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Autore: FoxFire    13/08/2014    3 recensioni
Cinque ragazzi, tutti con una loro storia, e con la stessa voglia di ricominciare a vivere.
Faranno un percorso, dove incontreranno molti amici, ma altrettanti nemici.
Tante amicizie si distruggeranno ed altre si rafforzeranno.
Una storia di odio e amore, cazzotti e lacrime, tradimento e passione.
Ma con la premessa che... Sopra Le Nuvole, (c'è sempre) Il Sole.
- Dalla storia:
'' Cos'hai li? ''
'' Questo? '' dice lei indicando la macchia nera che si intravedeva dai pantaloni a vita bassa
'' E' solo un tatuaggio. '' continua spostando i pantaloni un po' più giù scoprendo la scritta.
'' Sopra le nuvole, il sole ... Figo, mi piace! ''
'' Ce l'ha anche Nichi, è tipo il mantra della nostra vita. ''
Mentre si guardavano negli occhi, lui le fece un sorriso di quelli che scioglierebbero anche il Polo Nord.
Appoggiò la testa sopra la pancia di lei e rimasero sdraiati a guardare il mare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Midnight Memories


21/09/2016

Gio’s Pov.
 
Quella appena passata era stata una settimana fin troppo movimentata per i miei gusti.
Tra Fede e Nichi non sapevo chi fosse più di cattivo umore, nonostante ormai erano trascorsi diversi giorni dall'episodio avvenuto in mensa.
Tutte le mie amiche cercarono di evitare categoricamente ogni contatto con i nostri vicini di casa.
Già, anche Nichi ci raccontò di Niall e dei suoi dubbi esistenziali.
Io, a differenza delle mie bimbe, passai due pomeriggi a parlare con i nostri vicini in giardino.
Volevo giusto provare a dare una seconda possibilità, tutti sbagliano nella vita.
Harry e Niall avevano fatto pace: il biondo capì il punto di vista del riccio e di tutti i suoi altri coinquilini, alla fine Harry voleva solo salvaguardare Nichi.
Mi chiesero più volte informazioni riguardo al suo delirio “Voldemort”, ma ovviamente non dissi nulla.
Perfino Louis si ammutolì quando lo guardai in cagnesco: ridacchiava per la scena surreale.
Styles si scusò infinite volte con me, chiedendomi di riportare il tutto a Fede.
Ovviamente, lei non ne voleva sapere nulla.
Per il resto, a scuola la mattina Louis, Liam e Zayn ci raggiungevano prima dell’orario per passare un po’ di tempo con noi, loro si erano dimostrati maturi e sinceri.
Ma il tempo passava, il ballo di inizio anno si avvicinava e avevo anche io i miei problemi con Chiara, che mi voleva chiedere a tutti i costi di andarci con lei, ma non potevo scappare per sempre, una volta per tutte mi decisi: le avrei detto la verità.
Sono gay, credevo fosse abbastanza chiaro, ma evidentemente…
Non credo di essere mai stato più in difficoltà, voglio dire, loro sono le mie migliori amiche da sempre, ma solo Fede e Nichi sanno di questo mio segreto, anche se Giuly lo aveva sicuramente capito.
Chiara era innamorata di me e non avevo intenzione di rovinare la nostra amicizia, per me lei era troppo importante, forse la più importante tra tutte loro.
Avevamo troppe affinità e insieme ci divertivamo come due bambini spensierati, non volevo perdere niente di tutto ciò.
Era per questo che non avevo ancora trovato il coraggio di fare Coming Out.
Arrivammo a casa dopo un'altra giornata faticosa di scuola.
Fede si chiuse subito in camera e Nichi uscì in giardino mettendosi le cuffie all’orecchio. Guardai Giuly, cercando di farle capire che dovevo restare da solo con Chiara.
Fortunatamente capì subito e salì anche lei in camera sua a studiare.
Presi la mano della mora e ci sedemmo sul divano, il suo sguardo allegro si spense appena vide il mio.
Il cuore mi batteva così forte che avrei giurato che l'intero mondo potesse sentirlo. Avevo pianificato questo momento centinaia di volte nella mia testa, ma ora che stavo per farlo, tutto sembrava così reale, così incredibilmente reale. Chiara, la mia migliore amica, seduta di fronte a me, con quegli occhi azzurri fissi nei miei e fin troppo seri rispetto al normale. Sapevo che quello che stavo per dire avrebbe potuto cambiato tutto.
Mi schiarii la gola, inghiottii poca saliva a fatica cercando le parole giuste, quelle che avrebbero espresso tutto ciò che provavo, tutto ciò che ero:
<< Devo dirti una cosa. È importante e soprattutto difficile per me da dire, ma... devo dirtelo. Non posso più tenerlo dentro. Chiara, siamo amici da una vita… ti ricordi le estati passate al parco a giocare coi gavettoni, quella volta che abbiamo salvato Fede dalla prigione, o quando abbiamo camminato dei kilometri solo per portare la pizza a Nichi? Ti voglio bene più di quanto ne abbia mai voluto ad una mia amica, noi due abbiamo un’intesa pazzesca e sappiamo prenderci, conosci ogni lato del mio carattere, ogni sfumatura del mio passato. Ma ti è sfuggita una cosa. Sono gay, sì. Ora non mi guardare con quella faccia, si capiva dai… aspettavo solo il momento migliore per dirtelo… Lo so che provi qualcosa per me, ma non voglio perderti per questo. Per favore rispondimi subito e non lasciare un silenzio tombale e imbarazzante >> confessai tutto d’un fiato.
La fissavo cercando di capire cosa le passasse per la testa.
Era immobile a guardare un punto fisso della televisione spenta.
Cominciò ad un certo punto a ridere come se non ci fosse un domani, tenendosi la pancia e facendo cadere lacrime dai suoi occhioni azzurri.
Non sapevo cosa fare, non capivo se era un buon segno o se pensava fosse uno scherzo.
Capii che era tutto apposto quando lei si ricompose e mi abbracciò, un abbraccio caldo e confortante.
Iniziai a piangere; non so per quale assurdo motivo ma piansi, di liberazione magari, era come se un macigno fosse stato tolto dalla mia testa e dal mio cuore.
Ci guardammo e scoppiammo a ridere, le passai l’indice sotto l’occhio togliendole le lacrime e le diedi un bacio in fronte, avevo recuperato la mia migliore amica.
<< Gio...>> la sua voce era appena un sussurro spezzato dall'emozione
<< Perché non me l'hai detto prima? >>
A quella domanda la paura mi serrava il petto, costringendomi a respirare a fatica, ma sapevo di non poter tornare indietro. Dovevo affrontare questa tempesta, anche se il vento soffiava violento e minacciava di spazzarmi via.
<< Perché... perché avevo paura >> confessai, i miei occhi imploranti fissi nei suoi
<< Paura di perderti, di distruggere tutto quello che avevamo. Ma non potevo più nasconderlo, non potevo più vivere nella menzogna. Sei la mia migliore amica, e ti prego, per favore, non cambiare… >>
<< Non dire sciocchezze Gio, è OVVIO che non cambierà assolutamente nulla, anzi! Ma quanto sono stata stupida! Come ho fatto a non capirlo? Dimmi che saremo come quelli dei film dove mi aiuterai a scegliere i vestiti, mi darai consigli sconci e parleremo di cazzi insieme! >> chiese sognante con la sua solita finezza di uno scaricatore di porto
<< NO. >> ovviamente, l’avrei invece fatto.
Ora sì che la giornata diventava molto più luminosa.
<< Ragazza stasera festeggiamo! >> urlai per la casa rivolto a Chiara, tirando finalmente fuori il lato più femminile di me che potessi avere.
Uscimmo in giardino per raggiungere Nichi a darle la notizia del mio Coming Out (di cui lei era già a conoscenza), salimmo di sopra e dopo averlo detto anche alle altre, andammo a prepararci per la serata.
Dopo essermi vestito tornai ancora da Nichi, dovevo tirare su di morale le mie amiche e capire bene cosa le turbava ancora.
Entrai nella sua camera, si stava vestendo:
<< Ehy bionda >>
<< Ehy biondo >>
<< Ti va di raccontarmi che succede? >>
<< Non succede niente >>
<< Dai non prendermi in giro, ti conosco bene. Ormai è passata più di una settimana, cosa ti urta ancora?  >>
Lei si arrese e si sedette sul letto accanto a me, sapeva di non aver scelta.
<< In questi giorni ho riflettuto e credo davvero che mi piaccia Niall. Credevo di piacergli anche io, poi l’ho visto con la sua ragazza. Continuo a sentire nella mia testa le cose assurde che mi ha confessato Harry sull’aborto e sulla loro casa. Dovevi vedere come guardava Barbara, eppure mi disse che la sera del gioco della bottiglia non vedeva l'ora di baciarmi, e che con lei ci avrebbe solo riprovato ma non era una cosa seria quanto prima. Non ci capisco più niente. >> sputò tutto d’un fiato abbassando lo sguardo.
L’abbracciai, strofinandole la schiena per tranquillizzarla, appena si staccò le sorrisi.
<< Io so solo una cosa: tu non gli sei indifferente. Lo vedo come ti guarda, come ti ha guardata tutto questo tempo da quando siamo arrivati. Tu non te ne sei mai accorta, ma io sì. Sarà solo confuso, dagli tempo. E comunque il vestito blu è più bello! >>
Lei sorrise e si rituffò nell’armadio per prenderlo mentre io andai da Fede, sarebbe stata sicuramente un osso duro. Bussai e sentii un:
<< VIENI >>.
Quando entrai vidi la terza guerra mondiale: vestiti buttati da ogni parte, scarpe sulle finestre, trucchi in terra; quella ragazza aveva dei gravi problemi mentali.
Cercai di entrare facendo slalom tra i vestiti, rischiando più volte di spaccarmi la testa.
<< Fede… >> ma lei non mi calcolava, allora la bloccai dalle spalle e le urlai:
<< FEDEEEEEEE >> sembrò risvegliarsi.
Dallo shock mi urlò:
<< CHE VUOI? >> semplicemente l’abbracciai, lei dopo un attimo di freddezza mi strinse.
<< Dimmi allora, come stai? >>
<< A parte il fatto che mi sento umiliata, bene! >>
<< Dai, la sua faccia è stata impagabile! avrei voluto fare un video. Ormai è successo seppur è stata una cosa oscena, quanto tempo ci vuoi rimuginare sopra? Devi smetterla di pensarci e andare avanti, proprio tu ti metti a star male per un coglione del genere? Non è da te! Quando mai hai fatto così? TORNA AD ESSERE CAZZUTA! >>
Lei scoppiò a ridere e mi sbatté fuori dicendo che doveva vestirsi.
Io nel corridoio urlai:
<< Bimbe chi non è giù tra mezzora sta a casa! >>
Giuly uscì con la testa dalla porta mi fece una linguaccia, io felice andai a lavarmi i denti.
Eravamo un gran bel gruppo.
 
 ***

Stesso giorno
 
Chiara’s Pov.
 
Mi guardai allo specchio: non ero così male dai, anche se non mi ero messa niente di esagerato.
Conclusi l’outfit di quel vestito nero senza maniche (decorato giusto con dei punti luce al collo) con degli stivaletti, anche questi neri.
Ero ancora un po’ scossa per quello che era successo il pomeriggio, ma alla fine dovevo aspettarmelo. Più che altro mi sentivo un po’ stupida, insomma, l’avevano capito tutti tranne me. E io che pensavo che Gio mi evitasse perché gli piaceva un’altra, o al massimo - ora che so la verità - un altro.
Eravamo amici da una vita, ancora prima che si formasse il nostro gruppo e non sarebbe stata di certo quella mia stupida cotta platonica che avrebbe concluso la nostra amicizia, anzi, ora che sapevo la verità ero decisa più che mai a stargli ancora più vicino.
Quella sera volevo e dovevo divertirmi.
Gio aveva chiamato anche Josie che aveva deciso di portare anche una sua amica, Grace, per andare in un posto fuori Londra vicino al mare dove si ritrovavano sempre a far festa tutti gli studenti del campus.
Scesi per andare in salotto e vidi tutti già pronti, comprese Josie e la sua amica che a quanto pare erano arrivate senza che io le sentissi, strano: di solito l’ultima era sempre Nichi.
Era stata una strana settimana tra la sclerata di Fede, la gelosia di Nichi verso Barbara (perché anche se non lo ammetteva, si vedeva) e soprattutto dopo la confessione di Gio di oggi e infatti, a parte l’ultimo super attivo, le mie due migliori amiche avevano una faccia svogliata. Suonarono alla porta, in quel momento Fede andò ad aprirla e ci incamminammo tutti verso il taxi.
Chiacchierammo allegramente, Grace dopo essersi presentata e dopo aver insistito per farsi chiamare Gre, tirò fuori il discorso di ciò che era successo molti giorni prima a pranzo.
Fede, per quanto cercasse di divertirsi, si vedeva che voleva restare a casa: già odiava le discoteche e in più era anche stanca.
Pensai che Grace fosse proprio stupida: cosa ci voleva a capire che era un argomento da evitare?
Dopo un po’ di strada arrivammo in un club non tanto grande con la scritta “XX Century”.
Anche se erano già le nove di sera il sole non era ancora calato del tutto, era stranissimo come se ne andasse davvero tardi. Il mare era proprio accanto al locale, ma era quasi deserto.
Dopo essere entrate, notammo subito un gruppo di tavolini con i divanetti e ci sedemmo per ordinare da bere.
Non mi ero ancora abituata allo sguardo di tutti addosso, e questo solo perché noi eravamo “quelli nuovi” e “quelli italiani”.
Vidi un paio di ragazzi carini ballare, quindi trascinai in pista tutti gli altri per scatenarci e goderci la serata!
 
***

Stesso giorno

Fede’s Pov.
 
Ormai dovevo cercare di non pensare a quello che era successo essendo passato del tempo, ma proprio non ci riuscivo.  Mi sentivo strana, usata, anzi mi sentivo come se dopo quella sclerata non mi fossero rimaste più energie.
Ero stanca, odiavo le discoteche, la musica mi faceva cagare e quello non era ballare, ma strusciarsi.
Avevo provato in quei giorni la terapia “trucco, musica e gelato”, ma a quanto pare non aveva funzionato abbastanza.
Mi sentivo come se mi avessero privato di tutti gli organi interni.
Dall’altra però ero felice per il mio migliore amico per quello che era riuscito a fare: finalmente tutti sapevano la verità! Era già da molto che io e Nichi gli consigliavamo di confessarlo, ma lui insisteva nel dire che non era mai il momento giusto.
Chiusi gli occhi.
Sentivo la musica rimbombare e la gente che urlava, ma era tutto così strano da sembrare quasi a rallentatore, come se nulla fosse importante; l’unica cosa che sentivo era il dolore dei miei piedi.
Avevo finalmente trovato una situazione di pace totale, la gente accanto probabilmente vedendomi immobile ad occhi chiusi credeva fossi pazza e totalmente fuori di testa, ma di alcol ancora non avevo toccato neanche una goccia.
Sentii due mani poggiarsi sulla mia schiena e aprii gli occhi di scatto, mi guardai intorno e notai che i miei amici erano andati.
Mi chiesi il perché mi avessero lasciato sola, ma lo capii quando mi girai e vidi due occhioni neri. Zayn.
<< Eri bellissima: sembrava che stessi sognando, o che fossi in un mondo tutto tuo >>
Sorrisi, quel ragazzo era fantastico, divertente, artistico, insomma era perfetto.
<< Odio questi posti >>
<< Anche io. Ti va di venire con me? >>
<< Solo se mi prometti che non mi farai del male >> risposi scherzando
<< Ci proverò >> sorrise, mi fece l’occhiolino e mi prese per mano.
Uscimmo dalla discoteca facendo spazio tra la folla, raggiungendo poi la porta di vetro che dava sulla spiaggia: era lì che mi voleva portare.
Era l’ora del tramonto: il cielo era di un colorino rossastro che sfumava pian piano all’arancione, creando un vero e proprio caleidoscopio di colori; il sole era una palla enorme che sembrava quasi essere inghiottita dal mare, quel mare con delle leggere onde che sembravano cullare i pesci.
La schiuma era poca e leggiera, solo alcuni centimetri di bollicine bianche e candide che raccoglievano con sé alcune pietre e conchiglie, riportandole subito dopo nel bagnasciuga.
Mi fermai un attimo e tolsi le scarpe, lui mi sorrise, ci sedemmo su una sdraio per poi coricarci dopo pochi istanti.
<< Cos’hai lì? >>
<< Questo? >> risposi indicando la macchia nera che si intravedeva dal mio vestito oro che si era alzato mentre ero sdraiata
<< È solo un tatuaggio >> continuai spostando il vestito un po’ più in su e scoprendo la scritta. Si mise a leggere:
<< “Sopra le nuvole, il sole” … Figo, mi piace! >>
<< Ce l’ha anche Nichi, è il mantra della nostra vita, una luuunga storia >>
Mentre ci guardammo negli occhi, lui fece un sorriso di quelli che scioglierebbero anche il Polo Nord. Poggiò la testa sopra la mia pancia e restammo sdraiati a guardare il mare.
<< Fede… >> interruppe dopo parecchi minuti il silenzio
<< Sì? >>
<< Ti va di venire al ballo con me? >>
<< Pensavo che Zayn Malik avesse già un’accompagnatrice >> risposi ridendo
<< Aspettavo te >>
<< Certo, certo >>
<< Non mi hai risposto >>
<< E non risponderò, vedrai il giorno stesso se avrò accettato l’invito o meno >> replicai per stuzzicarlo
<< Sei impossibile >>
<< Grazie del complimento! >> risposi facendo una linguaccia
Gli sorrisi e mi scoppiò un fremito per il vento che veniva dal mare, lui si tolse la felpa e la posò sulle mie spalle.
Il suo sguardo cambiò subito, sentivo il suo respiro pesante, il mio non era da meno.
Sentivo l’aria schiacciarci, portandoci più vicini. Guardò le mie labbra, mentre io non riuscivo a staccare gli occhi da lui.
Lo sentivo: sarebbe successo, ed in quel momento non avrei desiderato altro che lui e il suo bacio, i brividi percorrevano le mie braccia ed ero consapevole che non fossero provocati soltanto dall’aria pungente.
Era un’attesa irritante e straziante, una lentezza da film, ma ormai le nostre labbra si stavano per sfiorare.
In quel momento suonò il mio cellulare, rompendo l’atmosfera; ci guardammo imbarazzati e sorridemmo lievemente.
Ero davvero in un film o cosa porca puttana?
Mi prese il telefono e parlò, era Liam.
Sentii tutta la telefonata: Louis era totalmente fuori e dovevano tornare a casa.
<< Mi sa che dobbiamo andare, scusami >> si alzò tendendomi la mano
<< Tranquillo >> la presi, mi alzai togliendomi la sabbia dal vestito e infine ci incamminammo verso le macchine.
 
***

Stesso giorno

Nichi’s Pov.
 
Discoteca, ma siamo seri?
Amavo ballare, ma non mi sembrava proprio la serata adatta.
In realtà, tutti i giorni e tutte le sere appena passate non mi sembravano adatte a far niente. Avevo solo voglia di stare chiusa in camera tutto il giorno con le mie cuffiette, peccato solo che non mi fosse possibile.
Avevo intravisto Niall a scuola diverse volte e ogni volta che mi salutava sorridente, spegneva subito l'entusiasmo vedendomi ricambiare solamente con un cenno di testa, senza traccia di gioia e sorrisi, ma anzi tanta velocità nelle mie gambe per evitarlo il più possibile. 
Eppure anche se cercavo di evitarlo dal vivo, nella mia testa c'era solo ed unicamente lui.
Così bello e così affine a me.
Sapevo che era il prototipo del mio ragazzo ideale, in meno di un mese di scuola mi aveva già fatto perdere la testa. Ero così nervosa che mi veniva da vomitare per lo stress.
Infondo, forse, andare a ballare era l’unica cosa che potesse calmarmi, nonostante la mia non voglia. Mi guardai meglio allo specchio: il vestito blu che Gio si ostinava a consigliarmi di mettere ogni santa volta non era abbastanza.
Volevo di più.
Per una volta in vita mia, dopo tante prese in giro e la mia autostima pari a -2000 dovevo e volevo sentirmi bella.
Dopo aver visto Barbara ero ossessionata dal volermi migliorare, lei era perfetta.
Così magra, così alta, così bella.
Paragonata a lei sembravo un troll, non capivo come Niall si potesse essere “affezionato”, se così si può dire, a me.
E dopo che me lo aveva confessato, volevo migliorare, per avere anche solo una speranza di essere carina: non per lui, ma più per me stessa.
Entrai nella camera di Chiara:
<< Chiara, stasera voglio essere bella. Mi devi aiutare. >> lei mi guardò storto
<< Hai la febbre? >>
<< Chiara, ma dico, hai visto Barbara? Sono stanca! Sono stata bullizzata per anni per il mio aspetto. Per una sera voglio che mi presti un vestito che sai benissimo che io non indosserei mai di mia iniziativa! Per favooore >> la pregai facendo il labbruccio.
Al suo sorriso mi sollevai fortemente d’animo, sapevo che mi avrebbe resa quella che non ero per una volta.
Ero solita mettere vestiti che non mi valorizzavano, truccarmi con solo matita e mascara, e andare in giro con felpone XL da maschio che mi coprivano metà del corpo, nonostante fossi una XS da donna.
Prese un vestito che DAVVERO non avrei mai indossato in vita mia: la parola chiave era paillette. Aveva due spalline molto sottili, e tutto il vestito - molto corto - era formato da piccole pailletes di quell’oro/rosa veramente carino. Non lo trovavo comunque un vestito troppo osè: non aveva nessuna scollatura e non mostrava niente. Mi porse un paio di tacchi a punta color nude e degli orecchini piccoli a cerchio, argento.
Prese primer, fondotinta, terra, eyeliner e rossetto rosso, e per la prima volta in vita mia mi truccò decentemente.  
Feci comunque una coda per stare comoda: ok che volevo uscire dalla mia comfort-zone, ma non volevo comunque esagerare o mi sarei sentita a disagio per tutta la serata.
Mi ammirai allo specchio con una grinta che in me non avevo mai avuto, mi sentivo finalmente carina.
Ci guardammo soddisfatte facendoci dei selfie e successivamente scendemmo dagli altri. Federica aveva avuto la mia stessa idea: indossava un vestito corto oro super sexy, voleva di sicuro far ricredere Harry.
Anche Giuly osò più del suo solito standard: indossava una maglietta corta bordeaux con una cerniera nel mezzo in pendant con la gonna dello stesso colore.
L’unico che non esagerò fu Gio, che con una normale camicia azzurra appena sbottonata risultava lo stesso come sempre un gran gnocco.
Arrivate le altre due ragazze, andammo in discoteca.
 
***
 
Era un po’ che avevo perso di vista Fede, ma non mi preoccupavo: sapeva badare a sè stessa.
Vidi un ragazzo carino fissarmi, ma che dico carino era per-fect: aveva delle gambe lunghe e magre fasciate da un paio di pantaloni beige e una maglietta azzurra a maniche corte.
Gli sorrisi e abbassai lo sguardo imbarazzata, quando lo rialzai lo vidi ancora guardarmi con dei bellissimi occhi blu.
Non capivo bene cosa stesse succedendo, ero abbastanza ubriaca, quella sera ne avevo bisogno.
Dissi agli altri che sarei andata a prendere da bere e, come speravo, sentii dei passi seguirmi. Ordinai un po’ d’acqua al barista, mi rise in faccia ma non mi interessava, non avevo nessuna intenzione di vomitare quella sera ed ero già fin troppo brilla, anche se mi avrebbe aiutato a dimenticare la scena delle settimane precedenti che continuava ad affiorarmi in testa secondo dopo secondo.
<< La stessa cosa per me >> seguì una voce dietro di me.
Mi girai e sorrisi: anche da vicino era bellissimo.
Nella mia testa non capivo un cazzo, sarà per questo che ve la narro così.
<< Ciao piacere, io sono Nicholas, detto Nicho >>
<< Hey, io Nicole detta Nichi ahaha >> sapevo di star ridendo in modo grottesco, ma non mi interessava.
Non aveva quella bellezza da farti sciogliere le ginocchia, ma era carino nella sua semplicità, niente bicipiti enormi, tatuaggi o occhi maliziosi, solo un faccino tenero e un fantastico sorriso.
<< Ti va di ballare? >> mi chiese scuotendomi dai miei pensieri.
<< Certo! >>.
Mi prese la mano portandomi in mezzo alla pista, iniziammo a parlare nonostante il casino. Aveva un anno in più di noi, veniva dal nostro stesso college, mi aveva già vista a scuola e aspettava il momento giusto per venirmi a parlare.
Mi prese le mani e mi fece fare una giravolta ma dopo pochi secondi successe una cosa stranissima: Harry si avvicinò incredibilmente a noi ballando in modo alquanto goffo, scuotendo le mani e il corpo in un modo... insomma... imbarazzante, così come lo era l’espressione della sua faccia.
Il liquido che teneva stretto si rovesciò interamente addosso a Nicholas, che arrossì all’istante.
Vedendo l’imponente figura di Harry che lo fulminava con le sue iridi verde scuro, in quel momento doveva aver eliminato ogni pensiero di vendetta: siamo sinceri, contro Harry non avrebbe avuto possibilità.
Si scusò girandosi per andare in bagno quando qualcuno, mentre guardavo Harry imbestialita che se la rideva sotto i baffi, mi prese il polso girandomi.
Mi inchiodai subito vedendo lui davanti a me, la sua maglietta bianca a mezze maniche scopriva i bellissimi e delineati muscoli delle braccia.
Vedendo che lo squadravo tenendo gli occhi stretti per metterlo a fuoco sorrise.
<< Niall? >> chiesi strizzando ancora di più gli occhi, tenendomi la testa con le mani.
Mi girava forte e forse bere l’acqua non aveva aiutato ma solo peggiorato la situazione.
<< Piccola… Ti va di ballare? >>
Riuscii solo ad annuire ed arrossire ancor di più (sempre fosse possibile) per il soprannome in cui mi aveva chiamata, proprio come il pomeriggio in cui mi aveva invitato a prendere un gelato.
<< Perché mi eviti Nicole? >>
<< Non m devi chiamare Nicole >> risposi mangiando le parole
<< E con te non ci devo parlare, e nemmeno con Harry >>
<< Possiamo chiarire una volta per tutte per favore? >>
<< Non capisco niente Niall. Mi gira tanto la testa. Lo sai che ho un gatto che si chiama Lilo? Ha 14 anni! Lo amo tanto! >> continuai sparando cavolate, non di proposito.
<< Ne parleremo quando starai meglio, a giudicare da come sei messa domani neanche ti ricorderai di aver ballato con me >> rispose con una voce che sembrava malinconica.
Iniziammo a ballare e scoprii che non era per niente bravo, anzi era totalmente negato, ma non mi interessava: per me rimaneva bellissimo.
Ormai ballavo solo ad occhi chiusi, ero arrivata al limite di non capire più niente, e quando arrivavo a quel punto nessuno sarebbe riuscito a fermarmi, era la parte dove mi divertivo di più e davo sfogo a tutta la mia stupidità ed esuberanza.
Sentii qualcuno da dietro spingermi distrattamente mentre ballava, persi un po’ l’equilibrio a causa dei tacchi - e dell’alcol - e sentii due possenti braccia stringersi attorno me. Alzai lo sguardo e vidi il biondino sorridermi e sorreggermi soddisfatto, mentre mi prendeva in giro per lo stato in cui ero messa:
<< Sei troppo ubriaca >>
<< SSSSH >> sussurrai imitando il verso portandomi l’indice alla bocca.
Mi sistemai in piedi e ripresi a ballare, quando lui strinse le sue braccia dietro al mio collo.
Il suo battito stava accelerando, il suo respiro si appesantiva ogni secondo, vidi il suo sguardo diventare più intenso, aveva le labbra socchiuse.
Si avvicinò ancor di più, sentivo che il mio cuore stava per scoppiare, respiravamo l’uno il respiro caldo dell’altro. Eravamo a pochi millimetri di distanza, i nostri nasi si sfioravano, le nostre labbra stavano per unirsi.
<< COME HAI POTUTO? >> urlò qualcuno dietro di noi, cercai di restare stabile e mi girai verso quella vocina stridula.
L’avevo vista solo una volta, ma non ebbi dubbi nel riconoscerla. Mi si gelò il sangue nelle vene.
<< B-Barbara… non ci siamo… non è come credi! >> disse il ragazzo mentre lei scappava via.
Mi guardò con un ultimo gesto disperato prima di correre dietro alla sua Cenerentola lasciandomi lì, sola, interdetta.
Incredula e senza più dignità, uscii a prendere una boccata d’aria. Strinsi le mani così forte alla ringhiera a cui ero appoggiata che le nocche diventarono bianche e un pezzo di rame si infilò nel palmo della mia mano, ma nemmeno ne sentivo il dolore. Era scappato. Mi aveva chiesto di chiarire, mi stava per baciare e poi se n’era andato. Sentivo ancora l’adrenalina di quell’avvicinamento.
Ero frustrata, volevo che Niall la smettesse di giocare, ma allo stesso tempo avevo paura di un suo allontanamento. Non avrei voluto perderlo nemmeno solo come amico, con lui c’era sempre una risata di mezzo, avevamo la stessa ironia e ci facevano divertire le stesse stupidaggini da boomer per i quali gli altri ci prendevano in giro. E adesso ne ero proprio sicura: ero cotta di Niall James Horan.
Una mano con un anello a forma di teschio mi passò una bottiglia di birra; non avevo nessun dubbio su chi fosse stato, solo lui poteva mettere un gioiello così. Accettai la bottiglia, rimangiando i pensieri di prima, avevo bisogno di altro alcol.
<< Harry >> Mi sedetti accanto alla ringhiera, e lui con me
<< Nicole >>
<< Sai che odio quando mi chiami così >> dissi sbiascicando
<< Scusa… bella serata insomma. Ma… che hai fatto alla mano? Ti sanguina, andiamo in bagno devi sciacquarla >>
<< Con te non ci dovrei parlare >> lo ignorai completamente, mentre guardavo il sangue colare sulle maniche del vestito, lo avrei lavato prima che Chiara lo avesse saputo.
<< Mi dispiace, ok? Ho fatto la mia scommessa, ma era PRIMA di conoscerla. Adesso mi piace, e ho mandato tutto a puttane >>
<< Fammi capire, voi inglesi giocate a caso prima sì, poi no, poi sì, poi no con le ragazze? È questo il modo in cui vi comportate? Te e il tuo Niall del cazzo. Vi odio. No non è vero. Lascia stare, non ascoltarmi non capisco niente, comunque non è tutto perduto >> nemmeno io sapevo bene cosa stessi dicendo
<< Cioè? >>
<< Scusati. Un semplice scusa sincero e un regalo possono sistemare tutto! >> urlai convinta guardandolo mentre prendeva in considerazione la cosa passandosi una mano nei capelli, intanto applaudii del mio stesso discorso e feci anche un urletto di incoraggiamento.
<< Passami subito la birra che ti ho dato, basta bere Nichi >> la presi e la finii tutta d’un fiato poi lo guardai ridendo come una pazza.
Sembrava un bambolotto, mi veniva voglia di fare come le nonne: di prendergli la guancia e fratturargliela a forza di pizzicotti e facendo Pucci Pucci Pucci.
<< Spero comunque che ciò che hai detto possa avverarsi… vedo che tu invece non hai più bisogno di me con Niall >>
<< Certo, come no. Se n’è andato a rincorrere la tro.. hem, volevo dire, Barbara >> risposi seccata e calcando l’ultima parola in modo offensivo.
<< Sarà, ma allora perché mi ha promesso un mese di colazione a letto se avessi versato da bere sulla camicia di quel ragazzo con cui stavi ballando? >>
<< E allora perché quando mi stava per baciare e l'oca l'ha chiamato al suo servizio, lui come un cane ammaestrato l'ha rincorsa? >> risposi cattiva.
Brutto figlio di puttana di un irlandese, cioè questo scherza con i miei sentimenti e con quelli della sua ragazza e io non posso nemmeno ballare con chi voglio… CHE. NERVOSO.
<< E TU L’HAI PURE AIUTATO PER DAVVERO! Harry ma sei dalla mia o dalla sua parte? Che ti frega se ballo con qualcuno? Magari trovo un ragazzo che non sia un pezzo di merda come voi! >>
<< Nichi, Niall non lo è e tu lo sai. Deve solo capire i suoi sentimenti. E non voglio che balli col primo che capita, tu sei mia amica a te ci tengo e so che Niall è un bravo ragazzo, degli altri non so niente e quindi devo proteggerti >>
<< Ma zitto, PARACULO! >> iniziai a sbattere i piedi per terra tirando urletti nervosi, stavo per picchiare chiunque si fosse trovasse davanti a me quando il telefono di Harry squillò.
<< Sì ok, arriviamo >>
<< Che succede? >> chiesi appena attaccò la chiamata lasciandomi andare di peso sulla sua spalla
<< Louis è completamente ubriaco e conviene andare a casa prima che faccia casini >>
<< Ma mi sono appena appoggiata a te, dai, fammi dormire 5 minuti >>
<< Nichi, dobbiamo andare >>
<< Ok, vengo con te >>
<< E con chi altro se no scusa? >> concluse infine ridendo.
Cercai di ingoiare l’ultimo sorso di birra, rendendomi conto che era vuota e ricordandomi che l’avevo già finita. Mi allungò una mano per tirarmi su alzando gli occhi al cielo e lo seguii, da sola non ce l’avrei sicuramente fatta. Percorremmo la strada esterna per i parcheggi pur di non entrare in tutto quel casino che si trovava all’interno. Attraversammo un piccolo parco ed arrivammo nell’enorme piazzale fatto di sabbia, dove macchine di ogni tipo erano ferme. Vidi dei ragazzi parlare, subito mi resi conto che erano Louis appoggiato a Liam e Giuly; sembrava completamente andato. A destra vidi Fede e Zayn che si stavano avvicinando, lui con la mano nelle sue spalle, lei che aveva la sua felpa. Per qualche assurdo motivo stava tenendo le scarpe in mano mentre continuava a parlare col moro, vidi Harry accanto a me irrigidirsi. Ci avvicinammo e buttammo Louis di peso in macchina, scoppiammo tutti a ridere, l’unico della combriccola che mancava era Niall, ma non mi preoccupai.
<< Direi serata movimentata eh?! >> interruppe il silenzio Liam
<< Io ho trovato l’accompagnatrice per il ballo >> rispose Zayn stringendo la presa sul fianco di Fede.
Harry sgranò gli occhi come se avesse visto sua madre cadere dalle scale.
<< Beh, alcuni si sono divertiti più di altri >> esclamò seccato entrando in macchina e sbattendo la portiera.
Ci guardammo tutti confusi, ma io sapevo perfettamente il perché della sua reazione. Sta di fatto che quel ragazzo non ne faceva una giusta.
<< È meglio andare prima che questo mi vomiti in macchina, voi come tornate a casa? >>
<< Ho già chiamato un taxi >> disse Gio, come sempre il nostro eroe, ed io fui contenta che la serata si fosse finalmente conclusa.
 

 
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SPAZIO AUTRICE

Buonasera ragazze.
Premetto che questo capitolo, in origine non era così corto.
Era questa parte, più tutto il capitolo successivo che tra poco pubblicherò, e ho deciso di dividerlo in due perchè era effettivamente troppo lungo.
Insomma, erano 19 pagine di World, mi rendo conto sia esagerato.
Per questo il vecchio spazio autrice non ci sarà, in questo capitolo, è pubblicato nel prossimo che appunto in origine doveva essere integrato a questo.
Ok, sto facendo confusione. Prima di lasciarvi alle immagini 2 cose: mi rendo conto che questo capitolo, per il contenuto che ha, dovrebbe essere scritto molto meglio e avere più descrizioni, invece è pieno di sole azioni.
A mia discolpa posso dire che è stato un periodo pieno, e ora che ho avuto tempo di guardarlo e correggerlo sto scoppiando di mal di testa e non mi sono impegnata a scriverlo in modo approfondito, ma provvederò più avanti, prima vorrei lascaire spazio anche ai capitoli successivi.
Secondo, la parte di Nichi è scritta così malandata apposta, volevo far capire che fosse ubriaca marcia, spero vi sia arrivato il concetto.
Bene, vi lascio le immagini e vado a postare il resto del capitolo.
Grazie per la vostra attenzione, vi lascio alle immagini
A presto
Xoxo Nichi

 
 Grace, l'amica di Josephine, come prestavolto abbiamo scelto Lucy Hale
 Nicholas, il ragazzo della discoteca, come prestavolto abbiamo scelto Sterling Knight
 Chiara in discoteca
 Fede in discoteca
 Giuly in discoteca
 Gio in discoteca
 Nichi in discoteca

 
  
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