce l’ha.


È qui il serpente è arrivato.
È qui seduto in mezzo a noi.
Lui ti mangia il cuore come fosse un pomodoro.
Così diventi pazzo tu
e come un toro purtroppo non ragioni!

Decisamente la ragazza optò per spegnere la radio e sbuffando si voltò verso il finestrino per osservare il paesaggio che le scorreva davanti agli occhi.
“Pure la musica ci si mette ora ad aumentare le mie paranoie!” pensò Sana sospirando rumorosamente.
Akito accortosi dell’ansia che la sua ragazza sprigionava, lentamente le prese la mano che era appoggiata sulla sua gamba nuda. Sobbalzando per quel contato così semplice, Sana con un piccolo sorriso intrecciò le sue dita a quelle di lui.
Aveva bisogno di quel piccolo gesto di sicurezza.
Aveva bisogno di lui.
“Grazie del passaggio… E di tutto…” affermò Alex velocemente per poi scendere immediatamente dall’automobile e correre dentro al cortile della sua abitazione.
Akito dopo essersi assicurato che la sua amica fosse entrata in casa, ingranò la marcia e il rumoroso silenzio riprese a dominare.
Il ragazzo adorava la tranquillità e la quiete, ma amava ancora di più la voce squillante della sua ragazza che inspiegabilmente quella sera sembrava come se avesse dimenticato l’uso della parola.
Preoccupato per lo strano comportamento di Sana, decise di svoltare a sinistra per dirigersi nel parcheggio dove molte volte li aveva visti diventare un’unica cosa.
“Perché ci siamo fermati qui?” esclamò Sana voltandosi verso il suo fidanzato.
“Stai bene?” le domandò Akito spegnendo il motore e cercando i suoi occhi che purtroppo venivano nascosti dall’oscurità della notte.
Sana a quella semplice domanda riprese a guardare davanti a sé, poi dopo qualche minuto di silenzio rispose “Che vuoi che ti dica?”.
“Non volevo farti preoccupare… Alex era” cercò di spiegarle,ma rapidamente venne interrotto da Sana, che concluse il suo discorso in poche parole “Era nei guai, ho capito!”.
Akito lentamente annuì con la testa cercando di cogliere, grazie alla ridotta luce del lampione, ogni minima espressione facciale di Sana. Era scombussolata, confusa ed estremamente pensierosa.
Riusciva a sentire il rumore delle sue meningi lavorare ininterrottamente.
Con la mano destra continuava ad arricciolarsi una ciocca di capelli che le ricadeva morbida sulle spalle, mentre con i denti si mordeva forte il labbro inferiore. Conosceva a memoria quei piccoli gesti e sapeva che era agitata e nervosa. Inoltre, come se non bastasse, evitava di continuo il suo sguardo come per proteggere i suoi pensieri e le sue angosce da lui.
D’altra parte Sana aveva mille pensieri, dubbi, domande che le circolavano in testa. Non aveva nemmeno lei la più pallida idea di come tutte quelle paranoie potessero starci nel suo piccolo cranio. Desiderava con tutta sé stessa conoscere le risposte ai suoi quesiti, ma aveva imparato nel corso degli anni, che quando non si voleva sapere la verità, era meglio non chiedere.
“Un penny per i tuoi pensieri!” esclamò ad un tratto Akito, cercando di trovare un modo per farla sentire nuovamente a suo agio.
Sana a quella affermazione le scappò un piccolo sorriso.
Era assurdo quello che stava per dirgli, andava contro a tutto ciò che provava in quel preciso momento, ma lei era fatta così e non poteva di certo cambiare dall’oggi al domani.
“Stalle vicino…” gli sussurrò sforzandosi di sorridere.
Akito rimase letteralmente sconvolto dalla reazione di Sana. Si aspettava di tutto: un rimprovero per il suo comportamento violento e imprevedibile, spiegazioni, scenate di gelosie e anche un litigio, magari... Invece, si era limitata a rispondergli con due semplici parole in croce dal significato importante e deciso.
“A volte desidererei che tu fossi come le altre ragazze” ammise Akito dando voce ai suoi pensieri.
Sana sorrise “Ma non sarei io…” gli confessò “Alex ha bisogno di aiuto. I suoi occhi erano spenti, vuoti…Come privi di emozione. Mi ha ricordato un cucciolo abbandonato”.
Il ragazzo lentamente si avvinò al suo viso e intrecciando la sua mano in quella di lei, le depositò un delicato bacio sulla sua fronte. Alzando leggermente lo sguardo, Sana imprigionò i suoi occhi in quelli di lui e, le sue labbra come attratte da una forza superiore, si impossessarono delle sue.
Bramava un suo contato. I suoi baci, le sue carezze, sentire il suo respiro infrangersi sulla propria pelle; voleva rimanere stretta fra le sue braccia, abbracciarlo forte a sé ed eliminare quei terribili pensieri che si insediavano nella sua mente.
“Piano Kurata…” si lamentò il ragazzo massaggiandosi la mascella che poco fa era stata colpita da Jack.
“Scusa!” esclamò Sana “Ti ho fatto male?”.
Lentamente la ragazza spostò le lunghe ciocche bionde che ricadevano sulla sua fronte e, sfiorandogli delicatamente le ferite sul suo viso gli sussurrò “Ti ha ridotto proprio male…”.
“La cosa è reciproca” ghignò Akito portando il sedile della macchina tutto indietro “Comunque il dolore poco fa stava diminuendo!”.
“Come?” domandò sorpresa, mentre con non poca difficoltà Akito la prendeva tra le sue braccia per farla accomodare su di lui.
“Così va meglio” le soffiò sulle labbra per poi riprendere ciò che avevano interrotto poco fa.
 
SPOILER:
“Si può sapere come diamine hai fatto ad entrare?” gli domandò inarcando un sopracciglio e per nulla imbarazzata nell’essere in qualche modo impresentabile.
“Dalla finestra!” ghignò il ragazzo scrollando le spalle e cominciando ad osservare attentamente ogni dettaglio di quella camera.



Buona sera a tutte!
Avete visto? Per farmi perdonare pubblico ora! Credo che domani avrei ritardato nell'aggiornare, siccome non avrei avuto tempo nel stare al pc! Perciò... Ta Dan !! xD
Ok, innanzituto vorrei che non mi uccideste !! So che alla maggior parte di voi, Alex non piace! Sinceramente credo che lei non abbia ancora fatto nulla, rispetto a Marco! So anche che molte di voi avrebbe voluto entrare nella storia e portarla via dal locale!! Vero Saretta?? ahaha 
Per quanto riguarda la scena riguardante i pensieri di Sana, ho cercato di immedesimarmi in lei. Penso che in una situazione simile, vedere una bella ragazza amica del proprio ragazzo... Beh ti scombussola un po'!
Io mi immagino Alex come Brenda Asnicar. 
Per me è la bellezza in persona!! Naturalmente ho modificato il colore degli occhi e qualcos'altro!
Saluto e ringrazio tantissimo la mia cara Lolimik, che mi ha aiutato moltissimo in questo periodo sia per la FF che per cose riguardanti la vita di tutti i giorni!!! <3 <3 <3 Hai visto? Finalmente la parte riguardante Alex è arrivata!! Goditela a pieno!!! *-* Inoltre grazie per il sostegno e per la grinta che mi trasmetti ogni giorno per ogni cosa che accade =)
Mando un bacio grande ad Angel 92, Reginadeisogni, Love Kodocha! Grazie per il vostro sostegno e per le belle chiacchierate!!! <3
Ringrazio anche Drizzle__93, Sirenetta91, Cicatrice92, Elamela, DiosaUnica, G_Love_A, Vale_89, Piccolasognatrice91, LaSayuri10 per leggere e recensire assiduamente la mia FF!
Grazie anche a tutti coloro che inserisco la mia FF nelle preferite, ricordate e seguite e, a chi legge solamente!
Aspetto i vostri pareri!!
Chi si sarà intruffolato nella finestra??
Un bacione grande!!
Notte e sogni d'oro!!!


Miky









 
  
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