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Autore: John Spangler    10/06/2014    5 recensioni
Subito dopo aver trovato Nami e Nojiko, Bellemere prese una barca e, affrontando il mare in tempesta, riuscì ad arrivare alla sua isola natìa. Cosa sarebbe successo, però, se la tempesta l'avesse spinta fuori rotta, facendola arrivare fino ad una nave della Marina comandata da un certo Vice-Ammiraglio noto per i suoi pugni?
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Thousand Pieces'
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NOTA DELL'AUTORE: Questo capitolo contiene scene ambientate in momenti differenti, con personaggi che non compariranno nel resto della storia. Perchè l'ho scritto, allora? Per mostrarvi quanto questo mondo sia cambiato. E anche per allungare un pò il brodo.
 
Sperando che gradirete, vi do appuntamento tra due settimane col prossimo capitolo, in cui:
 
- Vedremo un pò di azione
 
- Scopriremo la vera identità di Ayla
 
- Entrerà in scena nientepopodimeno che Crocodile!
 
Alla prossima, cari lettori.
 
 
Capitolo 5: Effetto farfalla-Parte 1
 
- IDRA!-
 
- DEATH WINK!-
 
L'energia lanciata dal Death Wink si scontrò con la massa di veleno dell'Idra. Per qualche secondo, sembrò che potesse prevalere, ma alla fine cedette. Il colpo lanciato dal direttore di Impel Down finì addosso a Emporio Ivankov. Quest'ultimo, già spossato dalla fatica e con numerose ferite che gli ricoprivano il corpo, cadde a terra rantolando per il dolore. Cercò di alzare il braccio destro, ma riuscì solo a sollevarlo di pochi millimetri: il veleno aveva iniziato a fare effetto.
 
Magellan gli si avvicinò, un'espressione neutra dipinta in volto.
 
- E' inutile che cerchi di combattere. E' finita, ormai.-
 
- Figlio...di...io...-
 
- Non agitarti, Emporio Ivankov. Ti provocherai soltanto delle sofferenze inutili. Lascia che il veleno faccia il suo corso.-
 
Mentre il suo avversario esalava l'ultimo respiro, Magellan si voltò a contemplare l'ambiente circostante: i suoi uomini stavano ancora combattendo duramente, ma ormai avevano la vittoria in pugno. Stimò che ci sarebbero voluti pochi minuti per concludere il tutto. A conferma di questo suo pensiero, il suo vice giunse in quel momento a fargli rapporto.
 
- Tutto procede a meraviglia, signor direttore. I detenuti stanno continuando a combattere, ma sono allo stremo. Non ci vorrà molto prima della loro sconfitta.-
 
- Ottimo.- Con la coda dell'occhio si accorse che Ivankov aveva finito di agitarsi. Lo guardò meglio per verificare se respirasse, ma il torace aveva smesso di muoversi. Era morto.
 
- Sai, Hannyabal, mi sono reso conto che bisogna dargli atto di una cosa.-
 
- Che cosa, signore?-
 
- Sono stati molto ingegnosi a creare questo livello nascosto, soprattutto considerando che non si sono fatti scoprire per così tanto tempo. Un vero colpo di genio, lo ammetto.-
 
- In effetti è vero, signore. Delle mezze tacche qualsiasi non avrebbero mai avuto un'idea simile.-
 
- Già, ma alla fine è stato tutto inutile. E' bastato fare qualche controllo particolarmente approfondito per scovarli.- Magellan sorrise. All'improvviso, sentì un rumore familiare, accompagnato da una sensazione di malessere nella zona intestinale. Si mise una mano sulla pancia e si rivolse al suo vice.
 
- Hannyabal, occupati tu degli ultimi dettagli. Io devo andare in bagno.-
 
- Sì, signor direttore!-
 
***
 
Marshall D. Teach inciampò in una corda e cadde a terra. Si rialzò e si mise a correre verso le scialuppe, sperando di riuscire a scappare prima che fosse troppo tardi. Sentì alle sue spalle dei passi affrettati accompagnati da grida poco amichevoli, e si mise a correre con più energia di prima. Si passò una mano sulla fronte per asciugare il sudore e sbuffò: non era abituato a correre in quel modo. E la sua enorme mole non lo aiutava per niente.
 
Quando fu vicino alle scialuppe sentì un sibilo alle sue spalle. Non fece in tempo a chiedersi che cosa fosse che sentì un dolore lancinante alla gamba. Urlò per il dolore e cadde a terra. Guardò la gamba e scoprì con terrore che era stata infilzata da una lama che conosceva fin troppo bene. Alzò lo sguardo e vide l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.
 
Barbabianca lo guardava con un'espressione indecifrabile, un misto di disgusto e rabbia. Dietro di lui, gli altri membri dell'equipaggio della Moby Dick.
 
- Padre...-
 
- NON CHIAMARMI COSI'!-
 
Barbabianca si gettò su Teach e gli mise le mani attorno al collo, iniziando a strangolarlo. Teach cercò di divincolarsi, ma la presa di Barbabianca era troppo forte. Non aveva via di scampo.
 
- Padre...ti prego, fermati. Sono...pur sempre tuo figlio...-
 
- SMETTILA DI PARLARE! TU NON SEI PIU' MIO FIGLIO!-
 
Il cuore gonfio di rabbia, Edward Newgate strinse con tutta la sua forza il collo di Marshall D. Teach. Quest'ultimo emise dei lamenti e sgranò gli occhi, mentre la pelle del volto iniziava a cambiargli colore. Alla fine emise un ultimo sospiro e morì.
 
Barbabianca si alzò, estrasse la sua arma dalla gamba di Teach e si rivolse ai suoi figli, che erano rimasti a guardarlo in silenzio.
 
- Legatelo a qualcosa di pesante e buttatelo in mare!-
 
Mentre i suoi figli eseguivano l'ordine, il mastodontico pirata si incamminò lentamente verso il luogo dove Teach era stato beccato, riflettendo sull'accaduto. Com'era possibile che fosse successa una cosa del genere? Come aveva potuto Teach uccidere a sangue freddo Marco, il suo compagno, suo fratello? Fin da quando si era creato una sua ciurma, aveva cercato di instillare nei suoi uomini i valori della famiglia, di farli sentire come se fossero stati davvero fratelli. Come aveva fatto a fallire con Teach?
 
Doveva essere sempre stato malvagio, si disse, asciugandosi una lacrima. I suoi figli venivano dagli ambienti più disparati, alcuni dagli strati più bassi della società. Anche se ci avevano messo un pò ad ambientarsi, alla fine andavano sempre d'accordo tra di loro e con lui. Evidentemente, Teach aveva sempre avuto delle brutte intenzioni, ed era solo rimasto in attesa del momento propizio. Si chiese se per caso anche qualcun altro dei suoi figli avesse simili intenzioni. Purtroppo, non aveva modo di saperlo. Poteva solo stare attento e fare in modo che cose del genere non si verificassero mai più.
 
Arrivato a destinazione, guardò il cadavere insanguinato di Marco. Dopo avrebbe rimesso in ordine il cadavere e gli avrebbe dedicato un funerale coi fiocchi, ma ora aveva altro da fare. Si chinò e raccolse il Frutto del Diavolo che Marco aveva trovato e che Teach aveva cercato di rubare. Lo guardò per un secondo e poi lo scagliò in mare con tutta la sua forza.
 
- Vai a tentare qualcun altro con i tuoi poteri, maledetto!- Poi si girò, abbassò la testa e pianse.
 
***
 
-...E QUESTO E' PER RICORDARTI DI STARE ATTENTA, SCHIAVA!-
 
Kayme strinse i denti mentre la frusta le colpiva la schiena, lacerandole la pelle e provocandole un gemito di dolore.
 
- E ADESSO TORNA NELLA TUA VASCA!-
 
La sirena si tuffò in acqua, il volto rigato dalle lacrime. Da quando era stata catturata dai mercanti di schiavi, e poi venduta ai Draghi Celesti, la sua vita era diventata un autentico inferno. I suoi "proprietari" le facevano svolgere i compiti più umilianti, e la punivano con torture indicibili, spesso senza motivo. Aveva sperato che presto sarebbe finito tutto, che sarebbe venuto qualcuno a liberarla o che almeno sarebbe morta. Purtroppo, non era andata così. Altri schiavi, come il povero Pappagu, erano stati più fortunati. Erano morti dopo pochi giorni di prigionia.
 
Lei, invece, aveva dovuto sopportare la peggiore delle sorti possibili, qualcosa che non avrebbe augurato a nessuno.
 
Arrivata sul fondo della sua vasca, si sedette su una roccia e si strinse le braccia attorno al corpo, piangendo. Ogni giorno pregava perchè quel tormento avesse fine, ma fino a quel momento non era cambiato nulla.
 
Voglio morire, pensò. La morte, per quanto orribile le potesse sembrare, era un destino di gran lunga preferibile a una vita di schiavitù in mano a quei mostri. Tuttavia, essendo giovane, aveva ancora molti anni davanti a sè. Avrebbe potuto suicidarsi.
 
Già, ma come poteva fare?
 
Si guardò attorno. Alghe, sabbia, pietre...pietre? Ma certo, come aveva fatto a non pensarci prima?
 
Abbassò lo sguardo e, dopo un pò, trovò quello che cercava. Una pietra, abbastanza appuntita da tagliarle le vene. Lo strumento che le avrebbe ridato la libertà.
 
Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi. La lacerazione fu meno dolorosa di quanto si aspettava. Sorrise, mentre l'acqua attorno a lei si tingeva di rosso.
 
Finalmente, era di nuovo libera.
 
***
 
-...questa è, in definitiva, la situazione: i Cinque Astri di Saggezza hanno deciso di riconoscere, per il momento, il nuovo governo di Alabasta. Inoltre, hanno proibito alla Marina di intraprendere qualunque tipo di azione nei confronti di Crocodile, optando invece per l'utilizzo degli agenti della CP9. Che, come tutti sapete, sono molto più adatti di noi per le operazioni segrete.-
 
Sengoku fece una pausa e si aggiustò gli occhiali, osservando i pezzi grossi della Marina riuniti nella stanza.
 
- Ma allora perchè siamo qui? Qual’ è lo scopo di questa riunione?- chiese Akainu.
 
- E' presto detto.- Sengoku si schiarì la voce e riprese a parlare.- Crocodile ha rinunciato al suo status di membro della Flotta dei Sette. Dobbiamo decidere chi prenderà il suo posto.-
 
Nella stanza calò un silenzio tombale.
 
- Hmm. Questo sì che è un bel dilemma.- disse Aokiji.
 
- Già. I pirati tra cui scegliere non mancano di certo.- disse Kizaru, accarezzandosi il mento.- Il problema sarà trovare qualcuno che accetti.-
 
- A questo proposito, posso aiutarvi io, signori.-
 
Tutti i presenti si girarono e videro, di fianco all'entrata, una giovane donna vestita in maniera decisamente bizzarra.
 
- E tu chi diavolo sei? Come hai fatto a entrare?- ruggì Sengoku.
 
La ragazza sorrise e fece un breve inchino.
 
- Mi chiamo Perona, e faccio parte della ciurma di Absalom Testa di Leone. Il mio capitano desidera entrare nella Flotta dei Sette.-
  
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