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Autore: FoxFire    09/06/2014    3 recensioni
Cinque ragazzi, tutti con una loro storia, e con la stessa voglia di ricominciare a vivere.
Faranno un percorso, dove incontreranno molti amici, ma altrettanti nemici.
Tante amicizie si distruggeranno ed altre si rafforzeranno.
Una storia di odio e amore, cazzotti e lacrime, tradimento e passione.
Ma con la premessa che... Sopra Le Nuvole, (c'è sempre) Il Sole.
- Dalla storia:
'' Cos'hai li? ''
'' Questo? '' dice lei indicando la macchia nera che si intravedeva dai pantaloni a vita bassa
'' E' solo un tatuaggio. '' continua spostando i pantaloni un po' più giù scoprendo la scritta.
'' Sopra le nuvole, il sole ... Figo, mi piace! ''
'' Ce l'ha anche Nichi, è tipo il mantra della nostra vita. ''
Mentre si guardavano negli occhi, lui le fece un sorriso di quelli che scioglierebbero anche il Polo Nord.
Appoggiò la testa sopra la pancia di lei e rimasero sdraiati a guardare il mare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Confession
 

14/09/2016

Fede’s Pov.

Ci svegliammo tutti più o meno nello stesso momento, la causa era solo una: l’inizio della scuola.
Sentii Gio bussare alla mia porta e gridarmi:
<< Sei sveglia? Stiamo scendendo tutti, veloce! >>.
Notai già di prima mattina che eravamo tutti agitatissimi, scesi e mi sedetti con gli altri tenendo gli occhi ancora semichiusi per il sonno.
Erano passati solo pochi minuti e Chiara continuava a girare il cucchiaio nel suo latte e Nesquik, io ero ormai al terzo caffè, Nichi si stava mangiando un panino col salame (tanto per cambiare, quella ragazza affogava il nervosismo nel cibo ed aveva comunque un fisico straordinario), Giuly continuava a strapparsi le unghie a morsi e Gio fissava un punto vuoto nel silenzio più assoluto.
Insomma avevamo un po’ paura… un po’ tanta paura.
O per noi era l’inizio, o era la fine.
O meglio, era l’inizio della fine.
Anche i nostri vicini di casa ci confermarono che la maggior parte degli studenti aveva dei brutti pregiudizi nei nostri confronti.
Salimmo nelle camere e iniziammo a prepararci.
Nichi aveva qualcosa di strano nel suo umore, e figuriamoci, la conoscevo troppo bene; di sicuro non era solo il primo giorno di scuola la motivazione.
Si stava comportando in modo troppo confuso: ogni qual volta che mi guardava le sorridevo e abbassava immediatamente lo sguardo facendo finta di niente, per non parlare del fatto che si inciampò per due volte di seguito salendo le scale perché immersa nei suoi pensieri. Sicuramente le avrei parlato, ma non era quello in momento giusto.
Mi concentrai su quello che in quel momento importava davvero: ci saremmo iniziati a divertire.
Lezioni inglesi, posti inglesi, PERSONE INGLESI!
Ah no, quello non era un punto a favore a quanto pare.
Indossai la divisa, era carina calcolando che io odiavo le divise.
Le trovavo stupide e prive di personalità, insomma, in una scuola d’arte ci toglievano la possibilità di esprimerci e vestirci a modo nostro?
Fortunatamente, Chiara mi spiegò che non era obbligatoria, ma per il primo giorno l’avrebbero messa tutti per scattare una foto da appendere nell’atrio, come erano soliti fare.
La divisa era formata da una semplice camicia bianca, una gonnellina a mio parere troppo corta (sopra al ginocchio), una cravatta rossiccia e una giacca nera col logo dell’istituto.
Mi guardai allo specchio continuando ad abbassarmi la gonna.
“Ora la brucio!” mi venne spontaneo pensare, non ero abituata e rivolevo indietro i miei amati e soprattutto comodi pantaloni.
<< MUOVETEVI >> urlò Gio.
L’unica cosa figa di quella divisa erano le scarpe con il tacchetto; niente di speciale, ma mi facevano sembrare fottutamente professionale.
Ero ancora davanti allo specchio, presi la borsa, un bel respiro e scesi.
Gio litigava con la cravatta ed era a dir poco esilarante.
Giulia era bianca come un cadavere, nulla di strano, ormai era abitudine.
Nichi mi si affiancò e per la prima volta in quella mattina sostenne il mio sguardo e mi sorrise:
<< LET’S GO! >.
Ci prendemmo tutti e cinque a braccetto e ci incamminammo per l’istituto.
Ed eccolo davanti a noi.
Il college, imponente nella sua maestosità, si stagliava contro il cielo con un'imponenza quasi fiabesca. Le sue pareti, dipinte con un bianco candido che sembrava risplendere sotto il sole, emanavano un senso di purezza e grandezza. Gli accenti di azzurro pastello, delicatamente sparsi lungo le cornici delle finestre e sui dettagli architettonici, aggiungevano un tocco di eleganza e raffinatezza alla struttura.
Le torri vittoriane, slanciate e ornate con dettagli intricati, si alzavano verso il cielo con il cemento un pochino rovinato, testimoni silenziosi del passare del tempo. Ogni dettaglio architettonico, dalle finestre ad arco alle guglie affusolate, era eseguito con precisione millimetrica, creando un'opera d'arte architettonica che lasciava senza fiato, ed infatti Giuly sembrò senza parole.
Il cortile centrale, circondato da edifici imponenti e alberi secolari, era un'esplosione di colori e forme. I vialetti lastricati di ciottoli si snodavano tra aiuole curate con cura, dove fiori dai colori vivaci sbocciavano in splendida allegria. Le fontane, con le loro acque scintillanti, aggiungevano un tocco di freschezza e movimento all'ambiente, mentre gli studenti si affrettavano da una parte all'altra, creando un'atmosfera vibrante e vivace.
Ogni angolo, ogni dettaglio, era un'ode alla grandezza dell'arte e della creatività umana, un luogo dove la magnificenza della natura si fondeva con la genialità dell'ingegno umano. E mentre ci avvicinavamo, non potevo che rimanere incantata a mia volta di fronte alla magnificenza di quella visione, consapevole che proprio lì dentro avrei intrapreso un viaggio che mi avrebbe cambiata per sempre.
Il giardinetto era colmo di diversi gruppetti di ragazzi, chi più grande e chi invece del primo anno.
Non avevo mai creduto alle storie sulla scuola tipica inglese o americana con i gruppi che si odiavano a vicenda, le cheerleader antipatiche pronte a farti passare l’inferno e i ragazzi del club sportivo che erano al vertice della popolarità. E forse, anzi decisamente, mi ero sempre sbagliata. Sarà perché in Italia non avevamo questo genere di problemi, e non me ne era mai importato molto.
Girai lo sguardo e mi staccai dagli altri, eravamo ancora tutti a braccetto e stava diventando imbarazzante: ci guardavano tutti. Notandolo anche loro, si staccarono e si ricomposero.
Vidi i nostri vicini con delle ragazze che riuscivano a far sembrare sconcia una semplice divisa scolastica, doveva essere piuttosto difficile.
Una di loro aveva una cascata di capelli ricci e la gonna, che dovrebbe normalmente arrivare alle ginocchia, le scopriva metà coscia. Sicuramente l’aveva fatta accorciare.
Era anche quasi sdraiata su Harry mentre lo abbracciava dietro al collo, quest’ultimo appena mi vide prese a fissarmi con uno sguardo da pesce lesso.
“FAI L’ IMPASSIBILE, NON INFILARLE UN PALO IN CULO FACENDOLA ROTEARE MENTRE INSEGUI HARRY PER IL CORTILE. NO. CALMA FEDE!” mi ritrovai a pensare.
Quella visione mi dava davvero fastidio contando il fatto che in così poco si era creata tra noi due una vera intesa mentale, o, almeno, da parte mia sicuramente. E poi, che cazzo, mi aveva baciata!  
Niall sorrise a Nichi, ma lei abbassò lo sguardo senza nemmeno salutare né lui né gli altri.
Era davvero successo qualcosa allora, e dal suo comportamento capii che non era nulla di bello.
Niall vedendo il comportamento di Nichi girò subito lo sguardo; sussurrò qualcosa a Harry, ma in modo molto freddo e distaccato.
Gli fece cenno con la testa di guardare la mia amica, Harry la guardò e subito dopo puntò ancora lo sguardo verso Niall, irrigidendosi un po’.
Nichi nel frattempo non si accorse di niente.
Louis a quanto pare non era tanto entusiasta della compagnia con cui era inizialmente dato che era intendo a giocare con la PSP, che spense appena ci vede venendoci incontro e salutandoci tutti con un abbraccio, tranne Gio con il quale si scambiò una stretta di mano.
Zayn, con la sua solita aria da “io sono figo e voi no”, fumava una sigaretta attento ai discorsi di Liam, che però smise di parlare e venne verso di noi seguito dal Pakistano, schioccò un bacio sulla guancia a tutti, Gio compreso, infatti tutti li guardarono male e solo dopo qualche secondo capirono della figuraccia appena fatta e scoppiarono a ridere.
Giuly al suo bacio era già instabile, la vidi sbilanciarsi all’indietro e reggersi sulla spalla di Chiara per evitare di cadere.
Mi immagino nella sua povera testolina pensieri del tipo “oddio che figura di merda. Perché sempre a me?!” ma ormai anche i nostri vicini si erano abituati e non ci fecero caso.
Zayn si limitò a salutarci normalmente, fu molto gentile però in quanto al suono della campanella ci accompagnò in segreteria, dove ci dividemmo per cercare le nostre classi.
Avevo matematica, ero felice di ciò, sono sempre stata molto intelligente nelle materie scientifiche, era sempre una sfida riuscire a risolvere i problemi e grazie al mio intelletto mi sentivo realizzata una volta risolti.
Salutai i miei amici e presi a cercare la mia classe.
Erano almeno cinque minuti che giravo tra i corridoi, ma della mia aula non c’era l’ombra. Chiusi gli occhi, respirai e feci un gridolino esasperato.
<< Se stai cercando di calmarti, non credo tu ci stia riuscendo tanto bene >>.
Mi girai e vidi il mio salvatore appoggiato su uno degli armadietti, con la sua aria da “badboy”, che mi stava guardando con un meraviglioso sorriso.
<< Un aiutino sarebbe gradito, Zayn >> gli dissi mostrandogli il mio orario scolastico.
Si avvicinò ridendo e scuotendo la testa divertito mentre facevo la finta offesa.
Nel momento in cui si affiancò a me, sentii il suo profumo così pungente di “One Milion” mischiato al solito odore di tabacco.
Aveva un profilo spigoloso, reso ancora più aggressivo dall’accenno di barbetta, le labbra screpolate e le ciglia nere e lunghe.
Rendendosi conto del mio sguardo mi sorrise e mi porse il braccio come fanno i vecchietti, così gli sorrisi e camminammo.
<< Tadannn! >> disse facendo un gesto teatrale, gli diedi un pugno amichevole sul braccio ed entrai in aula sedendomi in fondo.
Dopo un’ora, dove non avevo fatto altro che guardare fuori dalla finestra dato che l’argomento delle equazioni irrazionali lo sapevo a memoria, mi precipitai fuori dall’aula per cercare la prossima classe.
Arrivai per mia fortuna senza perdermi esageratamente.
Guardai l’interno dell’aula alla ricerca di un posto e vidi nuovamente Zayn togliere la cartella dal banco e farmi segno di sedermi; le ragazze della classe non mi uccisero con lo sguardo, ma mi disintegrarono direttamente:
<< Non mi sono persa stavolta, hai visto che brava? >> iniziai un discorso guardandolo orgogliosa
<< Che brava, ero già pronto a venirti a cercare >>
<< Ti stavi preoccupando? >> lo provocai allora.
Mi sorrise e prima che potesse parlare arrivò la professoressa.
Ci alzammo in piedi per il saluto e iniziò la lezione.
Sentii qualcosa che mi fece solletico, così saltai in aria dalla sedia facendo girare tutti, mentre quel coglione vicino a me continuava a ridere completamente sdraiato sul banco nascondendosi dagli occhi della prof che, quindi, mi credette impazzita.
“ORA LO MENO” pensai guardandolo con finta arrabbiatura:
<< Vaffanculo! >> gli sussurrai cercando di stare attenta a non farmi sentire.
Quel ragazzo era impossibile, passava la lezione a disegnare ma appena la professoressa gli chiedeva qualcosa rispondeva sempre perfettamente.
Vidi il disegno: ero io con il fumo che mi usciva dalle orecchie mentre cercavo di leggere la cartina messa al contrario. Risi e gli scrissi un messaggio:
“Il disegno lo voglio io XxFede”
“No, e stai attenta alla lezione XxZ”
“Parla quello che disegna invece di ascoltare. E poi non fare il figo solo perché puoi scrivere la Z di Zorro quando firmi XxFede”
“Non ha senso quello che hai detto XxZ”
“Invece sì XxF”
Suonò infine la campanella e ci alzammo.
<< Ci vediamo domani alle 15:00 per le lezioni di piano! >> mi informò lui
<< Wow, grazie mille! >> ringraziai
Uscii e andai all’ingresso ad aspettare gli altri; quella scuola era peggio di Hogwarts.
 
****

Stesso giorno

Nichi’s Pov.
 
Suonò la campanella di fine lezione e sistemai le mie cose con calma, non avevo la minima intenzione di fare in fretta e furia.
Era da due giorni che rimandavo quello che dovevo fare pur sapendo che a Fede glielo avrei dovuto dire; lei ha sempre preferito la verità in faccia anche quando faceva male, però sapevo perfettamente che questa volta non l’avrebbe presa affatto bene.
 
*Flashback - 12/09/2016*

<< Ehi Harry, o meglio stronzo, a chi deve stare attenta?! >>
Harry si girò sorpreso e dalle labbra gli uscì flebilmente:
<< N-Niall… >>. 
Il biondo non mi degnava minimamente di uno sguardo, Styles aveva l’espressione di un assassino.
Regnava un silenzio tombale, si parlavano con gli occhi e facevano finta che io non ci fossi, ma io ero lì, e loro lo sapevano bene.
<< Ragazzi, per favore, non litigate per questa sciocchezza >> ruppi il silenzio, quella situazione era a dire poco snervante e volevo finirla il prima possibile
<< SCIOCCHEZZA?! Parla lui poi, non sono io quello che finge… Perché non gli racconti della scommessa? >> mi rispose Niall isterico, gli occhi chiusi per la rabbia e una vena appena visibile sul collo
<< NIALL! >> urlò di risposta Harry con gli occhi fuori dalle orbite.
<< No amico, ora tiriamo fuori tutte le carte in tavola. Nichi, sai chi è Rebecca? Mora, capelli ricci e cheerleader? >>
<< No… >> risposi ancora più confusa, spostando lo sguardo dall’uno all’altro innumerevoli volte.
<< Te lo dico io chi è: una ragazza di quelle oche che pensano solo a passare avventure con i ragazzi, sempre pronte a screditare chi non ritengono alla loro altezza come le ragazze timide o secchione per non parlare di quelle un po’ in carne. Insomma, la tipica ragazza del club “popolare” di cui, non so con quale coraggio, fa parte anche Harry >>
<< Ah, sembra proprio la descrizione di Barbara! >> urlò il riccio
<< Non fai ridere, Harry. Una settimana prima che voi arrivaste, Harry e noi altri siamo stati convocati in segreteria per guardare chi sarebbe arrivato quest’anno per farvi poi da guida. Io e gli altri non eravamo ancora arrivati al Campus, andò quindi solo Harry portandosi dietro questa Rebecca. Per questo io non ti ho riconosciuta il primo giorno che ti ho vista, noi altri non sapevamo ancora che aspetto avevate, avevamo visto solo la foto profilo sgranata e non il video, quindi solo Harry vi avrebbe riconosciuto. Lui e Rebecca hanno visto la vostra esibizione sul computer e i vostri profili personali, quindi hanno fatto una scommessa: Harry era convinto di riuscire a farsi Fede entro la fine del mese ritenendola, guardandola dal video, la classica ragazza sfigata e insicura che sognava di fidanzarsi con quello figo. Una volta che arrivammo tutti a casa, ce lo raccontò tutto fiero sotto lo sguardo disgustato di tutti meno che di Louis, ma sai come è fatto lui, fa lo sciocco. Eccoti spiegato il gioco della bottiglia che noi avevamo assolutamente chiesto di non fare e al quale fortunatamente Fede non ha dovuto baciarlo. Questo è Harry! >> disse infine guardandolo e indicandolo con le braccia.
<< Ah sì, Niall? E Barbara? E l’aborto di quello che doveva essere vostro figlio? Le promesse sul futuro, l’anello che le hai regalato e la casa già pronta in cui dovevate andare a vivere nel caso aveste deciso di tenere il bambino? Questo a Nichi non lo racconti vero? Ti ho raccontato cosa ha appena subito e tu hai il coraggio di ill- >>
<< HARRY! Gliel’hai detto?! >> lo interruppi, ma sembrò non sentirmi perché continuò il suo discorso dopo un nano secondo
<< Di illudere l’unica ragazza che ti è stata vicino senza un tornaconto personale dato che non sa nemmeno che sei ricco sfondato, perché tutte qui lo sanno e fanno le gatte morte con te per questo motivo, Barbara compresa! Torni con Barbara, ma nel raccontarlo a Nichi screditi la vostra storia dicendo che non era e non sarà come prima, come per darle una speranza. Sai, ti ho sentito prima mentre le parlavi al laghetto, ma ti ho sentito anche fuori casa quando rimettendoti insieme a Barbara le hai detto che la vostra casa era ancora lì ad aspettarvi, mancava solo di finire la scuola. Niall, cazzo, ma ti rendi conto che illudi una ragazza che ha appena perso il nonno ed è felice di ciò?! Non hai un minimo di compassione per capire che ha sicuramente un trauma riaperto e che tu invece stai solo cercando di distrarti da Barbara? Non puoi usare Nichi come distrazione! E questo va oltre Nichi, è da tempo che cerchiamo di farti capire che quell’oca ti usa e basta, ma abbiamo visto come sei in sintonia con lei. Lascia Barbara e prova a conoscere chi se lo merita di più. Te lo abbiamo detto tutti, apri il cervello per favore! >> sputò Harry con tanta arroganza, facendo cadere delle lacrime dagli occhi di Niall.
Ero sconvolta.
<< Così sei ricco, eh? A quanto pare ricco solo di soldi, nient’altro. “avevo voglia di baciarti, mi è piaciuto, non mi sei indifferente” e l’abbraccio nel cespuglio mentre giocavi coi miei capelli… dopo aver detto alla tua ragazza che non vedi l’ora di andare a convivere… ma cosa ti ho fatto Niall? Dopo che ti ho pure raccontato di Leonardo? Che schifo. >> sputai senza rivolgere lo sguardo a nessuno dei due, mi misi a piangere silenziosamente dal nervoso per Federica e per le prese in giro del ragazzo che -forse- iniziava a piacermi.
<< È quello che cerco di fargli capi- >>
<< Tu Harry stai zitto. Avvicinati a Federica un’altra volta e ti posso giurare che ti ritroverai le palle al posto delle tonsille. E la colpa è tutta mia che indirettamente sono stata complice della tua schifezza. Cretina io a pensare che ti stessi veramente legando a me come amico… >> accorgendosi dei miei singhiozzi, Harry fece dei passi per venirmi incontro, ma mi girai e mi diressi il più lontano possibile da loro correndo con tutta la forza che riuscivo ad avere in quel momento.
 
*Fine Flashback*
 
Per quanto cercavo di rimandarlo, il momento era arrivato, dovevo dirglielo.
Arrivai all’atrio vicino alla mensa e vidi tutti i miei amici insieme a parlare:
<< Ragazzi iniziate ad andare, devo dire una cosa a Fede >> dissi con una faccia così seria che nessuno protestò
<< Lo sapevo che nascondevi qualcosa >>
<< Devo farti un discorso difficile. E non mi interrompere fino a quando non avrò terminato >>
Gli raccontai tutto quello che fece Harry: della scommessa, di Rebecca, di come l’avevano entrambi presa in giro, del gioco della bottiglia, del presunto flirt che stava avendo con lei e del perché le diede quel bacio strano.
Vidi passare sul suo viso sgomento, rabbia, frustrazione, non riuscivo a reggere quel suo sguardo che neanche sapevo bene come descrivere.
Non pianse, nè fece intendere di essere triste.
Solo nera di collera, come era solita essere quando veniva presa in giro da qualcuno, e non potevo che darle tutta la mia ragione e il mio sostegno.
Sapevo benissimo che gliel’avrebbe fatta pagare.
L’abbracciai, mi diede una forte stretta che io sapevo significasse “grazie” e mi diede un bacio sulla guancia, cosa che non eravamo mai solite fare.
<< Hai portato il rossetto? >> mi chiese, lo sapevo che avrebbe fatto qualcosa
<< Perché? >>
<< Ho un’idea >>
Senza fargli ulteriori domande cercai un rossetto nello zaino.
Gliene porsi due, uno rosso sgargiante (ancora nuovo perché troppo appariscente per me) e uno viola scuro, il mio solito per quando andavo in discoteca.
<< Dammi quello rosso troia >> risi alla sua affermazione e ci incamminammo verso la mensa.
Fede si mise il rossetto ma non volevo chiedere spiegazioni, siamo sinceri, mi faceva paura.
Entrammo nella stanza e vidi Gio e le altre che ci aspettavano in un tavolo ad un angolo, andai verso di loro ma lei cambiò direzione, io mi fermai in mezzo alla sala a guardarla.
Si stava avvicinando alla grande vetrata dove c’era un tavolo rotondo, lì erano seduti Niall, Zayn, Louis, Liam ed Harry con alcune cheerleader, una di quelle, dalla descrizione di Niall, doveva essere Rebecca.
Vidi Fede puntare al riccio, lui la guardò e prima che potesse salutarla lei, senza un minimo di imbarazzo ma anzi con tanta rabbia in corpo si fermò di scatto, si abbassò e lo baciò con tanto di lingua in bella vista, un << OOOOOOH>> generale riempì la stanza.
Io ero sconvolta… ma che intenzione aveva quella?!
Si staccò e si avvicinò al suo orecchio, urlò in modo da poter essere sentita da tutti:
<< Voglio metà dei soldi della scommessa tra te e Rebecca, GRAZIE! >>.
Tutti, evidentemente al corrente di questa benedetta scommessa, scoppiarono a ridere.
Lui divenne rosso e Niall si ingozzò con un pezzo di pane, mentre Liam stava ridendo troppo per fare qualunque cosa.
Harry era sconvolto, non muoveva un muscolo e la sua faccia non tradiva alcuna espressione. Fede prese la bottiglietta di Cocacola dal suo vassoio, l’aprì e gliela versò interamente sui capelli.
Lui sembrò svegliarsi e lei gliela sbatté in faccia ormai vuota e dalle labbra di Fede uscì un:
<< VAFFANCULO! >> talmente forte che anche le signore della mensa la guardarono stupite.
Si girò, mi sorrise, mi fece un cenno e ci accomodammo con i nostri amici nel tavolo.
Appena ci sedemmo scoppiò una sonora risata da parte di tutti così gli raccontammo la storia e dopo un coro di:
<< “Oh” “No.” “Stronzo!” >> potemmo iniziare a mangiare, ma mi sentivo troppo osservata per i miei gusti.
Si avvicinò una ragazza col sorriso stampato in faccia, sembrava simpatica.
Aveva i capelli lisci, scuri, e doveva avere all’incirca la nostra età.
<< Ciao! Io sono Josephine, ma chiamatemi pure Josie >>
<< Ciao! >> rispondemmo noi, presentandoci poi uno alla volta con anche la classica stretta di mano.
<< Siediti pure >> le dissi facendo spazio sul tavolo.
<< Grazie. Sei nel mio stesso corso di educazione fisica, vero?>> chiese rivolta a Giuly, che abbassò il viso.
Non me ne ero accorta inizialmente, ma le era spuntato un gran bernoccolo sulla testa.
<< Che hai fatto? >> domandai indicando il bernoccolo
<< Diciamo che è stata colpa di Payne e dei suoi addominali >> rispose Josephine ridendo.
La ragazza mi piaceva.
Continuò:
<< Sei stata grande! Un perfetto primo giorno di scuola! >> disse a Fede che scoppiò ancora a ridere.
<< Sono venuta per farti i miei complimenti, davvero. Più della metà delle persone di questo istituto sono per i miei gusti senza cervello. Ho sentito tante voci su di voi, la maggior parte brutte, ma mi sono assolutamente ricreduta. Spero di potervi conoscere meglio! Voi andate al ballo? >> ringraziammo e non avemmo il tempo di parlarne d’altro poiché era già finita la pausa pranzo.
Stavo camminando con Josie nei corridoi, scoprimmo di avere la stessa lezione: economia. Sinonimo - per me - di suicidio mentale.
Il suo look mi ricordava tanto quello di Giuly.
Anche il suo modo di fare era identico: all’apparenza forse un po’ troppo timida, ma scommetto che conoscendola sarebbe diventata una nostra ottima amica.
Mentre ci guardavamo in giro per cercare la nostra aula, precisamente la 228, vidi una chioma bionda fissarmi mentre parlava con una ragazza girata di spalle.
Era Niall, e la ragazza era sicuramente Barbara, non l’avevo mai vista prima.
Lui aveva un sorriso davvero meraviglioso, si sposava perfettamente con i suoi fottutissimi occhi azzurri.
Spinsi Josy dentro lo sgabuzzino dei bidelli e, socchiudendo la porta, le feci segno di non fiatare.
Dovevo sentire il discorso tra i due.
Dovevo per forza, dopo ciò che successe due sere prima.
<< Che lezione hai adesso? >> gli chiese la ragazza tenendo le mani nel colletto della maglia del biondo
<< Scienze >>
<< Devi per forza andare? >> domandò lei facendogli il labbruccio
<< Ma il mio regalino di ritorno insieme quando arriva? >>
<< Presto >>
<< Wow! Cos’è? Cos’è? Una borsa? Delle scarpe? Dimmi daiii! >>
Mi stava venendo il voltastomaco.
Perché non si ha un bazooka quando serve?
Sentivo i nervi al massimo, repressi l’istinto di andare a tirare uno schiaffo a entrambi e mi concentrai nuovamente a osservarli.
Lui le diede un bacio sul naso e lei fece un risolino, si presero per mano e si allontanarono.
Mi lasciai cadere sconfortata lungo la porta.
Barbara era bellissima, sembrava una modella: aveva un viso angelico, degli occhi azzurri sgargianti e dei lunghi capelli castani.
Non c’entrava niente con me, sembrava provenire da tutt’altro pianeta per quanto fosse bella.
<< Niall e Barbara stanno insieme da una vita, ma gira voce che abbiano visto il biondo con un’altra l’altro ieri >> mi raccontò Josie
<< La ragazza ero io >> mi guardò sconvolta e io le sorrisi.
<< Tutti i più fighi vi prendete, ci manca solo Liam e siete apposto >>
Risi e mi alzai.
<< A dire il vero credo che tra Giuly e lui ci sia un’intesa >>
<< Ah già, Payne e i suoi addominali. Ti pareva! >> rispose ironica.
Scoppiai a ridere pure io e ci dirigemmo in classe.
 
***

Stesso giorno

Giuly’s Pov.
 
Andai negli spogliatoi e subito mi pentii di aver scelto quella materia: educazione fisica. Avevano ragione le altre a dire che sarebbe stato un inferno, solo a Gio poteva piacere.
Quanto mai gli diedi ascolto.
Mi cambiai e misi una tuta rosa raccogliendo i capelli in una coda e uscii dagli spogliatoi dirigendomi verso il campo di atletica.
Era un enorme spazio all’aperto con la pista di gomma che girava intorno al campo di pallavolo, a quello di calcio con l’erba sintetica e a quello di football (tutti e tre vicini); le cheerleader si allenavano in un angolino e vidi che fissavano tutte qualcuno ridendo e sussurrandosi qualcosa alle orecchie.
Seguii il loro sguardo e stavano guardando… NO. Non poteva essere.
Rallentai la mia corsa, ma prima o poi gli sarei passata sicuramente davanti.
Concentrai le pupille sul pavimento, ormai ero accanto a lui: “non mi cagare, non mi cagare, non mi cagare!” pensai tra me e me.
Sentii un picchiettio sulla spalla destra, non fermai la mia corsa ma girai la testa indietro vedendo Liam che mi guardava sorridendo, lo salutai con la mano.
Era tutto gocciolante: aveva dei pantaloni della tuta attillati e una maglietta grigia a maniche corte impregnata di sudore che seguiva la forma dei muscoli.
SBAM! 
Porca troia!
Alzai la testa sfregandomela e mi resi conto di essere andata a sbattere contro la scaletta di ferro dell’arbitro, stupido Liam e il tuo sexappeal.
Dovevi per forza salutarmi?
Sentii tutti ridere.
Che figura di merda, un’altra volta.
La mano di Liam prese la mia e mi sorrise portandomi negli spogliatoi sotto direzione del coach.
<< Grazie >> dissi abbassando lo sguardo una volta entrati, mentre mi tamponava con un dischetto di cotone bagnato di disinfettante.
<< E di cosa?! >> rispose sempre sorridendomi.
<< Di essere qui con me e di non avere riso. So di essere maldestra, non lo faccio apposta. Sembra che tu sia il mio angelo custode >> risposi ridendo e pensando al disegno
<< Chiamami e mi precipiterò da te! >> esclamò medicandomi
<< Comunque il disegno era bellissimo >>
<< Era solo uno schizzo >>
<< Se ti serve un modello io sono disponibile >>
<< Lo terrò a mente >> risposi ridendo.
Dai, non era così male, affatto.
Il problema era che quando ero vicino a lui non riuscivo neanche a camminare talmente ero imbarazzata, Fede diceva che avevo avuto un colpo di fulmine e io ero completamente d’accordo con lei.
<< Non vai fuori? >> chiesi quando vidi che si sedette vicino a me
<< Non ne ho la minima voglia >> spiegò posando il disinfettante e guardandomi poi dritto negli occhi.
Parlammo per una mezzoretta di noi e delle nostre vite, fino a quando non arrivò il professore ad urlare e a obbligarci ad andare a giocare a pallavolo.
Finita la partita, andai negli spogliatoi e sentii nei discorsi delle altre ragazze solo parole in tono cattivo del tipo “Liam e Quella Nuova”. Ma pensavano davvero che non capissi l’inglese? Non capivo se lo facessero apposta, o se pensavano davvero di non essere capite.
Mi vestii e scappai dagli altri per raccontargli le novità e per uscire da quella situazione alquanto imbarazzante, ripensando per tutto il tempo agli occhi dolci del ragazzo a cui mi ero involontariamente affezionata.

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SPAZIO AUTRICE

Ciao ragazze, anche questo capitolo è stato sistemato, che ne pensate?
Forse è un po' un mattone, ma ve l'avevo premesso che i capitoli erano lunghi!
Spero possiate comunque apprezzare!
Vi lascio al vecchio spazio autrici e alle immagini!
Buona serata, baci
Nichi.
 
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                                                                                                                                                                                                   SPAZIO AUTRICI                
 
 Hola belle bimbeeeeeeeeee
Ci scusiamo per il'enormissimo (?) ritardo che abbiamo fatto.
L'abbiamo già detto, scuola di merda, febbre di merda, Fede che va in vacanza a Malta.
Allora, ecco spiegato il perchè del gioco della bottiglia e degli inviti da parte di Harry per Fede.
Sempre il solito scemuuu.
Duuunque, in questo capitolo ci sono un pò di colpi di scena tra i due gruppetti.
Nel prossimo la gelosia e la dolcezza prenderanno il sopravvento ma sssh zitte mute con l'acqua in bocca stiamo.
Sta a voi se leggere o no.
E' bello lasciare la suspance ahahah ok basta.
Se vi piace fateci sapere attraverso una recensione, accettiamo consigli e critiche :)
Abbiamo creato il Trailer della nostra storia e l'abbiamo messo in Youtube, eccovi il link:
 
http://youtu.be/nTEubql5afk

Hola Pelle Pimpe 
Baciiii
Nichi & Fede
 
 La divisa
 Josephine, ovvero Josie. Come prestavolto abbiamo scelto India Eisley
 Barbara, ragazza di Niall. Come prestavolto abbiamo scelto Barbara Palvin.

 
  
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