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Autore: Jenni Skeletron    09/06/2014    1 recensioni
Un ragazzo senza passato. I suoi ricordi sono stati consumati nell'incendio che gli ha portato via tutto, o quasi.
In fondo non e` poi solo come crede...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Correvo lungo un corridoio infuocato mentre le loro voci mi rincorrevano urlandomi contro con disprezzo ed i loro occhi pieni di odio mi incenerivano.

Mi risvegliai con un urlo nella mia camera rischiando di cadere dal letto, il mio respiro si era fatto affannoso, pesante mentre delle gocce di sudore mi correvano lungo la schiena.

“Sei il solito fallito”

-Tieni chiusa quella bocca.
Sentivo come un macigno posto sul petto, ma quella voce era troppo irritante per non rispondervi.
Per il resto della notte non riuscii a riprendere sonno.

Le calde luci dell’alba davano un aspetto accogliente alla stanza ancora sommersa dagli scatoloni.
Non avevo ancora avuto la voglia di sfarli perché non mi sentivo parte di quel luogo, ma era quanto di meglio avessi trovato, forse anche troppo.
Come loft era molto spazioso ed in confronto alle mie esigenze ne sarebbe bastato uno grande la metà, ma non era il caso di lamentarsi.
L’agente immobiliare fu ben felice quando lo presi; dopotutto i miei mi avevano lasciato un’eredita` di tutto rispetto.

Indossai dei jeans scuri ed una felpa grigia senza dimenticare un borsone nero in cui mettere quei pochi libri che mi sarebbero stati necessari.
Dopo tanto tempo stavo tornando a scuola ,nonostante avessi dovuto superare degli esami per evitare di perdere l’anno.

-Togliti di mezzo.
Un giovane biondo aveva rischiato di investirmi con la bici al cancello dell’edificio, cominciavo ad averne abbastanza di tutta quella gente.
Erano solo una massa di ragazzini esaltati.

“Mi disgustano, proprio come te in fondo ahahah”

Al suono della campanella si gettarono nei corridoi come un gregge di pecore rendendomi difficoltoso anche solo raggiungere la segreteria.
- Tu devi essere quello nuovo.
Ad “accogliermi” vi era una donna sulla cinquantina tarchiata e dal viso tondeggiante incorniciato da dei capelli neri palesemente tinti raccolti dieto la nuca in un fermaglio, ma la cosa piu` racapricciante era il suo sguardo. Gli occhi neri erano privi di emozione, per lei non ero che carne da macello.
Presi il foglio e mi diressi verso la classe; cominciavo a rimpiangere di aver scelto di tornare ad una vita “normale”.

“Guarda un po`”

L’unico posto libero era accanto ad un ragazzo accasciato sul banco, lo stesso che mi aveva quasi investito.
Non aveva l’aria molto intelligente, mi ricordava un ghiro.
Appena mi vide impallidi`.
Aveva i capelli biondi scompigliati con dei ciuffi che tentavano di nascondere dei grandi occhi azzurri, non sembrava cattivo, ma solo privo di acume.

Passò l’intera ora a studiarmi da dietro i suoi libri trovando il coraggio di parlarmi solo verso la fine della lezione.
- Mi dispiace per quello che e` successo poco fa. Io sono Jules!
- Braight.
Strinsi quella mano sudaticcia, forse poteva essere divertente soprattutto quando dimostro` quanto fosse impacciato.
- Avevano parlato di un nuovo arrivo, ma non mi aspettavo che ti mettessero nella mia classe e poi sei… come dire… diverso.
- Come sarebbe a dire?!
Non eravamo nemmeno arrivati a meta` mattinata e gia` tutta la scuola ne era a conoscenza.
-Come dire…  Mi aspettavo qualcosa di particolare, qualche cicatrice o simili...
Non lo feci finire alzandomi dal mio posto e chiedendo il permesso di allontanarmi dalla classe.

-Certo, una qualche cicatrice, stupido idiota...
Non si aspettava che il mo viso fosse integro, che entrambi i miei occhi fossero al loro posto o che avessi ancora i capelli?
Avevo una notizia per lui: non tutte le cicatrici sono visibili all’esterno e non sono certo un vanto.

- Ti ho gia` detto di sparire Saphira. Sei sorda oltre che sqilibrata?
Una voce famminile proveniva dalla fine del corridoio, vicino alla tromba delle scale.

“ Ci sarà da divertirsi”

Mi stavo avvicinando spinto dalla curiosità finché non le vidi.
Una bionda ossigenata con kili di trucco  in faccia stava sbraitando contro un’altra dai lunghi capelli mogano. La prima era la tipica Barbie in minigonna l’altra invece era immobile nel suo maglione nero  lasciando alla vista le lunghe gambe fasciate da dei leggins.
- Sto parlando con te.
L’aveva spinta per attirare la sua attenzione, ma questa continuava a tenere lo sguardo basso.
- Sei proprio una pazza.

Stavo per intervenire quando la bionda ruzzolò dalle scale in seguito a una spinta della mora, che subito si volto` verso di me.
I nostri sguadi si incrociarono e li vidi, degli stupendi occhi azzurro-grigi, come il cielo dopo un temporale.
Tornai in classe facendo finta di nulla. Non conoscevo nessuna delle due e non volevo certo farmi notare; desideravo solo essere come un’ombra nell’oscurità.

Nel giro di venti minuti tutti seppero della ragazza caduta a causa del frastuono causato dall’ambulanza venuta a soccorrerla, invece per quanto riguarda la mora non circolò alcuna voce.
- Sei stato tu bastardo!
Un ragazzo ben tarchiato mi si era avvicinato pericolosamente.
- Non ho idea di cosa tu stia parlando.
Non era affatto un buon segno.
- Non fare il finto tonto con me. Eri nel corridoio quando l’hanno spinta, devi essere tu.
Mi aveva afferrato per la felpa e potevo vedere i suoi occhi lucidi.
- Te lo ripeto, non so di cosa stai parlando.
- Smettila stronzetto.
Questa volta mi colpi` con un pugno alla bocca dello stomaco.

“ Non vorrai farti pestare da queste teste vuote?!”

-Ascoltami bene ragazzino non so chi tu sia o da dove venga, ma rimpiangerai di avermi incontrato.
Gli studenti ci accerchiarono per vedere cosa stesse accadendo assieme ai professori.
Questa fu una buona motivazione per catapultarmi fuori dalla scuola appena terminate le lezioni per sfuggire ai loro sguardi indagatori.

Mentre giravo per le strade un senso di inadeguadezza mi rendeva irrequieto e ad ogni vicolo mi fermavo per vedere cosa accadesse alle mie spalle seguito dalla sua stupida risata.
- Che hai da ridere?
Il silenzio che mi veniva in risposta era occupato solo dai miei passi; forse stavo solo esagerando.

Il giorno seguente fu un inferno.
Jules mi tormentava di domande durante la lezione, ma come tutti gli altri evitava di farsi vedere con me.

“Come al solito incontri solo persone false.Non dovresti far altro che liberartene.”

Mi ero rifugiato nel bagno alla ricerca di un po’ di tranquillità e di sollievo, quando ero allo specchio riuscivo quasi a vederlo.
- Non e` una novita` che siano tutti ipocriti.

Il mio banco non faceva che riempirsi di lettere minatorie, ma non avevo intenzione di fare la spia; ero semplicemente un estraneo e quella ragazza mi preoccupava. Quando la vedevo aggirarsi per i corridoi appariva diversa.

La sensazione di essere seguito continuava a perseguitarmi come la sua risata fino a quando non ne potei piu`, erano giorni che sghignazzava.
- Dimmi perché diavolo stai ridendo.

“ Non te ne sei accorto? Qualcuno ci sta seguendo.”

Fu allora che rividi quegli occhi di ghiaccio brillare nel buio.





Angoletto autori:

Arsonist: ma che tocca rifa` l'angoletto autori? E soprattutto perche` inizio sempre io?
Jenni: si', come in tutti i capitoli. E inizi tu perche` mi diverte farti rompere il ghiaccio.
Arsonist: non sono bravo in queste cose. La prossima volta inizi te, io staro` zitto.
Jenni: non fare tante storie. Ad ogni modo eccovi il nuovo capitolo, speriamo vi piaccia.
Arsonist: se non vi piace la colpa e` sua. Le mie idee sono oro, oro colato ;)
Jenni: senza di me saresti niente.
Arsonist: lo stesso vale per te.
Jenni: dai che infondo ti voglio bene, molto infondo.
Arsonist: caso mai e` il contrario .-. Ad ogni modo spero vi piaccia, in caso contrario conoscete le conseguenze.
Jenni: tranquilli, e` solo un paroliere.
Arsonist: usa parole moderne -.-
Jenni: pff. Vi ricordiamo che abbiamo anche una pagina fb in cui potrete minacciarci https://www.facebook.com/Reverse.Jenny.Arsonist

Al prossimo capitolo, 
Jenni ed Arsonist 
   
 
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