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Autore: Bruschii    10/06/2014    1 recensioni
PRENOTATE IL VOSTRO VIAGGIO NEL PASSATO,
ALLA RICERCA DI UN MISTERO CUSTODITO NEL FONDO DELL'OCEANO.
PRESTO VI SARA' CONSEGNATA LA CHIAVE.
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"Ce ne andiamo in America"
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"Dovrai sputare una miniera di carbone prima di poterti avvicinare ad una come lei"
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"Sto volando"
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"Sono il re del mondo"
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"Non spetta a te salvarmi,Harry"
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"Iceberg!Dritto davanti a noi!"
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"Qualsiasi cosa facciate,il Titanic affonderà"
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"Perchè l'hai fatto,Katherina?Perchè?"
"Salti tu,salto io.Giusto?"
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"Spero morirete insieme"
TITANIC.(& After)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                  Third class?
 

Katherina's pov.

Il braccio di Louis lasciò i miei poveri fianchi, stretti dentro al corsetto, solo una volta arrivati davanti alla porta della mia camera da letto.
Si avvicinò alla mia guancia lasciandoci un bacio leggero.
"Buona notte, Katherina"
Mi girai verso la porta e la aprii.
Guardai l'interno e mi resi conto che la confusione che avevo creato ore prima era sparita,sicuramente per mano di una donna della servitò.
"Buona notte, Louis"
Non lo guardai neanche in faccia.Entrai all'interno della cabina e chiusi, subito dietro di me, la porta a chiave.
Mi posizionai davanti allo specchio, sedendomi sullo sgabello.
Mi passai un piccolo pezzo di stoffa sul viso, per eliminare i residui del trucco giá colato.
Mi alzai e cercai la cerniera del vestito pomposo.
La aprii appena la trovai, facendolo cadere per terra.
Mi avvicinai all'armadio, lasciando la stoffa pregiata atterra.
Appena aprii le due ante del grande armadio in legno, afferrai la vestaglia da notte bianca in seta.
Mi slacciai il corpetto stretto, riinizando a respirare.
La parte che preferivo in una giornata era la notte.
Potevo riposarmi senza dover indossare nè il sottogonna, nè il corpetto, nè un vestito pomposo e ingombrante e neanche uno dei grandi cappelli.
Uscii dal sottogonna sistemandolo accutatamente, per quanto li odiassi, insieme al corpetto, nell'armadio pieno di vestiti.
Chiusi le grandi ante e indossai subito la vestaglia, sentendomi finalmene libera.
Levai l'altra forcina dai capelli e la posai insieme alle altre.
Aprii la scatolina del carillion, dondolando a ritmo di musica.
Mi sedetti sullo sgabello e presi la spazzola, passandola per i capelli.
Pensando a mia madre che prima o poi sarebbe entrata dalla porta posta alle mie spalle, mi alzai e feci scattare la piccola chiave nel pommello, aprendola.
Mi risedetti davanti allo specchio,sfrenando i nodi formati sui capelli.
Sentii bussare alla porta dopo pochi minuti.
"Avanti"
Non mi resi neanche conto della persona che varcò la porta in quel momento, pensando che fosse mia madre.
Quando vidi una mano maschile chiudere la scatoletta del carillion, facendo interrompere all'improvviso la musica rilassante che produceva, mi voltai, trovando il viso di Louis poco distante dal mio volto.
"Katherina..."
Fece una piccola pausa, abbassando lo sguardo.
"Sai, la volevo conservare per la cerimonia di fidanzamento..."
Rialzó lo sguardo aprendo la scatola di velluto che aveva tra le mani.
Restai a bocca aperta davanti alla collana a forma di cuore.
La estrasse dalla custodia e si alzò, posizionandosi dietro di me e legandomela al collo.
Passai le dita sul diamante azzurro incastonato nell'argento, sentendola pesante al collo.
Era tremendamente pesante.
"18 carati.Secondo la leggenda, quando Luigi XIV perse il suo regno la sua corona cadde attera, rompendosi in mille pezzi.
Alcuni pezzi li recuperarono e ci fecero alcune collane.
Il pezzo più grande prese la forma di un cuore, e lo chiamarono..."
Non lo feci finire di parlare, perchè sapendo la storia, la finii io al posto suo.
"Il cuore dell'oceano.Tutte le altre pietre sono state perdute o frantumate, e l'unica rimasta è questa"
Toccai ancora una volta la collana, guardando fissa sullo specchio. 
"È di molto valore, proprio per questo"
Accennó un piccolo sorriso, tornando accanto a me ed inginocchiandosi.
"Sai, Katherina... non c'è niente che non potrei darti.Non c'è niente che io ti negherei.A meno che tu non negassi me."
Le sue parole mi fecero riflettere.
Ritornai con lo sguardo fisso sullo specchio, continuando a pensare alle sue parole.
Lo stavo negando?
A me non sembrava proprio.
Io non ho fatto niente di male.Molto sicuramente intendeva il fatto accaduto un ora prima e che il signor Styles mi aveva salvata.
Ma, non c'era da preoccuparsi.
Io non lo avrei più rivisto.
"Grazie Louis.Buona notte"
Lo salutai cordialmente mentre lui si dirigeva verso la porta della grande cabina. 
Non si degnò neanche di rispondermi, ma si chiuse la porta dietro le spalle.
Mi alzai e mi avvicinai alla porta per chiuderla.
Mi avvicinai al letto e mi distesi sul morbido materasso nascondendomi tra le lenzuola.
Spensi il lume che faceva luce nella stanza e chiusi gli occhi.
Non lo avrei mai più rivisto.
Ma avrei dovuto comunque ringraziarlo di persona.
                               ***
La mattina dopo stavamo andando a largo della costa dell'Irlanda.
Davanti a noi, l'oceano.
Mi svegliai con il fastidioso rumore che provocavano i pugni di qualcuno sulla porta.
Aprii gli occhi e diedi un'occhiata all'orologio.
Mancava poco alla colazione.
"Signorina, si deve svegliare per prepararsi."
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.
Mi alzai e raggiunsi la porta che aprii.
"Signorina, ha dormito bene?"
La giovane ragazza, che il giorno prima mi aveva aiutata a sistemare i quadri nella stanza principale, mi stava salutando con un grandissimo e caloroso sorriso.
"Benissimo. Entri pure"
Ricambiai il sorriso, invitandola a raggiungermi dentro la camera.
"Non so ancora come si chiama"
Mi rivolsi in modo gentile alla ragazza bionda che stava disperatamente cercando il corpetto e il sotto gonna.
Mi avvicinai all'armadio per porgerglieli, mentre aspettavo una sua risposta.
"Mi chiamo Emily, signorina.Emily Dawson."
Mi sorrise amichevolmente, mentre si affrettava a farmi infilare dentro al sottogonna.
Sospirai prima di sistemarmi dentro al corpetto, sentendo che ai miei polmoni mancava sempre meno aria da consumare.
"Quanti anni hai, Emily?Posso darti del tu, vero?"
Lei continuava a tirare, mentre io aspettavo che mi rispondesse.
"Ne ho 16.E, si signorina, lei può fare di tutto."
Bhe, non proprio tutto.
Non ho mai avuto un'amica.Non ho mai amato una persona.Non ho mai fatto niente di testa mia.Non ho mai vissuto.
"Io ne ho 17.E puoi darmi del tu.Mi farebbe più che piacere"
Le sorrisi attraverso lo specchio.
Saremmo potute diventare amiche, d'altronde, sembrava una brava ragazza.
"Potremmo essere amiche."
Le suggerii anche a lei.
Lei mi guardò intensamente, mentre le sue labbra si incurvavano in un sorriso ampio, che riuscii a vedere attraverso lo specchio.
"Giá."
                               ***
Finita la colazione, che si svolse sul ponte di passeggiata privato di Louis, il mio fidanzato aveva insistito per andare a visitare la palestra della nave, accompagnato da me, mia madre e Zayn.
Emily mi aveva ordinato di indossare un vestito viola e bianco.
Era specialmente ingombrante, ma l'avevo assecondata per vederla felice.
Le avevo anche promesso che una volta arrivate in America avrei aiutato economicamente la sua famiglia. Erano davvero poveri, e raccontandomi i suoi vissuti, mi chiedo come facesse ad essere ancora in vita.
Arrivammo alla palestra della nave in poco tempo.
"Che abbia inizio la noia assoluta" 
Dissi a bassa voce, in modo che nessuno apparte me, potesse sentire quello che stavo dicendo.
               
                              ***
Era finito anche il pranzo.
Avevamo passato tutta la mattina dentro la palestra, mentre un signore anziano e con dei folti baffi bianchi, spiegava a cosa servissero i vari attrezzi all'interno della stanza puzzolente.
Avevo avvertito mia madre e Louis che sarei andata a fare un giro per la nave, volendo restare un po da sola.
Mentre mi avvicinavo al cancelletto che divideva la prima dalla terza classe, il sole mi batteva in faccia.
Avevo cambiato ancora un'altra volta vestito prima di andare a mangiare.
Il color giallo del capo d'abbigliamento che indossavo si abbinava perfettamente al grande cappello bianco.
Il calore di quel giorno non lo scorderò mai.
Un sole con dei raggi così potenti nel mese di Aprile, non si sarebbe più rivisto dal 1912.
Aprii il cancelletto che portava ai ponti di terza classe.
Scesi alcuni scalini, mentre alcune persone mi guardavano sbalordite.
Forse non succedeva spesso che una persona di prima classe scendesse nelle sale di una classe inferiore.

Harry's pov.

Molte persone erano raggruppate nella sala comune, ma non tante come la sera prima all'ora di cena.
Liam stava parlando con una ragazza bionda, proveniente dai paesi scandinavi.
Parlava a mala pena la nostra lingua.
Liam li aveva insegnato alcune parole italiane, avendo i genitori italiani, tra cui 'Ciao' e 'Guglielmo Pani'  cioè il suo nome e cognome italino.
Io avevo trovato una fantastica bambina, Clarissa, con cui parlare.
Davanti a me c'era Niall che osservava i vari ritratti e disegni che avevo fatto all'interno della nave.
Mise a confronto un ritratto con il signore a cui l'avevo fatto.
"È impressionante...Harry, mi dispiace ammetterlo, ma sei bravo"
Sorrisi al complimento, mentre il nonno di Clarissa la recuperava per andare a fare il sonnellino pomeridiano.
Avevo rivolto tutta la mia attenzione ai disegni, quando sentii tutti i chiacchiericci fermarsi in un momento. 
Persino Liam si era azzittito e non è una cosa da poco.
Non ci diedi tanto caso finchè non mi sentii picchiettare la spalla.
Mi girai verso l'altra panchina, dalla quale Liam mi indicò l'uscita.
Voltandomi mi accorsi del perchè le persone si erano azzittite tutte insieme.
Katherina Dewitt Bukater stava camminando da quelle parti.
Il vestito giallo e il cappello bianco le davano eleganza e raffinatezza. 
Si guardava intorno timida, sorridendo a tutti, mentre la guardavano con adorazione.
La bocca di Niall era letteralmente splancata, ma si alzò immediatamente appena si avvicinò alle nostre postazioni.
"Cerca qualcosa, signorina?"
Le chiese garbatamente, con un grande sorriso stampato in faccia.
"Cerco il signor Styles.Lei sa dove è?"
Lei sembrava intimidita e insicura.
Avrei scommesso i 15 dollari che mi trovavo in tasca, che Niall fosse rimasto ancora più sbalordito.
Appena si spostò, mostrandomi a Katherina, lei sorrise grata.
"Signor Styles, le posso parlare?"
Mi alzai e le feci segno con la testa di parlare.
"In privato"
Aggiunse valutando il mio gesto.
Raccolsi il mio blocco pieno di fogli disegnati, mentre Niall mi sussurrava qualcosa di incomprensibile all'orecchio.
"Dopo di lei"
Allungai un braccio per spronare Katherina a camminare verso l'uscita.
Appena iniziammo ad incamminarci, mi girai verso Niall, che era ancora più sbalordito.
"Ho sputato molto carbone"
Gli dissi, prima di raggiungere la bellissima ragazza in giallo.
E molto probabilmente, l'avevo fatto anche senza accorgermene.




 

  
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