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Autore: Ladychic    10/06/2014    1 recensioni
La storia ha come tema principale il pessimismo di Oliver Baston e la sfortuna di Katie Bell; il racconto si concentra sulle vicende dei due ragazzi a Hogwarts e non solo.
(Ecco uno stralcio tratto dalla storia)
«O Oliver, sono una frana» sbuffò dopo cena Katie raggiungendo sconsolata Oliver nel divano.
«Anche se i tuoi continuano a ripetere che non è successo nulla, sono così desolata!»
«Ah Katie! Non preoccuparti! Non è colpa tua!» cercò di tranquillizzarla lui.
La giovane si mise le mani sul viso.
«Ovunque vada la sfortuna mi perseguita! Dovrei farmi rinchiudere in una camera isolata, così non provocherei rischi e danni alle altre persone!»
«Ma che sciocchezze vai dicendo?! Quali rischi e danni! Ti ripeto che non è successo niente di grave, certo.. escluso il tappeto completamente incenerito, il vaso della bisnonna Mildred andato in pezzi e la quasi crisi di panico di mia mamma…»
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katie Bell, Oliver Wood/Baston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Non avete idea di cosa mi sia successo!

Un pomeriggio di quasi due anni fa ho trovato il mio computer completamente morto. Ho aspettato una settimana nella speranza che si riaccendesse ma niente! L'ho portato in due centri specializzati convinta che almeno potessero salvare i documenti contenuti all'interno, ma da entrambi ricevetti la stessa terribile risposta: “non c'è più niente da fare, il computer è andato e non si può recuperare nulla”.

Dopo un mese di lutto per la perdita di tutto il mio prezioso materiale di una vita: video, foto, documenti (e questa storia, appunto) mi sono decisa a comprare un nuovo computer.

Credetemi quando vi dico che ho provato a continuare questa fanfiction tante volte, ma non partorivo nulla che potesse eguagliare quanto rimasto intrappolato nei freddi ingranaggi del vecchio computer deceduto e di conseguenza ci rinunciai completamente.

Ma, una settimana fa, nella mia comunissima e banalissima vita, dove non accade mai nulla delle cose che da scrittrice sognatrice scrivo di tanto in tanto, è accaduta una cosa davvero inspiegabile.

Il mio vecchio computer, che non ho avuto il coraggio di buttare, ha ripreso vita! (Ringrazio mio padre per essersi ricordato della sua esistenza in un angolo buio del mio armadio e per averlo acceso per curiosità)

Ho impiegato giorni a rileggere e rivedere commossa i documenti e le foto rimasti intrappolati per così tanto tempo e finalmente posso portare avanti la narrazione di questa storia!

So che le mie lettrici a quest'ora si saranno dimenticate di me, ma spero che il mio racconto possa comunque interessare a qualcuno!

 

LA MAGIA DEI FUOCHI D'ARTIFICIO

 

«Che incoscienti! Fino a quest’ora tarda al gelo sotto la neve!»proferì la signora Baston.

«mamma te l’ho già detto, non ci siamo resi conto dell’ora!» disse Oliver spazientito.

Si trovavano tutti e quattro nel salotto di casa Baston. I due coniugi seduti nel divano e i due ragazzi seduti accanto al caminetto al fine di riscaldarsi.

«Suvvia cara! Sono giovani, sono degli atleti! Non rischieranno di morire per un po’ di neve!» constatò il padre di Oliver.

«Etchù!» Lo starnutò di Katie contraddì prontamente il signor Baston provocando le risate generali.

«Signora Baston, ha per caso della carne nel forno?» domandò dopo qualche minuto Katie.

«No, è ancora presto per cenare, cara»

«Eppure sento odore di bruciato, mamma» continuò Oliver annusando l’aria.

«Già, lo sento pure io!» esclamò il signor Baston.

Tutti gli occhi dei Baston si puntarono su Katie.

Il suo mantello aveva preso fuoco.

Tra le acutissime grida della signora Baston, Oliver e il signor Baston riuscirono a spegnere il fuoco con la magia, inzuppando completamente Katie.

***

«O Oliver, sono una frana» sbuffò dopo cena Katie raggiungendo sconsolata Oliver nel divano.

«Anche se i tuoi continuano a ripetere che non è successo nulla, sono così desolata!»

«Ah Katie! Non preoccuparti! Non è colpa tua!» cercò di tranquillizzarla lui.

La giovane si mise le mani sul viso.

«Ovunque vada la sfortuna mi perseguita! Dovrei farmi rinchiudere in una camera isolata, così non provocherei rischi e danni alle altre persone!»

«Ma che sciocchezze vai dicendo?! Quali rischi e danni! Ti ripeto che non è successo niente di grave, certo.. escluso il tappeto completamente incenerito, il vaso della bisnonna Mildred andato in pezzi e la quasi crisi di panico di mia mamma…»

«O voglio morire!» decretò triste.

«Che fai, mi rubi le battute?» disse sorridendo il ragazzo.

Katie spalancò gli occhi. «Hai ragione! Non posso sprofondare anche io nel pessimismo cosmico! Sono allegra, vivace, affronterò la situazione e tutte le altre che verranno con animo leggero e con il coraggio degno di una vera Grifondoro!»

«Così ti voglio Bell!» esclamò ridendo Oliver.

«Grazie Oliver» disse seria lei.

Le guance di Oliver divennero rosse. Avrebbe tanto voluto abbracciare Katie in quel momento, sussurrarle che non era colpa sua e che lui la voleva proprio così, con tutti i suoi difetti, con tutta la sua assurda sfortuna, con quel forte odore di shampoo alla pesca.

«Sai, ho promesso a mia madre che oggi non avrei parlato di Quidditch con te, quindi ti andrebbe di vedere un film?»

«Un cosa?» domandò lei accigliata.

«Ecco i film sono degli oggetti babbani, mio babbo lavora al ministero ed è un caro amico di Artur Weasley, l’addetto alla requisizione di oggetti babbani, ha trasmesso la sua passione anche a mio padre, dunque abbiamo in casa una terevisione o televisione, ora non ricordo bene come si chiami, e dentro di questa si mettono questi film, insomma alla fine nello schermo dovrebbero apparire delle immagini, delle persone, delle vicende, una storia ecco.» disse Oliver gesticolando.

«Non credo di aver capito alla perfezione, ma va bene, guardiamo questo film!»

Decisero di guardare una commedia, “Ti presento i miei” un film ricco di situazioni analoghe a quelle che vivevano in quel momento i due giovani .

«Beh, mi rincuora sapere che al mondo esistono babbani come Greg Fotter che sono molto più sfortunati di me!» constatò sbadigliando Katie alla fine del film.

«Katie, mi rincresce farti notare che non era una storia vera, i babbani hanno recitato, loro nei film fingono, nulla di quello che abbiamo appena visto è accaduto veramente.» le disse Oliver sorridendo.

I due rimasero per lunghi minuti a fissarsi, stavano entrambi morendo di sonno, le risate provocate dal film li avevano stancati moltissimo.

Nessuno dei due voleva ripetere la situazione imbarazzante della mattina, così si diedero la buonanotte ed andarono a dormire ognuno nella propria stanza.

***

«Dai qua! Sei solo una mocciosetta di dodici anni, non va bene che beva tutta quella burrobirra!» Disse Oliver Baston togliendo dalle mani della giovane il bicchiere con la bevanda alcolica.

«Tu invece a quindici anni sei proprio un uomo vissuto, eh?» Scherzò lei. «Me l’ha dato quel simpatico vecchietto, come facevo a rifiutare?»

Oliver e Katie stavano passeggiando tra le vie principali della cittadina, in festa per la vigilia di Capodanno.

La comunità magica di Peterhead era davvero ospitale. Vi erano ovunque stand che offrivano quantità enormi di cibo e bevande completamente gratuite, da ogni parte erano presenti bancarelle che vendevano ogni tipo di cianfrusaglia. Nella piazza principale, in un angolo stavano degli abili musicisti di cornamusa e di flauto i quali suonavano melodie tipicamente scozzesi e ovviamente al centro della piazza si danzava.

Katie, resa forse un po’ brilla a causa della non indifferente quantità di alcol ingerito, prese Oliver per un braccio e lo trascinò al centro della piazza nel mezzo delle danze, decisamente disinibita.

«Andiamo Oliver, balliamo! Mi piace tantissimo questo genere di musica!»

«Ma io non so ballare! Non ho mai ballato in vita mia!» rispose il giovane imbarazzato.

«Ma che genere di scozzese sei tu? Mai visto uno scozzese che non sappia ballare danze scozzesi!» decretò lei guardandolo attentamente.

«Beh, se vuoi adesso mi metto ad indossare pure un kilt! Ma per favore!»

Katie scoppiò a ridere. «A me piaceresti lo stesso».

A Oliver sembrò non aver capito bene l’ultima frase della ragazza. «Com..?»

Non riuscì a concludere la frase perché entrambi furono coinvolti in un grande cerchio e con grande gioia di Katie e con leggero imbarazzo di Oliver, furono costretti a danzare anche loro.

«Ed ora in coppia!» Urlò qualcuno tra la folla.

Oliver e Katie si misero uno di fronte all’altra.

«E ora?» domandò lei con un’aria curiosa.

Oliver alzò un sopracciglio. In fondo quella situazione non era poi tanto male.

«Beh, dobbiamo prenderci per mano, così» disse il ragazzo stringendo le mani di Katie. «Poi ecco, si deve girare, volteggiare, insomma… segui la musica!»

Così i due giovani iniziarono a ballare. Si divertirono tantissimo.

«Basta Oliver, non ce la faccio più! Sono stanchissima e con tutti questi giri mi è venuto capogiro!» si lamentò la ragazza continuando, nonostante tutto a sorridere.

«Già, anche io sono distrutto, altro che allenamenti di Quidditch! E’ mezzanotte meno venti! Conviene iniziare a spostarsi per prendere una buona postazione per vedere bene i fuochi magici!» Oliver, continuando a stringere la mano della ragazza, la condusse fuori dalla folla.

Una volta fuori dalla mischia il ragazzo tolse subito la mano imbarazzato.

«I fuochi vengono fatti sopra il mare, solitamente tutti si dirigono in spiaggia per vederli, però io conosco un posto decisamente migliore!» Disse Oliver cercando di non guardare negli occhi l’amica. Non sapeva cosa gli stava succedendo, ma più fissava Katie e più sentiva crescere del calore dal suo corpo e sentiva le guance bruciare. Sicuramente la colpa era dell’alcol, si disse.

«Davvero? E quale sarebbe questo posto?»

«Seguimi »

Dopo essersi allontanati dalla confusione delle vie centrali della cittadina, percorsero un piccolo bosco e poi si trovarono improvvisamente al di sopra di una stupenda scogliera.

«Ma è bellissimo!» sussurrò Katie aspirando a pieni polmoni l’aria del mare.

Oliver sorrise e si sedette a terra sopra il praticello leggermente innevato che copriva la scogliera. Katie rimase indietro per un momento, poi si decise a raggiungerlo, timida.

«Oliver, io, vorrei darti una cosa» disse sedendosi accanto a lui ed estraendo un pacchetto dalla sua borsa.

Oliver stava per protestare ma lei prontamente continuò il suo discorso. «Mi hai detto chiaramente che non volevi regali, è vero, ma insomma, la Tornado prima, poi l’invito a casa tua, adesso questa spettacolare notte di Capodanno, ecco, questo è il minimo che potessi fare, ti prego di accettarlo» Rossa per l’imbarazzo consegnò il pacco ad Oliver.

Il ragazzo vi trovò all’interno un paio di guanti da portiere, erano l’ultimo modello uscito creato dalla più famosa marca di Quidditch, all’estremità della manica, ma all’interno, vi era ricamata in maniere decisamente imperfetta una minuscola scritta.

“Al capitano, con affetto K.”

Oliver sgranò gli occhi per la sorpresa.

«Katie, ma sono stupendi! Grazie! Grazie!» disse infilandoseli subito. «Con questi non mancherò più un tiro, stanne certa! La coppa sarà nostra!»

«Mi fa piacere che tu sia felice del regalo» ammise lei sempre più imbarazzata.

«Felice? Molto di più! Kat..» il ragazzo non poté concludere poiché lo sguardo di Katie fu attratto dai numerosi fuochi che esplodevano nel cielo e si riversavano sul mare.

Oliver, al contrario, passò l’intero minuto della mezzanotte, a fissare gli occhi di Katie. Occhi che brillavano a causa di quel meraviglioso spettacolo nel cielo, a causa della leggera neve che aveva iniziato a ricoprire dolce ogni cosa, a causa delle onde che si infrangevano sulle rocce, a causa del sapore di salsedine e di magia che aveva invaso i loro corpi.

 

  
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