Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: lucabovo78    10/06/2014    1 recensioni
« La magia è dentro di noi, fa parte della nostra natura. Dobbiamo solo trovare il modo giusto per usarla. »
Se la magia fosse una cosa naturale come respirare, tutti sarebbero in grado di usarla. Invece, questo "privilegio" è affidato a pochi individui, dotati di grande potere e chiamati Stregoni.
Questa è la storia di un giovane stregone e del prezzo che dovrà pagare per questo potere.
« Non è bene sottovalutare le trame del destino, potrebbe rivoltarsi contro di noi. »
Copyright © 2013 Luca Bovo, tutti i diritti riservati
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

29.  L’umiliazione

 

Sephyr aveva lasciato la sua mano per andare ad aiutare Alden.

La sua reazione era stata del tutto naturale: un amico d’infanzia stava rischiando la vita e lei si era precipitata ad aiutarlo. Il fatto che con tutta probabilità fosse lì per riportarla a casa non centrava, probabilmente non ci aveva neanche pensato. Allora perché si sentiva così? Nel momento in cui le loro mani si erano staccate e l’aveva vista correre verso di lui, aveva provato una fitta al cuore. Gelosia? Non era abituato a quella sensazione, sapeva che era un sentimento egoista e del tutto immotivato, ma non poteva controllarlo.           

   L’antipatia che aveva quasi dimenticato per Alden si trasformò in odio.

   La tranquillità che provava fino a poco prima si trasformò in inquietudine.

   E poi successe.

Di nuovo.    

   La sentì fluire attraverso l’elsa della spada e prendere il controllo del suo corpo.

   “Ora ci penso io…”.

Poi, il buio.

 

Questa volta era diverso, contro il golem non si era trasformato in quel modo. Il suo aspetto ora metteva i brividi. In più, aveva la brutta sensazione di essere in qualche modo responsabile di quello che stava accadendo. Alden non se ne era accorto, non si era ancora del tutto ripreso dallo shock. Non sapeva cosa fare. La cosa, nella quale si era trasformato Lind, spiccò il volo sbattendo le ali nere, creando un forte spostamento d’aria. A quel punto anche il ragazzo se ne accorse.

   «Cosa diavolo è quello…? »

Lei, con un filo di voce gli rispose.

   «Quello…è Lind…»

«Cosa?!»

 

I cadaveri ambulanti sembravano irrequieti. I due che stavano per aggredire Alden passarono loro affianco senza toccarli, dirigendosi verso il cancello. Stavano scappando? Sembrava la reazione di animali che riconoscono il pericolo di fronte a un pericoloso predatore. L’essere alato volteggiava a mezz’aria restando fermo nello stesso punto, osservandoli. Improvvisamente alzò il braccio destro, puntando il palmo su un gruppo di essi. La mano cominciò a brillare di luce azzurra e immediatamente l’aria attorno ai bersagli sembrò deformarsi. Un istante dopo furono ridotti in cenere da un’accecante vampata che illuminò a giorno, per un istante, l’intero giardino. Il rumore della deflagrazione fu contenuto, come soffocato. Sephyr e Alden si gettarono a terra istintivamente, per proteggersi. L’onda d’urto fece volare pietre tutt’intorno, colpendo e dilaniando alcuni cadaveri, spargendo pezzi di carne sul prato e sul viale. L’essere, sempre sorridendo, rivolse il palmo verso un altro gruppo di bersagli ancora in piedi. Un nuovo lampo. Una nuova esplosione. Poi ancora e ancora. In pochi istanti, l’orda di non morti fu spazzata via. Il fumo, che ricopriva tutto prima della battaglia, si era dissolto a causa del vento provocato dalle esplosioni. L’essere alato scese a terra, ripiegando le ali dietro la schiena e volse lo sguardo alla finestra del castello. Senza cambiare espressione, alzò di scatto il braccio destro e una lama di luce, simile a quella che aveva generato la spada poco prima, fece crollare il muro tutto intorno alla finestra, seppellendo la figura misteriosa, che era rimasta immobile per tutto il tempo. I due ragazzi si alzarono da terra. L’essere era immobile e dava loro le spalle. Alden afferrò per un braccio la ragazza e cercò di trascinarla verso il cancello.

   «Presto, scappiamo prima che uccida anche noi!»  

Sephyr si divincolò dalla presa in modo brusco.

   «Ci ha appena salvato la vita! Non capisci?»

Lentamente, cominciò ad avvicinarsi a quello che fino a qualche minuto prima era Lind, il ragazzo con il quale era arrivata fin lì, il ragazzo che le aveva salvato la vita. Il ragazzo che amava. Tremava come una foglia, gli occhi stavano riempiendosi di lacrime e una pietra le premeva sullo stomaco.

   “Ora tornerai normale. Come quella sera al villaggio e come quando mi hai salvata dagli orchi, vero? Ti prego…”

   «Lind…»

“…torna da me, non potrei sopportarlo.”

   «…mi senti?»

«Sephyr! Vieni via! Quello è un mostro, ti ucciderà!»

   Il “mostro”, a quelle parole si voltò. Scattò in avanti con una velocità impressionante, passando affianco alla ragazza che trattenne il fiato dalla sorpresa, mentre i suoi capelli si scompigliavano per lo spostamento d’aria. Afferrò Alden per il collo con la mano sinistra, alzandolo da terra come fosse una bambola di pezza. Il ragazzo non fece a tempo a muovere un muscolo, si ritrovò con il fiato spezzato da quella morsa, con gli artigli che gli bucavano la pelle. Afferrò d’istinto il polso dell’aggressore, ma non aveva già più la forza per ribellarsi, nel momento in cui lo aveva toccato, era rimasto come svuotato da ogni energia, come se gli fosse stata risucchiata dal corpo. Il mostro lo guardava negli occhi con lo stesso sorriso con il quale aveva distrutto i non morti, anzi, ora sembrava ancora più compiaciuto. 

   “Mi ucciderà…”

Pensò Alden in quel momento, sentendo un liquido caldo colargli dai pantaloni. Il mostro alzò la mano destra, che immediatamente cominciò a brillare di luce azzurra, e gli parlò con la voce di Lind, ma con un sibilo di sottofondo.

   «Io non sono un mostro, e tu non avresti dovuto intrometterti. Non sono cose che riguardano voi deboli uomini».

   Sephyr si rese conto di quanto stava accadendo e cercò di correre per andare a fermarlo, ma non riusciva a muoversi. Anche lei si sentiva svuotata da ogni energia e la testa incominciava a girarle.

   «Lind, no!»

Una grande figura comparve come dal nulla e scaraventò a terra l’essere e la sua preda. Indossava un’armatura grigia e impugnava una strana lancia. Un serpente avvolgeva in parte il braccio e in parte l’arma. La nebbia bianca luminescente avvolgeva il corpo del misterioso individuo. Il volto era ricoperto da scaglie lucide e gli occhi neri sembravano quelli di un rettile. Alden, nella caduta, era riuscito a liberarsi, ma era ancora senza forze, per cui riuscì solo a strisciare pancia a terra per cercare di allontanarsi. L’essere alato si rialzò lentamente da terra, ignorandolo. Le ali si rimpicciolirono fino a scomparire e la spada, invece, ricomparve nella sua mano destra.

   «Bene bene, chi abbiamo qui? Uno degli Angwi? Hai coraggio, per affrontare da solo un Rakhoon. Qual è il tuo nome? »

   «Il mio nome è Boidèn da Cerrejòn. »  

Il Rakhoon si voltò verso di lui.

   «Molto bene, Boidèn. Ora dimmi, per quale motivo stai intralciando la mia strada?»  

   «Non posso permettere che tu prenda il controllo del ragazzo, abbiamo bisogno di lui»

   «Mi dispiace, ma ora questo corpo è in mio possesso. Il ragazzo è debole, quindi, in ogni caso, non ti sarebbe stato d’aiuto. Ora, se mi permetti, finirei quello che ho cominciato.»

   Senza aggiungere altro, si girò nuovamente verso Alden, che nel frattempo era riuscito ad allontanarsi solo di qualche metro. Con due passi gli fu sopra e alzò la spada per colpirlo con la punta della lama in mezzo alla schiena. Boid si lanciò verso di lui brandendo la lancia.

   «Fermo!»

«Non approfittare della mia pazienza!»

   Il Rakhoon alzò il braccio sinistro, dal palmo aperto si generò un’onda d’urto che respinse l’Angwi, facendolo volare a terra.

   «Adesso basta!»

Sephyr, che nel frattempo riusciva nuovamente a muoversi, aveva ascoltato tutto e si era portata alle sue spalle.

   «Non so chi tu sia, ma rivoglio Lind. Subito! »

L’espressione era decisa, ma dagli occhi le colavano le lacrime, i capelli scompigliati le ricadevano sul viso, restando attaccati alle guancie.

   «Stai lontana. Non preoccuparti, non ti farò del male»

Il Rakhoon usò un tono più morbido.  

   «Non m’importa! Ridammi Lind…ti prego…»

Disse lei, con voce rotta dal pianto.

   «Non avvicinarti!»

Boid si era rialzato e, approfittando della distrazione creata dalla ragazza, riuscì ad avvicinarsi, portandosi alle spalle del nemico. Con un movimento rapidissimo, riuscì a immobilizzarlo stringendolo con la lancia sul petto. 

   «Ancora tu!»

«Ragazza! Non chiedermi il perché, ma toccalo ora!»

   Sephyr non se lo fece ripetere e gli gettò le braccia al collo.

Il Rakhoon ebbe un sussulto, dopodiché rimase immobile. La nebbia bianca cominciò a fuoriuscire dal suo corpo, avvolgendo entrambi. A quel punto, Boid mollò la presa e si allontanò di qualche passo. Dopo qualche secondo, l’effetto cessò. La spada cadde a terra.

   “Ma cosa…?”

«Sephyr…stai piangendo? Cos’è successo?»

   La ragazza alzò gli occhi, il suo viso era tornato normale. La stava guardando con un’espressione confusa, ma era di nuovo lui. Gli sorrise dolcemente, continuando ad abbracciarlo. Poi…

   «Sei un cretino!»

Gli assestò un calcio sugli stinchi e si voltò di spalle, Lind si piegò in due dal dolore.

   «Ma che cosa ho fatto?! Che male!!»

«Ci hai fatto prendere un bello spavento, ragazzo. Bisogna fare in modo che la cosa non si ripeta.»

   Lind si girò nella direzione della voce e vide l’uomo in armatura, tornato nel frattempo anche lui alla forma “umana”.

   «E tu, chi saresti?»

«Mi chiamo Boid, e d’ora in poi, potrai chiamarmi Maestro.»

 

Era stato umiliato. Si era pisciato addosso di fronte a lei.

   “Quelli sono dei mostri e preferisce stare con loro? Maledetta!”

Alden, appena ne fu in grado, scappò via il più velocemente possibile, con il volto rigato da lacrime di rabbia e paura corse fino all’uscita della città. Non appena fu fuori dalle mura, crollò a terra, sfinito.

   “Devo fargliela pagare, non può finire così!“

«Non hai seguito i miei consigli. Queste sono le conseguenze.»

   In piedi accanto a lui, c’era un uomo incappucciato, sulla schiena portava una grande falce nera. Il ragazzo si mise a sedere, con una smorfia. Riconobbe la voce che aveva sentito quando si era svegliato legato nel bosco.

   «Ancora tu? Cosa vuoi? Aspetta, tu sei uno di loro vero?»

«Questo non ha importanza. Hai pensato alla mia proposta? Con la forza che ti posso donare, saresti in grado di vendicarti. »

   Il ragazzo rimase per un secondo in silenzio.

«E’ una promessa?»

   Sotto il cappuccio, l’uomo sorrise e due zanne bianche brillarono nella penombra.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: lucabovo78