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Autore: _itsmeraffy_    10/06/2014    1 recensioni
"-Frankie, sai anche tu perché abbiamo già sentito quella canzone vero?- le domandai interrompendo il discorso che aveva iniziato su quanto amasse la pizza.
-Si Emma, lo so anche io!- mi rispose addentandone una fetta."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Been Far Away For Far Too Long

Ero in una classica stanza di ospedale: pareti bianche e luci fin troppo accecanti. 
I medici si erano appena assicurati che non ci fosse niente di rotto anche nelle più remote parti del mio corpo. Sì, ero ancora tutta intera con qualche livido qua e là, giusto per dare un po’ più di tono alla mia pelle.
Non avevano permesso a nessuno di entrare durante la visita, ma ora che mi trovavo lì da sola non aspettavo altro che quella porta di aprisse per dare spazio alla figura di Harry. Erano passati circa dieci minuti da quando mi avevano sottoposta a tutti gli esami e ancora non c'era stato nessun segno della sua presenza; avevo quasi paura che se ne fosse andato.
Dopo altri cinque minuti passati a fissare il soffitto, sentii un cigolio che mi indicò che la maniglia della porta era stata abbassata e che qualcuno stesse per entrare. Quando notai la sua famosa chioma riccia farsi strada all’interno, tirai un sospiro di sollievo.
-Pensavo te ne fossi andato..- ammisi, trovando il coraggio chissà dove. 
Lui si limito a sorridere e a recuperare una delle sedie vicino al tavolino, per posizionarla di fianco al mio letto.
-Non l’avrei mai fatto Em- sussurrò, afferrandomi una mano. 
Non sapevo cosa rispondere in quel momento. Mi ricordavo di essermi scusata con lui per telefono, prima che l’auto mi travolgesse, ma non avevo ricevuto nessuna risposta.
-Come ti senti?- fortunatamente fu lui a rompere quel silenzio assordante.
-Bene.. qualche dolore qua e là. I dottori hanno detto che non ho niente di rotto. La costola sembra essersi incrinata leggermente, ma è una cosa che si sistemerà da sola.- stavo evitando il suo sguardo in tutti i modi possibili, ma i suoi occhi verdi sembravano cercarmi.
-Mi dispiace..- sussurrò quando finalmente lo guardai.
-Tu.. tu come stai?- nonostante l’incidente, sembrava fosse lui quello che stava peggio tra i due.
-Male Em.. sto cercando di nasconderlo, ma non ce la faccio.- sospirò. -Mi hai fatto prendere un bello spavento sai? Quando non ho più sentito la tua voce ho incominciato ad agitarmi e a pensare al peggio. Fortunatamente sono riuscito a digitare il numero dell’ambulanza, altrimenti nessuno sarebbe venuto a soccorrerti!- aveva di nuovo gli occhi lucidi, come poco prima sulla scena dell’incidente.
-Aspetta, sei stato tu a chiamare i soccorsi quindi?- ero sicura di essermi sentita dire che qualcuno avesse chiesto aiuto, ma non avevo capito fosse stato proprio lui.
-Sì, quando ho sentito lo schianto per telefono ho avuto uno strano presentimento. E so per certo che la zona in cui ti trovavi è abbastanza isolata, perciò ho preferito chiedere aiuto piuttosto che lasciarti lì da sola..- stava guardando ancora verso il basso.
La sua mano era intrecciata con la mia e ciò mi rendeva felice.
-Grazie H- usai l’altra mano non impegnata per accarezzargli il viso e far si che i nostri occhi instaurassero un contatto.
Restammo in quella posizione per quella che mi sembrò essere un’eternità, cosa che non mi dispiacque perché ero convinta che Harry fosse una delle più belle persone che esistessero al mondo e guardarlo era solo un piacere. Conoscevo a memoria ogni singola parte del suo viso, ma adoravo stare lì a fissarlo come se fosse la prima volta. 
Improvvisamente quel momento fu interrotto dall’apertura piuttosto scaltra della porta da cui era entrato anche Harry.
-Oddio Emma, come stai? Cos’è successo? Harry mi ha avvisato e sono corsa qui appena ho potuto!- ora di fianco al mio letto c’era Daisy. Il suo respiro irregolare mi fece capire che aveva corso nel senso letterale della parola.
-Daisy tranquilla, sto benissimo! Mi hanno già visitata e tra poco mi dimetteranno. Mi devono tenere qui minimo due ore per prassi, ma sono ancora tutta intera come vedi!- cercai di rassicurarla nel miglior modo possibile. 
Il suo sguardo passò immediatamente alla mia mano e a quella di Harry, ancora strette l’una nell’altra. Mi guardò piuttosto spaesata, ma non chiese niente perché capì che non era il momento di farlo.
-Mi hai fatto spaventare! La prossima volta che decidi di finire sotto una macchina almeno avvisami!- il suo sarcasmo non poteva mancare. Scoppiammo tutti e tre a ridere; i miei occhi erano ancora fissi su di lui.
-Ci sono gli altri qui fuori, mi hanno seguito non appena hanno saputo. Pensi che possano entrare?- mi domandò indicando la porta.
-Credo che il massimo numero di persone ammesso in un camera sia tipo cinque o qualcosa del genere, ma falli entrare ugualmente- le diedi il via libera e in un secondo quella stanza d’ospedale si riempì di tutti i miei amici. Entrarono numerose infermiere a chiederci di fare più silenzio, ma era ovvio che le raccomandazioni sarebbero state inutili trattandosi di noi.


Harry
Stava sorridendo e ciò mi rendeva felice. Mi mancava quel suo sorriso sul viso, il sorriso sincero che non vedevo da circa un mese.
-Oh Emma, quasi dimenticavo! Perrie ci ha invitati al concerto delle Little Mix domani! Pensi di potercela fare a venire?- Zayn si divertiva a vedere le espressioni di Emma ogni volta che parlava del gruppo della sua fidanzata. Lei amava le loro canzoni e le sue reazioni ogni volta che le sentiva alla radio non smentivano questa affermazione.
-E me lo chiedi anche Zayn???- sbraitò lei, quasi alzandosi dal letto, cosa che le era stata vietata.
Si accorse di aver fatto un movimento che non avrebbe dovuto fare e spontaneamente mi guardò, quasi come se fosse convinta che l’avrei ammonita e che le avrei detto di stare ferma, così come i dottori le avevano imposto. E in effetti, ero già pronto a farlo, ma non ce ne fu bisogno perché fece tutto da sola, ritornando a sdraiarsi come poco prima. 
Luke era lì, ma questa volta la sua presenza non mi aveva fatto né caldo né freddo, perché avevo finalmente deciso di ascoltare le parole di Emma.. erano semplicemente amici.
Dopo circa un’altra mezz’ora, la porta si aprì di nuovo e questa volta spuntò un medico con una cartella in mano.
-Wow, non mi aspettavo di trovarmi davanti così tante persone!-esclamò sorpreso. -Dovrei sgridarvi e mandarvi fuori dalla stanza, ma visto che noto la presenza delle due band preferite da mia figlia, ve la caverete con dei semplici autografi per questa volta!- continuò facendo l’occhiolino proprio a me e scatenando una risata collettiva.
-Bene signorina Edwards, direi che è pronta per tornare a casa! L’unica cosa che mi sento di dirle è di stare attenta a quella costola.. potrebbe sentire dei dolori nei prossimi giorni; in quel caso prenda dei semplici antidolorifici.- tutti tirarono un sospiro di sollievo. 
-Si ricordi di firmare le dimissioni prima di lasciare l’ospedale..- a quel punto si voltò verso i ragazzi che erano alle sue spalle, mentre io ero ancora affianco ad Emma.
-Mentre voi ragazzi, non dimenticatevi gli autografi!- disse ridendo prima di salutarci ed uscire.
A quel punto, tutti iniziarono a lasciare la stanza salutando e dandoci appuntamento al giorno seguente. L’ultima ad andarsene fu Daisy, che aspettò di essere sola con me e Emma prima di parlare.
-La accompagni tu in hotel, Harry?- mi domandò. 
Ciò mi mandò piuttosto in panico, perché non sapevo se fossimo arrivati o meno ad un punto di svolta e non volevo che pensasse che stessi cercando di velocizzare il processo di miglioramento. Emma doveva aver intuito quel mio disagio, perciò di mise seduta e sorrise.
-Si Daisy, torno con lui- rispose al mio posto, prima che sua sorella si avvicinasse per abbracciarla e ci lasciasse soli.
Passò qualche minuto prima che riuscissimo a rivolgerci parola.. eravamo entrambi piuttosto confusi sulla situazione.
-H, mi passeresti i miei vestiti? Sono nell’armadio.- mi chiese, mettendosi seduta con le gambe a penzoloni giù dal letto. Io annuii e feci ciò che mi aveva domandato.
-Ah, dovrebbe esserci anche una busta dove hanno messo i miei gioielli e cose varie. Mi hanno fatto togliere tutto prima della risonanza magnetica.- non appena me lo disse, la notai e le porsi entrambe le cose.
Appoggiando la bustina trasparente sul letto, vidi chiaramente che il nostro famoso anello della promessa era ancora lì dentro e un sorriso mi uscì spontaneo.
-Che c’è?- mi domandò notandolo.
-Niente, stavo pensando- le risposi mentre lei balzò giù dal letto.
-A che cosa?- bè, non aveva perso la sua curiosità.
-A noi.- risposi diretto, causando un’espressione piuttosto sorpresa sul suo viso. Non diede risposta, ma arrossì chiaramente.

Emma
Harry aveva lasciato la stanza per darmi la possibilità di rivestirmi e lo raggiunsi dopo qualche minuto.
-Ha telefonato tua mamma, le ho detto che l’avresti richiamata.- mi disse, porgendomi il suo cellulare. Il mio era andato distrutto nell’impatto con l’auto.
Dopo aver parlato con entrambi i miei genitori e averli rassicurati sulle mie condizioni, mi diressi a firmare il foglio delle dimissioni, dove mi stava aspettando Harry.
-Bene, possiamo andare!- esclamai, felice di lasciare finalmente quell’ospedale.
Harry si offrì di reggere la mia borsa, per evitare che mi affaticassi troppo, e in qualche minuto raggiungemmo la sua Range Rover parcheggiata vicino all’uscita.
L’atmosfera era piuttosto confusa quando ci ritrovammo a viaggiare in silenzio per i primi cinque minuti. Da quando aveva ammesso di pensare ancora a “noi”, non avevo immaginato altro che alla sensazione che provavo quando mi stringeva tra le sue braccia. Avrei tanto voluto sentirla in quel momento, ma non ero convinta che lui volesse lo stesso. Decisi di sporgermi verso la radio e di premere il tasto di accensione, per rompere quel silenzio di ghiaccio.
Quando lo feci, partì in riproduzione un CD che Harry stava molto probabilmente ascoltando ultimamente. Mi ci volle poco per riconoscere la canzone.
-Nickelback?- domandai in tono sorpreso. Mi ricordavo di quanto amasse quella band, ma era ormai passato molto tempo dall’ultima volta che aveva deciso di ascoltare qualche loro canzone. 
-Ehm.. sì, posso cambiare se vu..- lo interruppi e non gli permisi di stoppare il brano che era uno dei miei preferiti, "Far Away". Doveva aver spento l’auto mentre lo stava ascoltando, poiché non era partito dall’inizio, ma era già al ritornello. 

 
'Cause you know,
you know, you know

That I love you
I have loved you all along
And I miss you
Been far away for far too long
I keep dreaming you'll be with me
and you'll never go
Stop breathing if
I don't see you anymore

Era passato molto tempo dall’ultima volta in cui avevo ascoltato quella canzone e tutto a un tratto capii il motivo per il quale Harry aveva cercato di evitare che lo facessi in quel momento. Ogni singola parola esprimeva ciò che avrei voluto dirgli. 
Avrei voluto dirgli che lo amavo e che mi mancava, che eravamo stati lontani per molto, anzi troppo tempo. Avevo tentato di nuovo a stare senza di lui, ma per l’ennesima volta ero giunta al punto di pensare che non era quello di cui avevo bisogno. 
Guardai Harry con la coda dell’occhio e notai il suo disagio nell’essere stato in un certo senso colto in flagrante mentre ascoltava quella canzone che evidentemente parlava di noi. Decisi di non fare commenti a riguardo e mi limitai a voltare lo sguardo fuori dal finestrino, cercando di assaporare ogni nota.


Harry
But you know, you know, you know

I wanted
I wanted you to stay
'Cause I needed
I need to hear you say
That I love you
I have loved you all along
And I forgive you
For being away for far too long
So keep breathing
'Cause I'm not leaving you anymore
Believe it
Hold on to me and, never let me go


Quella canzone non faceva altro che farmi pensare a lei. L’avevo ascoltata ininterrottamente nelle ultime tra settimane, dal momento in cui aveva lasciato casa mia. Ero riuscito quasi a cucirmela addosso. Quelle parole erano tutto ciò che mi rimaneva di Emma, quella ragazza che stava evitando di guardarmi e che stava fissando fuori dal finestrino. Avrei tanto voluto rivolgerle la parola e dirle tutto quello che pensavo, dirle che mi mancava e che non riuscivo più a starle lontano, ma speravo che quella canzone potesse fare gran parte del lavoro. Speravo davvero sarebbe riuscita a perdonarmi prima o poi, perché non avrei resistito a lungo. Non l’avrei lasciata mai più, non l’avrei permesso a me stesso.
L’ospedale in cui era stata ricoverata era piuttosto vicino all’hotel dove alloggiavamo, perciò quando la canzone finì eravamo già giunti nel parcheggio. Non proferimmo nessun’altra parola e ci incamminammo verso la hall. Era ormai quasi mezzanotte, perciò non vi erano molte fans appostate lì fuori, ciò mi rese possibile di sbrigarmi velocemente con alcune foto e raggiungere Emma prima che salisse sull’ascensore da sola.
Raggiungemmo il nostro piano di nuovo in silenzio e quando finalmente fummo davanti alle nostre stanza, capii che stava per dire qualcosa.


Emma
Non riuscivo a dire nulla perché le parole della canzone che avevamo ascoltato in macchina mi erano rimaste impresse nella mente. Era più forte di me, continuavo a ripeterle tra me e me perché sapevo che avevano un significato preciso.
-Hey H, ti va di entrare? Magari potremmo.. parlare..- non so dove trovai il coraggio per proporgli una cosa simile. -Prometto che non ti sbatterò fuori anche questa volta- aggiunsi per sdrammatizzare un po’. Fortunatamente riuscii nel mio intento, poiché la sua espressione sorpresa e confusa si trasformò in un sorriso.
Inserii la chiave nella serratura ed entrai; lui mi seguì a ruota. Ero felice di essere di nuovo in un posto in cui non ci fossero medici e infermieri in ogni angolo. Lanciai la mia borsa e il mio giubbotto di jeans sulla poltrona vicino al letto e sospirai guardandomi intorno.
-Forse dovrei fare i bagagli..- pensai ad alta voce. Come al solito avevo esagerato un po’ nel numero di capi vestiari, perciò ora il pavimento era ricoperto dai miei vestiti. Non ero mai stata una ragazza disordinata, ma nell’ultimo mese l’ultima cosa che mi era passata per la mente era stato mettere in ordine le mie cose, e quella stanza di hotel ne era la prova.
-Partiamo domattina, hai ancora tempo!- disse lui in nota ironica. Mi conosceva benissimo e sapeva che fare le valigie era una delle cose che più odiavo.
-Qual’è la prossima tappa?- gli domandai, sedendomi sul letto a gambe incrociate. Prima di rispondere, si posizionò in fianco a me lanciando il suo giubbotto alle nostre spalle.
-Sunderland, tra due giorni- mi rispose sorridente. Potevo capire da quei piccoli gesti quanto amasse il suo lavoro.
-Wow!- esclamai, immaginandomi quello stadio pieno di persone che acclamavano i loro nomi.
-Tu..tu non verrai?- quella domanda mi lasciò un po’ spiazzata. Ovviamente prima che “quello che era successo tra noi” succedesse, avevo pianificato di seguirli ovunque, ma ormai non sapevo se fosse una buona idea.
-Ehm, non lo so. Dovrei tornare a Londra a parlare con il mio rettore, perché devo organizzare lo stage del prossimo anno..- inventai la prima scusa che mi venne in mente; infatti avevo già parlato con tutti i miei docenti e avrei discusso del posto di lavoro tramite telefono e email.
-Oh- fu l’unica cosa che uscì dalla sua bocca. 
Avevo bisogno di allontanarmi per qualche minuto da lui, perché altrimenti avrei detto cose che non avrei dovuto dire. 
-H, ti dispiace se vado un attimo a cambiarmi in bagno? Ho bisogno di togliermi questi vestiti di dosso.- feci la prima cosa che mi venne in mente.
-Fai pure, ti aspetto qui- dicendo ciò, sfilò il suo cellulare dalla tasca.
Afferrai una delle tute che avevo messo in valigia e mi chiusi nel bagno, non certa di cosa volessi davvero fare. Feci scivolare la schiena contro la porta e mi sedetti per terra, provando a riaccendere il mio telefono, pur essendo lo schermo completamente distrutto. 
Fortunatamente non era morto del tutto, perciò riuscii a controllare gli ultimi messaggi ricevuti e a connettermi a Twitter. La prima cosa che mi balzò agli occhi fu un tweet che Harry aveva appena postato e che aveva già ricevuto migliaia di risposte. 

“I love you, I have loved you all along. And I miss you, been far away for far too long”.

Era una parte del ritornello della canzone che avevamo ascoltato in auto. Sentii i brividi percorrermi ogni parte del corpo.
Stava parlando di me, giusto? Pensava a me quando scriveva quelle parole?

Decisi che l’unico modo per capirlo sarebbe stato uscire dal bagno e chiederglielo.


Buoooongiorno ragazzuole!
Come state? Come stanno andando i primi giorni di vacanza? Spero bene!Io sto praticamente passando 24 ore su 24 nel mio letto, ne avevo proprio bisogno!
Tornando a noi, che ne pensate di questo capitolo? Ve lo aspettavate? Probabilmente qualcuno starà pensando che io la stia tirando troppo lunga con questo litigio, ma sapete, nella realtà non si sistema tutto con uno schiocco di dita!
Mi dispiace non aver risposto alle recensioni per l'ennesima volta, ma non ho avuto davvero tempo! Prometto che risponderò a tutte quelle di questo capitolo, davvero!
Fatemi sapere cosa ne pensate! 
Un bacione, Raffy <3 xxx

                                           Emma                                                        Harry                                                       Daisy
                             
        


  
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