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Autore: kuccioladisincro_2000    09/06/2014    1 recensioni
Allora si tolse il cappuccio e riconobbi il mio idolo: Harry Styles.
Ok. Avevo fatto una figura di merda colossale.
IN QUESTA STORIA HO MESSO UNA SPECIE DI GIOCHINO, CHI VORREBBE SCRIVERE UN CAPITOLO, TIMIDO O NO CHE SIA, SI FACCIA AVANTI, APRA E LEGGA L' ULTIMO CAPITOLO!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SPIEGAZIONI
 
NESSIE

"Parla!" quasi ordino a Camille. Adesso non mi sfugge.
Ci sediamo su una panchina ed inizia la sua storia.
"Sarò breve, non mi piacciono i monologhi e non voglio farti annoiare. Tutto è incominciato l'anno scorso, casa nuova, vita nuova, dolore nuovo. Iniziai a tagliarmi. Tanto, tanto. Solo Niall lo sa. Lui mi ha visto, lui mi ha aiutato. Ora non lo faccio più. Come potrei farlo quando un angelo vicino a me mi chiede di sorridere? Come se il dolore fosse scomparso..." chiese ma era retorica e sorrideva per davvero, guardandomi prima me, sinceramente, poi Niall. Era innamorata persa e, da come avevo intuito, anche lui.
"Come se non ci fosse più!" sorrise Giulia dicendo queste parole e sedendosi accanto a Camille.
"Così, all' improvviso, senza come nè perchè senza un dove od un quando, ti ritrovi felice. Piena di vita, di gioia. Come se non avessi conosciuto sofferenza ed, il ricordo lontano è soltanto un brutto sogno." "Per ora sembra più un incubo!" ribatte Camille e riesco a capire che non gli è ancora riuscita a passargliela. Ma gliela faremo passare noi, a costo di controllarle i polsi e le braccia ogni volta che ci vediamo.
"Torneranno brutti sogni. Diventeranno solo graffi di gatto" parlò Giulia. Io chinai la testa. Il bagno, sangue, lei a terra. l' ospedale, il coma, faceva male, molto male, ricordare.
Camille sorrise al pensiero dei gatti che la graffiavano, dei gatti che in realtà non esistevano. Sorrideva a testa bassa, Camille. Si accorse quindi di alcune cicatrici di Giulia. Cicatrici che conosceva bene. Erano sul rosso, praticamente invisibili quasi tutte. Camille agì d'istinto e prese il polso dell'amica, stringendoglielo amorevolmente. Io mi alzai e le abbracciai entrambe.
Eravamo migliori amiche adesso.
Per come sono messa, potrei mettermi a capo del club 'migliori amiche che si tagliano' perchè ormai solo persone così riescono a prendere completamente il mio cuore.
Sorrisi, abbracciandole di più ed accarezzando le loro braccia.

VANESSA
Ero abbracciata a Liam e lui piangeva. Piangeva da un ora almeno oramai. Io non sapevo che fare, era Nessie che se la sapeva cavare con le persone difficili. Lei, non io. Lui amava lei, non io.
Eppure abbracciava me, piangeva con me. Mi considerava un' amica? Non avrei sopportato essere la sua migliore amica con lui che non stava con me. Non dopo che ero stata per qualche ora la sua ragazza.
"Forse è meglio che vada a chiamare Nessie..." dissi io sorridendogli tristemente.
"Beh si, immagino tu te ne voglia andare, non è che sono poi così attraente tutto così conciato, sembrerò una femminuccia!" e fece una risata isterica.
Lo guardai. In teoria era già troppo apposto. Il viso non era arrossato e gli occhi avevano perso i lacrimoni e non eravo gonfi. Forse solo un po' rossi, ma non gonfi. Il resto poi, il suo corpo ed i suoi capelli, erano perfetti. Non sembrava una femminuccia. Mi espressi ad alta voce.
"Non sembri una femminuccia, sei...perfetto!" risposi. Lui rise.
"Non per te." disse. Se non avessi visto la sua faccia, ci sarei rimasta malissimo. Ma era di fronte a me e mi era impossibile non vederlo mentre abbassava la testa ed il suo sguardo si incupiva. Non pensava che io non ero perfetta per lui ma lui per me. Pensava che non volessi averlo vicino.
"Perchè lo pensi?" chiesi io, anche un po' offesa. Davvero aveva così scarsa fiducia in noi?
"Perchè sennò non vorresti già andartene" rispose lui con tono ovvio.
"Io me ne volevo andare perchè pensavo che Nessie sarebbe stata più capace in questa situazione, ti avrebbe potuto aiutare vicino, l'avresti voluta vicino in questo momento." abbassai anche io la testa.
Lui mi tirò su il mento con un dito, facendo incontrare i nostri occhi.
"In questo momento voglio solo te vicino."
Presi il suo viso tra le mani e lo bacia. Un bacio voluto da tutti e due. Un bacio consapevole. Un bacio bellissimo.
Ci staccammo che ansimavamo.
"Come potevi pensare che non me ne sarei accorto?" mi chiese, cercando ancora di riprendersi dal bacio.
"Siamo gemelle, siamo uguali!" cercavo di scusarmi accorgendomi solo in quel momento della stupidaggine della questione. Non eravamo uguali, eravamo i due opposti, una diceva bianco e l'altra nero, impossibile non riconoscerci.
Lui sembrò leggermi nel pensiero perchè alzò un sopracciglio e mi iniziò a spiegare sorridendomi dolce
"Ci siamo già incontrati noi. Per me fu amore a prma vista. Stavi fuori casa, tutta allegra. Mi innamorai. Poi quando Louis portò con sè Giulia e Renesme... non ci potevo credere, la donna che amavo!
Invece era la gemella sbagliata. Mi ero accorto che soffriva un po' troppo per il suo migliore amico. Mi ero accorto che dopo la sorpresa ed un attimo di gioia, la foga di vedermi era sparita. Facevo finta di essere cieco ed intanto soffrivo anche io. Pensavo che fosse perchè lei non mi voleva. Mi sbagliavo, era perchè io non volevo lui.
Quando sei entrata tu nella stanza ho capito subito che eri la ragazza che avevo incontrato, quella di cui mi ero innamorato, la gemella giusta.
Certo penso che Nessie mi abbia fatto un torto terribile, me ne avrebbe potuto parlare, forse per un po' non vorrò neanche parlare con lei. Torneremo amici, però. Anzi forse...qualcosa più che amici."
Così dicendo mi sorrise anche un po' maliziosamente. Il mio cuore si ruppe.
Dopo tutto questo discorso aveva intenzione di rimettersi con lei. Che stronzo. Perchè avevo un idolo così? Perchè dovevo innamorarmi del mio idolo? Non potevo essere una sigle felice?
Mi girai e feci per andarmene.
Lui mi prese il polso ma non cercò di rigirarmi.
"Dopo tutto questo discorso ancora te ne vuoi andare" disse cupo. Non era una domanda, ma un' affermazione.
"Non sono io di certo quella che vuole rimettersi con mia sorella!" esclamai arrabbiata. Scoppiò a ridere.
"Io...era un gioco di parole! Ahahahah intendevo che è qualcosa di più di un' amica se è la mia cognata! Era una battuta!" Mi fece girare.
"Hai uno strano senso dell'umorismo, fai battute pessime." risposi ancora scura in viso.
Lui mi tirò a sè e mi ribaciò.
Poi mi chiese "Perchè ti sei finta Vanessa."
"Perchè ti amo dal giorno in cui ho iniziato ad ascoltare gli One Direction." risposi.
Lo baciai.
Adesso eravamo pari. Io avevo ricevuto le mie spiegazioni, lui le sue.




   
 
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