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Autore: Theyaddupto    10/06/2014    0 recensioni
Era la prima volta che mi rivolgeva la parola dopo un mese in cui, ogni giorno alle sette, ci ritrovavamo lontani solo sei metri nel cimitero, in silenzio.
-Sei ridicola.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rabbia. Tutto ciò che provo in questo momento è rabbia.

Vorrei rispondergli a tono, dirgli di tapparsi quella bocca perché non mi conosce. Non può uscirsene dopo un mese con solo ‘sei ridicola’. Vorrei prenderlo a pugni perché sarebbe stato meglio se non mi avesse mai rivolto la parola. Potevo rimanere nel dubbio riguardo la sua personalità. Ma lui ha rovinato tutto, come tutti.
Mi giro per guardarlo in faccia per la prima volta, anche se preferirei evitarlo. Non riesco ad ammettere a me stessa che ho paura.
Non posso. Devo mantenere il controllo.

E’ buio, c’è poca luce qui. Lui è troppo lontano. No, si sta avvicinando.

 Perché? Perché non se ne va semplicemente come tutte le altre volte? Mi sembra che il mondo abbia preso a tremare, oppure sono io. Ma non m’interessa, non ci faccio caso perché sono come ipnotizzata dal suo movimento lento e regolare.

Ora è troppo vicino, a un metro di distanza.

Odio i colori. Odio tutto ciò che attira l’attenzione. Odio il blu. Odio i suoi occhi.

-Faccio a tutte quest’effetto.

Rimango in silenzio, non so davvero cosa dire.. o forse sì.

-Sembravi simpatico, finché non hai parlato.

-Mi hanno già detto anche questo.

‘Gira il culo e vattene.’ Perché queste parole mi risuonano in mente proprio ora?

-Beh? Che vuoi?

L’unica cosa che il mio cervello al momento riesce ad elaborare.

-Non mi chiedi perché ti ho detto che sei ridicola?

-Dovrebbe interessarmi? Sai cosa? La tua presenza mi confortava, tutto qui. Dico a tutti che non voglio nessuno attorno a me, ma la verità è che sono terrorizzata al pensiero di rimanere completamente sola. Tu pensi che sia ridicola? Ok, non te l’ho chiesto. Non chiedo a nessuno ciò che pensa di me perché so che mi considerano asociale, strana, depressa, apatica. L’aggettivo ‘ridicola’ semplicemente lo aggiungerò alla lista.

-Pantaloni neri, converse nere, maglietta nera e felpa nera.

-Scusa?

-Sei vestita in nero. Per questo sei ridicola.

-Stai.. scherzando?

-No. Non credere a ciò che dicono le riviste di moda. Il nero non sta bene con tutto. Non gli piace vivere con se stesso, ama il bianco.

-Tu sei pazzo. E poi anche tu stai vestito in nero!

Si sta.. abbassando il cappuccio e togliendo la felpa? E’ davvero più strano di quanto pensassi. Sono sempre stata fissata con i capelli: era la prima cosa che osservavo nelle persone. Non mi ci soffermavo più da un bel po’, fino ad ora. Riesco a vedere che i suoi capelli sono biondi e mi ritrovo a desiderare di poterli guardare alla luce del sole.

-La mia maglietta è bianca.

Mi dice alzando le spalle. Sembra quasi un bambino.

-E i miei pantaloni sono grigi. Sai.. la perfetta combinazione tra nero e bianco.

Aggiunge.

-Ah.

Ora c’è imbarazzo nell’aria. Vorrei chiedergli se pensa davvero che sia ridicola vestita così o se era solo un pretesto per iniziare una conversazione, ma non voglio sapere la risposta.

Perché si sta avvicinando di più? Cosa vuole ancora?
Mi passa semplicemente a fianco facendo sfiorare per un secondo il suo braccio destro con il mio braccio sinistro.. e se ne va.

Non so se avrò il coraggio di venire di nuovo qui domani.
  
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