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Autore: itsrorhere    10/06/2014    2 recensioni
“Finalmente, Zayn!” urlò quasi, aprendo la porta, rimase a bocca aperta in seguito, notando che non era chi si aspettava.
 
“Tu, chi saresti?” la persona davanti a lei chiese.
Lei non sapeva chi fosse, ma Jane lo sapeva bene chi aveva davanti, e sapeva anche che stava per succedere un casino.
La bomba innescata da lei stessa e il pakistano  stava per scoppiare.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno, questa è l’ennesima fanfic su cui lavoro, e deve essere una delle poche che mi convince davvero, almeno per ora. Ci terrei a sottolineare, che questa storia non vuole in nessun modo insultare i One Direction, come band, con la loro musica e prodotti, e nemmeno dare un’idea sbagliata di Perrie.
Grazie mille, buona lettura!

 
 
MaryJane
 
Primo.
 
"Scandalo nello show business. I noti cantanti Zayn Malik e Louis Tomlinson della ancora più nota band One Direction, hanno approfittato della legalizzazione in Perù per crogiolarsi nel piacere dato dalla sola marijuana.
Non si spiega ancora cosa abbia spinto i due, idoli di ragazze di ogni età, a commettere un tale azzardo. Quello che ormai è noto è che hanno volgarmente distrutto tutto ciò che avevano costruito in quasi quattro anni di fantastica carriera. Senza peli sulla lingua, hanno sputato insulti verso i propri libri, ritenendoli stupidi e degni di piacere solo alle bambine, stanchi delle copertine rosa, così come lo sono della loro immagine incurabilmente pop. In molti vi starete forse chiedendo perché uno dei due, dopo aver registrato questo video con il proprio telefonino, l'ha caricato in rete.  Vogliono denunciare qualcosa? Lo si può pensare, considerando la frase: "È tutto affare degli avvocati." La cosa più sconvolgente è che la fans stanno facendo di questo sgarro una questione odisseica, la strage sta crescendo in loro, come la delusione.  È ancora più diffuso , però, l'atto del dividere sistematicamente i cinque nel gruppo dei buoni e in quello dei cattivi. Lo stesso paciere Liam ha evitato l'intervista, Niall ha detto che non spettava a lui giustificare le azioni dei propri amici.
Il destino di tali è in mano al tribunale: la rinomata band rischia di perdere avvocati, manager e sponsor. Dopo una bravata simile chi sarà ancora disponibile a badare a loro? Cosa ne sarà dei famosi One Direction?"

 
Jane chiuse il computer e lo posò alla sua destra, si spinse con il corpo dal letto lungo il grande cuscino posto sul pavimento per prendere il cellulare. La chiamata che stava per effettuare le avrebbe probabilmente preso tutto il credito. Sperava almeno che servisse a qualcosa.
'Rispondi', si ripeteva nella testa. Quando ormai stava quasi per riattaccare, la voce dall'altra parte si fece forte e viva.
 
"Jane!"
 
"Zay" rispose cercando di tramutare quel minimo sentimento di delusione che portava dentro.
 
"Le notizie circolano in fretta, vero tesoro?" lui centrò subito il punto, sapeva riconoscere gli stati d'animo dalla sua voce.
 
"Sai che seguo tutti i quotidiani online, era scontato che lo scoprissi" La mora si sdraiò, affondando la testa nel cuscino.
 
"Mi stupisco che l'articolo non l'abbiano chiesto a te per la rivista per ragazzine in cui lavori" La ventenne scosse la testa.
 
"Potrei proporlo in redazione domani, visto che ho una testimonianza sicura" Se ne approfittò, ricordando l'odio del pakistano.
 
"Voi giornalisti siete la specie peggiore! E tu sei una di quelle che potrebbe smetterla di fare quel lavoro!" Fino a quel momento non avevano toccato quel dettaglio per cui la chiamata era partita.
 
"Sai che amo il mio lavoro, e comunque, sei ancora ufficialmente fidanzato con Perrie, le tue finanze vengono quotidianamente controllate, come pensi di potermi mantenere?"
 
"Pensi che avrò ancora dei manager o avvocati a controllare i miei soldi? Al novanta su cento, perdiamo i contratti" Alla fine era stato proprio lui a tirare fuori l'argomento di base.
 
"Devo esprimermi a riguardo, vero?" chiese dopo essersi rigirata nel letto alla ricerca del telecomando per spegnere la televisione, che con altre parole ma riportava gli stessi fatti che prima aveva letto e che ora stava trattando al telefono.
 
"Sei sempre stata contro il fumo, ma non ti sei mai espressa, non è il caso di iniziare ora!" sorrise.
 
"Penso che lo farò lo stesso. Sei benissimo consapevole di quello che può procurarti se assunta normalmente, ma se è un caso eccezionale entro in ritirata persino io, quello che non mi spiego è cosa sia saltato in mente a Louis nel momento in cui l'ha messo in rete!"
 
"Non ci andavano bene molte cose, e ora lo sanno tutti!" Jane scosse la testa.
 
“Avevate modo e modo di dirlo!”
 
“Ci piacciono le cose particolari!”
 
“E delle vostre sciccherie, i ragazzi cosa ne pensano?” Sorrise.
 
“I ragazzi, senza peli sulla lingua ci hanno detto che sono delusi dal nostro comportamento, dicono che della nostra vita possiamo fare ciò che più ci pare, ma senza rovinare la loro immagine. Come band siamo ancora uniti, sul palco è tutto normale, non vogliamo mandare in crisi un intero mondo, più di quanto non lo abbiamo già fatto, ma è fuori da questa bolla d’oro che mi preoccupo, se cerchiamo di avvicinarci, loro si allontanano. Sembrano aver perso totalmente la fiducia in noi” La ragazza rimase sorpresa dalle parole a lei appena dette.
 
“E’ solo una fase intermedia, ne sono sicura, nessuno di loro tre mi sembra persona che pensa solo all’immagine, sono solo presi dal fatto, tra qualche giorno di questa cosa nemmeno ne parlerete più” disse nel tentativo di convincere l’amico.
 
“I giornali ne parleranno ancora, e il tribunale soprattutto, ma almeno abbiamo buone speranze che il contratto sia sospeso, e forse alla fine di tutto riusciremo a stare insieme” Se non ci fosse stato un altro pensiero nella sua testa, avrebbe esulato a gran voce.
 
“Sei sicuro?” chiese lei quasi sussurrando.
 
“Che sospendano il contratto? Non proprio, ma possiamo sperare”
 
“Intendo, sei sicuro di voler lasciare Perrie?” azzardò, questa volte con un tono superiore.
 
“Certo che si, voglio stare con te, senza dubbi o perplessità” era euforico, il solo pensiero di poter stare liberamente con Jane lo rendeva allegro e iperattivo. Aveva temporeggiato per tanto tempo, prima di decidere di lasciare la collega, e Jane lo pressava: ora invece, sembrava che fosse proprio lei ad avere i dubbi.
 
“Non dirmi che non vuoi più” chiese lui.
 
“Voglio stare con te, ma dopo tre anni, mi sembra così impossibile che tu l’abbia davvero dimenticata”
 
“Sei sempre stata così sicura di te, che mi stupisci. Vorrei poterti guardare negli occhi, fissare nella mia mente quel tuo azzurro cristallino, che al momento è solo un ricordo, per ora, stringerti forte, ricordandoti che voglio porre la parola fine con lei, perché è con te che voglio ricominciare, perché era te che cercavo, da sempre” sorrise a pronunciare quelle parole, gli mancava tanto, e chiudendo i suoi occhi color nocciola si immaginò quella scena.
Lei dall’altra parte si sentì una stretta al cuore fortissima.
 
“Hai ragione, non è da me essere insicura, non vedo l’ora che torni a Londra”
 
“Manca poco! Ora vado, Liam è entrato in camera, e dice di volermi parlare, ti do già la buona notte”
 
“Ciao Zayn, buona fortuna per la conversazione!”
Si salutarono, ora nelle vene di entrambi pompava un buon sangue, rosso più che mai, rosso come l’amore, il loro.
 
Lei andò a prepararsi qualcosa per cenare.
Il pakistano invece, alle prese con un panino improvvisato per pranzo, doveva parlare con Liam.
 
“Amico!” esordì l’altro moro.
 
“Finalmente mi hai richiamato così, io e Louis” fù subito interrotto.
 
“Lascia parlare me, prima che cambi idea. Grazie alla vostra bravata, come sai, da domani siamo liberi, visto che ci è momentaneamente vietato l’accesso agli Stati Uniti, io, Harry e Niall abbiamo pensato che  saremo noi tre a fermarci con la Modest per la causa, è meglio se tu e Lou vi prendete una pausa. Non ci spieghiamo ancora cosa vi sia passato in testa, ma vogliamo lasciarvi del tempo, proprio per voi”
 
“Dovrei ringraziarti di tagliarmi fuori dalla causa, quindi?”
 
“Non proprio, terranno conto anche delle vostre opinioni per la sentenza, ma è meglio se staccate un po’ da questo mondo”
 
“Certo, capisco” Zayn si alzò dalla poltrona, dirigendosi verso la porta, si voltò ancora un secondo verso il collega.
 
“Vado a riferire a Louis che siamo in ferie..” disse con tono sottile.
 
“Ci sono già Harry e Niall” L’amico lo fermò, prendendolo per un braccio.
 
“Non devi prendertela” disse allargando le braccia.
Non perse occasione per accoccolarsici.
 
“Non volevamo creare così tanti problemi” disse singhiozzando, era da lui, sfogarsi con Liam era una cosa che faceva spesso, e gli faceva sempre bene, perché lui aveva sempre le parole giuste con cui consolarlo.
 
“Non volevamo fare niente di così scandaloso. Io te lo giuro, Liam, non volevamo rovinare la band!” Piagnucolava, proprio come un bambino, e di questo lui non provava nessuna vergogna, ‘se non mi sfogo con lui, con chi?’ aveva pensato.
 
“Nessuno pensa davvero che il vostro intento fosse quello, l’ebrezza della canna, della trasgressione, vi è concessa, soprattutto alla vostra età, ma non dovete esagerare, mi raccomando”
 
“Scusa”
 
“Dai amico, riprenditi, che se ti interessa c’è un volo diretto per Londra questa sera, do’ mattina sarai lì. Ma devi preparare le valigie” Gli diede una patta sulla spalla e sfoggiò uno dei migliori sorrisi, che nemmeno alle fan in lacrime per l’emozione sfoggiava, il sorriso che sfoggiava al migliore amico.
Perché era quello per lui.
Quei due mori erano quello: migliori amici.
Niente meglio di questo li descriveva.
 
* * *
 
“Ricordati la storia di Jane!” ripetè per l’ennesima volta, mentre riponeva le ultime cose nel piccolo bagaglio che si sarebbe portato dietro nel viaggio.
 
“Zayn, sarà la centesima volta che lo ripeti in mezz’ora, non vuoi più sposarti, va bene, non c’è la necessità di riempirmi la testa”
 
“Non solo non voglio più sposarmi, voglio lasciarla, io l’ho amata, e lo sai bene, l’ho amata da morire in questi tre anni, ma da queste ultime vacanze di Natale, è cambiato qualcosa, ho trovato qualcosa di più in un’altra, e ho provato più volte a far finta di niente, a sopprimere questa sensazione assurda, ma non ci sono riuscito, io non voglio portare all’altare una donna che non voglio fino in fondo, non voglio usarla. Avrei voluto dirle le cose tempo fa, ma dovevo parlarne sempre prima con gli avvocati, con i nostri agenti e con i suoi, bisognava stare attenti a non influire sull’immagine di nessuna delle due band. Tutto questo è stressante”
 
“Lo so, lo capisco, in tribunale combatterò anche per questo” Prese la valigia dell’amico dal letto e la portò fino alla hall, dove i cinque amici dovettero salutarsi. Il taxi li stava aspettando appena fuori.
I due in partenza, si guardarono un secondo negli occhi, prima di girarsi verso i compagni, e mormorare all’unisono un flebile “scusate”, prima di salire a bordo della macchina.
 
Sull’aereo Zayn mandò un SMS a Jane, avvisandola che sarebbe arrivato l’indomani mattina a Londra; si sentì in dovere di avvisare anche Perrie di questo evento, in fondo, era pur sempre la sua fidanzata, e meritava di essere trattata come tale.
 
* * *   
 
Informata dell’arrivo improvviso, Jane, la mattina, si preparò con cura, non le andava di farsi trovare in disordine in uno dei pochi giorni in cui potevano stare insieme.
Portò a termine l’idea di farsi trovare nella dimora londinese di proprietà Malik, ma purtroppo non fù l’unica ad avere questa idea, ma lei, ancora non poteva saperlo.
 
Aprì la porta con le chiavi, diede una pulizia veloce a tutta la casa, notando ancora, come qualsiasi cosa sapeva di Zayn, dal lenzuolo, che aveva provveduto a cambiare, alla caffettiera, o alle pareti. Le pareti, quelle si che sapevano di lui, lo rappresentavano al meglio, la sua personalità, le sue gioie, i suoi pregi e i suoi difetti, la sua arte. Accarezzava la parete della camera da letto, sentendo i rilievi e la ruvidità che solo la vernice sprai lasciava, era immersa in quella azione, quasi come se avesse trovato un piccolo angolo di paradiso, che la collegava istantaneamente a Zayn.
Talmente immersa da non aver sentito il campanello, solo quando suonò ancora una volta se ne accorse, correndo velocemente verso la porta.
 
“Finalmente, Zayn!” urlò quasi, aprendo la porta, rimase a bocca aperta in seguito, notando che non era chi si aspettava.
 
“Tu, chi saresti?” la persona davanti a lei chiese.
Lei non sapeva chi fosse, ma Jane lo sapeva bene chi aveva davanti, e sapeva anche che stava per succedere un casino.
La bomba innescata da lei stessa e il pakistano  stava per scoppiare.
 
  
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